Dopo due generazioni cresciute sotto la narrazione della famiglia del
Mulino Bianco, oggi abbiamo la famiglia ENEL. Lui e lei che si sorridono tutto
il tempo pure per buttare l’immondizia, ragazzi in andatura armonica tra la
tavola e la scrivania dei compiti, non si vede un solo cellulare in giro e
nemmeno una console dei giochi. Mentre lei cucina, lui non se ne sta a
mangiucchiare con la scusa che non ha fame e deve tornare al lavoro mentre il
suo cellulare continua a ronzare dlin dlon dlin dlon (leggerà tutto non appena
sarà solo), lei cucina senza fare nulla di precotto e riscaldato e non usa una
mano sola mentre con l’altra continua a chattare e guardare gli ultimi reel. La
televisione non è accesa e non c’è musica a palla dalla cameretta.
Volevate che non ci fossero animali? Puliti come Gabriele quando arcangelo
annunciò a Maria, scodonzolanti e slinguanti, ma senza appoggiarsi al tavolo e
senza abbaiare come cerberi all’odore delle polpette, ovviamente fatte in casa
e a mano, mica comprate incellofanate al discount.
Il macchinone è lucido, l’interno pare una boutique di YSL. Non è visibile
una sola ciabatta consunta.
Quando ero ragazzo, nelle agenzie di pubblicità e comunicazione vigeva
l’imperativo intercettare il sogno, giusta la definizione di “prodotto
integrato”. Un prodotto pubblicizzato è dato dal prodotto come tu lo vorresti,
con in più il prodotto che non hai nemmeno il coraggio di sognare. Poi arrivò
la famiglia del mulino è il “prodotto” diventò integrato dall’ambiente
circostante. Un biscotto è un biscotto, io ti offro il sogno di un biscotto
alla portata dei tuoi denti, con in più il prodotto dell’ambiente in cui lo
mangerai. Solo che quello non è alla portata dei denti ma dei sogni.
Ne vogliamo fare una questione di giusto o sbagliato?
Io non sarei tanto da rasoio di Occam, in questo caso. Avrebbe senso essere
così netti e dire sì oppure no?
Provate a immaginarvi la realtà.
…ok, non la “vostra” realtà o peggio ancora la “ex realtà”, che magari
potrebbe essere eccessivamente doloroso. Ma presumo lo conosciate qualcuno che
non abita la casa costruita ad arte dall’Enel.
…ecco appunto. Tutti!
Obiettivamente, ma che ce ne verrebbe a mettere un pacco di biscotti o il
nuovo contatore gas, in uno spot ambientato a casa qualunque?
Diciamo pure che se proprio teniamo all’onestà intellettuale, allora
dovremmo avere un schermo bianco, un pacco di biscotti o la nuova bolletta, con
lo slogan “compratelo”.
Che è il modo migliore di non comprare proprio niente.
Ecco perché ci sono gli spot delle case che non esistono. Perché se
dovessimo impegnarci a costruirne una per davvero, con amore figli cani gatti e
una tartaruga, state sicuri che non staremmo abbuffandoci di biscotti del cazzo
e nemmeno inseguendo la tariffa della luce che tanto aumenta lo stesso, sempre
e per chiunque.
Buongiorno
Luca Scarano
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