giovedì 31 ottobre 2013

Come “allargare” il campo d’azione del cervello con uno sforzo creativo




L’équipe guidata dal prof. Sperry, neurofisiologo premio Nobel per la medicina, ha approfondito gli studi sul cervello, confermando la “specializzazione emisferica”; da vari esperimenti è risultato che l’emisfero destro elabora i dati in modo rapido, spaziale, non verbale, sintetico e globale. L'emisfero sinistro, al contrario, analizza i particolari, scandisce lo scorrere del tempo, programma, svolge funzioni verbali, di calcolo, lineari e simboliche. Le differenti funzioni svolte dai due emisferi, devono, ovviamente, integrarsi a vicenda, permettendo così di percepire ed elaborare la realtà nella sua completezza. Un soggetto che osserva un arbusto, ad esempio, può, grazie all’emisfero sinistro, riconoscere il tipo di albero e, grazie all’emisfero destro, percepire di trovarsi in un bosco.
La cultura occidentale e il conseguente sistema educativo (e lavorativo) tendono a prediligere l’impiego e lo sviluppo dell’emisfero sinistro, trascurando, il più delle volte, quello destro. Gli esercizi più frequentemente posti ai ragazzi, infatti, rappresentano problemi a soluzione chiusa, che richiedono abilità di calcolo e ragionamento, coinvolgendo molto raramente (per non dire mai) l’intuizione e l’immaginazione. L'emisfero destro, invece, sembra rivestire un ruolo centrale nella genesi degli atti creativi: grazie all’impiego delle sue qualità riusciamo, infatti, a “rompere” gli abituali schemi di pensiero ed avventurarci in territori sconosciuti. Non è corretto, tuttavia, pensare che l’emisfero destro costituisca l’esclusiva localizzazione della creatività; l’atto creativo, come più volte accennato, è un processo complesso che richiede un’equilibrata interazione ed integrazione delle abilità peculiari di entrambe le parti del cervello. Quando ci impegnamo a “risolvere” un esercizio creativo il nostro cervello cerca di seguire le connessioni “già sperimentate” (i percorsi conosciuti), che altre volte hanno permesso di raggiungere la soluzione. Grazie ad uno sforzo creativo , il cervello comincia ad “allargare” il campo d’azione stabilendo sinapsi “marginali”, “divergenti”, riuscendo a creare percorsi cognitivi inesplorati. La prossima volta che nel nostro ambito lavorativo, ricreativo o familiare, ci verrà posto un problema che richiede una soluzione innovativa, cerchiamo di lasciar correre liberamente le sinapsi, proviamo ad immaginare, senza alcuna censura, tutte le possibili alternative e … la soluzione non dovrebbe tardare!
Una musica appropriata come i due cd che vi segnaliamo possono essere un mezzo per favorire il rilassamento e l'aumento dell'attività dell'emisfero destro del cervello responsabile dell'attività immaginativa e creativa, con diminuzione del lavoro dell'emisfero sinistro, sede del linguaggio, del pensiero razionale e della capacità di calcolo. (Mary Hopper)
Musiche a 432 Hz per armonizzare e per il benessere psicofisico:
http://www.ilgiardinodeilibri.it/newsletter/il-potere-curativo-della-musica.htm

La meditazione





La mente ha bisogno di serenità e la desidera ardentemente. Meditare non vuol dire soltanto indurre la mente a pensare che sta meditando. La meditazione è, letteralmente, l’incarnazione della verità e della fede. È nella purificazione della mente che si rivela l’emancipazione.
Nella mia vita, la pratica della meditazione costituisce un mezzo potente. A volte mi capita di scrivere per ore e tutto scorre come per magia. Ma poi ci sono dei momenti in cui non ho più parole. Vorrei scrivere, e invece non accade niente. Anche se lo desidero ardentemente, non sono in grado di farlo.
Ho imparato che, in quei momenti, è meglio che mi allontani dalla macchina per scrivere e me ne stia seduto, tranquillo, con gli occhi chiusi, in uno stato di abbandono. Non so a cosa mi abbandono, ma semplicemente mi lascio andare e tento di purificare la mia mente. Poi, dopo un pò di tempo trascorso in tranquilla meditazione, mi sembra di attingere a una specie di fonte di ispirazione, e scrivo una pagina dopo l’altra senza sapere assolutamente da dove mi arrivi. È l’atto di chiudere gli occhi e cercare di rasserenarmi che mi dà la capacità di attingere a una fonte di ispirazione. E la parola “ispirazione” viene da “spirito”.

Questa è fede. Questa è grazia. In virtù della conoscenza posso letteralmente affrontare me stesso con uno spirito di serenità, e quello che cerco verrà attratto verso di me.

Questa è l’energia che nasce dalla manifestazione della propria essenza divina, e si palesa frequentemente quando la mente è tranquilla.

Soltanto la mente tranquilla, infatti, può mettersi in contatto con la verità.

Meditiamo aiutandoci con delle musiche appropriate per entrare in contatto con quella parte di noi che è verità. L’atteggiamento di abbandono ci aiuta a usare la verità nella ricerca quotidiana. Questo vale anche per la fede. (Mary Hoffer)

Musica indicata per la meditazione e il relax:
http://www.macrolibrarsi.it/musica/__il-potere-curativo-della-musica-libro-cd.php

http://www.macrolibrarsi.it/autori/_lama-gorkha.php

domenica 20 ottobre 2013

Quarto appuntamento con #ilraccontodelSole di Lorenzo Colombo...buona lettura!!!


"Rotazione"

Il tempo passò e il gas continuava ad addensarsi.

C'è una nota proprietà della fisica che tutti conoscono e che spiega cosa succede a questo punto. La natura tende a "conservarsi". Si conserva la massa, l'energia, la quantità di moto e la sua controparte rotazionale, il momento angolare.

Man mano che il gas si compatta e collassa verso il suo centro è obbligato ad aumentare la propria velocità di rotazione per conservare il momento angolare. Provate a sedervi su una sedia girevole con un libro molto pesante in ciascuna mano. Mettetevi in rotazione con le braccia distese. Se avvicinate i libri al corpo la vostra velocità di rotazione aumenterà notevolmente!

Il grumo informe cominciò quindi a ruotare, mentre continuava a condensare verso il suo centro sotto il suo stesso peso. Intervenne quindi un'altra proprietà conservativa, quella dell'energia. Il gas che cade verso il centro perde energia gravitazionale sotto forma di calore (qualche esperto lo conoscerà meglio come "Teorema del Viriale").

Il freddo e oscuro grumo di gas, detto "Globulo di Bok", cominciò quindi a contrarsi e a scaldarsi. Il processo è continuato per qualche milione di anni, mentre il globulo ruotava sempre più rapidamente e si scaldava sempre di più, diventando opaco alla luce e di forma sferoidale.

Ad un certo punto, al centro della nube in rotazione, una parte di essa diventò abbastanza densa e calda (2000 K) da dissociare le molecole di idrogeno, staccandosi dal resto della nube e raggiungendo un primo delicato equilibrio idrostatico tra la pressione di contrazione della massa e quella di radiazione del calore da collasso gravitazionale che tentava di scappare: era nato il protosole.

(...to be continued)

venerdì 18 ottobre 2013

I bambini chiusi tra cani randagi e pidocchi



La società “Lampedusa Accoglienza” non ha nulla a che vedere con l’isola da cui prende il nome. La società è un consorzio appartenente al Gruppo Sisifo, contenitore di una serie di imprese della Lega Coop. “Lampedusa Accoglienza” da alcuni anni è la ditta alla quale la prefettura di Agrigento ha affidato la gestione del centro di detenzione dove vengono rinchiusi per legge gli uomini, le donne, i bambini sopravvissuti alla traversata del mare Mediterraneo. “Lampedusa Accoglienza”, il suo presidente Antonio Zarcone, 60 anni, e il suo amministratore delegato Cono Galipò, 62 anni, da settimane assistono in condizioni indecenti i profughi arrivati vivi. Così indecenti che, sbarcati sani, i bimbi siriani qui hanno preso i pidocchi. Così scandalose che la società di Zarcone e Galipò ancora non ha fornito coperte di lana, brande, materassini puliti e tanto altro ancora costringendo centinaia di persone già provate dal viaggio e dalle paure che lo hanno provocato, a dormire per terra, a mangiare per terra. Come i cani randagi che, chissà perché, vengono ospitati nel centro di “Lampedusa Accoglienza” e la notte girano ad annusare e urinano sui bagagli, sugli indumenti dei profughi.
“Lampedusa Accoglienza” nel 2012, anno in cui gli sbarchi sono stati quasi inesistenti, ha incassato dallo Stato 3 milioni 116 mila euro. Nel 2011 ha incassato altri 3 milioni 202 mila euro. Poiché riceve circa 30 euro per ogni profugo ospitato per ogni giorno di assistenza, soltanto con le 709 persone presenti ieri Zarcone e Galipò hanno incassato 21.270 euro. Soltanto ieri: 21 mila li incasserà oggi, 21 mila euro al giorno li ha incassati in tutti questi tragici giorni. Con 21 mila euro al giorno se ne comprano di coperte. Fa invece impressione vedere i bambini avvolti in lenzuola di carta e sdraiati sulla terra o sulle piastrelle del pavimento. Fa impressione guardare le loro mamme stringerli per riscaldarli nel freddo di queste notti di maestrale. I numeri danno l’idea dell’indecenza: 709 reclusi di cui 504 uomini, 69 donne, 136 bambini e ragazzini compresi gli adolescenti non accompagnati. Reclusi sì perché in violazione ai principi costituzionali, dal centro ufficialmente non si può uscire. E le passeggiate in paese possibili per i buchi nella recinzione non sono un normale diritto ma un’elargizione. Questa violazione della Costituzione ormai è accettata da tutte le Procure d’Italia che evidentemente fingono di non sapere.

Eppure per ogni persona “Lampedusa Accogienza”, Zarcone e Galipò incasseranno i compensi anche per le brande, le coperte, le lenzuola, gli spazzolini, il sapone che non hanno fornito. Le condizioni igieniche così scadenti stanno ovviamente ricadendo sulla salute dei profughi. Ieri una bambina siriana è stata trattenuta con il padre nel centro e il resto della famiglia trasferita in Sicilia. La piccola non ha potuto partire perché ha i pidocchi. Ora le hanno avvolto i capelli in un lembo di lenzuolo di carta. Non hanno trovato altro rimedio. Altri bambini e adulti lamentano pidocchi e punture di insetti.

I cani randagi sono ospitati e alimentati nel centro come mascotte dei militari. La convivenza tra randagi pieni di pulci, bambini e genitori già indeboliti dalle condizioni del viaggio e dalla detenzione nei campi di raccolta in Libia è una violazione di qualunque norma sanitaria. La notte i cani girano, annusano, urinano sui bagagli, sulla stessa terra dove di giorno le persone sono costrette a sedersi e mangiare. Un qualunque ufficio d’igiene delle Asl metterebbe i sigilli a una gestione del genere. Ma i centri per immigrati sono tenuti per legge al di fuori dei controlli sanitari delle Asl. La competenza è totalmente affidata ai prefetti.

Il prefetto di Agrigento, Francesca Ferrandino, committente con il ministero dell’Interno dell’appalto e gestore del denaro pubblico affidato a “Lampedusa Accoglienza”, è l’unico funzionario di Stato in grado di intervenire. Ma il modo con cui il prefetto e il ministero hanno trattato i familiari eritrei dei 365 morti nel naufragio, perdendo tempo e poi seppellendo in tutta fretta e di nascosto le bare senza nemmeno avvertirli, non è certo una garanzia.
L’ultima scoperta è di pochi minuti fa. I pulmini usati dalla società di Zarcone e Galipò per trasportare i profughi non hanno il tagliando di assicurazione esposto: uno non ce l’ha proprio, sul parabrezza di un altro il biglietto è ripiegato in modo che non si veda la data. Alcuni agenti di polizia se ne sono accorti ma sono stati invitati a soprassedere.

Nel 2005, quando l’Espresso denunciò le terribili condizioni di detenzione con abusi e violenze da parte dei militari, almeno bambini e mamme venivano trasferiti altrove entro 48 ore. Da allora molto è migliorato. Il personale militare è più sensibile al proprio ruolo. Gli osservatori esterni e i volontari delle organizzazioni umanitarie hanno libero accesso. Il lavoro fatto in questi giorni da personale civile, poliziotti, militari, soccorritori è davvero enorme. Ma il modo disumano in cui vengono ospitati i bambini, le loro mamme, i loro papà non può essere accettato come l’inevitabile conseguenza dell’emergenza. Perché a Lampedusa gli sbarchi da almeno quindici anni sono la normalità. Così come i lauti incassi di Zarcone, Galipò e la loro “Lampedusa Accoglienza”.
http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/18/i-bambini-chiusi-tra-cani-randagi-e-pidocchi/

lunedì 14 ottobre 2013

Terzo appuntamento con #ilraccontodelSole di Lorenzo Colombo...buona lettura!!!


URTO!

Il Sole come ogni altra stella di "seconda generazione" o "Popolazione I" è nato a seguito di una catastrofe. 5 miliardi di anni fa una stella gigantesca concluse la sua esistenza in modo esplosivo, una supernova. L'onda d'urto generata dalla catastrofica morte di questa stella impattò contro una fredda e oscura nube di gas interstellare, spazzando via il gas e forzandolo ad addensarsi leggermente lungo il fronte d'urto, arricchendolo nel frattempo di preziosi elementi forgiati dalla stella madre.

Questa è la fecondazione di una stella, il suo concepimento. Ci sono molte immagini meravigliose di questi ambienti, in cui il gas lacerato dalle esplosioni si condensa in filamenti, bolle, globuli e grumi.

Il termine Popolazione I deriva dal fatto che quando gli astrofisici cominciarono a studiare la composizione chimica delle stelle notarono che erano essenzialmente divise in due categorie. Le prime erano le stelle del disco galattico, tutte abbastanza giovani e con molti elementi "metallici" o "metallicità" al loro interno (N.d.r. in astrofisica si intende per "metallo" qualsiasi elemento più pesante dell'elio), e furono quindi chiamate di popolazione I. Le seconde invece erano diffuse tutto attorno e attraverso la Galassia, nel cosiddetto alone, e presentavano una metallicità bassissima associata ad età molto elevate, comparabili a quelle dell'universo stesso. Queste furono quindi chiamate di popolazione II. La spiegazione di questo fatto è che le stelle di popolazione II sono la generazione di stelle precedente alla nostra.

Quando si sono formate nell'universo c'erano praticamente solo idrogeno ed elio, e quindi hanno pochissimi metalli, la Galassia era appena un embrione sbozzato di gas e stelle in formazione. Sono state queste stelle che morendo hanno fertilizzato il gas interstellare e generato le stelle di seconda generazione, o di popolazione I.

Tuttavia hanno comunque un contenuto non zero di metalli, e ciò si spiega ipotizzando una generazione di stelle, la popolazione III, ancora più antica di quelle di pop. II, le vere progenitrici di tutte le stelle. Erano talmente pure (nessun metallo) che si potevano formare solo se estremamente massicce, e quindi non hanno vissuto fino ai giorni nostri.

Queste furono la prima luce dell'universo, prima ancora della formazione delle galassie. Stiamo ancora cercando il loro lontanissimo bagliore.

Questi grumi di gas cominciarono a collassare sotto il proprio stesso peso, ormai l'uniformità era persa e le zone più dense cominciarono ad attirare altro materiale. Uno di loro era ciò che diventerà il Sole, con tutto il suo corteo. Quello che è impressionante di questa immagine è che nella Galassia ci sono sparse ai quattro venti centinaia di stelle sorelle del Sole, nate insieme nella stessa nursery stellare. Anche queste le stiamo ancora cercando, senza alcun risultato.

(...to be continued)

sabato 5 ottobre 2013

"Le dimensioni contano" di Lorenzo Colombo



Innanzitutto un po' di dati, giusto per inquadrare con chi abbiamo a che fare. La prima cosa con cui ci scontriamo sono le cifre.
Avere a che fare con quel mostro rende inutili le unità di misura umane, e la notazione scientifica diventa essenziale! Diciamo che il Sole stravede per gli zeri.
Il Sole ha una massa di circa 2x10^30 kg, o 2.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 (2 quintilioni di chilogrammi, o 2 quadriliardi di tonnellate).
È quindi circa 1050 volte più massiccio di Giove (fermo a "soli" 2x10^27 kg), e 333.000 volte più massiccio della Terra (6x10^24 miseri kg).
"Ma è tutto gas! Il gas pesa poco!" Certo, ma ce ne è talmente tanto che la massa complessiva è immensa. E comunque bisogna fare attenzione a non confondere i concetti di massa e peso, molto diversi in fisica!
La gran parte di questa massa è gas idrogeno (74,46%) ed elio (24,85%). Il restante 1,59% è costituito quasi totalmente da ossigeno (0,77%) e carbonio (0,29%), più tracce di altri elementi come ferro, neon, azoto, silicio, magnesio e zolfo. Un dato curioso si ottiene calcolando quanto ossigeno c'è nel sole. Una percentuale dello 0,77% corrisponde a ben 2.564 masse terrestri! Similmente il misero 0,16% di ferro equivale a una massa 530 volte quella del nostro pianeta, cifre che restano comunque trascurabili a confronto delle restanti 330.000 masse terrestri di idrogeno ed elio!
In quanto a estensione fisica le cifre non migliorano molto. Il diametro del sole è di 1.390.950 km, 110 volte quello della Terra. Un paio di conti e si trova che il suo volume è 1.300.000 volte quello del nostro pianeta. Qualcuno attento potrebbe dire: "Ma è solo 330.000 volte più massiccio, non 1.300.000!". Da questi dati infatti si deduce facilmente che il Sole è complessivamente meno denso della Terra. Infatti una massa di 330.000 terre è distribuita in un volume molto più grande, 1.300.000 terre. Un veloce rapporto e si ottiene che il Sole ha una densità solo del 40% superiore a quella dell'acqua, un po' come quella del PVC.
Anche la temperatura fa ampio uso degli zeri, con un valore superiore a 15.000.000 di Kelvin nel nucleo e mediamente di 5777 K in superficie. Così come l'età, calcolata in 4,57 miliardi di anni.
Nonostante queste cifre da capogiro il Sole è una stella di media stazza, per non dire una mezza calzetta a confronto di certi mostri della Galassia.
La sua classificazione spettrale è infatti G2 V. "G2" vuol dire la seconda categoria su dieci della classe G, una categoria di temperatura a cui si attribuisce l'aggettivo "giallo". "V" invece indica la quinta classe di luminosità, quella definita delle "stelle nane o di sequenza principale", quindi il Sole è una "nana gialla". I veri mostri sono stelle con temperature superiori a 20.000 kelvin (classe spettrale B "azzurre" e classe O "blu") e classi di luminosità I o II (Supergiganti e giganti brillanti). Ricordiamo però come una stella più è massiccia meno vive. Il Sole ha una vita di una decina di miliardi di anni, mentre una stella blu non va oltre alla decina di milioni! Una nana rossa invece può arrivare a vivere più di 10.000 miliardi di anni. Nessuna nana rossa è ancora mai morta!Per quanto mediocre tanto è bastato perché il Sole abbia compiuto il miracolo: generare la vita.
In media stat virtus!
Io personalmente tendo a vedere le stelle un po' come degli esseri viventi. Nascono, crescono, vivono e morendo si riproducono, fertilizzando il mezzo interstellare con i preziosi elementi sintetizzati nel loro interno. Morte che genera vita, in un ciclo continuo.
Andiamo quindi a conoscere meglio il nostro benefattore, andando indietro nel tempo e seguendo il Sole nella sua storia, da una fredda nube di gas, a un embrione, passando attraverso la stella di oggi e ancora oltre, fino agli spasmi di agonia della fine dei tempi.
(…to be continued)
— con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo