lunedì 29 maggio 2023

IL SILENZIO

Noi indiani conosciamo il silenzio. Non ne abbiamo paura. Anzi, per noi il silenzio è più potente delle parole. I nostri anziani sono stati addestrati alle vie del silenzio e ci hanno trasmesso questa conoscenza. Osservare, ascoltare e poi agire, ci dicevano. Questo era il modo di vivere.

Per voi è esattamente il contrario. Imparate parlando. A scuola premiate i bambini che parlano di più. Nelle vostre feste, cercate di parlare tutti insieme. Nel vostro lavoro, fate sempre riunioni in cui tutti interrompono tutti e parlano cinque, dieci o cento volte. E questo lo chiamate "risolvere un problema". Quando siete in una stanza e c'è silenzio, vi innervosite. Dovete riempire lo spazio con dei suoni. Così si parla obbligatoriamente, anche prima di sapere cosa si sta per dire.

I bianchi amano discutere. Non permettono nemmeno all'altro di finire una frase. Interrompono sempre.

Per noi indiani, questo sembra cattiva educazione o addirittura stupidità. Se inizi a parlare, non ti interromperò. Ascolterò. Forse smetterò di ascoltare se non mi piace quello che stai dicendo, ma non ti interromperò. Quando avrai finito di parlare, prenderò una decisione su ciò che hai detto, ma non ti dirò che non sono d'accordo, a meno che non sia importante. Altrimenti, tacerò e me ne andrò. Mi hai detto tutto quello che avevo bisogno di sapere. Non c'è altro da dire. Ma questo non è sufficiente per la maggioranza dei bianchi.

Le persone dovrebbero considerare le loro parole come semi. Dovrebbero seminarli e poi lasciarli crescere in silenzio. I nostri anziani ci hanno insegnato che la terra ci parla sempre, ma noi dobbiamo tacere per poterla ascoltare.

Nativi Americani


martedì 23 maggio 2023

José Alberto "Pepe" Mujica Cordano (Montevideo, 20 maggio 1935)


La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi ese bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono sere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere




lunedì 22 maggio 2023

VERSO LA CONSAPEVOLEZZA

Non rimanete attaccati al vecchio. Questo vecchio tipo di uomo si è preparato in ogni modo per commettere un grande suicidio, un suicidio universale. L’uomo vecchio è pronto a morire, ha perso la voglia di vivere. Ecco perché tutti gli stati sono pronti a fare la guerra. La terza guerra mondiale sarà una guerra totale. Nessuno ne uscirà vincitore, in quanto nessuno sopravvivrà ad essa. Non verrà distrutto soltanto l’uomo, ma l’intera vita sulla terra. State attenti. Fate attenzione ai vostri uomini politici sono tutti degli aspiranti suicidi. Attenti al vecchio condizionamento che vi divide tra indiani, tedeschi, giapponesi, americani.

L’uomo nuovo deve essere universale. Trascenderà le barriere di razza, religione, sesso, colore della pelle. L’uomo nuovo non sarà né occidentale né orientale; l’uomo nuovo pretenderà che l’intero pianeta sia la sua casa. Solo così l’umanità potrà sopravvivere e non solo sopravvivere!…

Il mondo è sempre lo stesso; è sempre stato lo stesso: sottosopra, folle, squilibrato. In realtà c’è una sola cosa nuova che è accaduta nel mondo ed è la nostra consapevolezza del fatto che siamo folli, che siamo sottosopra, che c’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato in noi. E questa consapevolezza è una grande benedizione. Naturalmente è solo un inizio, solo l’abc di un lungo processo; è solo un seme, ma di grande significato.

Il mondo non è mai stato consapevole come lo è oggi dei modi folli in cui funziona.

È sempre stato così. In tremila anni l’uomo ha combattuto cinquemila guerre. Puoi dire forse che questa umanità è sana di mente? Non possiamo ricordarci nemmeno di un momento nella storia umana in cui le persone non si sono distrutte a vicenda in nome della religione o in nome di dio o persino in nome della pace, dell’umanità, della fratellanza universale ….

Ma oggi sta accadendo una cosa buona: almeno alcune persone giovani e intelligenti si stanno rendendo conto che tutto il nostro passato è sbagliato e che occorre un cambiamento radicale. Abbiamo bisogno di rompere con il passato. Vogliamo ricominciare dal principio, dobbiamo farlo.

L’uomo nuovo è in arrivo. Naturalmente è una minoranza, ma i nuovi mutanti sono arrivati, sono giunti i nuovi semi. E tutto dipende da voi.

OSHO “La grande sfida”




martedì 16 maggio 2023

Meditazione


La nostra paura più profonda

non è di essere inadeguati.

La nostra paura più profonda,

è di essere potenti oltre ogni limite.

E’ la nostra luce, non la nostra ombra,

a spaventarci di più.

Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante, 

pieno di talento, favoloso? “

In realtà chi sei tu per NON esserlo?

Siamo figli di Dio.

Il nostro giocare in piccolo,

non serve al mondo.

Non c’è nulla di illuminato

nello sminuire se stessi cosicchè gli altri

non si sentano insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere,

come fanno i bambini.

Siamo nati per rendere manifesta

la gloria di Dio che è dentro di noi.

Non solo in alcuni di noi:

è in ognuno di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce

di risplendere, inconsapevolmente diamo

agli altri la possibilità di fare lo stesso.

E quando ci liberiamo dalle nostre paure,

la nostra presenza

automaticamente libera gli altri.

(Nelson Mandela)



Emil Cioran, Al culmine della disperazione

 "Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?"



lunedì 15 maggio 2023

KRAKATAU

 La #Terra è sempre in movimento, e chi meglio di #Krakatau può mostrarcelo?

Il vulcano esplose catastroficamente nel 1883, in una delle #eruzioni più famose della storia. L'isola di Rakata ospitava ben tre vulcani, ma oggi ne rimane solo la porzione inferiore.

Il vulcano non aveva ancora finito però, perché nella voragine lasciata dall'eruzione, tra i tre isolotti dell'immagine, crebbe lentamente un nuovo #vulcano: #AnakKrakatau, il figlio di Krakatau. Oddio, lentamente... nel 2018 il cono della montagna aveva raggiunto i 338 metri di quota!

Dico aveva perché Krakatau ha continuato a evolvere, e il 22 dicembre di quell'anno il cono è crollato rovinosamente in mare, causando uno #tsunami e la morte di 437 persone. La rete di monitoraggio del livello del mare purtroppo non era attiva. Anak Krakatau era un gigante con i piedi d'argilla, perché cresciuto troppo in fretta sul bordo della caldera del 1883, diventando instabile. Quasi due terzi dell'intera montagna sono scivolati a mare, lasciandosi dietro una scarpata e una montagnola alta "appena" 110 metri.

Nel 2020 la bocca eruttiva si è riaffacciata sopra al livello del mare, e nel 2022 è ripresa una vigorosa fase di costruzione della montagna. Questa immagine è stata scattata venerdì e mostra un grande pennacchio di cenere sopra alla montagna in crescita!

Anak Krakatau continua a crescere, e ci si augura che la sua prossima sfuriata troverà le autorità locali pronte ad affrontarla.

@astrolenz91

#chpdb #geologia #vulcanologia

Immagine: ESA / Copernicus



sabato 13 maggio 2023

IMPARARE LA STORIA: PEDOFILIA E FASCISMO.

Si scrive "madamato", ma si legge "stupro legalizzato". Un termine usato nelle ex-colonie italiane, prima in Eritrea e successivamente anche nelle altre colonie, Libia e Somalia. Mussolini col "madamato" permetteva a tutti i fascisti la propria bambina (7-8-9-10-11 anni) dentro il letto. Non solo ai militari, ma anche ai civili. Credo sia ovvio che solo un pervertito pedofilo può permettere tale scempio, una persona normale non la penserebbe nemmeno una schifezza del genere. Tra 'altro sono tante le testimonianze di presunti stupri ai danni di ragazzine che hanno avuto la sfortuna di incontrare Mussolini. 

Ecco ciò che scriveva in Italia la propaganda fascista nelle sue riviste e nei suoi quotidiani: "Non si sarà mai dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità. Con i negri non si fraternizza, non si può e non si deve". 

Il madamato, oltre alla schiavitù sessuale produsse un'altra atrocità, non secondaria, i bambini nati da questi abusi. Il fenomeno portò alla nascita e al lor contestuale abbandono di migliaia di figli "meticci" non riconosciuti dal padre la cui unica sorte era quella di essere abbandonati. Oltre a Mussolini, un personaggio italiano famoso, Indro Montanelli, "confessò" in un'intervista del 1982 (la trovate su youtube) di aver avuto, grazie al madamato, una bambina di 11 anni e mezzo nel proprio letto, si chiamava Fatima e la definiva "un animalino docile". Il madamato segnava il dominio autoritario e assoluto del colonizzatore sull'indigeno, dell'uomo sulla donna, dell'adulto sul bambino, del libero sul prigioniero, del ricco sul povero, del forte sul debole. Il madamato fu abolito dagli stessi, anni dopo, per lo scandalo che si innalzava viste, oltre le morti delle bambine a causa delle violenze sessuali, anche quelle per complicazioni durante e dopo le gravidanze. 

La gente sul fascismo sa ancora ben poco e, i fascisti non leggono, non leggeranno tutto l'articolo, quelli non hanno cultura nè coscienza ed inizieranno ad insultare. Molti credono ancora "ai treni arrivati in orario" e altre idiozie diffuse da questa gentaglia. Sul madamato potete documentarvi quanto volete, sbaglierete se cercherete informazioni su blog e pagine fasciste, ma sarà facile trovare l'intervista di Montanelli e documenti a riguardo in rete.

Potrete capire chi avrete difronte quando cercheranno di insabbiare questa triste e amara storia.

Se avete letto tutto complimenti per continuare ad essere persone che cercano di andare oltre il semplice slogan.

(grazie Antonella Rapari)



giovedì 11 maggio 2023

LA CONDIVISIONE

 La condivisione per sua  definizione è l'utilizzo in comune di una risorsa o di uno spazio, in senso stretto si riferisce all'uso congiunto o alternato di un bene finito o di un'informazione.

 Il tema è strettamente intrecciato alle problematiche economiche e sociali dovute alla  crisi che ha favorito il dibattito  sui temi della condivisione e del solidarismo, intesi come possibili vie per risolvere molti dei problemi del mondo moderno. Sostituendosi alla competizione, all’avidità e all’egoismo, la condivisione e la cooperazione sono considerate le vie d’accesso più importanti alla felicità dei singoli e dei gruppi, essendo in grado di favorire un clima più sereno, grazie al quale può essere apprezzata meglio la bellezza delle relazioni e il rispetto per l’ambiente.

Secondo Raj Patel «Il grave dissesto del settore finanziario ha dimostrato che le più acute menti matematiche del pianeta, con il sostegno di ingenti disponibilità economiche, avevano fabbricato non tanto un motore scattante di eterna prosperità quanto un carrozzone di traffici, swap e speculazioni temerarie che inevitabilmente dovevano cadere a pezzi. A provocare la recessione non è stata una lacuna di conoscenze in campo economico, bensì l’eccesso di un particolare tipo di sapere, un’indigestione di spirito del capitalismo.>>

Al contrario è accaduto che,con la crisi, invece di inventare qualcosa di nuovo e avere il coraggio di voltare pagina, le istituzioni non hanno fatto nulla ed è in questo che s'individua la vera crisi e dalla quale bisognerebbe ripartire per ripensare il passato e mettere in discussione il rapporto che gli uomini hanno fra loro e con il mondo.

Bisognerebbe  individuare nella condivisione un nuovo atteggiamento possibile per fare fronte a una crisi che non è solo economica o pertinente al mondo finanziario, ma che coinvolge direttamente il sistema dei valori etici.

 La “crescita economica”  non produce più benessere né migliora la qualità della vita degli individui, i quali si orienterebbero sempre di più verso una cultura del dono , un orientamento che segna una grande presa di distanza dal feticismo dell’oggetto, arrivando a considerare possibile il vivere una vita più soddisfacente e ricca di emozioni positive a partire da nuove categorie di pensiero con le quali interpretare le relazioni interpersonali e la vita sociale. La condivisione può essere una di queste categorie, favorendo la rottura di vecchi modi di pensare e una proiezione verso il futuro capace di tenere conto della dimensione collettiva e non solo quella individuale.

In chiave metafisica, mostra la capacità dell’uomo di svelare il proprio potenziale creativo e giungere alla felicità cooperando assieme agli altri uomini per la ricostruzione di ogni settore delle attività umane. Nell’accettazione del principio di condivisione risiede la risposta alla crisi politica ed economica che l’umanità sta attraversando e il primo passo per creare le condizioni sociali di un mondo più giusto.  «Come prima cosa si deve imparare a essere uomini. Ed essere uomini significa riconoscere il valore della condivisione e prendere i bisogni del proprio fratello come misura per le proprie azioni, senza mai dimenticare che gli altri esistono in noi, come noi siamo negli altri»(Braggio)

I temi del dono, della solidarietà e di uno stile di vita sobrio, caratterizzato da meno consumi materiali e più ricchezza interiore, giocano un ruolo chiave che rivaluta l’uomo perché essere spirituale, capace di andare oltre il proprio ego e di dare un valore alla propria vita prendendosi cura degli altri.

Nella società attuale, invece, l’individuo è spinto costantemente a pensare prima a se stesso e a soddisfare una vasta gamma di desideri inutili.

Un' Ong britannica, la New Economics Foundation, elabora da diversi anni, in conformità a inchieste, un indice della felicità (happy placet index) che ribalta l’ordine classico del Pil pro capite e anche quello dell’indice di sviluppo umano (Isu). Per il 2009 la classifica stabilita dall' Ong vede in testa il Costa Rica, seguito dalla Repubblica Dominicana, dalla Giamaica e dal Guatemala. Gli Stati Uniti vengono soltanto al 114° posto.

Questo paradosso si spiega con il fatto che la società cosiddetta «sviluppata» si basa sulla produzione massiccia di decadenza, cioè su una perdita di valore e un degrado generalizzato sia delle merci, che l’accelerazione dell’«usa e getta» trasforma in rifiuti, sia degli uomini, elusi e licenziati dopo l’uso, dai presidenti e manager ai disoccupati, agli homeless, ai barboni e altri rifiuti umani.

L’odierno sistema economico sottolinea l’importanza di sostituire ai valori della società mercantile  quelli dell’altruismo, della reciprocità, della convivialità e del rispetto dell’ambiente.

 L’economista Jeremy Rifkin  individua nella Terza rivoluzione industriale la via verso un futuro più equo e sostenibile, dove centinaia di milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche, e la condivideranno con gli altri, proprio come adesso condividono informazioni tramite Internet.

Il punto è che l’aumento della connettività ci sta rendendo sempre più consapevoli di tutti i rapporti che compongono un mondo così complesso e vario. Una nuova generazione sta cominciando a vedere il mondo sempre meno come un deposito di beni da espropriare e possedere, e sempre più come un labirinto di relazioni cui accedere. (Angela)


Bibliografia

Raj Patel- Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo

Gianpaolo Fabris- La società post-crescita

Jeremy Rifkin, La civiltà dell’empatia

martedì 9 maggio 2023

Pensateci: se fosse così saremmo tutti figli di un’unica “Eva stellare”.

 Mentre leggi questo post stai convertendo ossigeno in anidride carbonica. A ogni respiro perdi 0,01 g di carbonio.

Tra l’O2 che inspiri e la CO2 che espiri c’è la respirazione cellulare, con cui estrai energia dai nutrienti. Buona parte di questo processo avviene nei mitocondri dentro le tue cellule. I mitocondri non usano il tuo stesso DNA ma ne hanno uno tutto loro, che al netto di mutazioni casuali ti è stato trasmesso inalterato da tua madre.

Studiando il DNA mitocondriale umano sembra che tutti noi discendiamo da un’unica donna. La nostra “Eva mitocondriale” visse circa 150.000 anni fa in Africa. Non fu la prima donna: fu l’ultima ad avere prodotto una linea genealogica mitocondriale tuttora esistente, di cui anche tu e io facciamo parte.

Anche Eva mitocondriale però era fatta di atomi. Li ha presi dal nostro pianeta, la Madre Terra, da cui non discendiamo solo noi ma tutte le specie viventi. E la Terra ha preso i suoi atomi da un’antica nube di gas, che 4,6 miliardi di anni fa diede alla luce il Sole e i pianeti, ma anche gli asteroidi e le comete che portarono sulla Terra acqua e molecole organiche.

Abbiamo anche trovato alcune possibili “sorelle” del Sole, stelle nate dalla stessa nube che ha generato anche noi. La più plausibile si chiama HD 186302 e si trova a 184 anni luce da qui, nella costellazione del Pavone. È molto simile al Sole per età e composizione chimica. Forse ce ne sono migliaia sparse per la Via Lattea, ma fino a 4,3 miliardi di anni fa facevano tutte parte insieme al Sole di un ammasso aperto.

E la grande nube di gas primordiale dove ha preso i suoi atomi? L’esplosione di una supernova vicina avrebbe innescato la sua compressione e l’avrebbe arricchita di elementi pesanti. Una prova a supporto di questa teoria è il ferro-60 trovato in antichi meteoriti: questo isotopo è generato solo dalle supernovae. Il problema è che nel sistema solare sembra esserci poco ferro-60 rispetto alla media della nostra galassia, mentre c’è moltissimo alluminio-26, che le supernovae non producono.

Negli ultimi anni si è quindi affacciata una nuova teoria: forse il Sole non ha sorelle, forse non ci fu nessun ammasso. Forse il Sole ha un’unica madre, una stella di Wolf-Rayet. Questi sono astri enormi (almeno 20 masse solari) ed eruttivi: forti venti stellari disperdono nello spazio i loro strati più esterni, che possono formare una bolla come quella che potete vedere attorno alla Wolf-Rayet 31a. Parte della bolla può poi condensare e dare origine a nuove stelle come il Sole. E indovinate un po’, le Wolf-Rayet producono molto alluminio-26 e poco ferro-60 quando poi esplodono come supernovae.

Auguri a tutte le mamme ❤

Filippo

Chi ha paura del buio -FB


sabato 6 maggio 2023

PRIMO IL PROTONE

 Ciao, mi chiamo Primo e sono un protone. Sono nato un milionesimo di secondo dopo il Big Bang insieme a Priscilla, la mia anima gemella. Ci siamo persi poco dopo, e da allora la sto cercando. Non è che per caso l'avete vista?

Il nome “protone” me lo diede un grande scienziato di nome Rutherford. Siccome sono il nucleo del primo elemento, l’idrogeno, Rutherford mi diede un nome che viene dal greco e significa appunto “primo”.

Fu lui a scoprire che noi protoni esistiamo. Nel giugno 1919 pubblicò l'articolo con cui annunciava la nostra scoperta. Ce ne avete messo di tempo per trovarci: siamo in giro da quando l’universo aveva soltanto un milionesimo di secondo!

Non per mancare di modestia, ma senza di noi l’universo sarebbe un posto molto più noioso. Siamo il 90% della materia ordinaria, siamo i primi nella piramide chimica, siamo i mattoncini di base degli atomi che vi compongono. Prego, non c'è di che.

Io e i miei compari (nell’universo siamo almeno 10^80) siamo molto piccoli: nel puntino di questa “i” ci stiamo in 500 miliardi! Eppure abbiamo una struttura interna. Come potete vedere, siamo formati da 3 quark e innumerevoli gluoni che mantengono l’interazione tra i quark. A proposito, smettetela di trascurare i gluoni: è l’energia contenuta nel campo dei gluoni che costituisce il 99% della nostra massa... e di conseguenza della vostra!

Noi protoni stiamo bene per conto nostro (non come i neutroni che se stanno da soli decadono…) ma amiamo anche la compagnia. Ci piace stare in gruppo con altri protoni e neutroni, ma i miei preferiti sono gli elettroni. Quando la temperatura dell’universo scese abbastanza da permetterci di unirci agli elettroni, 380.000 anni dopo il Big Bang, si formarono i primi atomi e l’universo divenne trasparente alla luce.

Quegli atomi si lasciarono poi guidare dalla spinta gentile della gravità. Dopo qualche centinaio di milioni di anni le prime nubi di gas cominciarono a comprimersi fino ad accendersi. Nel cuore di queste dense sfere le temperature erano così alte da innescare violentissime reazioni di fusione tra noi protoni. Dal nostro sacrificio nacquero le stelle. Compresa la vostra, umani: ringraziateci se avete luce, calore ed energia dal Sole. Quell'energia era nella nostra massa, prima che arrivasse a voi.

Grazie al nostro lavoro, nel profondo ventre delle stelle massicce nacquero gli atomi necessari per formare il vostro pianeta, la vostra persona preferita e il tiramisù. Impacchettando protoni su protoni per miliardi di anni, l’universo ha finito accidentalmente per creare voi, che pur tra mille facezie trovate il tempo di domandarvi come funziona l’universo e darvi anche delle risposte. Nel vostro corpo siamo a miliardi di miliardi di miliardi, antichi quanto il Big Bang. Siamo lo strumento con cui l’universo tenta di capire se stesso.

Ah, forse non vi ho già detto che sono il protagonista di un libro! È il quarto di CHPDB e si intitola "Storia di un protone". Esce il 23 maggio, ma potete già preordinarlo qui: https://bit.ly/Storia-protone-autografata

Non c'è che dire, sono anche un ottimo testimonial. E mi raccomando, se vedete Priscilla avvisatemi!

-Filippo

Credits: CERN


Professor X

 Essere sensibili non significa essere deboli. «Chi è sensibile attribuisce un’importanza enorme ai dettagli più insignificanti del comportamento altrui, quelli che generalmente le persone normali non notano.»

Oggi però molti scambiano la sensibilità con la debolezza, l’emotività con la mancanza di forza. Ecco, c’è un personaggio nella letteratura russa che incarna appieno queste qualità: il Principe Myskin. Il principe non sa mentire e non vuole farlo, sa ascoltare, non serba rancore, non gli importa niente di «avere sempre ragione», di tenere scioccamente il punto perché se «tu l’hai fatta a me, io la faccio a te». Sa che la vita è troppo breve e troppo preziosa per sprecarla con l’ipocrisia e le discussioni inutili. Per questi motivi gli altri lo giudicano un idiota.

Però alla fine tutte le persone che credevano di essere più intelligenti e furbe del principe, tutti quelli che lo guardavano dall’alto in basso con un sorrisetto di superiorità, alla fine tutte, dalla prima all’ultima, riconoscono che quell’uomo semplice, gentile, che credevano fosse un idiota, era migliore di tutti loro messi assieme. 

Ecco, oggi non è cambiato nulla dai tempi di Dostoevskij. Fin da piccoli ai bambini viene viene insegnato l'antagonismo: «devi essere il più bravo della classe», «devi eccellere nello sport», e al lavoro non importa come lavori, ciò che fai, se ci metti passione e impegno, l’importante, l’unica cosa importante è che dimostri di essere migliore del tuo collega. In tanti credono che la forza di una persona dipenda da questo: dalla capacità all’occorrenza di schiacciare gli altri pur di farsi strada. 

Quando ho a che fare con che queste persone, io ripenso sempre alle parole del grande matematico persiano Al-Khawarizmi. Quando infatti gli chiesero, come giudicare il valore di una persona, così rispose: «Se ha Etica, (sensibilità, compassione) allora il suo valore è 1. Se in più è intelligente, aggiungete uno zero e il suo valore sarà 10. Se è ricco, aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 100. Se, oltre tutto ciò è una bella persona, aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 1000. Però se perde l’uno, che corrisponde all’Etica, perderà tutto il suo valore perché gli rimarranno solo gli zeri.»

G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X (Cari amici è da poco uscita la nuova ristampa del mio romanzo Clodio, se vi piacciono la storia e la filosofia, potete leggerne un estratto gratuito a questo link: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848

#filosofia #letteratura #cultura #istruzione


giovedì 4 maggio 2023

Oltre 130 civili (anche neonati) massacrati in Burkina Faso: sotto accusa esercito e terroristi

 Speciale per Africa ExPress

Cornelia I. Toelgyes
2 maggio 2023

Una decina di giorni fa si è consumata l’ennesima carneficina di civili in un villaggio nel nord del Burkina Faso.

Secondo il racconto dei sopravvissuti, la mattina del 20 aprile, un gruppo di uomini armati in divisa, hanno circondato il villaggio di Karma e alcuni residenti, felici di vedere i soldati, sono usciti dalle proprie abitazioni per accoglierli. La loro gioia, i loro sorrisi, sono presto stati spenti dai colpi di arma da fuoco.
Per tutta la mattina, i militari sono passati di casa in casa, hanno buttato giù le porte, cercando di stanare chiunque si fosse nascosto nelle proprie abitazioni.

Solo 3 giorni dopo l’”esecuzione sommaria”, il procuratore di Ouahigouya, capoluogo della regione del Nord, ha confermato la morte di 60 residenti, ma secondo un comunicato dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti umani, i civili ammazzati sarebbero ben di più. L’agenzia dell’ONU parla di ben oltre cento persone scomparse, in seguito a un attacco perpetrato da uomini armati e con la divisa in dotazione all’esercito burkinabé, accompagnati da ausiliari paramilitari.
Il governo ha fermamente condannato “questi atti spregevoli e ha dichiarato di seguire da vicino l’evoluzione dell’inchiesta”, aperta dal procuratore di Ouahigouya, per far luce su queste barbarie e per perseguire penalmente tutte le persone coinvolte. Finora il procuratore ha parlato di “persone che indossavano le uniformi delle forze armate “, quindi non si conosce la loro identità. Sono davvero militari? O terroristi che hanno rubato le uniformi? Saranno le indagini a stabilirlo.

Il Collettivo contro l’Impunità e la Stigmatizzazione Comunitaria (CISC), una ONG burkinabé, ha fatto sapere qualche giorno fa di aver documentato e registrato 136 corpi senza vita a Karma, tra loro 50 donne e 21 bambini (anche neonati di meno di 30 giorni).

Il 25 aprile scorso, la portavoce dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Ravina Shamdasani, ha chiesto che venga aperta “un’indagine completa e indipendente sull’ultima orribile strage di civili in Burkina Faso”. La portavoce ha ricordato che l’uccisione di Karma è stata “una delle tante altre segnalazioni di attacchi a civili da parte delle forze armate e dei VDP (Volontari per la Difesa della Patria) negli ultimi mesi”.

Se i fatti saranno confermati, si tratta del peggiore massacro ad opera delle forze armate dal 2015, cioè da quando il Burkina Faso, in particolare la parte settentrionale del Paese, è in preda a una spirale di violenza, attribuita a gruppi jihadisti legati ad Al-Qaeda e all’organizzazione dello Stato Islamico, che ha causato oltre 10.000 morti tra civili e militari e circa 2 milioni di sfollati.

Il 19 aprile scorso, il presidente della giunta militare di transizione,Ibrahim Traoré, salito al potere con un colpo di Stato nel settembre 2022, ha firmato un decreto per una mobilitazione generale contro il terrorismo della durata di un anno. Tale precetto consente alle autorità di adottare misure eccezionali in nome della sicurezza nazionale. Dunque anche i giovani dai 18 anni, ritenuti idonei, potranno essere arruolati.

Un piano per reclutare altri 5mila soldati da utilizzare contro l’insurrezione jihadista che attanaglia il Paese, è già stato annunciato lo scorso febbraio. A metà aprile il ministro della Difesa ha lanciato un appello al personale militare in servizio e in pensione, affinché consegni le uniformi inutilizzate, perché potrebbero essere utili per le nuove leve.
Meno di una settimana fa sono stati ammazzati 33 militari burkinabé, 12 i feriti. Un folto gruppo di uomini armati, presumibilmente jihadisti, hanno attaccato il distaccamento militare di Ouagarou, nella provincia di Gourma, nell’est del Burkina Faso. Durante i combattimenti sono stati uccisi anche 40 terroristi, secondo quanto è stato riportato in un comunicato delle forze armate.


Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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mercoledì 3 maggio 2023

La guerra

La guerra è la via di fuga meschina e vile di chi non sa costruire il bene e la pace e codardamente cerca una via d’uscita per non ammetterlo. 

È il rifugio degli omuncoli che devono brandire una spada per spacciarsi per grandi uomini.

Io sono pacifista senza se e senza ma. 

Una volta un comandante dello Tsahal, l’esercito israeliano, mi disse : “Anche quando hai 100 missili puntati nel culo, esiste una soluzione per uscirne”.



martedì 2 maggio 2023

BLANCA

 "Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.

Dei fatti maturano nell’ombra, perché mani non sorvegliate da nessun controllo tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora. E quando i fatti che hanno maturato vengono a sfociare, e avvengono grandi sventure storiche, si crede che siano fatalità come i terremoti. Pochi si domandano allora: «se avessi anch’io fatto il mio dovere di uomo, se avessi cercato di far valere la mia voce, il mio parere, la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?»"

Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere.



lunedì 1 maggio 2023

PORTELLA DELLA GINESTRA 1 MAGGIO 1947

 La vecchia credeva che fossero mortaretti e cominciò a battere le mani festosa. Rideva. Per una frazione di secondo continuò a ridere, allegra, dentro di sé, ma il suo sorriso si era già rattrappito in un ghigno di terrore. Un mulo cadde con il ventre all'aria. A una bambina, all’improvviso, la piccola mascella si arrossò di sangue. La polvere si levava a spruzzi come se il vento avesse preso a danzare. C'era gente che cadeva, in silenzio, e non si alzava più. Altri scappavano urlando, come impazziti. E scappavano, in preda al terrore, i cavalli, travolgendo uomini, donne, bambini. Poi si udì qualcosa che fischiava contro i massi. Qualcosa che strideva e fischiava. E ancora quel rumore di mortaretti. Un bambino cadde colpito alla spalla. Una donna, con il petto squarciato, era finita esanime sulla carcassa della sua cavalla sventrata. Il corpo di un uomo, dalla testa maciullata cadde al suolo con il rumore di un sacco pieno di stracci. E poi quell'odore di polvere da sparo.

La carneficina durò in tutto un paio di minuti. Alla fine la mitragliatrice tacque e un silenzio carico di paura piombò sulla piccola vallata. In lontananza il fiume Jato riprese a far udire il suo suono liquido e leggero. E le due alture gialle di ginestre, la Pizzuta e la Cumeta, apparvero tra la polvere come angeli custodi silenti e smarriti.

Era il l  maggio 1947 e a Portella della Ginestra si era appena compiuta la prima strage dell'Italia repubblicana.