mercoledì 3 ottobre 2012

LA STUPIDITA'




  Le persone intelligenti tendono sempre, inesorabilmente, a sottovalutare i rischi connessi alla stupidità,  senza rendersi conto, che  la stupidità sarebbe  ancora più pericolosa della crudeltà che può essere prevista e affrontata.
Forse allo scopo di esorcizzarne il timore, da sempre si tende a rappresentare la stupidità in chiave comica. Sono stupidi molti protagonisti di commedie di successo, alcune figure della letteratura, sono stupidi i carabinieri protagonisti di molte barzellette, e lo sono molto spesso gli asini delle favole, da quello di Buridano al ciuco in cui si trasforma Pinocchio quando smette di studiare per poter solo gozzovigliare.
 “La stupidità ha un suo fascino, ed è persino riposante” scriveva lo scrittore e umorista Ennio Flaiano.”Le persone e i libri più sciocchi sono quelli che più ci ammaliano, che più ci tentano e che ci tolgono ogni difesa”.
Ma attenzione: ridere della stupidità potrebbe renderla “simpatica” e quindi portare a sottovalutarla ulteriormente. Se infatti nella finzione lo stupido è perfettamente riconoscibile come tale, ben diversa è la situazione nella realtà.
La stupidità, anzitutto, è inconsapevole e recidiva. Il pericolo della stupidità deriva anche dal fatto che lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce a dare maggiore forza ed efficacia alla sua azione devastatrice. Lo stupido infatti non riconosce i propri limiti, resta fossilizzato nelle proprie convinzioni, non sa cambiare. Nell’ambito clinico la stupidità è la malattia peggiore, perché è inguaribile. Lo stupido è portato a ripetere sempre gli stessi comportamenti perché non è in grado di capire il danno che fa e quindi non può  autocorreggersi.
La stupidità è anche contagiosa. Questo spiega anche come interi popoli possono essere facilmente condizionati a perseguire obiettivi folli. Un fenomeno ben noto in psicologia. Il contagio emotivo proprio del gruppo diminuisce le capacità critiche, crea corto-circuiti cognitivi. Si verifica la cosiddetta “polarizzazione della presa di decisione”, si sceglie la soluzione più semplice, che spesso è anche la meno intelligente.
Oltre alla collettività, c’è un altro fattore che sembra amplificare la stupidità: il trovarsi in una posizione di comando. “Si paga caro l’acquisto del potere: il potere rende stupidi” scriveva il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Perché? Le persone al potere sono spesso indotte a pensare che proprio perché sono al potere sono migliori, più capaci, più intelligenti, più sagge del resto dell’umanità. Inoltre sono circondate da cortigiani, seguaci e profittatori che rinforzano continuamente questa illusione. Così chi è al governo arriva a compiere le più grosse sciocchezze in mezzo all’accondiscendenza generale: come nella favola dell’imperatore che, convinto di indossare abiti bellissimi, sfilava invece tra i suoi sudditi completamente nudo. Una favola che non esaspera poi tanto quello che accade nella realtà. Spesso nella quotidianità accade anche a chi si crede migliore degli altri.
Ma… e se lo stupido fossi io?
A questo punto urge una riflessione. Poiché una caratteristica degli stupidi è non sapere di esserlo, se pensiamo di non esserlo, non possiamo in realtà escludere che lo siamo, almeno qualche volta o almeno sotto qualche aspetto.  Ma quello di pensare che solo gli altri siano stupidi è un circolo vizioso altrettanto stupido. Si può infatti arrivare a convincersi che tutto sia stupido, e che al dominio della stupidità ci si debba adeguare. Ma in questo modo si finisce per essere, o sembrare, stupido. Invece in ognuno di noi c’è un fattore di stupidità che è sempre maggiore di quello che pensiamo . E che probabilmente ha anche una sua funzione evolutiva: serve infatti a farci compiere atti avventati, che in molti casi possono essere più utili che il non fare nulla. La stupidità, insomma, ci permette di sbagliare, e nell’esperienza dell’errore c’è sempre un progresso della conoscenza. Nell’elogio della pazzia, Erasmo da Rotterdam sostiene addirittura che senza certe stupidaggini non saremmo neppure venuti al mondo. La stupidità, in quanto atteggiamento irrazionale, consente all’uomo di accettare sfide che normalmente non accetterebbe. Il punto chiave, quindi, è riconoscere i propri errori e correggersi. E’ invece pericoloso non sbagliare o illudersi di essere infallibili, dire -ho sbagliato- non è solo onesto: è un modo intelligente per ridurre il potere della stupidità. Il più stupido degli stupidi è chi crede di non sbagliare mai.(Angela)



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