mercoledì 21 settembre 2016

Congo, sterminio dei Nande: chi è il Generale Baillaud Le accuse rivolte alla MONUSCO convergono sull'alto graduato francese

Generale Baillaud

Le accuse rivolte alla MONUSCO convergono sull'alto graduato francese
Major General Jean Baillaud (C), deputy head of the UN Mission in the Democratic Republic of Congo (MONUSCO), visits the Guatemalan military base in Sake on July 12, 2016. / AFP / Eduardo Soteras        (Photo credit should read EDUARDO SOTERAS/AFP/Getty Images)


Le accuse della popolazione e della società civile rivolte alla MONUSCO che non vorrebbe difendere i civili, convergono su un alto graduato francese che la popolazione individua come il grande burattinaio che da anni assicura la protezione di bande criminali che massacrano le popolazioni ad est e rapinano migliaia di tonnellate di oro, diamante, coltan e cobalto. Nell’occhio del ciclone c’è il Maggiore Generale Jean Baillaud, Vice Comandante Supremo dei Caschi Blu in Congo.
«Le accuse rivolte da certi media e attivisti politici congolesi alla MONUSCO non sono vere. Non siamo qui a contare i morti ma per impedirli. Stiamo affrontando un immenso sforzo militare che ha già provocato decine e decine di morti tra i Caschi Blu. Voglio ricordare comunque che la soluzione alla instabilità nell’est della Repubblica Democratica del Congo non può essere ricercata esclusivamente nelle azioni militari. Occorre affiancare soluzioni politiche e socio economiche considerando anche le divergenze e le conflittualità inter etniche della regione» afferma lo scorso maggio il Maggiore Generale Jean Baillaud Vice Comandante Supremo della MONUSCO.
Il Generale Baillaud è diventato l’uomo più odiato in tutto il Nord Kivu. Il suo nome viene pronunciato con disprezzo sputando per terra. La società civile e la popolazione in generale lo accusa di convivenze politiche e militari con gli islamici ADF, i terroristi ruandesi FDLR e le milizie congolesi Mai Mai responsabili della pulizia etnica contro i Nande.È una verità imbarazzante per i Caschi Blu ma spiega la sistematica mancata assistenza alla popolazione civile dei soldati comandati dal Generale francese Jean Baillaud. Non possono combattere i loro alleati con cui forse ci fanno anche degli affari commerciali. Le Nazioni Unite devono affrontare questo serio problema in quanto la passività del Generale Baillaud infrange il suo mandato R2P (Responsability to Protect). Le pulizie etniche contro i Nande sono attuate da vari gruppi armati ma organizzate dallo Stato Maggiore dell’esercito congolese e dal governo Kabila. L’obiettivo è sterminare questa etnia. Le Nazioni Unite sono a conoscenza di questo piano genocidario ma lasciano fare. Non ci rimane altro che difenderci da soli contro tutti i nostri nemici, Caschi Blu compresi” afferma un attivista Nande di Butembo protetto da anonimato. Le stesse accurate accuse di questo attivista Nande contro il Generale francese e il governo di Kinshasa furono rilasciate nel maggio 2015 alla Agence France Presse – AFP. Ora l’attivista congolese ci rivela che i commercianti Nande (che detengono il potere sulla comunità) stanno seriamente pensando a finanziare la creazione di una milizia Nande di autodifesa. Richieste di addestramento militare e armi sarebbero state inoltrate a non specificati Paesi confinanti.
«Noi siamo qui per la popolazione congolese e il nostro principale mandato è di proteggerla. Di conseguenza queste accuse dirette contro la mia persona e contro la MONUSCO non sono fondante. Sono calunnie politicamente orientate. La nostra determinazione è di annientare tutti i banditi presenti all’est del Congo e principalmente i miliziani ADF responsabili dei massacri della popolazione di Beni. Non potete accusarci di collaborare con questi criminali. Una simile accusa è semplicemente vergognosa!» dichiarò il Generale Baillaud ad AFP come risposta alle denunce del anonimo attivista Nande di Butembo.
 Purtroppo il passato militare del Generale Baillaud sembra rafforzare le accuse rivolte. Jean Baillaud è un paracadutista di 58 anni con mal celate tendenze politiche di estrema destra e elemento di spicco nelle missioni militari estere condotte dalla Francia. Baillaud ha iniziato le sue missioni all’estero in Libano e successivamente in Bosnia e Kosovo dove avrebbe giocato un ruolo fondamentale per la secessione della provincia dalla Serbia. Divenuto Consigliere militare speciale dell’Ambasciatore Francese presso il Consiglio di Sicurezza a New York, Baillaud dal 2005 è stato inviato su diversi teatri africani di guerra: Sierra Leone, Darfur e Mali. Ha partecipato anche agli interventi militari francesi (subdolamente definiti “missioni umanitarie’) a Timor Orientale e in Siria dove gravano sospetti di aver organizzato reparti di ribelli siriani all’inizio del conflitto. In Congo gli è stato affidato il comando della Brigata di Intervento composta da reparti degli eserciti malawiano, sudafricano e tanzaniano). Baillaud ha coordinato nel 2013 le operazioni militari contro la guerriglia tutsi congolese Movimento 23 Marzo – M23.
Assieme a Crispin Atama Tabe Ministro congolese della Difesa, al Generale di Brigata francese Patrick Boubèe de Gramont e al responsabile della missione MONUSCO, il francese Hervè Ladsous (noto per il suo odio contro i tutsi e il suo supporto a varie teorie negazioniste del Olocausto Africano) ha organizzato  l’alleanza tra Kinshasa e il gruppo terroristico ruandese FDLR per combattere i ribelli tutsi congolesi del M23. Ha inoltre organizzato la protezione militare e il trasporto fino a Roma di leader terroristici delle FDLR che nel luglio 2014 furono ospitati presso la sede della Comunità di Sant’Egidio attiva dal 1996 nel sostegno del Signore della Guerra Pierre Nkurunziza divenuto presidente del Burundi e ora dittatore sanguinario. All’epoca questa comunità cattolica che si definisce ‘Costruttori di Pace’ tentò senza riuscirci di convincere il governo ruandese di accettare i terroristi  FDLR come un partito politico e di creare assieme a loro un governo di unità nazionale. Il presidente Paul Kagame rispose senza indugi che nessun compromesso o dialogo era possibile con chi 20 anni prima aveva causato oltre un milione di morti nel Rwanda. Dopo il fallimento la Comunità di Sant’Egidio ha adottato la tattica del prudente silenzio.
Nel 2014 il Generale Baillaud viene indicato dalla società civile dell’est del Congo come il principale ostacolo per l’eliminazione dei terroristi ruandesi FDLR. Tra il luglio e il settembre 2014 il Generale Baillaud avrebbe ordinato ai Caschi Blu di non intercettare le colonne di terroristi ruandesi FLDR che stavano attraversando la frontiera burundese, invitati dall’allora presidente Pierre Nkurunziza. Le testimonianze di tre suore italiane (subito uccise) e di un rapporto della Missione ONU in Burundi, denunciarono nello stesso periodo che l’invio di mercenari FDLR in Burundi faceva parte di un piano genocidario ideato da Nkurunziza contro la minoranza tutsi del suo Paese. Piano parzialmente attuato  dal novembre 2015 al maggio 2016 e successivamente abbandonato causa la mancata volontà delle masse contadine hutu burundesi di attuare il genocidio e l’isolamento progressivo del Burundi a livello internazionale. Dal novembre 2015 le FDLR detengono il controllo delle decisioni politiche e militari in Burundi.
Il Generale Baillaud è accusato anche di intrattenere rapporti amichevoli e pubblici con lo Stato Maggiore dei terroristi FDLR a Goma (capoluogo della provincia del Nord Kivu). Tutte queste accuse sono state categoricamente smentite dal Generale francese, costretto però a una serie di ‘no Comment’ che hanno evitato di spiegare come mai la MONUSCO non è mai intervenuta contro le FDLR o come può accettare la presenza del Comando Operativo Militare delle FDLR a Goma che dista soli 1,5 km dalla Base MONUSCO dove il Generale Baillaud operava. Baillaud è sospettato anche di assicurare la logistica e la copertura internazionale alle industrie belliche e al governo francese per fornire ai reparti terroristici FDLR in Burundi e alle forze genocidarie del dittatore burundese Nkurunziza armi sofisticate e moderne che vengono sistematicamente utilizzate per sterminare la popolazione e mantenere il potere con la forza. 
 Le accuse di complicità rivolte a Baillaud escono dai confini del Nord Kivu e diventano internazionali grazie alle inchieste del giornalista Jean-Francois Dupaquier. “Il dispositivo politico e militare della MONUSCO è controllato dalla Francia attraverso il Generale Jean Baillaud e dal suo aiutante il Generale di Brigata Patrick Boubèe de Gramont. Non sono in Congo per azioni umanitarie o per proteggere i civili. Sono in Congo per proteggere i loro alleati ruandesi FDRL con cui collaborano fin dal 1993 anno in cui la Francia contribuì nell’organizzazione del genocidio in Rwanda avvenuto l’anno successivo. Il Generale Baillaud si è impegnato seriamente solo a contrastare la ribellione tutsi del M23 utilizzando i terroristi FDLR come alleati politici e militari. L’attuale situazione di violenza e crimini contro l’umanità all’est del Congo è stata creata dalla Francia quando nel 1994 attivò l’Operation Tourqoise per salvare l’esercito e le milizie genocidarie ruandesi dalla vittoriosa offensiva delle forse ribelli comandate da Paul Kagame. All’epoca le forze genocidarie ripiegarono nello Zaire (attuale Congo) protette dai soldati francesi. Nel 2000 Parigi diede il suo consenso favorevole e i finanziamenti necessari per la riorganizzazione delle forze genocidarie sotto una nuova sigla: FDRL…” spiega il giornalista Dupaquier.
Grazie alla Francia e alla MONUSCO questo gruppo terrorista autore dell’Olocausto Africano ora conta 12.000 uomini sparsi nell’est del Congo e in Burundi (1.200 secondo le irrealistiche cifre fornite dalla MONUSCO). Oltre ad essere la prima minaccia regionale le FLDR sono diventate la più importante impresa criminale africana con un fatturato annuo di 71 milioni di dollari provenienti dalla pesca illegale, traffico di oro, diamanti e coltan, droga, prostituzione, traffico di esseri umani. Nei territori controllati riscuote le tasse dai commercianti e i pedaggi autostradali. Il suo Quartiere Generale è a Goma dove i leader terroristici agiscono alla luce del giorno e frequentano hotel e ristoranti di lusso, frequentati anche dai Generali Congolesi e della MONUSCO.
Una imprudente intervista rilasciata in tempi non sospetti dal Generale di Brigata De Gramont sulla rivista miliare Doctricne Tactique, numero 28, settembre 20123 conferma le accuse rivolte a posteriori dalla società civile e dal giornalista investigativo francese. «I nostri ufficiali presenti nello Stato Maggiore della  MONUSCO rappresentano la Francia e hanno precise indicazioni di servire direttamente gli interessi strategici del loro paese. I Cachi Blu della MONUSCO e alcuni alleati locali permettono alla Francia di non impegnarsi in prima persona in una operazione militare nella regione che la esporrebbe a rischi politici e a critiche internazionali. La MONSUCO garantisce alla Francia di raggiungere i suoi obiettivi politici militari con il minimo sforzo di uomini e di risorse finanziarie». Queste le crude parole del Generale di Brigata De Gramont.
Le prove contro il Maggiore Generale Jean Baillaud che sono sorte durante i suoi tre anni di mandato in Congo, sono state sistematicamente ignorate da Nazioni Unite e Unione Europea ma sembrano aver costretto Parigi a prendere provvedimenti cautelativi. Il Generale Baillaud ha terminato il suo mandato presso lo Stato Maggiore della MONUSCO il 26 luglio 2016. Una cerimonia di addio è stata organizzata presso il quartiere generale MONUSCO a Kinshasa in presenza del Capo di Stato Joseph Kabila e dell’Ambasciatore francese in Congo. Le Nazioni Unite hanno sottolineato che la partenza del contestato Generale francese è strettamente collegata ai tempi previsti per il suo mandato umanitario e non vi è alcun nesso con le accuse rivolte considerate false e frutto di grezza propaganda locale. Accuse considerate inventate ma che hanno costretto l’immettente televisiva filo-governativa France24 a trasmettere un reportage (Getting away with murder in DR Congo) con l’obiettivo di difendere il Generale Baillaud. Nel reportage la figura del Generale viene riabilitata ma il giornalista che commenta fuori campo è costretto ad affermare a più riprese che qualcosa non va nel mandato della MONUSCO in Congo…

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