giovedì 23 marzo 2023

Le grandi delibere del nostro governo

 Giorgia Meloni definisce “umana” la soluzione da lei proposta per evitare che altre persone muoiano in mare cercando di raggiungere le nostre coste.

L’uso di tale termine mi ha fatto rabbrividire e non smetto di pensarci, pensando che il nostro Presidente del Consiglio sicuramente è consapevole:

1. Di quello che accade sulle coste libiche, tunisine, turche, ecc. e in tutti quei Paesi dove abbiamo degli ”accordi” per limitare le “partenze” e dei metodi utilizzati (detenzioni, torture, violenze sessuali, morte).

2. Di quello che accade “a casa loro”, lì dove vorremmo che i migranti restassero, tra guerre, fame, sfruttamento.

Oltra a quel termine nessun intenzionale cenno a tali drammatiche conseguenze della chiusura dei confini. 

“Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, quindi. In altre parole, morite ovunque ma non davanti ai nostri occhi, che poi ci rimaniamo male. Questo è il livello della sua “umanità”. 

Lo ripeto spesso, le parole sono importanti (cit. Moretti) e mai come in questo caso definiscono chi siamo e da chi siamo governati.

“Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso. HANNAH ARENDT



martedì 21 marzo 2023

Cos’è l’hanami e significato nella cultura giapponese

 Letteralmente, “hanami” significa “ammirare i fiori” e in Giappone si tratta di una vera e propria tradizione iniziata 1300 anni fa, diffusasi poi in tutto il mondo. Le feste sotto ai ciliegi in fiore sono tipiche del Sud-Est asiatico ma negli ultimi decenni si celebrano anche in Europa e negli Stati Uniti.

Tutto però è iniziato in Giappone nel 700 d.C., e ancora oggi l’hanami è una tale passione che è addirittura il servizio meteo giapponese che allerta la popolazione prevedendo quando avverrà la fioritura e tutti si mobilitano per prepararsi ai festeggiamenti. Anche sul sito del turismo sono presenti le previsioni e le statistiche degli anni precedenti.

I fiori protagonisti dell’hanami sono i fiori di ciliegio (sakura in giapponese) e in misura minore quelli degli alberi di prugne (ume) e possono essere ammirati sia di giorno sia di notte.

Il fiore di ciliegio, nella cultura giapponese, riveste dei significati molto importanti e centrali in diversi ambiti. Poiché il sakura è un fiore che sboccia in modo molto appariscente ma dura per pochi giorni, è diventato il simbolo della stagionalità, della caducità della bellezza e, per estensione, della vita.

La metafora del sakura è centrale nel buddismo, soprattutto nel buddismo zen, dove il fiore del ciliegio ricorda ogni anno la natura effimera di tutte le cose, anche di quelle apparentemente destinate a durare.

Non a caso, in particolare i Samurai venivano paragonati ai fiori di ciliegio: la loro vita era magnifica e potente ma sempre pronta a spegnersi nel momento di maggiore vigore. Il bushido, ovvero la morale e la vita dei samurai, ha una simbologia profondamente intrecciata con quella del sakura: come il ciliegio mette tutta la sua energia in piccoli fiori modesti, ma che insieme danno vita ad uno spettacolo maestoso, così i samurai con la loro singola modestia possono formare un’armata molto forte.

Allo stesso modo, come il ciliegio può vedere la sua intera fioritura spazzata via dal vento ma nonostante ciò fiorisce ogni anno, così nel bushido si dà tutta la propria energia sapendo che può essere uno sforzo effimero.(Angela Baldi)

sabato 18 marzo 2023

Dal dramma Sir Thomas More, le parole di William Shakespeare

  "Immaginate di vedere gli stranieri derelitti, coi bambini in spalla, e i poveri bagagli, arrancare verso i porti e le coste in cerca di trasporto. Se il Re vi bandisse dall’Inghilterra dov’è che andreste? Che sia in Francia o Fiandra, in qualsiasi provincia germanica, in Spagna o Portogallo, anzi, ovunque non rassomigli all'Inghilterra, orbene, vi troverete per forza a essere degli stranieri. Vi piacerebbe allora trovare una nazione d'indole così barbara che, in un'esplosione di violenza e di odio, non vi conceda un posto sulla terra, affili i suoi detestabili coltelli contro le vostre gole, vi scacciasse come cani, quasi non foste figli e opera di Dio, o che gli elementi non siano tutti appropriati al vostro benessere, ma appartenessero solo a loro? Che ne pensereste di essere trattati così? Questo è ciò che provano gli stranieri. Questa è la vostra disumanità"



mercoledì 15 marzo 2023

Come siamo superficiali e come sono sbagliati i nostri progetti

 “Noi viviamo la nostra vita quotidiana senza comprendere quasi nulla del mondo. Ci diamo poco pensiero del meccanismo che genera la luce del Sole, dalla quale dipende la vita, della gravità che ci lega a una Terra che ci proietterebbe altrimenti nello spazio in conseguenza del suo moto di rotazione, o degli atomi da cui siamo composti e dalla cui stabilità fondamentalmente dipendiamo. Se trascuriamo i bambini (i quali non sanno abbastanza per formulare le domande importanti), ben pochi di noi spendono molto tempo a chiedersi perchè la natura sia così com'è; da dove sia venuto il cosmo, o se esista da sempre; se un giorno il tempo comincerà a scorrere all’indietro e gli effetti precederanno le cause; o se ci siano limiti ultimi a ciò che gli esseri umani possono conoscere.” 

STEPHEN HAWKING

domenica 12 marzo 2023

Esiste l’uomo planetario?


Oggi i problemi che preoccupano l’umanità hanno una dimensione mondiale e si manifestano nella loro interdipendenza all’interno del sistema planetario: lavoro, risorse, diritti, giustizia, libertà, inquinamento, guerre.

Ci vorrebbe una nuova etica universale concepita però con una nuova forma di pensiero a fondamento di una paidèia più universale. Dobbiamo cominciare a pensare che si debba includere e non escludere, pensare in termini di reciprocità, non di particolarità e di superiorità. Il nuovo imperativo storico è quello di cambiare noi stessi e educarci alla convivialità delle differenze perché siamo legati tutti a un comune destino. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle loro applicazioni  tecnologiche consegna alla responsabilità dell’uomo il futuro dell’intera specie umana e di ogni forma di vita sulla terra. Il prezzo che stiamo pagando per l’abuso delle risorse naturali ci fa capire l’interdipendenza dei problemi legati al nucleare, all’inquinamento, all’effetto serra, alla desertificazione, alla continua distruzione di specie viventi. La soluzione di questi problemi non può avvenire a livello né continentale né nazionale perché le minacce sono universali, come la bomba nucleare, ecologica, biogenetica, etnica e quindi le risposte non possono che essere universali.

 Esiste un uomo planetario? Tempo addietro Antonio Papisca tracciò il profilo di quest’uomo:

-ha il senso esistenziale dell’universalità (J. Hyppolite)

-ha il senso esistenziale della giustizia sociale su scala mondiale, dove le disuguaglianze e gli squilibri sono macroscopici;

-è aperto alla cultura della multietnicità;

-riesce a capire il pianeta e non più soltanto il proprio stato-nazione come spazio vitale di socialità e di politicità;

-capisce che lo spazio planetario deve essere ristrutturato in termini di sussidiarietà;

-esercita il diritto alla pace e il diritto alla partecipazione politica internazionale;

-conosce il Codice internazionale dei diritti umani.

A questo profilo sempre lo stesso Papisca assegnò all’uomo planetario dei ruoli che vedremo in seguito nel dettaglio.

Per ora chiediamoci: -Esiste oggi un uomo planetario o abbiamo solo individui che non hanno ancora né la coscienza della specie né la coscienza dell’habitat?

 

Sono l’uomo universo

 

Io sono l’abitante delle pietre

Senza memoria, sete d’ombra verde;

il popolano di tutti i villaggi

e delle prodigiose capitali;

sono l’uomo universo,

marinaio di tutte le finestre

della terra stordita dai motori.

Sono l’uomo di Tokyo che si nutre

di pesciolini e bambù,

il minatore d’Europa, fratello della notte;

l’operaio del Congo e della spiaggia,

il pescatore della Polinesia,

sono l’indio d’America, il meticcio,

il giallo, il nero:

io sono tutti gli uomini.

Sopra il mio cuore firmano le genti

un patto eterno

di vera pace e fraternità.

 (Jorge Carrera Andrade- Ecuador)

 


Bibliografia

Antonio Nanni- Educare alla convivialità




giovedì 9 marzo 2023

La guerra



“La Guerra [...] ci viene per solito dalla fantasia di tre o quattrocento persone diffuse sulla superficie del globo terracqueo, sotto il nome di prìncipi e governanti. [...] Il più spinto degli adulatori dovrà ammettere che la guerra porta sempre al suo seguito fame e malattie [...].

È senza dubbio una bellissima arte, questa che devasta i campi, distrugge le case, e fa morire in media, ogni anno, quarantamila uomini su centomila. 

E in tutti i paesi si pagano un certo numero di oratori per celebrare queste sanguinose giornate. [...] Miserabili medici delle anime, che gridate per un'ora e un quarto su qualche puntura di spillo, e non trovate una parola per una malattia che ci strazia e distrugge! Filosofi moralisti, bruciate tutti i vostri libri! Fino a che il capriccio di pochi uomini spingerà milioni di nostri fratelli a scannarsi lealmente fra di loro, quella parte del genere umano che si fa dell'eroismo un mestiere sarà la cosa più mostruosa di tutto il creato. 

Che cosa diventano e che m'importano la carità cristiana, la beneficenza, la modestia, la temperanza, la mitezza, la saggezza, la fede, quando una mezza libra di piombo tirata da mille passi mi fracassa il corpo, e io muoio a vent'anni fra tormenti orribili, in mezzo a cinque o seimila moribondi, mentre i miei occhi aprendosi per l'ultima volta vedono la città dove son nato distrutta dal ferro e dal fuoco, e gli ultimi suoni che odono le orecchie sono i gemiti delle donne e dei bambini che spirano sotto le rovine: tutti per i pretesi interessi di un uomo che non ho mai visto né conosciuto?”

Voltaire, Dictionnaire philosophique, "Guerre".


mercoledì 8 marzo 2023

Riflessioni


 “Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, 

tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita. Imparai che 

essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che da valore e 

piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. 

Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità," consisteva di sensazioni. 

Il denaro non era niente, il potere non era niente. 

Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. 

La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza. 

Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza. 

Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. 

La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla. 

C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. 

Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. 

Io lo chiamo amore. 

La felicità è amore, nient’altro. 

Felice è chi sa amare. 

Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. 

Ma amare e desiderare non è la stessa cosa.

L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare."

Hermann Hesse

domenica 5 marzo 2023

Dov'è la verità?

 

Mi sono sempre posta questa domanda, la ritengo fondamentale per quel lungo viaggio che si compie dentro se stessi. Le risposte sono  tante e con il tempo cambiano, così come ognuno di noi si trasforma  con gli eventi della vita.

Oggi mi pongo ancora la stessa domanda alla luce delle risposte a cui sono giunta:non c'è una sola verità se la riferiamo a ciascun individuo, ma mille, milioni di verità,che ciascuno esplicita a seconda della propria esperienza di vita, della propria cultura.

Quante verità ci sono allora? E lo sono veramente o sono costruzioni mentali a cui ciascuno  giunge partendo da un'opinione personale?

Si può parlare allora di verità relativa, in cui il relativismo deve fare i conti quando incontra la verità dell'altro o si scontra,e,il relativismo è sinonimo di limitatezza ,in virtù del fatto,che ha subìto le contaminazioni a cui il pensiero è stato sottoposto e alla luce delle stesse si è formato.

Quello che  chiamiamo pensiero libero non esiste in senso assoluto e la verità,anzi le verità non lo sono.

Spesso oggi avviene che le verità vengono manipolate per scopi utilitaristici o peggio ancora malefici. Il pensiero di tutti noi viene sottoposto ad un assorbimento di idee,che ci conducono ad assumere comportamenti negativi verso noi stessi e gli altri ed è lì,che rischiamo di perdere le verità individuali, in nome di una verità che si fa passare come assoluta.

Questo è il caso delle religioni, delle ideologie politiche, dei movimenti sovversivi e spiritualistici.

Allora attenzione mi sono detta: se le verità sono relative e servono per raggiungere uno scopo che  può essere politico, sociale,economico o semplicemente benessere individuale,

la verità,dunque, non esiste?

 Forse, mi dico,l'importante è riuscire a vederli i limiti di queste verità per mantenere un buon margine di obiettività, di consapevolezza, di onestà intellettuale.

Voglio riportarvi due esempi...

"Alcuni sommi sapienti disputavano della "verità":

"La verità", diceva uno, "è ciò che vedo".

"La verità", dichiarava un altro, "è ciò che sento nel più profondo di me".

"La verità è ciò in cui credo", sosteneva un terzo.

"La verità non esiste", protestava un quarto.

La Verità, con l'evidenza più ovvia e la più totale semplicità, se la rideva di queste definizioni, continuando a mostrare il suo volto a quanti la cercano senza tentare di definirla.

Tutte le affermazioni degli pseudo-sapienti sono forme di ANTI-VERITA'.

Poichè tutto ciò che loro dicono non sono assolutamente i modi di conoscere la verità.

Stava intrinseco nel loro modo di "catalogare la verità in qualche definizione" il tentativo, appunto, di ridurla a qualcosa di NON-VERO.

Infatti se riferisci la verità a ciò che vedi non può essere perchè l'apparenza inganna;non può essere quello che senti nel più profondo di te... perchè le sensazioni personali possono essere interpretate in modo distorto;non può essere quello in cui credi... perchè ogni cosa che credi può essere discutibile." Dov'è la verità?

"Sant’Agostino era un appassionato ricercatore della Verità, affascinato dalla bellezza, con il cuore inquieto, assetato d’infinito. Ad un certo punto a causa della sua grande abilità come avvocato ed oratore, un uomo viene scagionato dal tentato omicidio della moglie. Rimesso in libertà, questo riesce ad uccidere la moglie. Questo episodio produce sofferenza in Agostino e da ciò scaturisce una riflessione profonda. Capace di aggirare la verità, in realtà svuotando le parole del proprio significato, Agostino riflette sul valore della verità. La serva gli risponde : “La verità si può soffocare, ma rimane radicata dentro l’uomo”.Ma quale verità?

A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada. (Winston Churchill )

Credete a chi cerca la verità, non credete a chi la trova. (André Gide)

La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni. (Pier Paolo Pasolini)

Il solo fondamento della verità è la possibilità di negarla. (Luigi Einaudi )