venerdì 31 maggio 2024

Capo Tecumseh (1768 - 1813) Nazione Shawnee

 " Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte non possa mai entrare nel tuo cuore. Non attaccare nessuno per la sua religione; rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue. Ama la tua vita, migliora la tua vita, abbellisci le cose che essa ti da. Cerca di vivere a lungo e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo. Prepara una nobile canzone di morte per il giorno in cui ti incamminerai verso la grande separazione. Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico, anche se straniero, in un posto solitario. Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno. Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita. Se non trovi nessun motivo per ringraziare, la colpa giace solo in te stesso. Non abusare di niente e di nessuno, per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche e priva lo spirito delle sue visioni. Quando arriverà il tuo momento di morire, non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura, e quando arriverà il loro momento essi piangeranno e pregheranno per avere un 'altro poco di tempo per vivere la loro vita in maniera diversa. Canta la tua canzone della morte e muori come un eroe che sta tornando alla casa."




giovedì 30 maggio 2024

Tutto muta intorno a noi e dentro di noi

Mentre noi rimaniamo uguali a noi stessi, o così ci senbra, ma nel frattempo nella percezione che abbiamo di noi quando compiamo un'azione, diventiamo un vero panta rei, e anche gli altri ci vedono mutati continuamente. Così ogni volta che scriviamo un pensiero, diventiamo quel pensiero e siamo già diversi: è trascorsa dentro di noi un'altra "epoca", e così tutte le volte che facciamo una scelta. Siamo là, in uno scorcio di tempo, apparentemente immobile e osservatori dei nostri pensieri, delle scelte che abbiamo deciso, ma in realtà ci stiamo muovendo chissà verso dove e stiamo divenendo poiché è già divenuto l'istante nello spazio in cui ci muoviamo. 

Se ci miriamo allo specchio e di noi fissiamo un particolare, siamo diventati quel particolare, ma se distogliamo per un istante lo sguardo, già la prospettiva che abbiamo di noi stessi è cambiata, poiché ora fisseremo un nuovo particolare, e così via; quindi pur rimanendo noi stessi, tutto muta intorno a noi e dentro di noi, tutto si muove nello spazio-tempo in quanto abbiamo, inconsciamente, costretto l'istante ad espandersi simmetrico o frattalico intorno a noi e dentro di noi. E gli altri individui non potranno sottrarsi dall'osservare questo movimento che abbiamo generato nel momento in cui scriviamo, scegliamo, oppure mostriamo un punto di vista di quel particolare speculare.

Qualcuno ha l'impressione che ultimamente i modelli proposti in fisica siano principalmente teorici e spesso manchino di esperimenti concreti che possano confermare o smentire queste teorie. La fisica sta diventando solo un teorico esercizio di stile?

Non è così naturalmente, la fisica è una scienza (come tutte del resto) che ha la sua base fondante nella sperimentazione, non basta infatti una intrigante teoria e una perfetta trasposizione della stessa in equazioni matematiche; se non ci sono riscontri sperimentali la teoria rimane tale e non serve a poco perché a nulla di concreto può essere applicata.

La mia ipotesi è che ultimamente la fisica sia arrivata ai limiti della nostra attuale tecnologia, per cui i fisici sperimentali hanno evidenti limiti tecnologici per creare esperimenti che avvalorino o smentiscano le suddette teorie, è altrettanto vero che la tecnologia sta avanzando più velocemente che in qualsiasi epoca della storia dell'umanità, ma di pari passo va anche la conoscenza dei fisici del nostro universo, arrivando a cercare di misurare o osservarre l'immisurabile o l'inosservabile.

Per avere riscontri sperimentali sulle attuali teorie, come il big bang ad esempio sarebbero necessari quantitativi di energia e potenza che tendono all'infinito e che sarebbero irriscontrabili addirittura nell'attuale universo che abitiamo.

Personalmente sono molto fiducioso che in qualche modo si riusciranno a superare gli attuali limiti, tenendo sempre presente che noi siamo all'interno di un universo e non al di sopra e che alcuni eventi o teorie non protremo mai osservarli o confermarle, almeno  con l'attuale tecnologia. 

La fisica si nutre di immaginazione ed estrema razionalità (matematica) e precisione (sperimentazione) per cui ritengo sia più che normale che nel momento in cui si trovano limiti da superare materialmente, questi vengano temporaneamente superati con teorie (anche tra le più fantasiose) che possono a loro volta indirizzare meglio gli sforzi per affinare o creare nuova tecnologia per aumetare la nostra conoscenza.

Per concludere però vorrei sottolineare che mai, come negli ultimi decenni, siamo arrivati a produrre strumenti che nemmeno nella più fervida immaginazione avremmo potuto pensare.

Mi riferisco, per esempio, al telescopio orbitale come il James Webb che sta inviando fotografie dell'universo che sfiorano la perfezione. Giovanni Provvidenti

domenica 26 maggio 2024

La morte è il più clamoroso equivoco della storia umana.

 Dai più eminenti uomini di scienza dell’ultimo secolo scopriamo che l’Universo è tutto Pensiero e che la Realtà esiste solo in ciò che pensiamo ✨

L’energia è quella manifestazione che fa accadere le cose e gli eventi. Essendo di carattere vibrazionale essa si manifesta in una incommensurabile vastità di forme e di aspetti. Dietro tutte queste apparenze si cela una realtà legata a un campo di frequenze comprese in bande, ciascuna delle quali ha uno sbocco nel panorama delle cose materiali che noi vediamo.

Sofisticate tecnologie dimostrano che l’uomo non muore, quando sembra separarsi dalla sua carica energetica che lo vivifica, perché ciò che si stacca dal soma migra e fluisce verso altre locazioni.

Il nostro apparato sensoriale è limitato e quindi inadeguato a permetterci di percepire la realtà al suo livello più profondo.

Occorre comprendere che l’anima che sta per trapassare non è il corpo, bensì la vita stessa e che la sua natura non è materica ma spirituale e che al contrario del suo corpo psico-fisico non conosce mutamento, né decadimento.

Inconsciamente non possiamo sopportare di morire in quanto sappiamo che non è possibile farlo. Quando l’Io ben centrato ne ha la suddetta visione, allora siamo fuori dal paradigma spazio-temporale.

Il tutto dipende dalla qualità del nostro livello di coscienza.

Se non modifichiamo il nostro atteggiamento mentale, se non cambiamo lo stato della nostra visione del mondo, non potremo scegliere il mondo successivo, ma ci troveremo a ripetere ciò che siamo qui con le stesse difficoltà e le stesse limitazioni.

Il paradiso infine, non è un luogo, ma è una dimensione della coscienza.

Il tempo non esiste.

Quando il tempo incomincia a scorrere? L’etimologia della parola ha una derivazione di origine indo-europea che significa dividere.

Quando nasce il tempo nasce anche il concetto di morte.

Anche il Big Bang non è mai avvenuto

Si è scoperto di recente un “Campo Informazionale” che permea tutto.

È infinito. Non ha inizio e non ha fine. Noi vediamo attraverso i nostri occhi tutte le cose divise, frantumate, separate e invece tutto è Uno. Il viaggio dell’evoluzione è dall’inconscio al conscio.

Quando mi chiedono cosa c’era prima del tempo e della morte rispondo che tutto ciò che esiste è AMORE. 

Questa parola non è legata a sentimento, affetto o passione, come lo conosciamo oggi, ma significa A-MORS non morte.

Tutto vive, dall’atomo alla più grande galassia.

Abbiamo verificato che anche le piante e i minerali vivono, su piani diversi.

Tutto è costituito da una sola sostanza, con manifestazioni diverse.

Questa sostanza è fisicamente e psichicamente pensante.

Ilya Prygogine, che è stato il più grande chimico vivente (premio Nobel nel 1977), nel corso delle sue ricerche chimiche della materia organica, si è accorto che ogni molecola viveva e sapeva perfettamente quello che faceva ogni altra molecola a distanze macroscopiche.

Anche nell’esperimento che fece Pauli (fisico) le particelle separate (fotoni) che si trovavano nello stesso livello energetico o stato quantico, pur lanciate a distanze differenti, rimanevano sempre collegate.

Tutto è interconnesso e non-locale (entanglement).

Le informazioni sono istantanee, perché abbiamo scoperto che le particelle come possono essere ad esempio gli stessi elettroni/processo o evento, non sono masserelle solide ed inerti, ma nuclei del tutto inconsistenti che rivelano di essere “un bit concentrato di informazione”, andando così a costituire un campo informazionale.

L’unica cosa solida allora di cui si può parlare di questa materia, che sembrava fatta di “mattoni atomici”, è invece che assomiglia più ad un PENSIERO.

Le onde e le particelle (“ondicelle”) in realtà sono le solite. Esse si trovano sia qui che ovunque, Ciò perchè esse, oltre ad essere se stesse , sono anche lo spazio che intercorre tra loro.

E quindi non hanno neppure alcun bisogno di comunicare tra loro, perchè sono la stessa cosa dello “spazio”.

Ed in più esse non hanno nessuna ragione per doversi connettere, perchè non sono mai state disconnesse o disgiunte.

In sintesi, sono un ologramma, un “Tutto-parte”, una versione su scala più ridotta del Cosmo, dell’ Intero Corpo organico universale. Una goccia concentrata e indissolubile dell’infinito oceano energetico, detto Coscienza non locale.

La Coscienza dunque non sta nel cervello ma nel Campo.

Sia la fisica che la neurofisiologia che la quantistica concordano su questo punto.

Non è il cervello che produce il pensiero, ma è il PENSIERO o COSCIENZA che edifica il cervello.

Max Planck, padre della teoria dei quanti, scioccò il mondo nel 1944 quando affermò che esiste un’unica matrice energetica “intelligente” da cui ha origine tutto, il visibile dall’invisibile.

Con questa implicazione sconcertante il mondo scopriva per la prima volta che Tutto è coscienza.

Abbiamo oggi gli strumenti che possono vedere che intorno a noi esiste un globo luminoso. Un nostro prolungamento (un duplicato immateriale). È stato definito un campo di ultra-luce.

Noi non lo vediamo con gli occhi e anche con gli strumenti possiamo vedere fino ad un certo punto.

Questo campo è milioni di volte più sottile della più sottile materia. Ha una frequenza vibrazionale di 10 alla 26 Hz.

Esso è più sensibile e impressionabile della più sensibile ed impressionabile pellicola fotografica.

Anche la PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia) ha riconosciuto che gli antichi avevano ragione.

Noi siamo un fascio di vibrazioni di cui l’aspetto fisico, la forma fisica è solo il nucleo più denso.

La luce che vedono le persone che hanno esperienze di premorte (NDE), siamo noi stessi, ciò di cui siamo costituiti.

Un fenomeno straordinario, che merita di essere chiamato con il nome di AUTOPSIA (composto da “autos”, stesso e “opsis”, vista), cioè “VISTA DI SE STESSO”.

E l’Autopsicità (quale può essere quella dell’ esperienza totale del Divino) è una situazione che implica la visione istantanea e diretta di una “partitura” in cui figurano tutti gli aspetti del Libro della Vita, cioè di una composizione universale, disposta in più mondi.

Qualcuno ha detto: “Chiarisci il tuo senso e illuminerai il mondo”.

Se vuoi sapere come fare, fai come fece il maestro Zen Poshang.

Quando gli fu chiesto come si cerca la natura del Buddha (Dio), Egli rispose: “È come cavalcare il Bue, in cerca del Bue”.

Prof. Vittorio Marchi

giovedì 23 maggio 2024

 Questa mi fa perdere la testa. Talmente incredibile che sembra quasi poterla toccare con la sua tridimensionalità delle polveri scavate dalle stelle. Questa è una immagine letteralmente senza precedenti. Qui in mezzo, tra un turbine di nubi di gas e polveri, ci sono oltre 300.000 (TRECENTOMILA!) oggetti come pianeti di tipo gioviano, stelle nascenti o nane brune!

La nebulosa M78 (quella brillante al centro) esplode in tutta la sua incredibile bellezza agli occhi visibili e infrarossi di Euclid! Non abbiamo MAI visto tale nebulosa con un simile livello di dettaglio! Siamo nella costellazione di Orione, a 1200 anni luce da noi. Quella che vedete rappresenta la culla di nuove stelle, nuovi mondi, e chissà nuova vita!
Si tratta di una enorme nube di polveri e gas: all'interno si possono vedere piccoli puntini luminosi, avvolti da agglomerati di materia che corrispondono proprio a nuove stelle nascenti. Quella grande cavità centrale di gas (così come quella in alto) molto brillante è stata scavata da stelle molto giovani che, con la loro radiazione e i loro venti solari, hanno scolpito, scavato e plasmato il gas e le polveri nelle loro vicinanze. Il materiale residuo è illuminato dall'enorme radiazione della stella dando quella impressione straordinaria di tridimensionalità che rende l'immagine ancora più eterea!
Immagini come questa sono importanti anche se non rientrano direttamente nella scienza primaria di Euclid perchè permettono di studiare con un dettaglio senza precedenti oggetti come M78 e individuare non solo nuove regioni di formazione stellare ma anche oggetti peculiari coe nane brune o pianeti fino a 3 volte più massicci di Giove!
Il colore blu è l'idrogeno molecolare illuminato dalla radiazione mentre il rosso corrisponde alle particelle di polvere. Le potenzialità infrarosse di Euclid sono proprio quelle che ci permettono di vedere "attraverso" la polvere, essendo questa più trasparente alla radiazione infrarossa rispetto al visibile.
Matteo (Gruppo FB: Chi ha paura del buio)
Credits: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi;
Nessuna descrizione della foto disponibile.

Malleaus maleficarum

 L'Inquisizione cattolica aveva pubblicato il libro che era probabilmente l'opera più sporca di sangue della storia umana: il "Malleaus maleficarum" - il martello delle streghe - aveva indottrinato il mondo sul "pericolo delle donne che pensano liberamente" e insegnato al clero come individuarle, torturarle, e distruggerle, La categoria delle cosiddette "streghe" - definite così dalle Chiesa - comprendeva tutte le donne istruite, le sacerdotesse, le zingare, le amanti della natura, le erboriste e molte donne "legate in modo sospetto al mondo naturale".

Anche le levatrici erano uccise per la loro pratica eretica di servirsi di conoscenze mediche per alleviare i dolori del parto, una sofferenza, proclamava la Chiesa, che era giusta punizione di Dio perché Eva aveva voluto assaggiare il Frutto della Conoscenza, con il conseguente peccato originale. In trecento anni di caccia alla streghe, la Chiesa aveva bruciato sul rogo centinaia di migliaia di donne.

La propaganda e lo spargimento di sangue avevano funzionato. Il mondo di oggi ne è la prova vivente, La donna nel tempo celebrata come essenziale metà dell'illuminazione spirituale, era stata bandita dai templi del mondo. Non c'erano rabbini ortodossi di sesso femminile, né sacerdotesse cattoliche, né donne di religione - imam - islamiche. L'atto, un tempo sacro, dello "hieros gamos" l'unione sessuale naturale tra uomo e donna, con cui ciascuno dei due acquisiva l'unità spirituale, era stato ridefinito come peccato. 

Gli uomini di fede, che un tempo avevano bisogno dell'unione sessuale con le loro equivalenti femminili per entrare in comunione con Dio, adesso temevano i loro naturali impulsi sessuali e li vedevano come opera del demonio, il quale operava con la sua complice preferita... la donna. Neppure l'associazione tra il lato sinistro e il femminino era sfuggita alla diffamazione della Chiesa. In Francia e in Italia, gauche e sinistro avevano avevano assunto una connotazione negativa, mentre i termini relativi alla destra assumevano un connotato di giustizia,di correttezza e abilità. 

Ancora oggi tutto ciò che è malvagio è considerato "sinistro"

i giorni della dea erano finiti. L'oscillazione aveva portato il pendolo dall'altra parte. La Madre Terra era divenuto un mondo di maschi, e gli dei della distruzione e della guerra avevano prelevato il loro terribile tributo. Per due millenni l'Io maschile non era più stato frenato dalla sua controparte femminile.. 

Questa eliminazione del femminino sacro nella vita moderna ha causato quello che gli americani Hopi chiamano "kojanisquatsi" - la vita priva di equilibrio - una situazione di instabilità contrassegnata da guerre alimentate dal testosterone, da una pletora di società misogine e da una crescente mancanza di rispetto per la Madre Terra! 

__ ( Dan Brown )

mercoledì 22 maggio 2024

La coscienza è lo stesso corpo

L'esperienza di pre-morte è possibile spiegarla, secondo me, con una teoria scientifica che ruota attorno al concetto di memoria quantica. L'idea è che parte della nostra memoria sia non locale, vale a dire che non risieda localmente nel cervello, ma in un luogo privo di spazio-tempo: L'Essere nel suo insieme. L'antico termine sanscrito per questo "luogo Essere" è Akasha, quello più moderno è "campo quantistico", quello più metafisico è "coscienza". Secondo la filosofia dell'idealismo monista è la coscienza la base di tutta l'esistenza, non la materia: sia il mondo materiale che quello mentale emergono dalla coscienza. La Coscienza perciò non è un epifenomeno del cervello, ma quella base dell'esistenza che contiene tutte le possibilità di manifestazione (di ciò che è mentale e di ciò che è materiale), incluso il cervello stesso. Non è allora il cervello a creare la coscienza, in quella catena di causalità verso l'alto in cui crede la scienza dualistica, secondo la quale le particelle subatomiche e le loro interazioni creano l'atomo, insiemi di atomi creano le molecole, insiemi di molecole formano le cellule, alcune delle quali sono neuroni, collettività di neuroni costituiscono il cervello e il cervello genera i processi mentali, tra cui la coscienza. Il cervello non può creare la coscienza, perché è solo un oggetto. E dato che, nell'ottica della fisica quantistica, gli oggetti sono solo onde di probabilità che "si materializzano" nel momento in cui con l'osservazione facciamo collassare una funzione d'onda, è più corretto dire che è la coscienza a creare il cervello. In vita, la coscienza trova un correlato neurofisiologico nei processi quantistici coerenti di strutture cerebrali chiamate microtubuli, processi che sembrano regolare l'attività delle membrane sinaptiche. Con la morte, e la conseguente cessazione dell'attività cellulare, l'informazione legata ai processi quantistici dei microtubuli si libera, venendo meno l'associazione col corpo fisico. L'informazione non si disperde nel nulla, ma viene trasferita non localmente alla coscienza. Se questo è ciò che possiamo chiamare anima, allora la nostra anima è costituita dello stesso tessuto con cui è fatto l'universo. Giovanni  Provvidenti

OSHO “La grande sfida”

 Non rimanete attaccati al vecchio. Questo vecchio tipo di uomo si è preparato in ogni modo per commettere un grande suicidio, un suicidio universale. L’uomo vecchio è pronto a morire, ha perso la voglia di vivere. Ecco perché tutti gli stati sono pronti a fare la guerra. La terza guerra mondiale sarà una guerra totale. Nessuno ne uscirà vincitore, in quanto nessuno sopravvivrà ad essa. Non verrà distrutto soltanto l’uomo, ma l’intera vita sulla terra. State attenti. Fate attenzione ai vostri uomini politici sono tutti degli aspiranti suicidi. Attenti al vecchio condizionamento che vi divide tra indiani, tedeschi, giapponesi, americani.

L’uomo nuovo deve essere universale. Trascenderà le barriere di razza, religione, sesso, colore della pelle. L’uomo nuovo non sarà né occidentale né orientale; l’uomo nuovo pretenderà che l’intero pianeta sia la sua casa. Solo così l’umanità potrà sopravvivere e non solo sopravvivere!…

Il mondo è sempre lo stesso; è sempre stato lo stesso: sottosopra, folle, squilibrato. In realtà c’è una sola cosa nuova che è accaduta nel mondo ed è la nostra consapevolezza del fatto che siamo folli, che siamo sottosopra, che c’è qualcosa di fondamentalmente sbagliato in noi. E questa consapevolezza è una grande benedizione. Naturalmente è solo un inizio, solo l’abc di un lungo processo; è solo un seme, ma di grande significato.

Il mondo non è mai stato consapevole come lo è oggi dei modi folli in cui funziona.

È sempre stato così. In tremila anni l’uomo ha combattuto cinquemila guerre. Puoi dire forse che questa umanità è sana di mente? Non possiamo ricordarci nemmeno di un momento nella storia umana in cui le persone non si sono distrutte a vicenda in nome della religione o in nome di dio o persino in nome della pace, dell’umanità, della fratellanza universale ….

Ma oggi sta accadendo una cosa buona: almeno alcune persone giovani e intelligenti si stanno rendendo conto che tutto il nostro passato è sbagliato e che occorre un cambiamento radicale. Abbiamo bisogno di rompere con il passato. Vogliamo ricominciare dal principio, dobbiamo farlo.

L’uomo nuovo è in arrivo. Naturalmente è una minoranza, ma i nuovi mutanti sono arrivati, sono giunti i nuovi semi. E tutto dipende da voi.




martedì 21 maggio 2024

Annientamento della donna nelle religioni

 A volte non riesco a comprendere la donna - la donna di fede che si vota al cristianesimo o al musulmanesimo -: come può la donna accettare delle religioni e delle culture la cui ideologia teologica è protesa principalmente all'annientamento della donna in quanto tale? All'annientamento della libera spiritualità della donna e dunque della sua materialità! Come può la donna accettare un Dio omofobo che in tutto presenta la "femminilità" come fosse la parte recondita di una demoniacalità da esorcizzare continuamente, dando potere all'uomo di ridurre la donna a semplice oggetto? (basta leggere le Sacre Scritture che fanno capo a siffatte ideologie teologiche per rendersene conto). 

Cristianesimo e musulmanesimo sono state e sono delle prigioni (e mica tanto virtuali) costruite intorno alla donna, tant'è che persino le società politiche che si sono riconosciute e si riconoscono in tali valori teologici, hanno adottato e adottano misure giuridiche poiché queste prigioni diventino fortezze dalle quali è difficile fuggire! E i leader spirituali a guardia di queste fortezze assumono in tutto e per tutto il ruolo di "esorcisti": guai se il "demone femminile" libera il suo spirito libero e lo riversa nel mondo! Allora il divin libero arbitrio si muterebbe in volontà di potenza e Dio non sarebbe più la coscienza consueta che domina le volontà persino in sogno, perché finanche nei sogni l'uomo non deve conoscere libertà! Perché finanche il sogno dev'essere per la donna un recinto, una prigione, una fortezza!

Certo, le società occidentali stanno allentando la morsa e pietra dopo pietra stanno cercando di abbattere tali fortezze e, udite udite, finanche la Chiesa Cattolica dà una mano poiché siffatte fortezze diventino vestigia ... ma la strada è ancora lunga ed irta di ostacoli. Ostacoli che non è sufficiente la volontà della donna per rimuoverli, ma occorre che la volontà dell'uomo si faccia promotrice di un "progetto spirituale" che ponga la donna non al di sopra dell'uomo, ma a fianco dell'uomo, affinché insieme si possa volere il connubio dell'ideale spirituale e materiale di Arianna e Dioniso, alias: Arianna in Dioniso, Dioniso in Arianna. 

In Occidente tutto ciò è possibile che avvenga in un tempo relativamente breve e questa possibilità la tocchiamo con mano; e nel mondo islamico? Qualcosina si muove, ma troppo, troppo poco rispetto a ciò che sarebbe necessario smuovere. Passerà chissà quanto tempo prima che una sola pietra di quelle fortezze venga buttata giù.Giovanni Provvidenti


Questa roccia viene da Marte.

 Ha iniziato il suo viaggio 10,75 milioni di anni fa, quando qui sulla Terra era il tardo Miocene e il genere Homo era ancora qualcosa di là da venire. Un asteroide impattò il pianeta rosso, facendo schizzare via vari frammenti di roccia vulcanica, tra cui questo, che è stato ritrovato il 15 dicembre 2003 in Antartide, in una catena montuosa chiamata Miller Range. Per questo motivo la roccia, di 715 g, è stata chiamata Miller Range 03346. È arrivata sulla Terra negli ultimi 10.000 anni. 

Si tratta di una nakhlite, un particolare tipo di meteorite marziano che prende il nome dal villaggio egiziano di El Nakhla El Bahariya, dove nel 1911 cadde il primo meteorite di questa tipologia. Le nakhliti sono rocce ignee formate da magma basaltico, ricche di olivine e pirosseni. Si sono formate a seguito di eruzioni vulcaniche marziane tra 1,3 e 1,4 miliardi di anni fa.

I minerali di questa roccia hanno reagito con acqua 630 milioni di anni fa. Un recente studio compiuto su questo campione sembra indicare che l'acqua era presente sotto forma di ghiaccio intrappolato nella roccia stessa. Ghiaccio che non c'è più in seguito all'impatto che ha scaraventato la roccia fuori dalla gravità marziana. 

Si calcola che mediamente arrivino sulla Terra due meteoriti marziani al secolo. Considerando la rapidità con cui gli atomi circolano nel nostro pianeta, questo significa che il corpo di ciascuno di noi contiene miliardi di atomi che erano su Marte e che sono arrivati sulla Terra negli ultimi 1000 anni. Insomma, siamo tutti un po' marziani! 

Filippo ( FB Gruppo: Chi ha paura del buio)

Credits: Johan Lindgren, Dept. of Geology, Lund University



venerdì 17 maggio 2024

Immanenza e trascendenza

Se osserviamo il cosmo e il caos e l'ordine che esso genera (caos inteso non come luogo di disordine assoluto, ma come spazio aperto e diveniente, accogliente le condizioni iniziali e ideali poiché la mutazione dell'energia in materia possa avere avuto principio cosmogonico e archè terreo conseguente, per tramite tutti gli elementi biochimici prodotti dall'esplosione delle superstelle - concetto di caos dunque da non confondersi con l'accezione che Esiodo intende darne nella sua opera "Teogonia" -), cosa avviene dunque continuamente? Il riciclo incessante della materia. Del cosmo che ricicla se stesso. Ed è l'uguale processo di riciclo che avviene sulla Terra e che diviene immanenza e trascendenza della vita e della morte di tutte le cose viventi ed esistenti, attraverso l'eterno ritorno dell'ibridazione della materia, in un certo senso un eterno ritorno Samsarico. Insomma, tutto quanto è già vissuto si è trasformato in elemento humus dando origine ad altra materia vivente; detto senza giri di parole: in escremento, in elemento nutritivo della Terra. Individui umani, fauna e mondo vegetale sono perciò indissolubilmente, indispensabilmente connessi poiché morendo e disfacendosi ridiventano materiale fertilizzante, facendo rifiorire la vita grazie a un incessante rimescolamento dell'elemento materico non più vivente; così noi e tutto ciò che è vita, null'altro siamo che il risultato biochimico è casuale di questo caos, perocchè uomini, animali e piante infine sono strettamente legati da un destino metepsincotico al quale non possono sottrarsi. Gli immani eventi naturali quali le attività parossistiche dei vulcani, le eruzioni sismiche e i maremoti hanno fatto sì che tutto ciò sia avvenuto durante le tante e lunghe ere geologiche, ed ancora accade e accadrà. 

Da un certo punto di vista mi pare evidente che abbiamo già vissuto innumerevoli volte innumerevoli vite umane, animali e vegetali. Siamo il risultato finale di tale ibrido; ma non potevamo saperlo e giammai ne potremo essere del tutto consapevoli, a meno che non mettiamo da parte ogni concezione teologica circa l'origine della vita e non accettiamo senza riserve questa verità cosmologica e, di riflesso cosmogonica, di immanenza e trascendenza, ovvero quella di essere escremento e nutrimento a sostegno del riciclo della materia universale. A partire da siffatta eclissi teogonica della vita il concetto di eterno ritorno dell'uguale, così come Nietzsche lo desume, diventa quantomeno plausibile. Cioè decostruendolo dell'apparente e contraddittoria articolazione dell'interpretazione ipotetica (apparentemente paradossale) e, se possibile, con una nuova chiave di lettura e par costruens, concludendo, nell'ipotesi più estrema e tuttavia più pragmatica, che tale principio e processo evolutivo possa darci l'aire per esplicare il mistero humus vitae. Nessun caos o dilemma microcosmico e macrocosmico potrà più apparirci un paradosso fisico o metafisico od ontologico, tantomeno teologico, e nè a-prospettico dal punto di vista scientifico-filosofico: poiché il Tutto Universale rimane, è immanente e dunque trascende, ritorna donde ebbe inizio attraverso il ripetersi del "disordine ordinato", ordinario e straordinario. 

Non siamo forse polvere di stelle? E polvere torneremo - di stelle, naturalmente! - - Ne consegue...

Giovanni Provvidenti

domenica 12 maggio 2024

PEDOFILIA E FASCISMO.


Si scrive "madamato", ma si legge "stupro legalizzato". Un termine usato nelle ex-colonie italiane, prima in Eritrea e successivamente anche nelle altre colonie, Libia e Somalia. Mussolini col "madamato" permetteva a tutti i fascisti la propria bambina (7-8-9-10-11 anni) dentro il letto. Non solo ai militari, ma anche ai civili. Credo sia ovvio che solo un pervertito pedofilo può permettere tale scempio, una persona normale non la penserebbe nemmeno una schifezza del genere. Tra 'altro sono tante le testimonianze di presunti stupri ai danni di ragazzine che hanno avuto la sfortuna di incontrare Mussolini. 

Ecco ciò che scriveva in Italia la propaganda fascista nelle sue riviste e nei suoi quotidiani: "Non si sarà mai dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità. Con i negri non si fraternizza, non si può e non si deve". 

Il madamato, oltre alla schiavitù sessuale produsse un'altra atrocità, non secondaria, i bambini nati da questi abusi. Il fenomeno portò alla nascita e al lor contestuale abbandono di migliaia di figli "meticci" non riconosciuti dal padre la cui unica sorte era quella di essere abbandonati. Oltre a Mussolini, un personaggio italiano famoso, Indro Montanelli, "confessò" in un'intervista del 1982 (la trovate su youtube) di aver avuto, grazie al madamato, una bambina di 11 anni e mezzo nel proprio letto, si chiamava Fatima e la definiva "un animalino docile". Il madamato segnava il dominio autoritario e assoluto del colonizzatore sull'indigeno, dell'uomo sulla donna, dell'adulto sul bambino, del libero sul prigioniero, del ricco sul povero, del forte sul debole. Il madamato fu abolito dagli stessi, anni dopo, per lo scandalo che si innalzava viste, oltre le morti delle bambine a causa delle violenze sessuali, anche quelle per complicazioni durante e dopo le gravidanze. 

La gente sul fascismo sa ancora ben poco e, i fascisti non leggono, non leggeranno tutto l'articolo, quelli non hanno cultura nè coscienza ed inizieranno ad insultare. Molti credono ancora "ai treni arrivati in orario" e altre idiozie diffuse da questa gentaglia. Sul madamato potete documentarvi quanto volete, sbaglierete se cercherete informazioni su blog e pagine fasciste, ma sarà facile trovare l'intervista di Montanelli e documenti a riguardo in rete.

Potrete capire chi avrete difronte quando cercheranno di insabbiare questa triste e amara storia.

Se avete letto tutto complimenti per continuare ad essere persone che cercano di andare oltre il semplice slogan.

(grazie Antonella Rapari)

venerdì 10 maggio 2024

IL CRISTO IN ZARATHUSTRA

C'è un fil rouge che unisce lo Zarathustra e Il Cristo, il più evidente è la "retorica evangelica" e il linguaggio intriso di metafore. Tutto il resto bisogna leggerlo tra le righe. 

Una di  queste letture zarathustriane sottintese la si può evincere nella volontà di Zarathustra di incarnarsi, di reincarnarsi nel Cristo, per seguirne certamente le orme umanistiche ... ma fino a un certo punto, perché a un certo punto sente la necessità di andare oltre il Cristo, oltre la croce, oltre il supplizio che infligge Dio agli uomini attraverso i "poveri cristi", che il cristianesimo crea ad hoc, per esempio i martiri della Chiesa o i Santi. Libera cioè il Cristo dalla croce per rendere gli uomini responsabili di se stessi, responsabili della propria "salvezza", senza la necessità di innalzare su piedistalli ecclesiali dei taumaturghi della morale teologica. Si deve insomma avere bisogno solo della propria "innocenza".

l'oltreuomo rappresenta infatti questa innocenza, il Cristo che diviene fanciullo e che danza ai piedi della croce per farsi beffe di questo Dio disumano che vuole solo dolore, sofferenza e colpa persino per suo figlio. Che necessità vi era di mettere al mondo un figlio e poi condannarlo a morire tra immani sofferenze per la salvezza degli uomini? Il mito non narra che Dio è onnipotente? Poteva dunque attingere alla sua volontà di onnipotenza per salvare gli uomini! Posto che dovessero essere salvati, ma da chi o da cosa? Certamente dall'idolo recondito e oppressore chiamato "libero arbitrio", che si traduce facilmente in sottomissione alla volontà di Dio! "Sei libero, o uomo, di adorare me o di soccombere in eterno tra le braccia del diavolo!". Accidenti che libertà di scelta ci ha dato il libero arbitrio! Perciò l'unica vera salvezza degli uomini sarebbe quella di affrancarsi da codesto falso concetto che opprime l'io ingabbiandolo in una prigione ideale per sentire desiderabile l'afflato di libertà, come l'affamato che si nutrirebbe persino della carne dei suoi simili per non sentire più i morsi della fame. 

Ecco, Zarathustra maschera la volontà di Dio di volere solo e soltanto colpa e martirio, perché questo è il suo diletto, il suo gioco preferito. Mentre Zarathustra dice che sì, la vita è dolore, ma anche gioia e non si può trasformarla in una valle di lacrime in cui annegare finanche la ragione! Finanche il piacere! Finanche il desiderio di vivere, vivere e basta, come chiede la volontà di potenza. 

Il "fanciullo", il "Cristo" vuole tornare ad essere innocente, mondo da colpe da espiare vita natural durante, un fanciullo che ride e, ridendo, dice sì alla vita. "Era questa la vita? - dice Zarathustra - orsù, ancora!" Basta croci e supplizi, già la vita è dura e pesante di per sè, a che servono le croci se non ad aumentarne la durezza e la pesantezza? Quindi Zarathustra và oltre il Cristo, oltre la croce, oltre il "cammello", finché la danza della vita non diventi gioco e risata e gioia di vivere!

Giovanni Provvidenti








mercoledì 8 maggio 2024

L'ETERNO RITORNO

 All'inizio pensavo che Nietzsche avesse "scherzato" a proposito dell'eterno ritorno dell'uguale, mi domandavo perché "dell'uguale" dato che l'eterno ritorno era già stato ampiamente concepito ed esaminato dagli antichi? È stato un suo gioco? Una burla? Pura follia? Poi piano piano ho capito che non è stato uno scherzo o lo sforzo metafisico di un folle a-metafisico. Nietzsche ci ha rivelato più della filosofia degli antichi filosofi cosmologici, più della teologia di Zoroastro, più della fisica di Einstein e di tutta la meccanica quantistica odierna: ci ha rivelato il "mistero cosmologico" per eccellenza! E tutto questo con la semplice intuizione e l'interpretazione prospettica della realtà in cui vige il microcosmo Essere. 

L'Essere infatti è la chiave per mutare l'identità immutabile del divenire in divenire mutabile, l'eterno ritorno dell'uguale perciò trasforma il nulla in divenire di fatto, lo spazio-tempo in un circolo dove ogni cosa che diviene passa, ma ritorna ineluttabilmente al suo inizio, così come il passato e il futuro ritornano continuamente all'attimo, che è la singolarità donde s'origina il divenire. 

Per dipanare il dilemma dell'eterno ritorno dell'uguale, tuttavia, non basta la meccanica quantistica, che in un certo senso è fredda e logica e si basa in modo particolare sulla matematica degli insiemi universali, occorre dunque l'irruzione della filosofia (filosofia quantistica) per sviscerare l'arcano in profondità, cioè occorre possedere una sorta di "Occhio Hubble" che guardi nel passato per giungere al futuro transitando per il presente. Perché la filosofia quantistica? Perché è abbastanza "irrazionale" da confutare persino l'apparenza.

Noi nietzscheani abbiamo il compito, il dovere di sfidare la comprensione tradizionale del tempo e dello spazio e di cercar di raggiungere quei luoghi ancora inesplorati della conoscenza. Perché noi nietzscheani? Perché Nietzsche ci ha lasciato in eredità la filosofia dell'avvenire, la filosofia quantistica, che è la nuova dimensione dell'intelletto per giungere là dove nessun filosofo è mai giunto prima: ai confini dell'orizzonte degli eventi del nulla! E il nostro pensiero sarà l'astronave con la quale viaggiaremo a velocità curvatura.

Giovanni Provvidenti


martedì 7 maggio 2024

Musica, filosofia e poesia: il "triangolo" della libertà spirituale

La filosofia e la poesia sono le due sole arti capaci di far danzare il pensiero, motivate da una musica interiore che solo chi scrive ode. Lo sanno bene i filosofi tragici che sanno ricucire le parole attraverso una dialettica poetica, estrosa, infondendo alle parole le mille prospettive della grammatica, quasi come se ogni parola dovesse partorire un intero discorso, un intero saggio; lo sanno bene i poeti che affinché possano elaborare un verso bisogna che il verso risalga musicalmente dalla profonda fonte del cuore e poi zampilli improvviso ma quieto, quasi come carezzando i sensi, in un insieme armonioso di suoni.La musica è la sola arte capace di far danzare lo spirito... Infatti quando lo spirito danza o si diventa filosofi o si diventa poeti. E quando lo spirito, danzando, diviene l'estro della "spiritualità", allora filosofo e poeta trovano la perfetta simbiosi.

Giovanni Provvidenti










domenica 5 maggio 2024

Il cammino di Zarathustra

Zarathustra non è un qualche tipo di taumaturgo, nè un fautore di religioni, ma è innanzitutto un filosofo che esalta il "corpo": parte inscindibile dal tutto e, come tale, trasfigurazione puramente fisica del tutto universale. È un saggio e un profeta con un grande amore per l'umanità. Per effetto di questo amore, è disposto a lasciare l'isolamento della sua casa in montagna e discendere fra gli uomini per insegnare essi "la grande verità che ha scoperto": la verità dell'oltreuomo. Per prima cosa, egli discende in una città chiamata Vacca Pezzata: crocevia di mille immoralità, menzogne e ipocrisie, dove per prima cosa annuncia la morte di Dio. Continua dicendo che l'oltreuomo è il vero stato dell'essere a cui l'umanità dovrebbe aspirare. Tuttavia, la gente lo considera un pazzo e un ossesso. Zarathustra comprende che i suoi insegnamenti non possono essere per tutti, allora và in cerca di discepoli (di orecchi) disposti ad ascoltare il suo insegnamento. Li trova cammin facendo e inizia ad  educarli privatamente, preparandoli al raggiungimento dello stato oltre-umano e della consapevolezza, alfine che possano trasmettere i suoi insegnamenti al resto del mondo. Egli insegna loro i punti chiave delle sue verità. Ma proprio come, all'inizio, i seguaci di altri capi religiosi non capiscono gli insegnamenti del loro maestro, o li fraintendono, i discepoli di Zarathustra non capiscono ciò che egli sta cercando di insegnare loro. Con grande tristezza Zarathustra lascia i suoi discepoli e ritorna al suo monte del solitario, esortandoli ad andare in cerca di se stessi per rincontrarli in un secondo momento trasfigurati. Nell'isolamento, Zarathustra, si rende conto che i suoi discepoli hanno distorto i suoi insegnamenti. Capisce che deve tornare tra loro per guidarli un'altra; così lascia di nuovo la sua solitudine e gli animali suoi compagni, e va alla ricerca dei suoi allievi. Scopre che l'errore dei suoi seguaci è che cercano di mescolare il suo nuovo insegnamento sull'oltreuomo con il vecchio insegnamento del Cristianesimo. Tale stupidità non funzionerà mai, perché il cammino di Zarathustra è puro, e gli insegnamenti del cristianesimo impediscono solo alle persone di acquisire la vera unità con la natura e con se stessi. Poi, Zarathustra inizia ad attaccare coloro che vogliono trasformare i suoi insegnamenti in qualcosa che non sono. Combatte contro i sacerdoti che credono ancora in un Dio morto e litiga con i leader dell'Accademia che vogliono sostituire Dio con un'ulteriore ricerca della conoscenza. Tali studi non portano al vero stato dell'umanità, insegna Zarathustra, e gli scienziati che li seguono sono stupidi quanto i fanatici religiosi.

Poi attacca i poeti come responsabili della creazione dei mondi celesti in cui risiede la religione. La "poesia" ha ispirato le persone a sognare e credere nel paradiso e nell'aldilà. Dopo l'apparizione dell'oltreuomo, la poesia ha perso il suo potere, divenendo arte di per sè e mero estetismo della parola, quindi Dio non ha alcun posto dove vivere. Tuttavia, Zarathustra si rende presto conto che lui stesso è condizionato da un grande nemico: la pietà per l'umanità, che sta cominciando a ostacolare la vera ascesa verso l'oltreuomo. Si dispera perché, anche se ama l'umanità, sa che deve rinunciarvi per trovare il suo vero stato d'essere. Zarathustra inizia un nuovo viaggio verso la sua montagna. Lungo la strada, si rende conto della vera natura del divino. Durante una "malattia", si rende conto che tutto ciò che è successo accadrà di nuovo. Raggiunge uno stato di beatitudine e vive a lungo sulla sua montagna, in felice solitudine. Ma, dopo molti anni, sente un grido di angoscia da un essere umano superiore. "L'uomo superiore" ha studiato gli insegnamenti di Zarathustra e ora vuole incontrarlo per raggiungere lo stesso stato di beatitudine e unità con la natura che Zarathustra ha trovato. Zarathustra capisce che l'essere supremo è un gruppo di persone, che include re, uno stregone e altri ricercatori di conoscenza che sono venuti nella sua caverna per imparare da lui la vera natura dell'Essere. Egli ridicolizza queste persone che cercano di padroneggiare il suo insegnamento, organizzando una festa in onore dell'asino, durante la quale nominano l'asino come una nuova divinità e lo adorano. Zarathustra giunge ad un nuovo concetto: sebbene queste persone non siano gli esseri superiori che cerca, esse hanno imparato a ridicolizzare i simboli del Cristianesimo e gli antichi insegnamenti, ottenendo così la vera felicità. Alla fine del libro, Zarathustra lascia di nuovo la sua montagna per trasmettere questa conoscenza superiore a quelli che diventeranno i suoi veri discepoli e successori, cioè andrà in cerca dei nuovi "filosofi tentatori" in grado di rivoluzionare le coscienze degli ultimi uomini, tentarli insomma a trovare in sè una nuova consapevolezza per andare oltre, oltre cosa? Oltre chi? Ognun individuo dev'essere in grado di rispondere alle sue personali domande, inquantochè ognun individuo possiede in sè il suo "oltre".

Giovanni Provvidenti