Schiavone choc: “Rifiuti tossici sotterrati anche nel Salento ed in altre zone della Puglia”

Sono 63 le pagine di verbale desecrato inerente l’audizione di
Carmine Schiavone (pentito del clan dei Casalesi) davanti alla
Commissione ecomafie. “Sandokan” chiamato così per la sua somiglianza
con l’attore Kabir Bedi, è il cugino del boss dei Casalesi Francesco.
Nel verbale, il pentito cita anche la regione Puglia come territorio
avvelenato dai rifiuti tossici smaltiti illegalmente dalla mafia con la
collaborazione della ‘ndrangheta e della Sacra corona unita…
Nel verbale si legge la parola “Infettata”, che il collaboratore di
giustizia, usa per descrivere le condizioni in cui versa il mezzogiorno
ed anche il Salento.
Veleno che arriva dall’estero e che è stato nascosto nel
sottosuolo. Il tutto, per un giro d’affari che all’epoca fruttava
600-700 milioni di lire al mese.
Il documento risale al 7 ottobre del 1997. Il racconto di schiavone
parte dal 1988, quando era ad Otranto e “l’avvocato Tino Borsa e
Pasquale Pirolo fecero una proposta relativa allo scarico di fusti
tossici”, mentre nel Casertano si costruiva una superstrada. Nel verbale
si legge: “Avevamo creato un sistema di tipo militare, con ragazzi
incensurati muniti di regolare porto d’armi che giravano in macchina.
Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza e della polizia.
Ognuno aveva un suo reparto prestabilito”.
“C’erano discariche nelle quali si scaricavano sostanze che
venivano da fuori. Nel Salento, ma sentivo parlare anche delle province
di Bari e Foggia“.
Ma cosa contenevano, e contengono tutt’ora, queste discariche? La
risposta è quella più temuta: “sostanze tossiche, fanghi industriali,
rifiuti di lavorazione, rifiuti radioattivi”, sepolti anche a trenta
metri di profondità, quasi a contatto con le falde acquifere. E il
pensiero corre subito all’elevato numero di tumori riscontrato nel
Salento e ci si chiede se questo fenomeno possa essere in qualche modo
legato anche ai veleni che, secondo le parole di Schiavone, sarebbero
sepolti nel nostro sottosuolo.
E ancora “Con me operava un certo Tonino ’O Zingaro e Lucio Di
Donna, che era di Lecce che aveva grosse influenze a Roma, nel
Liechtenstein; si vantava, ma non so quanto fosse vero, di essere molto
vicino al Grande Oriente d’Italia”. “Che poteva importargli, a loro, se
la gente moriva o non moriva? L’essenziale era il business”.
In merito alla vicenda, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei diritti” ha dichiarato:
“Dall’estate del 2008 a oggi forse finalmente la verità è vicina.
La notte tra il 14 e il 15 giugno di due anni fa veniva ucciso Peppino
Basile ad Ugento (Le), consigliere comunale e provinciale dell’Italia
dei Valori con decine di coltellate. Peppino Basile con le sue denunce e
la sua attività politica ha calpestato diversi interessi e per questo è
stato assassinato. Ora spunta la pista di un possibile interramento di
rifiuti tossici anche nel sottosuolo salentino che il consigliere
ugentino aveva denunciato lanciando l’allarme di un vero e proprio
business camorrista del traffico ed interramento di rifiuti tossici
nella nostra terra”.
In queste ore, è tornata a galla anche la testimonianza di Silvano
Galati, di Supersano affiliato alla Scu sino al 2005, divenuto poi
collaboratore di giustizia. L’uomo aveva svelato dove si trova un sito
trasformato dalla mafia in un cimitero di rifiuti.
La zona è nelle campagne intorno a Casarano, a poca distanza da
aree agricole. A capo delle indagini, il sostituto procuratore Elsa
Valeria Mignone.
Ancora non è chiaro se si tratta degli stessi terreni di cui ha
parlato il pentito Schiavone che ha inoltre dichiarato: “nel giro di
vent’anni moriranno tutti per tumore”.
Fonti per questo articolo: http://www.futuratv.it/cronaca/15120-schiavone-choc-rifiuti-tossici-sotterrati-anche-nel-salento.html
http://www.tagpress.it/ambiente-territorio/il-boss-dei-casalesi-salento-terra-di-rifiuti-tossici/
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