E così secondo i "filosofi oggettvi", che vanno da Socrate, Aristotele e Kant, ma, soprattutto, secondo i loro seguaci più infervorati e intrisi come una spugna di dogmatismo gnoseologico, non esisterebbero verità molteplici, ma che dico: poligenetiche! Dunque ogni verità è la sola, sempre quella e immutabile, immobile: la sua unica mobilità è quella di poter esser interpretata, ma mai creata ex novo. I filosofi non farebbero altro che manipolare l'uguale materia teoretica all'infinito, e su questa fondare l'uguale "pietra miliare" della filosofia? Se si assume come dato di fatto questo sunto gnoseologico, i filosofi non sarebbero null'altro che dei prigionieri di un dogma (Platone docet a latere: caverna etc etc) che interpretano, interpretano fingendo di mutare la materia teorica in materia empirica ma, tuttavia, ingannano se stessi e la materia che manipolano, in quanto mutarla vorrebbe dire lasciarla libera nel flusso del panta rei, del divenire - non sia mai! E che, la filosofia sarebbe null'altro che l'autoconservazione di sè e della sua eterna verità? E qual è questa verità? Ha un nome, una sembianza, un riverbero onirico, una maschera per mostrarsi e poi dileguarsi in un postumo "nulla" da interpretare ancora?
E
io, imperterrito e tracotante, sono ancora quì a difendere a spada tratta la
verità dai dogmatici d'ogni sorta, dagli stolti annientatori della filosofia
del divenire! E diciamo con Ponzio Pilato ancora una volta e una volta di più e
in eterno: "Cos'è verità?" Io posso rispondere dicendo cosa non è:
non è un dogma! Mutarla in dogma vuol dire mutarla in una molteplice menzogna,
uccidendo la sapienza che l'ha partorita: la filosofia. E poi la filosofia non
è mai stata, non è e non sarà mai uguale a se stessa, altrimenti sarebbe già
morta tra le dita e in punta di lingua di Talete. Ma da Talete in poi è stato
il trionfo degli archè-tipi e tipici della filosofia e nessun principio
teoretico è riuscito mai a diventare un monolite, un monumento alla memoria della
filosofia, semmai alla memoria della verità. Nemmeno quei monolitici
conservatori della verità oggettviva sono riusciti a fossilizzare la filosofia
e, non appena un sedimento di dogmatismo cominciava a depositarsi sulla verità,
lo discrostavano via, perché? Perché erano troppo vanitosi per accontentarsi
del substrato ontologico acquisito, troppo ambiziosi per non creare loro stessi
una "verità" ex novo... Ma, ahimè, non riuscirono a creare un Nulla
da colmare col Tutto, un Essere, insomma, a-metafisico e proiettato nella
follia del caos diveniente!... Poi venne Nietzsche, ed è cambiato tutto!
Ad
un certo punto della sua vita, Nietzsche ha concepito questa idea potente:
qualunque sia il tuo destino, qualunque cosa accada, devi dire a te stesso,
“Questo è ciò di cui ho bisogno.” Anche se tutto sembra andare a rotoli,
affronta ogni situazione come se fosse un’opportunità, una sfida da accogliere
con amore e non con scoraggiamento.
Portando
amore in quei momenti difficili, scoprirai che la forza di affrontarli è già
dentro di te. Ogni disastro che superi diventa un miglioramento del tuo
carattere, della tua statura e della tua vita. Che privilegio incredibile!
Ripensando
al tuo passato, ti renderai conto che quei momenti che sembravano grandi
fallimenti, seguiti da caos, sono stati in realtà quelli che hanno plasmato la
tua vita attuale. E capirai che è davvero così: nulla può accaderti che non
abbia un risvolto positivo.
Anche
quando tutto sembra una crisi negativa, in realtà non lo è. La crisi ti
costringe a reagire, e in quel momento di necessità, la tua forza interiore
emerge.
Nessun commento:
Posta un commento