venerdì 27 dicembre 2013

Italia "tossica": top ten dei siti più inquinati

A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)

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Il polo petrolchimico di Porto Marghera, in provincia di Venezia, ha riversato nella Laguna di Venezia e nell'Adriatico milioni di tonnellate di rifiuti tossici dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri. Tra i veleni riscontrati nei terreni e fondali della Laguna si va dalle diossine ai policlorobifenili, dal cloruro di vinile monomero, usato nella produzione di plastiche - all'arsenico, dai metalli pesanti ai fosfogessi radioattivi e decine di altre sostanze tossiche e cancerogene.


A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)

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Il polo petrolchimico di Gela nasce alla fine degli anni Cinquanta per sfruttare i giacimenti petroliferi scoperti nel 1956. Sul territorio vi è contaminazione da idrocarburi e metalli pesanti di suolo, fondali marini e falde, e la cronica penuria d'acqua per le inefficienze del dissalatore gestito dal petrolchimico.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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A Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, nasce all'inizio degli Anni Cinquanta uno dei poli petroliferi, petrolchimici e chimici più importati d'Italia, estendendosi in seguito anche ai comuni di Augusta, Melilli, Siracusa, Floridia e Solarino. Gli agenti inquinanti sono idrocarburi, solventi, amianto, mercurio e altri metalli pesanti.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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A Taranto negli anni sessanta fu costruito un gigantesco polo siderurgico, una raffineria e vari cementifici. La città divenne così un polo industriale e navale strategico per l'economia italiana, uno dei più imponenti d'Europa. A causa della cronica inadeguatezza dei controlli ambientali il territorio circostante l'area industriale è pesantemente contaminato, soprattutto da diossina, metalli pesanti, idrocarburi.




A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Le fabbriche chimiche furono inaugurate nel 1915 a Pieve Vergonte in Val D'Ossola per la produzione di gas bellici utilizzati durante il primo conflitto mondiale. Dopo la guerra la produzione venne convertita a sostanze per usi civili, altrettanto pericolose come acido solforico, ammoniaca, urea (un fertilizzante) e ancora cloro e suoi derivati, fra i quali anche il DDT (dicloro-difenil-tricloroetano), un potente pesticida messo al bando in occidente negli anni '70 perché cancerogeno e teratogeno.


A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Eternit è un impasto di cemento e fibra d'amianto, (fibrocemento) ed è anche il nome dell'industria che lo produceva. Gli stabilimenti Eternit aprirono a Casale Monferrato nel 1907. Si producevano lastre ondulate per tetti, tubazioni e rivestimenti. Grazie a finanziamenti pubblici oggi gli stabilimenti sono stati bonificati ed è in corso lo smaltimento dei manufatti in cemento-amianto disseminati nel territorio.




A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Il polo petrolchimico di Mantova fu costruito nel 1957 sul fiume Mincio attorno alla città. Si producono oggi materie plastiche e fibre sintetiche e fino al 1991 funzionava anche un impianto cloro-soda a mercurio. I primi sistemi di trattamento delle acque reflue del cloro-soda furono installati negli anni '70, nel frattempo nei terreni, sui fondali del lago e del fiume Mincio e nelle acque di falda si sono accumulati mercurio e idrocarburi.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Le industrie Caffaro di Brescia nacquero nel 1909 per produrre soda caustica e cloro, antiparassitari (fino al 1957 anche DDT (diclorodifeniltricloroetano) e PCB (policlorobifenili). Fino alla fine degli anni Sessanta le acque reflue sono state scaricate direttamente nelle rogge per l'irrigazione dei campi senza alcun trattamento, e così PCB, diossine e sono stati sparsi nel terreno e sono 'passati' a coltivazioni e allevamenti, e quindi alle persone.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Il polo chimico Enichem di Manfredonia entrò in funzione nel 1971 per la produzione di fertilizzanti e caprolattame da cui si ricavano fibre sintetiche. I controlli sugli scarichi e sulla sicurezza degli impianti sono stati inadeguati e gli incidenti con fughe di sostanze tossiche si susseguirono nel corso degli anni. Il polo chimico chiuse nel 1994.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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La discarica di Contrada Pisani fu aperta nel secondo dopoguerra per ricevere i rifiuti solidi urbani di Napoli. A causa dell'inadeguatezza dei controlli la criminalità organizzata riuscì a smaltirvi considerevoli quantità di rifiuti speciali e tossici, per i quali la discarica non è adatta, provocando così la contaminazione dei terreni. Anche la discarica di Pianura, come tutti i poli industriali precedentemente elencati, è stata inserita nella lista dei siti contaminati dell'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.(ANSA)

sabato 21 dicembre 2013

L'ultima puntata del"Racconto del sole"

Cari amici delle stelle, siamo infine giunti alla conclusione della nostra storia, godetevi l'ultima puntata de #IlraccontodelSole!

"Morte" - Ep. 13

Il nostro Sole ha brillato per più di 12 miliardi di anni. È un tempo immenso, che fatichiamo a comprendere. Nel suo affannoso rantolare finale la nostra stella ha espulso nello spazio tutto ciò che avvolgeva il nucleo (l'inviluppo), lasciandolo completamente esposto.
Questa sfera supercompatta è composta essenzialmente di carbonio ed ossigeno ed è ancora circondata da una sottile pellicola che fonde il poco elio rimasto, alla temperatura superficiale di milioni di gradi: stiamo letteralmente osservando il nucleo senza il resto della stella in mezzo!

L'elevata temperatura e luminosità di questo residuo causano l'emissione di radiazioni ionizzanti, specialmente UV, che "accendono" gli strati espulsi, in un'ultima esplosione di bellezza dalla effimera durata: una nebulosa planetaria. Avete sicuramente visto innumerevoli esempi di questi meravigliosi oggetti, nella Via Lattea ne sono state individuate più di 15.000. Effimera, perché questo dipinto finale dura solo poco più di 10.000 anni.

Il nucleo del Sole, ormai privato di una fonte di energia interna, si contrae, ma non riesce più ad innescare ulteriori reazioni di fusione. Non appena le ultime reazioni termonucleari si esauriscono, ciò che rimane del Sole riduce la propria luminosità molto bruscamente, fino a pochi centesimi di quella attuale. La nebulosa si spegne, la luce scompare. La morte del Sole ha gettato le ceneri del sistema solare nell'oscurità più totale. La riduzione della massa del Sole al solo 28%-35% del valore iniziale ha causato l'allargamento delle orbite dei pianeti più esterni, mentre i pianeti interni sono stati completamente vaporizzati.

La contrazione prosegue lentamente fino a formare quella che viene definita "nana bianca al carbonio-ossigeno", un cadavere stellare estremamente denso, con una temperatura superficiale di 100-200 mila gradi e un raggio simile a quello della Terra: significa che ha una densità miliardi di volte quella dell'acqua!! Questo oggetto è costituito da un particolare stato della materia già citato in precedenza, detto "gas degenere di elettroni", piuttosto complicato da trattare. In pratica ora che la pressione di radiazione è scomparsa, l'unica forza che si oppone al collasso gravitazionale del nucleo è quella del gas di elettroni relativistici, che si urtano ed esercitano una pressione che contrasta il collasso, insieme alla repulsione elettrostatica e quella di degenerazione di spin, mentre i nuclei sono impacchettati a più non posso. Immaginatelo come dei magneti piantati in un pezzo di polistirolo: vorrebbero avvicinarsi (collassare) ma il polistirolo (il gas degenere di elettroni) glielo impedisce. C'è un limite, chiamato "di Chandrasekhar", oltre al quale (1,44 masse solari) il collasso gravitazionale vince e la nana bianca collassa in una stella di neutroni. Qui interviene un'altra degenerazione, quella dei neutroni appunto (immaginateli come un sacchetto di arance: più vicine di così non possono essere), e la stella è impacchettatissima. Anche questa pressione ha un limite, circa 3 masse solari (Oppenheimer-Volkoff). Al di sopra di quella massa non esiste forza conosciuta che possa opporsi al collasso: abbiamo un buco nero. Ma di questi oggetti esotici parlerò in un post dedicato.

La nana bianca che fu il Sole ora brilla di calore residuo, che lentamente si dissiperà nello spazio causandone lo spegnimento e generando una cosiddetta nana nera. Con il raffreddamento gli strati esterni della nana al carbonio cominceranno a cristallizzare, producendo in qualche decina di miliardi di anni, quando persino la Galassia ormai si sarà praticamente spenta, l'ultimo lascito della nostra stella:

Un immenso diamante nello spazio.


Grazie per averci seguito durante questa avventura durata qualche mese per noi, ma miliardi di anni per il nostro Sole.
Spero che questa lettura vi sia stata utile, interessante e che vi abbia dato degli spunti di riflessione!

Trovate tutte le puntate de "Il racconto del Sole" nell'album dedicato di "Chi ha paura del Buio?".
Sono disponibile per qualunque domanda, richiesta di approfondimento o critica.

Cieli sereni,
Lorenzo

Image Credits: http://regulus36.deviantart.com/art/Inevitable-Fury-191676184 — con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo.

sabato 14 dicembre 2013

Episodio 12 "Il racconto del sole"


Cari amici delle stelle, ecco a voi la penultima puntata de #ilraccontodelSole!
Manca ormai solo un episodio, restate collegati a #NextSolarStorm !

"Agonia" - Ep. 12

Abbiamo lasciato un Sole ingannevolmente stabilizzato sulla fusione dell'elio in carbonio e ossigeno nel nucleo, tramite il processo detto "tre alfa", in cui 3 o 4 nuclei di elio (particelle alfa) si incontrano a formare un nucleo di carbonio 12 od ossigeno 16.

Con l'accumularsi delle scorie di C-O anche la fusione dell'elio però comincia a trasferirsi più all'esterno, esattamente come nella subgigante, e si forma così un nucleo inerte di carbonio e ossigeno in stato degenere. La degenerazione del nucleo ne causa la contrazione, che prosegue con il suo aumento di massa. Stranamente infatti gli oggetti composti di materia degenere sono tanto più piccoli quanto massicci!

La contrazione del nucleo causa l'espansione dei gusci di fusione, e si forma quindi una vera e propria cipolla nucleare: un nucleo di carbonio-ossigeno, uno strato in cui l'elio viene convertito in C-O, uno strato di elio inerte, uno strato in cui l'idrogeno viene convertito in elio e il restante inviluppo stellare, la cui composizione originale è stata contaminata dai fenomeni di dragaggio dovuti alla convezione totale della stella.

In questa fase il Sole, a causa della riespansione del guscio che fonde idrogeno, e alle altissime temperature centrali (mezzo miliardo di Kelvin), aumenta enormemente la sua luminosità, espandendosi nuovamente in gigante rossa e impiegando stavolta solo un milione di anni.

La fase è denominata "ramo asintotico delle giganti" (Asymptotic Giant Branch o AGB), sempre dalla forma del percorso nel diagramma HR. Il Sole aumenterà la propria luminosità in modo folle fino a oltre 10.000 volte quella attuale, raffreddandosi di nuovo sotto i 3500 K ed espandendosi oltre 200 volte raggio attuale, diventando una Gigante rossa brillante, cioè di spettro M II.

È la fine definitiva del sistema solare: Venere verrà avvolto e distrutto dalla stella in espansione come Mercurio prima di lui, mentre il destino della Terra è più incerto. Se durante le fasi precedenti il Sole avrà perso abbastanza massa per via degli intensi venti stellari da causare un allargamento dell'orbita della Terra allora questa potrebbe sfuggire all'espansione della stella, altrimenti seguirà a ruota Venere verso il nucleo del Sole morente.

Anche gli altri pianeti sperimenteranno condizioni letali, Marte verrà liquefatto e probabilmente Giove verrà privato di gran parte della propria atmosfera dall'immensa radiazione e forza dei venti solari, diventando un pianeta ctonio. Ogni singolo corpo composto di ghiaccio e polvere eventualmente sopravvissuto alla prima fase di gigante rossa verrà distrutto, e la fascia abitabile si allontanerà ben oltre le più estreme propaggini del sistema, a oltre 100 UA di distanza dalla stella, determinando l'estinzione finale di ogni forma di vita.

Per i successivi 20 milioni di anni, uno sputo astronomicamente, il Sole alternerà la fusione dell'elio e dell'idrogeno, innescando a turno i vari gusci e brillando come mai ha fatto nella sua vita. Tuttavia alla fine di questo ultimo periodo di fulgida gloria non c'è più abbastanza combustibile. Oramai la macchina è inceppata, e la pressione di collasso diventa predominante, il Sole diventa instabile e comincia a contrarsi violentemente: ciò causa un riscaldamento dei gusci interni e il reinnesco del poco combustibile rimanente.

L'impennata di energia causa una nuova espansione e raffreddamento, insieme all'innesco dei più potenti venti solari di sempre, fino a un centomillesimo di massa solare persa ALL'ANNO! Tale espansione però disattiva nuovamente le reazioni, causando contrazione. Questo ciclo comincia a ripetersi sempre più rapidamente, e ricade sotto il temine di "pulsazioni termiche", espansione e collasso affannati, il rantolare di un moribondo.

Durante queste pulsazioni il Sole perderà molta massa dell'inviluppo ed esporrà strati sempre più interni e caldi, spostandosi verso temperature superficiali maggiori. Dopo una decina di queste convulsioni, in una escalation di intensità con venti solari sempre più poderosi, il Sole morente eietterà i propri strati esterni in un'ultima colossale espansione, letteralmente "spirando" nello spazio, alla veneranda età di 12.330.600.000 anni.

#IlraccontodelSole continua sabato prossimo, con l'ultima puntata!

Cieli sereni,
Lorenzo

Nell'immagine: rappresentazione artistica di Mark A. Garlick, col satellite gioviano Europa ormai disciolto, nel cui cielo brilla un Sole gigante rosso.

martedì 10 dicembre 2013

Forconi: nuovi blocci e traffico in tilt

Disordini e manifestazioni a Torino, Imperia e Barletta: il Garante degli scioperi promette tolleranza zero: inammissibile la paralisi del Paese



Forconi: nuovi blocci e traffico in tilt
Continuano le proteste e le manifestazioni del Movimento dei Forconi. Rimangono i presidi dei dimostranti sia nelle città che in diversi punti della rete autostradale. Nella mattinata di martedì corteo e sit in davanti al comune di Barletta, in Puglia. In Liguria liberati alle 11.50 i binari della stazione di Imperia Oneglia, occupati alle 11.15. Continuano le dimostrazioni in città.
A Torino dove lunedì si sono verificati duri scontri con le forze dell'ordine, i carabinieri sono intervenuti contro dei picchetti davanti a un supermercato di corso Traiano: permangono intanto i presidi di piazza Derna e piazza Pitagora, nella zona nord e sud della città. Sotto il Consiglio regionale del Piemonte si incrociano anche le proteste di Fiom, studenti universitari.
Per quel che riguarda le conseguenze delle proteste su strade e autostrade, la A4 è chiusa alle porte di Torino, tra Falchera e corso Giulio Cesare, mentre sul tratto veneto della A4 chiusi gli svincoli di Soave e blocchi a Montecchio e Vicenza Ovest; chiusa anche la Tangenziale Sud di Vicenza verso Verona. Ci sono code a Portogruaro e sulla A27 a Conegliano Veneto. Sulla Tangenziale Ovest di Milano blocchi all'altezza della Fiera; in Liguria chiuso lo svincolo di Imperia Est, sulla A10 Genova Ventimiglia, e poi code nei pressi di Parma per chi si trova in Autosole
Il Garante degli scioperi però avverte i manifestanti e promette tolleranza zero: "Non è assolutamente possibile" che la protesta dei forconi stia paralizzando il paese e i servizi pubblici essenziali. Roberto Alesse lo dice in un'intervista al Messaggero: "Tutto quello che sta avvenendo nel settore del trasporto pubblico locale ci fa capire che il paese corre il rischio di scivolare lungo un crinale pericoloso - le parole del Garante - continuando così salteranno i servizi pubblici essenziali. E non è ammissibile".
"Accerteremo le responsabilità ai fini della eventuale applicazione delle sanzioni. Vogliamo evitare - prosegue Alesse - che l'Italia diventi in modo permanente una giungla selvaggia al cui interno ognuno si faccia giustizia da sé".
GUARDA:I poliziotti si tolgono il casco

Solo un commento personale: Quando i poliziotti vogliono scioperare lo possono fare come tutte le altre categorie, non occorre solidarizzare con chi ha solo voglia di portare violenza nel paese. Quando scioperano le altre categorie tirano fuori il manganello e i gas lacrimogeni. Mantenete il servizio d'ordine,altrimenti io per prima devo cominciare a pensare male di ciò che sta dietro questa manifestazione. Per cambiare il paese basta farlo  nella cabina elettorale, se non è cambiato nulla è perchè avete votato sempre gli stessi. Strano...portate avanti lo stesso discorso di Berlusconi,!!!!???

lunedì 9 dicembre 2013

11a puntata "Il racconto del sole"



Siamo arrivati all'11esima puntata de #ilraccontodelSole, la prima presentata direttamente dal sottoscritto!

Buona lettura e...cieli sereni!
Lorenzo

"Reinventarsi"

Ad un certo punto l'ulteriore aumento di rendimento della fusione ad idrogeno non è possibile, e la produzione di energia comincia a calare.
Con il calare della pressione di radiazione il collasso comincia a prevalere, e il Sole a contrarsi.
Contrazione significa aumento di pressione e temperatura del nucleo degenere.

Ma il nucleo è pieno di elio pronto all'uso, che al raggiungimento delle condizioni si accende quasi esplosivamente nel cosiddetto "flash dell'elio", rimuovendo la "degenerazione elettronica" e facendo espandere notevolmente il nucleo.

Con l'espansione del nucleo il guscio che fonde idrogeno in elio (che ricordo è la reazione più efficiente e vantaggiosa di tutte) si riduce molto, e il Sole quindi si contrae a solo 10 volte il proprio raggio iniziale e 50 volte la luminosità, scaldandosi di nuovo esternamente e "tornando giallo".

In questa fase il Sole può sembrare una versione di sé stesso troppo cresciuta, ma l'impressione è ingannevole.
Il Sole reinventato è un mostro che fonde elio in carbonio e ossigeno alla temperatura di più di 300 milioni di Kelvin, mentre continua a fondere idrogeno in elio nel guscio soprastante il nucleo.

La stella è solo apparentemente stabile, è la calma prima della tempesta.

In questa fase il Sole è una "gigante gialla", cioè di spettro G III. Anche l'attività solare ha subìto una escalation, stando a quello che abbiamo visto su stelle simili al Sole ma più vecchie in questa fase.

Questa fase di reinvenzione è detta "ramo orizzontale delle giganti" (Horizontal Giant Branch o HGB), sempre dalla forma del percorso del Sole lungo il diagramma HR. Durante questo periodo il Sole lentamente si contrarrà e scalderà a luminosità costante, muovendosi verso colori più bianchi.

Nel resto del sistema solare invece non succederà nulla di eccitante. La precedente fase si AGB ha distrutto Mercurio e privato Venere e la Terra della loro atmosfera, e quest'ultima aveva perso gli oceani già molto tempo prima all'epoca della fase di subgigante. Persino Giove ha subito notevoli perdite di atmosfera, e i suoi satelliti sono stati fatti evaporare in gran parte esattamente come la gran parte delle comete.

L'oscurità è ridiscesa sul sistema solare esterno, cioè che è sopravvissuto si ricongela e la fascia di abitabilità è ritornata all'altezza di Giove. Eventuali esseri intelligenti dovranno spostarsi nuovamente all'interno, sempre se qualcosa sarà sopravvissuto in orbita attorno a Giove, e il tutto immerso nella feroce attività della stella rinnovata.
Ormai la fine è vicina per il Sole, e questa fase dura meno di 100 milioni di anni.

(continua...)
— con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo

domenica 8 dicembre 2013

Il non senso




Almeno una volta è capitato a tutti: stiamo facendo qualcosa quando all’improvviso ci balena in mente una domanda nitida: “Ma che senso ha tutto questo?”. Oppure: “Cosa ci faccio qui?”; “Che cosa c’entro io con questa situazione?”. Con una risposta che ci destabilizza nella sua chiarezza: “Non ha senso”; “Non c’entro niente”; “Non mi riguarda”. Può accadere mentre siamo col partner, al lavoro, durante uno svago o un incontro occasionale, o anche solo mentre stiamo pensando a una specifica situazione.
Un’occasione unica
La domanda suscita una forte e tagliente sensazione di estraneità al contesto in cui ci troviamo o all’azione che stiamo compiendo.
È una fugace ma fastidiosa sensazione di mancanza di significato, di essere fuori luogo o nel posto sbagliato, senza che se ne capisca il motivo. C’è un intenso turbamento perché a livello cosciente noi volevamo essere lì, in quel contesto. Oppure, anche se non ci piaceva, pensavamo che avremmo resistito, che ce la saremmo fatta andare bene.
La prima reazione istintiva è di cacciare via questa “sensazione di non senso”, cercando di distrarsi o al contrario di impegnarsi di più in ciò che si sta facendo. Molti, inconsciamente, percependo la possibilità che essa si presenti, stanno in continua attività, fisica o mentale, riempiendosi la vita di impegni a gran velocità, per non lasciarle spazio.
Ma è un errore perché questa sensazione in realtà svolge una funzione preziosa: se è sporadica costituisce il modo naturale con cui la mente riequilibra la sua attività e rinforza la sua obiettività, se è frequente rappresenta il modo con cui il cervello ci sta obbligando a riflettere: “Mi appartiene la vita che sto vivendo? Ha veramente senso per me questa relazione? Fa per me questo lavoro?”.
Tentare di sopprimere il non senso perciò non fa che alimentarlo, mentre ascoltarlo ci dà la possibilità di conoscerci di più, di agire e fare scelte che ci facciano tornare armonia.
Il senso di quei dubbi
La “sensazione di non senso” di solito segnala uno o più dei seguenti eventi.
- Una scelta di vita non affine al proprio modo di essere.
- La necessità di uscire da una situazione stagnante.
- Un eccesso di impegni vacui, legati solo alle apparenze.
- Un esagerato senso del dovere, senza posto per il piacere.
Accogli quella sensazione
Non tentare di sopprimerla distraendoti o riempiendo tutto il tuo tempo con cose da fare, o si ripresenterà sotto altre forme più insidiose e sgradevoli: depressione, stanchezza, ansia, sintomi fisici.
Osserva quando arriva
Quando ti viene? Quanto spesso? Se si presenta sempre nello stesso contesto, vuol dire che il problema è lì, e non può più essere ignorato; se invece è “distribuita”, può riguardare lo stile di vita. Il “ non senso” in molti casi è la forma embrionale di un  cambiamento.
E va conosciuto meglio per indirizzarlo verso il nuovo.
Non crogiolarti nel disincanto
I momenti di non senso fanno parte della vita. Sono necessari.
A volte saperli guardare con ironia e leggerezza può aiutare la loro funzione di riequilibrio.(Mary Hopper)

lunedì 2 dicembre 2013

RD Congo- Aiuti umanitari ancora necessari nella zona est del paese


DR Congo: Humanitarian aid still needed in east of country

02-12-2013 Operational Update No 05/13

With the end of fighting between the armed forces and M23 in Rutshuru, displaced people are returning home. The ICRC and the Red Cross Society of the Democratic Republic of the Congo are carrying on with their humanitarian work in the east of the country.


"Recent events in Rutshuru should not cause us to overlook the fact that the humanitarian and security situation remains difficult in other territories in the east of the country," said Alessandra Ménegon, head of the ICRC delegation in the Democratic Republic of the Congo. "The people there are still facing serious problems arising from violence and the lack of health care, clean water and food."
In Rutshuru, groups of displaced people have been returning to their home villages since fighting ended. Several hundred members of M23 have turned themselves in or been captured. "We are visiting former fighters and civilians arrested in connection with the recent fighting, and the places where they are gathered or detained," said Rachel Bernhard, head of the ICRC sub-delegation in Goma.
The aim of the ICRC's visits is to assess the conditions in which people are being held and to ensure that they are being treated humanely and with dignity, in accordance with applicable rules and standards.

Unexploded munitions a danger for the population

"People are trying to get back to living normal lives, so they're going to be working in the fields, but it's very risky because of the explosive hazards that remain," said Ms Bernhard.
To help prevent accidents involving explosive devices, radio messages warning of the danger are being broadcast by the Congolese Red Cross and the ICRC.

Kibumba village, Rutshuru territory, DR Congo. A mother is reunited with her son after months of separation.
The recent improvement in security conditions made it possible to reunite almost 40 children who had been living in shelters in Goma with their families in mid-November. "My granddaughter is coming home today," said Augustine. "I was afraid I would never see her again." Since the beginning of October, 125 children have been returned to their families through the joint efforts of the ICRC and the Congolese Red Cross.

Improved health-care facilities in South Kivu

In territories other than Rutshuru in the east of the country, fighting involving many armed groups is causing great suffering for civilians. In South Kivu, an ICRC surgical team has performed 44 operations on war-wounded patients in the provincial referral hospital of Bukavu since the beginning of October.
Rutshuru territory. A mother embraces her daughter during a reunification that took place in Kibumba village, where 17 children joined their families after months of separation. 
Rutshuru territory. A mother embraces her daughter during a reunification that took place in Kibumba village, where 17 children joined their families after months of separation.
© ICRC / Christian Katsuva
"We're upgrading the infrastructure in this hospital, and building a new health-care centre in Ramba, in Kalehe territory," said Catherine de Patoul, in charge of ICRC medical programmes in North and South Kivu. A gynaecology unit is being fitted out in Walungu hospital. Medicines are being distributed and training provided in four rural hospitals and three health-care centres. In addition, support is being maintained for 40 counselling centres ("maisons d'écoute") in the Kivus that accommodate victims of sexual assault and other violence-related trauma.
Following violent clashes between armed groups over the past few weeks, kitchen utensils, tarpaulins, blankets, sleeping mats and baskets have been distributed to some 35,000 people displaced from the south of Masisi who are now in the highlands of Kalehe and Ziralo in South Kivu.
In north-central Katanga province, a distribution of basic necessities has been slowed because of the security situation. Nevertheless, 1,900 people currently displaced in the villages of Paza and Kalwala, in Manono territory, received tarpaulins, sleeping mats, blankets, kitchen utensils, buckets, soap, hoes, plastic drums and hygiene products.
Kibumba village, Rutshuru territory. A mother embraces one of the ICRC tracing officers that helped reunite her with her children. 
Kibumba village, Rutshuru territory. A mother embraces one of the ICRC tracing officers that helped reunite her with her children.
© ICRC / Christian Katsuva
In the Democratic Republic of the Congo, since the beginning of October the ICRC has also:
  • continued to visit people held in civilian and military places of detention in connection with armed conflict, distributing food in five prisons and medicines in 19 prison clinics;
  • continued working to improve the water distribution network of the city of Goma, in particular by opening two new pumping stations that will ultimately provide the city's 500,000 inhabitants with clean drinking water;
  • continued water catchment and supply programmes for more than 85,000 people living in rural areas in the territories of Walikale, Masisi and Rushuru, in North Kivu province;
  • continued fish farm projects in North and South Kivu for almost 4,000 people, and agricultural projects involving the distribution of healthy cassava cuttings, soybean, maize and beans with the aim of promoting the economic recovery of people displaced by conflict or returning home;
  •  reunited 125 children with their families by working together with the Congolese Red Cross in Equator, Western and Eastern Kasai, Katanga, North and South Kivu and Eastern provinces.
For further information, please contact:
Annick Bouvier, ICRC Kinshasa, tel: +243 81 700 85 36
Jean-Pascal Moret, ICRC Goma, tel: +243 81 700 77 86
Sylvie Pellet, ICRC Bukavu, tel: +243 81 711 55 60
Jean-Yves Clémenzo, ICRC Geneva, tel: +41 730 22 71 or +41 79 217 32 17

 RD Congo : Aiuti umanitari ancora necessari nella zona est del paese2013/02/12 Aggiornamento operativo n 13/05
Con la fine dei combattimenti tra le forze armate e M23 a Rutshuru , sfollati stanno tornando a casa . Il CICR e la Croce Rossa della Repubblica Democratica del Congo stanno portando avanti con il loro lavoro umanitario nella parte orientale del paese ." I recenti eventi in Rutshuru non devono farci trascurare il fatto che la situazione umanitaria e della sicurezza resta difficile in altri territori a est del paese ", ha detto Alessandra Menegon , capo della delegazione del CICR nella Repubblica democratica del Congo . " Le persone sono ancora gravi problemi derivanti dalla violenza e la mancanza di assistenza sanitaria , acqua potabile e cibo. "
In Rutshuru , gruppi di sfollati sono tornati ai loro villaggi d'origine fin fine dei combattimenti . Diverse centinaia di membri del M23 si sono rivolti o stati catturati . " Stiamo visitando ex combattenti e civili arrestati in connessione con i recenti combattimenti , ei luoghi in cui sono raccolti o detenuti ", ha detto Rachel Bernhard , capo della sub- delegazione del CICR a Goma .
Lo scopo delle visite del CICR è quello di valutare le condizioni in cui sono detenuti popolo e per garantire che essi siano trattati umanamente e con dignità , in conformità delle norme e standard applicabili .Munizioni inesplose un pericolo per la popolazione
"Le persone stanno cercando di tornare a vivere una vita normale , quindi andranno a lavorare nei campi , ma è molto rischioso a causa dei rischi di esplosione che restano ", ha detto la signora Bernhard .
Per aiutare a prevenire gli incidenti che coinvolgono dispositivi esplosivi , messaggi radio avvertimento del pericolo sono stati trasmessi dalla Croce Rossa congolese e il CICR .
Il recente miglioramento delle condizioni di sicurezza ha consentito di riunire quasi 40 bambini che vivevano in rifugi a Goma con le loro famiglie a metà novembre . « Mia nipote è venuta a casa oggi ", ha detto Agostino . " Temevo che non avrei mai più rivista . " Dall'inizio di ottobre , 125 bambini sono stati restituiti alle loro famiglie grazie agli sforzi congiunti del CICR e la Croce Rossa congolese.Miglioramento delle strutture sanitarie nel Sud Kivu
In territori diversi Rutshuru nella parte orientale del paese , in lotta che coinvolge molti gruppi armati sta causando grandi sofferenze per i civili . Nel Sud Kivu , un team chirurgico CICR ​​ha eseguito 44 operazioni su pazienti feriti di guerra in ospedale di riferimento provinciale di Bukavu dall'inizio di ottobre.Territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia la figlia nel corso di una riunificazione che ha avuto luogo nel villaggio di Kibumba , dove 17 bambini unirono le loro famiglie dopo mesi di separazione .
Territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia la figlia nel corso di una riunificazione che ha avuto luogo nel villaggio di Kibumba , dove 17 bambini unirono le loro famiglie dopo mesi di separazione .© ICRC / Christian Katsuva
"Stiamo potenziamento delle infrastrutture in questo ospedale , e la costruzione di un nuovo centro sanitario in Ramba , in territorio Kalehe ", ha detto Catherine de Patoul , responsabile dei programmi di medici del CICR nel Nord e Sud Kivu . Una unità di ginecologia è stato allestito in ospedale Walungu . I medicinali vengono distribuiti e formazione svolti in quattro ospedali rurali e tre centri sanitari . Inoltre, il supporto viene mantenuta per 40 centri di consulenza ( " maisons d'ascolto " ) nel Kivus che ospitano le vittime di violenza sessuale e di altri traumi di violenza connessi .
A seguito di violenti scontri tra gruppi armati nel corso degli ultime settimane , utensili da cucina , teloni , coperte, materassini e cestini sono stati distribuiti a circa 35.000 sfollati dal sud del Masisi che ora sono negli altopiani del Kalehe e Ziralo nel Sud Kivu .
In provincia di Katanga centro-nord , una distribuzione di beni di prima necessità è stata rallentata a causa della situazione di sicurezza . Tuttavia , 1.900 persone attualmente sfollate nei villaggi di Paza e Kalwala , in territorio Manono , ha ricevuto teloni , stuoie , coperte, utensili da cucina , secchi , sapone, zappe , fusti di plastica e prodotti per l'igiene del sonno.Villaggio Kibumba , territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia uno degli ufficiali del CICR tracciamento che hanno aiutato la sua riunirsi con i suoi figli .
Villaggio Kibumba , territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia uno degli ufficiali del CICR tracciamento che hanno aiutato la sua riunirsi con i suoi figli .© ICRC / Christian Katsuva
Nella Repubblica Democratica del Congo , dall'inizio di ottobre il CICR ​​ha anche :

    
continuato a visitare le persone detenute in luoghi civili e militari di detenzione in relazione a un conflitto armato , distribuzione di cibo in cinque prigioni e medicine in 19 cliniche di prigionia ;
    
continuato a lavorare per migliorare la rete di distribuzione idrica della città di Goma , in particolare con l'apertura di due nuove stazioni di pompaggio che alla fine fornirà 500.000 abitanti della città con acqua potabile ;
    
continui programmi di captazione e distribuzione dell'acqua per più di 85.000 persone che vivono in zone rurali nei territori di Walikale , Masisi e Rushuru , nella provincia del Nord Kivu ;
    
continuato pesce progetti agricoli nel Nord e Sud Kivu per quasi 4.000 persone, e progetti agricoli che comportano la distribuzione di talee di manioca sani , soia , mais e fagioli con l'obiettivo di promuovere la ripresa economica degli sfollati dal conflitto o di ritorno a casa ;
     
riunito 125 bambini con le loro famiglie , lavorando insieme con la Croce Rossa congolese in Equatore , occidentale e Kasai orientale , Katanga , Nord e Sud Kivu e province orientali .
Per maggiori informazioni , si prega di contattare :Annick Bouvier , CICR ​​Kinshasa , tel : +243 81 700 85 36Jean-Pascal Moret , CICR ​​Goma , tel : +243 81 700 77 86Sylvie Pellet , CICR ​​Bukavu , tel : +243 81 711 55 60Jean-Yves Clémenzo , CICR ​​Ginevra , tel : +41 730 22 71 o +41 79 217 32 17

sabato 30 novembre 2013

Il racconto del Sole, di Lorenzo Colombo - Ep. 10 "Crisi di Mezza Età"



Da questo punto in avanti va tenuta a mente la legge base della vita di una stella: l'equilibrio tra la pressione di radiazione (l'energia che vuole fuggire e fa gonfiare la stella) e il collasso gravitazionale (l'attrazione della stella su sé stessa che la fa contrarre).

Mano a mano che il Sole matura aumenta la sua capacità di produrre energia. Questo si spiega in modo semplice: con il procedere della reazione di fusione nucleare quantitativi sempre più grandi di scorie, cioè elio inerte, vengono accumulati nel nucleo della stella. Lentamente la reazione di fusione si estende a strati più esterni del nucleo, mentre il centro di questo si intasa di elio. Di conseguenza il volume di Sole soggetto a fusione nucleare si espande continuamente nel tempo, aumentando quindi l'emissione di energia. Più energia significa più pressione di radiazione, e ciò si traduce in un aumento del raggio a temperatura superficiale costante.

Nel prossimo miliardo di anni il Sole aumenterà la propria luminosità e raggio del 10%, e tra 1,75 miliardi la fascia di abitabilità abbandonerà definitivamente l'orbita terrestre.

Ricordate Venere? Con una massa e composizione simili la Terra è destinata a fare la stessa fine. Il Sole è solo apparentemente stabile, e infatti questo lento aumento di luminosità è in opera dal momento stesso in cui si è acceso: si può tranquillamente dire che i dinosauri vedevano un Sole leggermente più piccolo, mentre i primi coloni della terraferma 500 milioni di anni fa avrebbero sicuramente notato la differenza rispetto al Sole odierno.

Inesorabilmente il Sole continuerà la sua espansione, e fra 5,5 miliardi di anni si sarà espanso del 40% con aumento della luminosità dell'80% o più. Questa fase è detta di subgigante, e possiede la classificazione di luminosità IV.

Su Marte si starà molto bene in questo periodo, ma non durerà molto. A questo punto la reazione di fusione nucleare si differenzierà nettamente tra un nucleo di elio inerte degenere (un particolare stato della materia ultracompatta) e un "guscio", in gergo "shell", di idrogeno in fusione.

La produzione di energia è talmente grande che il Sole nel miliardo di anni successivo comincerà ad espandersi vertiginosamente, fino a 100 volte il suo raggio attuale e a raffreddarsi, fino a circa 3500 K, aumentando la propria luminosità di circa 1000 volte.

La fascia abitabile verrà spinta prima a Giove, poi a Saturno e infine (la distanza della fascia va con la radice della luminosità) oltre Nettuno, accendendo ogni cometa del sistema solare. In questa fase Mercurio verrà inghiottito dalla stella in espansione e, per reazione di aerofrenaggio come con i paracadute, cadrà a spirale all'interno della stella, venendone completamente consumato.

È la prima fase di gigante rossa, detta di "Red Giant Branch", dalla forma che ha questa fase sul diagramma di Hertsprung-Russel. Il grosso cambiamento di equilibrio interno renderà la stella quasi totalmente convettiva, cioè sparirà la zona radiativa, e grosse quantità di elio verranno "dragate" in fotosfera dalla convezione. Tale fenomeno è detto "dredge-up" o appunto "dragaggio", e produce stelle con un'anomala presenza di elio in fotosfera che per molto tempo hanno stupito gli astrofisici.

Se esisterà ancora vita intelligente (non dico noi umani perché non ci arriveremo mai di questo passo) dopo essersi trasferita dalla Terra in fiamme su Marte la vita dovrà spostarsi da una luna di un Gigante all'altra, fino ad arrivare su qualche lontano corpo della fascia di Kuiper, per sopravvivere alla fornace.

Per il successivo miliardo di anni il Sole brucerà idrogeno a un ritmo forsennato, accumulando sempre più elio nel nucleo degenere, e cuocendo l'intero sistema solare a puntino. Quando si dice un padre di famiglia in crisi da pensione.

In questa fase il Sole è una gigante rossa , in classificazione spettrale si dice "M III", dove M indica una stella rossa e "III" è la terza classe di luminosità, la gigante. Tuttavia non tutto è perduto per la nostra stella...

(continua....)
— con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo

mercoledì 27 novembre 2013

Confindustria: l'Italia uscirà dalla recessione, ma sulla ripresa peserà l'instabilità politica

(Sempre che ci sia ancora qualcuno che ci crede...io no)

"La precarietà politica interna espone l'Italia a una maggiore diffidenza degli investitori esteri, contribuendo a tenere alto lo spread", scrivono gli economisti del Centro studi Confindustria nel loro ultimo rapporto, ma sottolineano che le previsioni sul Pil sono migliorate, salendo da -1,9 a -1,6% per quest'anno e da +0,5 a +0,7% per il prossimo



Confindustria: l'Italia uscirà dalla recessione, ma sulla ripresa peserà l'instabilità politica
A fine anno l’Italia uscirà dalla recessione, ma la ripresa sarà lenta e buona parte del nostro futuro dipenderà dall’incognita politica, perché la stabilità su questo fronte è un fattore decisivo per far ripartire gli investimenti. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto del Centro studi Confindustria, che ha rivisto in positivo le stime sul Pil italiano nel breve e medio termine: le previsioni per quest’anno salgono da -1,9 a -1,6%, mentre quelle per il 2014 da +0,5 a +0,7%. Il primo incremento congiunturale arriverà già nel quarto trimestre del 2013 (+0,3%).

Non siamo però al riparo dai rischi. “La precarietà politica interna espone l'Italia a una maggiore diffidenza degli investitori esteri, contribuendo a tenere alto lo spread – scrivono gli analisti del Csc –, indebolisce le iniziative di modernizzazione del Paese, impedisce il pieno recupero di fiducia in un progetto Paese, tiene basse la competitività e la crescita potenziale”. Insomma, la “stabilità politica” è un elemento “cruciale, il primo tassello nel mosaico del rilancio”.

Fatta salva questa incognita, è possibile che i numeri finali dell’economia italiana siano ancora migliori delle stime pubblicate oggi. Gli economisti di via dell’Astronomia precisano che l'accelerazione dei pagamenti dei debiti della Pa nei confronti delle imprese “è un fattore importante non conteggiato in queste stime, perché tuttora troppo incerti nella distribuzione temporale”. Se l’operazione sarà realizzata pienamente potrà “spostare l'aumento del Pil oltre l'asticella dell'1% nel 2014”.

In ogni caso il calo della domanda interna, “tratto distintivo della recessione 2011-13”, si aggraverà ulteriormente quest’anno (-3,1%, portando a -12,2% il divario con i valori 2007), per poi mettere a segno un marginale recupero nel 2014 (+0,3%). L'export, invece, salirà dell'1,4% nel 2013 e del 2,9% il prossimo anno, superando così il picco raggiunto prima della crisi. Quanto ai consumi delle famiglie, caleranno del 2,8% nel 2013 e dello 0,1% nel 2014, arrivando a incassare una flessione del 7,7% dal 2007.

Gli investimenti, infine, ricominceranno a salire l'anno prossimo (+1,2%) dopo il -5,4% di quest’anno. Confindustria sottolinea però che rispetto al 2007 “il gap è siderale: -27%”. Proprio il basso livello di questo dato “mina il potenziale di sviluppo e quindi la velocità futura raggiungibile dall'economia italiana. Ma dà anche una misura dell'ampiezza del possibile rimbalzo”, per questo – prosegue il Csc – “occorrono provvedimenti che aiutino a riallocare le risorse tra settori e tra imprese e che rendano più allettante l'Italia, in un contesto globale dove la concorrenza per attrarre iniziative imprenditoriali è altissima”.

Sul fronte delle tasse, il Csc ritiene che la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sia la misura più urgente da inserire nella prossima legge di stabilità (in calendario per metà ottobre), in modo da “accrescere la competitività del Paese”. D’altra parte, proprio il mondo del lavoro è quello che più ha risentito della crisi: secondo Confindustria, l'occupazione toccherà nel quarto trimestre del 2013 “un nuovo punto di minimo dall'inizio della crisi, -1 milione e 805mila unità rispetto a fine 2007 (-7,2%)”, e “la domanda di lavoro ricomincerà a crescere, seppur debolmente, solo dalla primavera del 2014”, ovvero “con un po’ di ritardo rispetto alla ripresa del Pil”.

In generale, la distanza che “ci separa dai livelli pre-crisi è di quasi il 9% per il Pil al terzo trimestre 2013 – ha detto Fulvio Conti, vicepresidente di Confindustria con delega al Centro Studi –, circa il 30% per gli investimenti, il 24,5% per la produzione industriale con la disoccupazione che è raddoppiata. Dobbiamo continuare sul sentiero intrapreso, senza fermarci davanti ai primi segnali positivi o commettere l'errore di non cogliere questa occasione per rinnovarci. Occorre fare tutto il possibile per evitare ricadute recessive o arretramenti competitivi, in quanto lo scenario italiano richiede prudenza. E a pesare è l'incertezza sulla stabilità politica italiana”.

lunedì 25 novembre 2013

Il colore rosso contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre Giornata Mondiale per dire no agli abusi di genere. In Italia lo 'sciopero' femminile



Il colore rosso contro la violenza sulle donne
Un grido di dolore che si tinge di rosso. Il colore dell'energia e della passione è il simbolo della Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne istituita dall'Onu nel 1999, che si celebra ogni anno il 25 novembre.
Una violenza che ha molte sfaccettature, in tutto il mondo: abusi sessuali e fisici che possono sfociare nell'omicidio, maltrattamenti, mutilazioni genitali femminili, segregazione, discriminazioni sul lavoro e nella società, sfruttamento del corpo, privazioni economiche, per tenere le donne in stato di sottomissione.
Nel nostro Paese il focus è il femminicidio, fenomeno che non accenna a placarsi. In Italia fra il 2000 e il 2012 sono state uccise oltre 2.200 donne, 171 all'anno: il 75% dei delitti, 125 ogni 365 giorni, è avvenuto in famiglia o nell'ambito di relazioni affettive.
Tante le iniziative nel Bel Paese: spettacoli teatrali, concerti, dibattiti, incontri, lungo tutto lo Stivale, da Nord a Sud. Fino allo sciopero delle donne, lanciato da gruppi di attiviste femministe che denunciano "l'immobilismo delle istituzioni" - nonostante la recente legge contro il femminicidio - rispetto alla violenza contro le donne: consiste in forme simboliche di sospensione dal lavoro abbreviata o con modalità di astensione più estese, che possono essere decise dalle lavoratrici che aderiscono all'iniziativa. Drappi e stoffe scarlatte fuori da balconi e finestre, e tanti appuntamenti da Udine a Catania, passando per Milano, Roma, Napoli. Nella Capitale in programma un corteo, rigorosamente vietato, però, agli uomini.
Una linea di pensiero non condivisa da una delle figure femminili più in vista del Paese, Laura Boldrini: "La violenza è un problema maschile che ricade sulle donne", sottolinea la presidente della Camera, che spiega come il fenomeno si combatte investendo su educazione e prevenzione. La terza carica dello Stato ricorda poi il conto economico della violenza di genere: 17 miliardi di euro in Italia, "in termini di supporto medico, psicologico, assistenza giudiziaria, polizia e mancata produttività sul lavoro". I dati sono emersi con la recente indagine 'Quanto costa il silenzio?', realizzata da Intervita Onlus con il patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità.
Numerose anche le iniziative delle istituzioni: dal Campidoglio, a Roma, che si illumina di rosso, alla campagna 'Riconosci la violenza', sempre del Dipartimento per le Pari Opportunità, sui media fino a metà dicembre. Protagoniste, coppie di uomini e donne abbracciati; ma lui ha il volto oscurato da un rettangolo nero, con scritti slogan rivolti a ogni donna: da "Non sposare un uomo violento. I bambini imparano in fretta", fino a "Hai un solo modo per cambiare un fidanzato violento. Cambiare fidanzato".

sabato 23 novembre 2013

Il Racconto del Sole di Lorenzo Colombo - Ep. 09 "Miracoli"




Questa è l'opera magna del Sole.
Una volta stabilizzato il Sole è entrato nella fase più lunga e placida della propria esistenza, fornendo energia in modo continuo ai suoi pianeti, e in particolare alla Terra.

Questa ha continuato nel percorso intrapreso alla fine dell'eone Archeano, quando si solidificò la crosta, si condensarono gli oceani e un paio di fulmini generarono delle molecole chiamate "amminoacidi". Il vento solare forniva e fornisce tutt'ora anche un comodissimo scudo contro le radiazioni della galassia, formando nel suo moto attorno al centro della Galassia un'onda di prua come di una nave che attraversa il mare, chiamata eliopausa.

Ciò che c'è prima di essa appartiene al Sole, ciò che c'è dopo è interstellare.

Il miracolo è davvero incredibile, perché la Terra in questo periodo di stabilità prolungata ha lanciato un pezzettino di sé stessa oltre all'eliopausa. Araldo dell'umanità, buon viaggio Voyager 1!!!

Come sta vivendo questa fase la nostra stella?

Le reazioni di fusione di cui abbiamo parlato all'inizio di questo percorso avvengono con ritmo costante nel suo nucleo, che costituisce il 25% del raggio del Sole e più del 30% della sua massa. A una temperatura di 15.000.000 di gradi e una pressione di 340 miliardi di atmosfere quattro atomi di idrogeno vengono convertiti in elio, con un piccolo eccesso di massa che viene convertita in energia dalla famosa equazione di Einstein.

Ogni secondo 620 milioni di tonnellate di idrogeno diventano 614 milioni di tonnellate di elio, mentre la massa mancante diventa energia. Quanta? Molta: 3,8x10^26 watt, altro che lampadine.

Lo strato successivo è la zona RADIATIVA (e non radioattiva, fate attenzione!). Tra il 25% e il 70% del raggio solare l'energia prodotta dal nucleo è trasmessa per irraggiamento, cioè radiazione, attraverso il denso gas, da cui il nome. Quasi tutta la restante massa della stella è concentrata qua.

Sopra la zona radiativa, per il restante 30% di spessore, c'è la zona convettiva, molto più rarefatta. Qui la trasmissione dell'energia appunto cambia modalità, passando alla convezione (come l'acqua bollente in una pentola). La transizione tra le due zone è detta "tachocline". Questo perché fino alla zona radiativa il Sole ruota su sé stesso come un corpo rigido, mentre la zona convettiva ruota in modo differenziale, più velocemente all'equatore rispetto ai poli.

È probabilmente in questa zona che le violente interazioni e frizioni tra i due strati generano la dinamo solare, cioè il potente campo magnetico della stella e il ciclo di attività undecennale.

Sopra alla zona convettiva c'è la fotosfera. Il Sole è un corpo gassoso e quindi non possiede una superficie solida: la fotosfera è il punto sotto al quale il gas diventa opaco alla radiazione. Sopra è trasparente, sotto è opaca, per ragioni di temperatura e densità, per cui si vede una superficie che emette luce, appunto "foto-sfera". È la sede dell'attività superficiale del Sole che questa pagina si prefigge di trattare quasi quotidianamente. Macchie, facole, brillamenti, filamenti, eruzioni, archi di gas eccetera... la sua temperatura è di circa 5.600-5.800 K, e varia dai 4.200 K della penombra delle macchie ai 10.000 K delle facole.

Sopra alla fotosfera inizia la vera e propria "atmosfera solare", divisa in cinque parti. La parte inferiore, o minimo di temperatura, è una zona leggermente più fredda della fotosfera. Poi c'è la cromosfera, in cui la temperatura sale fino a 20.000 K e l'elio si ionizza. Attenzione al concetto di temperatura: i gas dell'atmosfera solare sono molto rarefatti, e questi valori di temperatura indicano semplicemente l'energia cinetica delle particelle, per un umano sarebbe comunque freddo come lo spazio profondo!

Sopra a una zona di transizione, in cui la temperatura cresce ancora più rapidamente, c'è la famosa Corona, quella che si vede durante le eclissi totali. In questo ambiente avvengono le riconnessioni magnetiche e il rilascio delle Eruzioni Coronali di Massa (CME). È estremamente rarefatta e le temperature salgono fino a più di 2.000.000 K, probabilmente per le violente interazioni tra particelle cariche e campo magnetico solare.

L'ultimo strato è l'eliosfera, cioè i gas che avvolgono tutto il sistema solare fino a Plutone e oltre, alla magnetopausa.
Questo è il nostro Sole adesso, ed è il Sole che stiamo studiando e che ci condiziona nell'immediato. Sappiamo ancora molto poco, soprattutto della reale periodicità del suo ciclo di attività e della sua interazione con il sistema Terra, e praticamente nulla del suo comportamento sulla lunga scala temporale. Ma non tutto è oro quello che luccica...

(continua...)
— con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo

martedì 19 novembre 2013

Verso la maturità- (Un altra puntatata sulla storia del sole- Trovi le altre sfogliando i post)



- Verso la maturità -

Man mano che matura e si calma una stella come il Sole "impara" ad utilizzare le sue risorse di carburante, diventando sempre più efficiente nella conversione.

La nostra stella cominciò quindi a scaldarsi ed a illuminare meglio il sistema solare, allargando la fascia abitabile. L'effetto serra che preservava Terra e Marte fu la fine di Venere: con l'aumento di luminosità del Sole il pianeta cominciò a scaldarsi ferocemente, fino all'evaporazione totale dei suoi oceani. Il vapore acqueo è un gas serra ancora più potente, e si pensa che la temperatura al suolo salì oltre i 1500 °C, abbastanza da riportare l'intero pianeta allo stato liquido! Nei miliardi di anni successivi il vapore acqueo venne dissociato e perso, l'ossigeno si attaccò al carbonio ed eccovi l'infernale Venere attuale.

La Terra invece aveva sviluppato un meccanismo di autodifesa: la vita e il campo magnetico. Quel poco di ossigeno che si cominciò a produrre andò a costituire uno strato di ozono e quindi una inversione di temperatura, la stratosfera. Così facendo il vapore acqueo era intrappolato nella bassa troposfera, e non era in grado di sfuggire nello spazio, mentre il campo magnetico lo proteggeva dalla dissociazione.

Cosa che purtroppo il poco massiccio Marte non è riuscito a fare. Tempo un miliardo di anni dalla sua formazione e i suoi oceani erano dissipati, il campo magnetico scomparso e la sua atmosfera abrasa dal vento solare, in una lenta morte planetaria mentre l'interno si raffreddava e il vulcanismo si spegneva.

I pianeti esterni invece se ne sono sempre un po' lavati le mani del Sole. Massicci a sufficienza da possedere veri e propri cortei di "pianetini" a loro volta, la fredda e lontana stella al centro ha giocato un ruolo minore nella loro storia ed evoluzione. Oltre alla fascia degli asteroidi interna, la "frost line", tutto tace da miliardi di anni, nei lenti moti dei giganti gassosi. Le cose però cambieranno...

È in questo periodo di maturazione del Sole, 3,8 miliardi di anni fa, che i giganti esterni decidono di fare le pulizie di primavera. Le risonanze orbitali instauratesi tra Saturno e Giove destabilizzano le orbite, fino a tradursi nella migrazione di Nettuno verso un'orbita più esterna a quella di Urano (sì, si era formato più internamente!) e nel riarrangiamento complessivo del sistema solare esterno. Ciò porta alla destabilizzazione della fascia esterna degli asteroidi e comete, in un vero e proprio bombardamento ai danni di pianeti rocciosi interni.

I crateri lunari che chiamiamo "mari" si sono formati in questo periodo turbolento, così come la spaventosa craterizzazione di Mercurio, Marte e delle lune dei quattro Giganti.

(...continua)
— con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo

martedì 12 novembre 2013

Rifiuti: acqua tossica nel Napoletano

Sequestrati a Caivano pozzi per l'irrigazione e terreni dove si coltivano molte verdure



Rifiuti: acqua tossica nel Napoletano
Acqua contaminata dai veleni vicino ai campi di zucchine, broccoli, cicoria e altri ortaggi. La procura di Napoli che indaga sui rifiuti tossici nella cosiddetta 'Terra dei Fuochi' ha messo sotto sequestro 13 pozzi per l'irrigazione e 15 fondi agricoli a Caivano, nella provincia partenopea, per una superficie di 43 ettari.
Dalle analisi sui campioni di acqua prelevati sono emerse quantità oltre i limiti di legge di sostanze nocive per l'ambiente e la salute: manganese, solfati, arsenico, fluoruri e cloroformio: questa sostanza, altamente cancerogena, era presente oltre 100 volte il massimo consentito.
Le analisi ora andranno avanti, per capire l'origine dell'inquinamento della falda acquifera. Le verdure prodotte dalle 13 aziende agricole che coltivano sui terreni sequestrati non saranno messe in vendita.

domenica 10 novembre 2013

I 10 luoghi più radioattivi del pianeta


scorie

NON SOLO LUOGHI CONSIDERATI APOCALITTICI.Ma anche posti apparentemente incontaminati figurano in questa inquietante classifica dei dieci luoghi più radioattivi del pianeta. Tra essi anche il Mar Mediterraneo. Nonostante il terremoto del 2011 e le preoccupazioni per Fukushima abbiano riportato la minaccia della radioattività di nuovo nella coscienza pubblica, molte persone non si rendono ancora conto che la contaminazione è un pericolo che riguarda tutto il mondo. I radionuclidi figurano tra le prime sei minacce tossiche, come indicato da un rapporto del 2010 del Blacksmith Institute, una organizzazione non governativa che si occupa di inquinamento. Potreste restare sorpresi dalla posizione di alcuni dei luoghi più radioattivi al mondo – e quindi dal numero delle persone che vivono nel terrore per gli effetti che le radiazioni possono avere su di loro e sui loro figli.
hanford10- Hanford, USA
Il sito di Hanford, a Washington, era parte integrante del progetto di bomba atomica degli USA, avendo prodotto plutonio per la prima bomba nucleare e per la bomba “Fat Man”, usata a Nagasaki. Durante la Guerra Fredda, il sito intensificò la produzione, fornendo plutonio per la maggior parte delle 60.000 armi nucleari americane. Anche se dismesso, contiene ancora due terzi del volume delle scorie altamente radioattive del paese – circa 53 milioni di litri di scorie liquide, 25 milioni di metri cubi di rifiuti solidi e 200 chilometri quadrati di acque contaminate al di sotto dell’area, che lo rendono il sito più contaminato degli Stati Uniti. La devastazione ambientale di quest’area dimostra che la minaccia della radioattività non è semplicemente qualcosa che può arrivare con un attacco missilistico, ma può nascondersi nel cuore del proprio stesso paese.
scorie9- Il Mediterraneo
Da anni, la ‘Ndrangheta è accusata di aver usato il mare come un luogo comodo per sversare rifiuti pericolosi – scorie radioattive comprese – tariffando il sevizio e intascando i profitti. Legambiente sospetta che circa 40 navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi siano scomparse nelle acque del Mediterraneo dal 1994. Se queste accuse fossero vere, dipingerebbero il quadro preoccupante di un quantitativo sconosciuto di scorie nucleari nel Mediterraneo il cui vero pericolo sarà davvero compreso quando le centinaia di barili si deterioreranno o se in qualche modo dovessero aprirsi. La bellezza del Mar Mediterraneo potrebbe davvero nascondere una catastrofe ambientale in corso.
costa-somala8- La costa Somala
L’organizzazione mafiosa italiana appena citata non ha condotto i suoi loschi affari solo nei propri confini. Vi sono anche accuse che le acque e il suolo somalo, non protetti dal governo, siano stati usati per l’affondamento o l’interramento di scorie nucleari e metalli tossici – tra i quali 600 barili di rifiuti tossici e nucleari, e rifiuti ospedalieri radioattivi. Infatti, secondo il Programma Ambiente delle Nazioni Unite, i barili arrugginiti contenenti scorie trascinati sulle coste somale durante lo Tsunami del 2004 sarebbero stati scaricati in mare già negli anni ’90. La Somalia è un’anarchica terra desolata, e gli effetti di queste scorie sulla popolazione impoverita potrebbero essere addirittura peggiori di ciò che questa gente ha già sperimentato.
scorie7- Mayak, Russia
Il complesso industriale di Mayak, nel nord-est della Russia, ha un impianto nucleare da decenni, e nel 1957 è stato teatro di uno dei peggiori incidenti nucleari del mondo. Fino a 100 tonnellate di scorie radioattive furono rilasciate in seguito ad una esplosione che contaminò un’area enorme. L’esplosione è stata tenuta segreta fino agli anni ’80. A partire dagli anni ’50, le scorie della centrale venivano scaricate nell’area circostante e nel Lago Karachay. Ciò ha portato alla contaminazione della riserva d’acqua sulla quale migliaia di persone fanno affidamento ogni giorno. Gli esperti ritengono che Karachay è forse il luogo più radioattivo del mondo, e oltre 400.000 persone sono state esposte alle radiazioni provenienti dall’impianto in seguito a diverse serie di incidenti accaduti – tra i quali incendi e micidiali tempeste di sabbia. La bellezza naturale del Lago Karachay nasconde i suoi inquinanti mortali, e i livelli di radiazione nei punti in cui le scorie radioattive scorrono nelle sue acque sono sufficienti ad uccidere un uomo nell’arco di un’ora.
sellafield6- Sellafield, UK
Situata sulla costa occidentale dell’Inghilterra, Sellafield era originariamente una struttura che produceva plutonio per le bombe nucleari, ma in seguito si è indirizzata verso l’ambito commerciale. Sin da quando è diventata operativa, centinaia di incidenti si sono verificati nell’impianto, e circa due terzi degli edifici stessi sono ora classificati come rifiuti nucleari. L’impianto rilascia giornalmente qualcosa come 8 milioni di litri di scorie contaminate nel mare, rendendo il Mare d’Irlanda il mare più radioattivo del mondo. L’Inghilterra è famosa per le sue distese verdi e per i suoi paesaggi ondulati, ma, annidata nel cuore di questa nazione industrializzata c’è una struttura tossica, soggetta ad incidenti, che vomita scorie pericolose negli oceani del mondo.
scorie5. Complesso Chimico Siberiano, Russia 
Mayak non è l’unico sito contaminato in Russia; la Siberia ospita un complesso chimico che contiene scorie nucleari accumulatesi per oltre quattro decadi. I rifiuti liquidi sono accantonati in piscine non coperte e container mal tenuti conservano oltre 125.000 tonnellate di rifiuti solidi, mentre lo stoccaggio sotterraneo è potenzialmente a rischio di perdita nelle acque sotterranee. Pioggia e vento hanno diffuso la contaminazione nella natura e nella zona circostante. Vari incidenti minori hanno portato alla perdita di plutonio e ad esplosioni che hanno diffuso radiazioni. Sebbene il paesaggio innevato abbia un aspetto puro ed immacolato, i fatti parlano chiaro sui veri livelli di inquinamento riscontrati nell’area.
scorie4- Il Poligono, Kazakistan 
Un tempo, luogo dove l’Unione Sovietica effettuava i suoi test atomici, oggi quest’area fa parte del nuovo Kazakistan. Il sito fu destinato al progetto per la bomba atomica sovietica a causa del suo status di area “disabitata” – a dispetto del fatto che vivessero nell’area 70.000 persone. In questa struttura l’URSS fece detonare la sua prima bomba atomica; il luogo detiene il record di maggior concentrazione di esplosioni nucleari al mondo: 456 test nell’arco di 40 anni dal 1949 al 1989. Mentre gli esperimenti condotti nella struttura – e il loro impatto in termini di esposizione alle radiazioni – furono tenuti segreti dai sovietici fino alla chiusura della struttura nel 1991, gli scienziati calcolano che la salute di 200.000 persone sia stata direttamente danneggiata dalle radiazioni. Il desiderio di distruggere paesi stranieri ha portato allo spettro della contaminazione nucleare che incombe sulla testa di coloro che una volta erano cittadini dell’URSS.
mailuu-suu3- Mailuu-Suu, Kirghizistan
E’ considerato uno dei dieci siti più inquinati della Terra dal rapporto del Blacksmith Institute del 2006. Le radiazioni a Mailuu-Suu non derivano da bombe nucleari o da centrali, ma dall’estrazione dei materiali necessari ai processi che queste comportano. L’area ospitava una struttura di estrazione e lavorazione dell’uranio; oggi restano 36 discariche di scorie di uranio – oltre 1, 96 milioni di metri cubi. La regione è anche a rischio sismico, ed una qualsiasi rottura del contenimento potrebbe scoperchiare il materiale o causare la caduta delle scorie nei fiumi, contaminando l’acqua utilizzata da centinaia di migliaia di persone. Questa gente potrebbe non dover mai vivere il pericolo di un attacco nucleare, ciononostante, hanno buone ragioni di temere una pioggia radioattiva ogni volta che la terra trema.
chernobyl2- Chernobyl, Ucraina 
Teatro di uno dei più gravi e nefandi incidenti nucleari del mondo, Chernobyl è ancora fortemente contaminata, nonostante il fatto che ora ad un piccolo numero di persone sia consentito stare nell’area per un periodo limitato di tempo. Il famoso incidente provocò l’esposizione alle radiazioni per oltre 6 milioni di persone, mentre le stime riguardo al numero dei morti causati dal disastro di Chernobyl vanno dai 4.000 a addirittura 93.000. L’incidente rilasciò 100 volte più radiazioni delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. La Bielorussia ha assorbito il 70 per cento delle radiazioni, e da allora i suoi abitanti devono confrontarsi con un aumento dell’incidenza dei tumori. Ancora oggi, la parola Chernobyl evoca immagini orribili di sofferenza umana.
fukushcima1. Fukushima, Giappone 
Le tragedie del terremoto e dello tsunami del 2011 hanno distrutto case e vite umane, ma gli effetti della centrale nucleare di Fukushima rappresentano forse il pericolo più duraturo. Il peggior incidente nucleare dopo Chernobyl ha causato la fusione del nocciolo di tre dei sei reattori, perdita di materiale radioattivo nell’area circostante e nel mare, rilevato fino a 200 chilometri dall’impianto. Siccome l’incidente e le sue conseguenze sono ancora in corso, non si conosce ancora la reale portata dell’impatto ambientale. Il mondo sentirà ancora gli effetti di questo disastro nelle generazioni a venire.
Fonte: http://www.ilfattaccio.org/2013/11/05/10-luoghi-piu-radioattivi-del-pianeta/