venerdì 29 settembre 2023

LOUISE VON SALOME'

 Louise Von Salomè (conosciuta col nomignolo di Lou) è la donna che, probabilmente, ispirò il poema di Nietzsche "Così parlò Zarathustra".

"Non conformerò mai la mia vita a dei modelli, e non lo faccio per principio, ma c'è qualcosa dentro di me che brucia, e quel qualcosa sono io". 

(Lou)

Una donna sfaccettata, intelligente, libera, dalla profonda e vasta cultura. L'essersi messa al pari degli uomini, senza promuovere battaglie, lanciare slogan (Salomé non si è mai sentita portavoce del genere femminile, non ha mai considerato l'uomo come nemico), anche attraverso il suo corpo androgino da ragazzo mancato, un corpo moderno e inclassificabile che attrae e spaventa perchè rovescia, con la sola presenza, ciò che ci si aspetta da una donna, la promuove da oggetto a soggetto. Considerando l'epoca in cui è vissuta, è già moltissimo. Il fatto che gli uomini di cui si sentiva pari e che tale la consideravano fossero le più grandi menti del suo tempo (e forse per questo non videro in lei una minaccia, piuttosto una risorsa), la rese leggendaria. La sua volontà di potenza, il suo spirito libero ruggente ispirò, probabilmente, il Così parlò Zarathustra di Nietzsche. E non è strano perché la volontà di potenza è anzitutto una condizione mentale e naturale femminile più che maschile, nonché sociale. La donna quando è veramente libera incarna lo spirito primordiale dell'essere umano. Nietzsche lo comprese più di tutti, infatti lo Zarathustra incarna e porta a spasso dentro di sè l'humus femminile per eccellenza! Se non si comprende questo difficilmente di tale opera si potranno cogliere tutte le nuances.



Il razzismo

 "Io sono diventato nero a nove anni, quando sono arrivato in Francia. A scuola hanno cominciato a chiamarmi “Noiraude”, come la mucca nera di un cartone animato in voga all'epoca e ho scoperto di essere nero. Il razzismo comincia così, quando qualcuno ti dice “tu sei nero”: è l’avanguardia di un gruppo di persone che pensano di essere superiori alle altre. Si diventa neri con gli sguardi degli altri. (…)

Vi racconto un aneddoto. I miei figli sono nati in Italia e quando dicevo ai miei compagni che avevo due italiani in casa, sapete cosa mi rispondevano: ma che dici, sono neri. Capite? Ecco, è proprio questa mentalità che va cambiata. La gente ha paura che i neri diventino italiani, uguali a loro. La gente ha paura di questo cambiamento. Il razzismo diventa più forte quando ti rendi conto che l'altro può diventare come te. Dobbiamo accettare che siamo tutti sulla stessa linea, ma è molto difficile quando la storia ti ha messo in una posizione di superiorità.

La mia convinzione è che, contro il razzismo, l'unica arma possibile sia una trasformazione nel modo di pensare".

Lilian Thuram ex calciatore, Ambasciatore Unicef dal 2010, ha scritto due libri: Le mie stelle nere e Per l’uguaglianza (Add editore).

Questo accadeva alcuni anni fa, ma la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. Sono tanti i morti nel Mediterraneo o alle frontiere o nei deserti, sono persone che lasciano la loro terra per andare altrove in un luogo dove poter cambiare la loro esistenza o poter realizzare un sogno importante. Sono persone di cui non ci si occupa veramente. Dobbiamo renderci conto che non siamo di fronte ad una immigrazione, noi siamo di fronte ad una migrazione che è cosa diversa. L’immigrazione, come è stata l’immigrazione degli italiani in America, è un fenomeno controllabile politicamente, le migrazioni non lo sono, l’Europa nei prossimi anni, nei prossimi decenni sarà forzatamente un continente colorato, una grande mescolanza di razze e culture, se ci piace sarà così, come diceva Umberto Eco, e se non ci piace sarà così lo stesso, questa cosa non è fermabile, non è contenibile, soltanto un cretino può pensare di fermare le migrazioni. (Gino Strada)




mercoledì 27 settembre 2023

Questa é devastante, semplicemente devastante.

 Il James Webb ci dimostra l'ennesima stravolgente prova di forza dei suoi strumenti osservando la galassia irregolare NGC 6822. 

Come dite, la galassia non la vedete? Beh tenetevi forte perchè in realtà quelle che state vedendo sono proprio le stelle di quella galassia. Stiamo guardando le SINGOLE stelle con un dettaglio senza precedenti di una galassia lontana quasi due milioni di anni luce. Centinaia di migliaia, milioni di stelle.

Non solo, perchè -come sempre bisogna fare- osservando in dettaglio si vedono cose ancora più incredibili: sullo sfondo, piccole ma definite, si vedono ALTRE galassie!

No dico, rendetevi conto; stiamo osservando attraverso le polveri di una galassia milioni di sue stelle attraverso le quali si scorgono galassie lontanissime. Una sorta di inception cosmico possibile solo grazie alla straordinaria risoluzione del James Webb e alla sua capacità di osservare nell'infrarosso che ci permette di guardare "attraverso" le polveri, che -per una loro proprietà fisica- sono pressochè trasparenti a queste lunghezze d'onda.

Chiaramente per noi l'infrarosso è invisibile, ma gli scienziati hanno traslato i colori in modo da rendere blu-azzurrine le stelle più brillanti, coerentemente con quanto avviene nel visibile.

Matteo - FB-Chi ha paura del buio

Credits: ESA/Webb, NASA & CSA, M. Meixner




venerdì 22 settembre 2023

ZARATUSTRA

 Pubblico integralmente questo discorso di Zarathustra per far comprendere di cosa si tratta.

Del nuovo idolo.

"V'hanno ancora in qualche luogo popoli e greggi, ma presso noi, o miei fratelli, non v'hanno che Stati.

Stato? Che cosa è ciò? Aprite or bene gli occhi, poi che ora vi dirò della morte dei popoli.

"Stato" si chiama il più freddo di tutti i mostri. È freddo anche nel mentire; e la menzogna ch’esce dalla sua bocca è questa: "Io, lo Stato, sono il popolo!".

È una menzogna! Quelli che suscitarono i popoli infondendo in loro la fede e l'amore furon creatori: perchè in tal modo giovarono alla vita.

Distruttori invece sono costoro che tendono trappole a molti e le chiamano Stato: essi appendono sul lor capo una spada e cento desideri.

Il vero popolo non comprende lo Stato e lo odia come il mal occhio o come un peccato contro il costume e il diritto.

Questo vi sia il mio insegnamento: Ogni popolo parla a suo modo del bene e del male; e il suo linguaggio non è compreso dal vicino. Questo linguaggio egli lo foggiò secondo i suoi usi e i suoi diritti.

Ma lo Stato mente in tutte le lingue sul conto del bene e del male; mente qualunque cosa egli dica; - e tutto ciò che possiede è rubato.

Tutto è falso in lui: egli morde con denti rubati, e morde bene. Falsi sono pure i suoi visceri.

Babele del bene e del male: ecco la divisa dello Stato. In verità questa divisa significa la volontà di morire: è un segnale che attrae i predicatori della morte.

Troppi sono gli uomini: per quelli che son di troppo fu inventato lo Stato.

Guardate un pò come esso li attira a sè, quelli che son di troppo! Come li ingoia, come li mastica e rimastica!

"Sulla terra nulla è di me più grande; io sono il dito di Dio" - così rugge il mostro. E non cadano in ginocchio gli orecchiuti e i miopi soltanto.

Ahimè, anche in voi, o anime sublimi, egli insinua le sue tristi menzogne! Ahimè, egli sa indovinare i cuori ricchi che amano prodigarsi!

Sì, egli ha indovinato anche voi, o debellatori dell’antico Dio! La lotta vi stancò, e la vostra stanchezza ora serve al nuovo idolo!

Il nuovo idolo vuol trarre a sè anche gli onesti e gli eroi. Egli si bea volentieri nella luce solare delle buone coscienze - il freddo mostro!

Tutto egli vuol dare a voi, se voi lo adorate: in tal modo s'acquista lo splendore di una nuova virtù e lo sguardo dei vostri occhi superbi.

E con voi egli vuole adescare anche coloro che son di troppo! Sì, con ciò fu inventato un artificio infernale, un corsiero della morte tintinnante negli adornamenti divini.

Sì, la morte di molti con ciò fu inventata, una morte che si dà a credere vita: un dono senza pari per i predicatori della morte!

Lo Stato è là dove tutti, buoni e cattivi, si ubbriacono di veleno: là dove tutti perdono sè stessi: là dove il lento suicidio di tutti si chiama "vita".

Guardate un pò questi uomini inutili. Essi s’appropriano le opere degli inventori e i tesori dei savi: e chiamano educazione il lor furto. Mercè loro tutto si tramuta in malattia e in miseria!

Guardate un pò questi uomini superflui! Essi sono sempre ammalati, e vomitano il lor fiele, cui hanno dato il nome di gazzetta. Essi si divorano a vicenda, ma non sanno neppur digerirsi. Guardate un pò questi superflui! Acquistano ricchezze e con ciò diventan più poveri. Ambiscono la potenza, e anzitutto il grimaldello della potenza: danaro, molto danaro.

Guardate come s'arrampicano, queste agili scimmie! s’arrampicano l'una sull'altra, e vanno a finir tutte nel fango e nell'abisso.

Tendono tutti al trono: la lor follia li spinge - come se sul trono fosse la felicità.

Spesso sul trono sta il fango - e molte volte anche il trono è sul fango!

Pazzi son tutti costoro; pazzi, e scimmie.

Il loro idolo male adora - il freddo mostro: - e tutti puzzano, questi adoratori dell'idolo.

O miei fratelli, vorreste forse esser soffocati dall'alito delle or pudrite bocche e delle loro malsane bramosie! Piuttosto spezzate i vetri alle finestre e salvatevi all’aria libera!

Fuggite il cattivo odore! Fuggite l’idolatria degli uomini inutili. Fuggite il cattivo odore! Allontanatevi dai tristi vapori che si esalano da questi sacrifizi umani!

Ancora la terra è libera per le anime grandi. Ci sono molti posti ancora per le anime solitarie e le gemelle, intorno alle quali aleggia il profumo di mari tranquilli.

Ancor libera è la vita; libera per le anime libere. In verità chi poco possiede è poco posseduto: sia lodata una siffatta povertà: solo là dove lo Stato cessa d’esistere incomincia l’uomo non inutile: di là solo incomincia l'inno del necessario, il ritornello uniforme.

Là dove lo Stato cessa d’esistere - ma guardate un pò là, miei fratelli: Non vedete laggiù l'arcobaleno, e i ponti dell'oltreuomo?".

Così parlò Zarathustra.

Ispirato da questo brano ho scritto per voi :VERGOGNA

Sono tante le parole che si spendono nel web per condannare tutte le brutture alle quali assistiamo senza che possiamo fare qualcosa per cambiarle.

E sono solo parole perchè le nostre azioni sembrano non dare alcun risultato e ci rendiamo sempre più conto di essere in una posizione di stallo, ma non solo in Italia...uno sguardo più allargato ci fa vedere che anche il resto del mondo è in brutte acque...

I politici la chiamano crisi mondiale e se ragioniamo bene in fondo è proprio così..una crisi che investe tutti ...ma chi l'ha provocata questa crisi.

La crisi mondiale non ci mostra ricchi che stanno soffrendo, ma solo tanti tanti poveri senza mezzi per sopravvivere e che sono i soli a sentire questa crisi della quale parlano i politici. Certamente qualcosa manca a questo mosaico, non sono stati certamente i poveri a causare la crisi mondiale, non sono stati coloro che hanno sempre e solo preso le briciole a mandare in crisi l'economia e fare aumentare i prezzi in maniera vertiginosa che più in alto di così non si può andare. I politici continuano a girarci intorno creando una situazione di grave disagio esistenziale, una manovra per far zittire tutti, per far credere che dobbiamo continuare a fare sacrifici per salvare l'economia, le industrie, il deficit monetario...non sappiamo più quante altre rinunce si debbano fare e sempre da parte di chi ha molto poco.

E' facile così fare politica..chiedere agli operai e ai lavoratori dipendenti di pagare le tasse, di rinunciare agli aumenti di stipendi, stipulare rinnovi di contratti capestri...far zittire il dissenso come se fosse un male da eliminare e tutto perchè: c'è il padrone che te lo ordina e il padrone ha il volto del capo di governo, del ministro dell'economia, del capo dell'industria, del proprietario delle banche e delle multinazionali che certo non hanno problemi ad arrivare alla fine del mese e il loro lavoro???? Facile facile..comandare e farsi ubbidire da una massa di persone che non ci capisce più nulla di quello che accade...è allo sbando completo in uno stato di ipnosi dove capisce solo quello che gli ripetono da un pò di anni: c'è la crisi ..non puoi ribellarti, devi rinunciare a tutto anche ai tuoi diritti...

Vergogna ..mille volte vergogna..la crisi c'è solo per i lavoratori, per tutti gli altri c'è sempre una scappatoia per rubare ai poveri e stare bene...portare i guadagni e le industrie all'estero e arricchirsi in modo smodato, amorale, senza ritegno e senza pagare tasse facendo credere che è anche per il nostro bene...svegliatevi non si può continuare a subire, non si può continuare a sentirsi ripetere che stanno lavorando per noi mentre ci rubano anche l'anima e i pensieri...vergogna sempre che siano capaci di farlo, visto che uomini di malaffare sono al governo e vi fanno credere che non è vero e che sono menzogne.

Bisogna riprendersi i propri diritti tutti insieme abbattendo anche i confini tra le nazioni perchè i lavoratori sono sfruttati ovunque e non lasciatevi ancora convincere che i posti di lavoro non ci sono perchè qualcuno è venuto da fuori a rubarvelo...non è vero è una sporca bugia come tante...i posti di lavoro non ci sono perchè sono incapaci di crearli,i padroni pensano solo al proprio tornaconto, la fame nel mondo c'è perchè hanno ridotto nazioni ricche di risorse in poveri affamati dipendenti dalla tavola dei più ricchi.

La verità ricordatevelo è una sola: una comunità funziona se tutti i componenti sono inclusi e condividono tutto equamente...quando questo non avviene, la comunità degli uomini è stata divisa perchè una parte è ridotta al rango di schiavi da una classe di prepotenti e arrivisti.

Vergogna..hanno ucciso gli ideali e i valori più importanti della vita e questo non è perdonabile...vergogna anche per quelli che hanno pensato che si può sostituire la giustizia con il denaro..che si può sostituire l'amore e la solidarietà con l'egoismo ...vergogna anche per noi che stiamo dormendo e abbiamo dimenticato che ogni uomo ha un sogno e non si possono uccidere i sogni.(Angela Baldi)





giovedì 21 settembre 2023

RUMI

 

"Dove regna l'amore, cresce la saggezza: un viaggio attraverso gli insegnamenti di Rumi. 

" Domande e risposte

Accompagnato da questa citazione di Rumi:

"Non accontentarti delle storie che ti vengono davanti. Spiega il tuo mito. "

**Q1:** Chi era Rumi?

**A1:** Rumi, nome completo Jalāl al-D īn Mu ḥammad R ūm ī, è stato un poeta, giurista, studioso islamico, teologo e mistico sufi del XIII secolo. È noto soprattutto per la sua poesia e gli insegnamenti sull'amore, la spiritualità e la trasformazione interiore.

**Q2:** Qual è il tema centrale degli insegnamenti di Rumi?

**A2:** Il tema centrale degli insegnamenti di Rumi è la ricerca dell'illuminazione spirituale, che spesso ha descritto come il viaggio dell'anima alla ricerca dell'unione con il divino. L'amore, particolarmente divino, è un tema ricorrente e centrale nei suoi scritti.

**Q3:** Qual è il significato della poesia di Rumi?

**A3:** La poesia di Rumi è rinomata per la sua profondità e il suo fascino universale. Serve da guida per gli individui che cercano una crescita spirituale e una comprensione più profonda dei misteri della vita. La sua poesia spesso trascende i confini religiosi e culturali.

**Q4:** Qual è la tradizione del "derviscio vorticoso" associata a Rumi?

**A4:** I "dervisci vorticosi" sono seguaci dell'Ordine Mevlevi fondato dai seguaci di Rumi. Eseguono una danza unica e meditativa conosciuta come il "Sama", che simboleggia il vortice dei pianeti e il viaggio del cercatore verso la vicinanza spirituale a Dio.

**Q5:** Puoi spiegare il concetto di Rumi di "amore divino"?

**A5:** Il concetto di amore divino di Rumi, spesso definito "ishq-e-haqiqi" o "amore vero", è l'idea di un amore intenso e onnicomprensivo per il divino. È un amore che va oltre il mondo fisico e materiale, conducendoci verso l'illuminazione spirituale e l'unione con Dio.

**Q6:** Come sottolinea Rumi l'importanza dell'autoriflessione?

**A6:** Rumi incoraggia spesso l'autoriflessione, nota come "muraqaba" nella tradizione Sufi. Egli crede che guardando dentro ed esaminando i propri pensieri, le proprie azioni e le proprie intenzioni, gli individui possano raggiungere una comprensione più profonda di se stessi e del loro viaggio spirituale.

**Q7:** Qual è il significato dell'uso di Rumi delle metafore e delle allegorie nella sua poesia?

**A7:** Rumi usa spesso metafore e allegorie nella sua poesia per trasmettere verità spirituali e idee complesse in modo più accessibile e accattivante. Questi dispositivi letterari rendono i suoi insegnamenti memorabili e memorabili.

**Q8:** Come si possono applicare gli insegnamenti di Rumi nella loro vita quotidiana?

**A8:** Applicare gli insegnamenti di Rumi implica praticare l'amore, la compassione, la riflessione di sé e la consapevolezza nella vita quotidiana. Si tratta di coltivare una profonda connessione con il divino e lottare per la pace interiore e l'illuminazione.

**Q9:** Qual è il punto di vista di Rumi sull'importanza dell'unità e della tolleranza?

**A9:** Rumi ha sottolineato l'importanza dell'unità tra tutte le persone, indipendentemente dal loro background religioso o culturale. Credeva nella tolleranza, nell'inclusività e nell'idea che tutti gli esseri umani condividano un'essenza spirituale comune.

**Q10:** Qual è il significato della famosa citazione di Rumi: "Lasciati attirare silenziosamente dalla strana tirata di ciò che ami davvero"?

**A10:** Questa citazione incoraggia gli individui a seguire le loro passioni e desideri più profondi, poiché possono portare alla crescita spirituale e alla realizzazione. Rumi consiglia alle persone di fidarsi della loro guida interiore nel loro viaggio verso il divino.



mercoledì 20 settembre 2023

ERACLITO

 ERACLITO era veramente "oscuro", cioè poco chiaro nel suo enunciato? Oppure troppo avanti rispetto al suo tempo per essere compreso? Di certo un pre-socratico che influnzò molta filosofia post-socratica appunto perché le sue asserzioni affascinavano, anche se apparivano enigmatiche. "Ethos", "anthropoi", "daimon": queste tre parole attribuite al filosofo Eraclito di Efeso vengono interpretate in diversi modi a causa del suo stile ritenuto enigmatico, oracolare. "Ethos" si può tradurre con "carattere"; "anthropos" è l'essere umano; "daimon": è un essere (demone) interposto tra ciò che è divino  e ciò che è umano. per l'antica filosofia greca il daimon aveva la funzione di intermediario tra l'uomo e il divino, invece per la religione politeista greca esso ostacolava le due dimensioni. In Eraclito allude al destino dell'individuo. Le suddette tre parole sono di solito tradotte con la frase  "il carattere di un essere umano è il suo destino". Ma invertendo la frase si può leggere anche con significato opposto: "il destino è per l'essere umano è nel suo il carattere". Nella lingua greca entrambe le traduzioni  sono valide ma cambia il significato. Nel primo caso Eraclito afferma che il nostro carattere determina il nostro destino; il carattere condiziona l'agire dell'individuo. Nel secondo caso è il contrario: è il destino che determina il nostro carattere e la nostra esistenza. L'elemento decisivo è il carattere. Infatti, per esempio, una persona coraggiosa o impulsiva decide diversamente da una persona prudente e riflessiva. Ma il carattere, ciò che siamo e diventiamo, dipende da noi? Difficile rispondere. "Daimon" rinvia ad "eu-daimonia", al buon demone, al destino favorevole, condizione necessaria per la vita serena, connessa con la libertà, liberi di scegliere e padroni della propria vita nel bene o nel male. La scoperta dell'inconscio, le ricerche sul funzionamento del  cervello evidenziano che molto di ciò che facciamo e siamo dipende da fattori che sfuggono al nostro controllo. Anche i condizionamenti sociali sono molto importanti. Socrate ebbe difficoltà a comprendere gli aforismi di Eraclito: "Ciò che si comprende è eccezionale, per cui desumo che anche il resto lo sia, ma per giungere al fondo di questa parte bisognerebbe essere un tuffatore di Delo", cioè un tuffatore senza filosofia (forse Socrate voleva indicare uno che non si pone domande?). Tuttavia Eraclito influenzò alcuni filosofi successivi: da Platone allo stoicismo, la cui fisica ripropone in gran parte la teoria eraclitea del logos. Aristotele, che si suppone abbia letto  i testi di Eraclito, lo definisce "l'oscuro", perché criptico, ambiguo. Aristotele, che mal sopportava le ambiguità di Eraclito, era convinto che il carattere di una persona, una volta formato, è difficile cambiarlo, perciò è importante l'educazione, la paideia.

Infine si tratta solo di interpretazioni: dove sta il torto? Dove la ragione? Eraclito era od è oscuro solo per le menti oscure e ambigue, non lo è stato certamente lui!

Giovanni Provvidenti


lunedì 18 settembre 2023

Questa immagine é sensazionale.

 State vedendo le immagini DIRETTE di un altro sistema stellare a oltre 4 milioni di miliardi di km da noi! E non un sistema stellare qualsiasi: cosa sono quei pallini bianchi?

Al centro, la stella principale (A), attorno alla quale orbita una nana marrone (B), ovvero una vera e propria stella mancata in cui la massa non è abbastanza grande da innescare il bruciamento di idrogeno in elio ma più massicce di pianeti come Giove (tra le 13 e 80 volte la massa di Giove), abbastanza per attivare la fusione del deuterio e in alcuni casi del litio.

La stella A ha in realtà una compagna lontana, una stella di piccola massa (C). Finora questo sistema già straordinario, chiamato HIP 81208, si pensava fosse costituito da due stelle e una nana marrone. Ma nuovi dati, o meglio la re-analisi di vecchi dati presi con il Very Lrage Telescope, hanno rivelato l'ulteriore eccezionalità di HIP 81208: attorno alla stella più piccola è stato infatti trovato un quarto oggetto, circa 15 volte la massa di Giove. Un gigantesco pianeta gassoso, situato proprio in quel confine di massa tra nana marrone e pianeta gigante gassoso. 

Un sistema di quattro corpi quindi, unico nel suo genere che permette di ricavare migliori informazioni su come si possano formare ed evolvere sistemi multipli come questo, potenzialmente non troppo rari nell'universo.

Matteo -Gruppo; Chi ha paura del buio?

Credits: ESO/A. Chomez et al.




domenica 17 settembre 2023

Quante stelle ci sono nella nostra Galassia?


Si stima che la Via Lattea contenga da 200 a 400 miliardi di stelle, ma questo numero è ancora incerto, perché tuttora incerta è la stima delle stelle di piccola massa.

La Via Lattea è larga 100.000 anni luce e spessa circa 1.000 anni luce: se esistesse un modello in scala della Galassia largo 130 km, diciamo posizionato tra Torino e Milano con centro galattico a Vercelli, l'intero nostro sistema solare sarebbe una microscopica pallina di 2 millimetri dalle parti di Vigevano. Impressionante vero?

In questa splendida foto di Alex Tudoricâ, scattata sopra la laguna salata Cejar nel deserto di Atacama in Cile, possiamo cogliere parte della magnificenza nella quale viviamo, troppo spesso inconsapevolmente: miliardi e miliardi di stelle intorno al nostro piccolo Pianeta, che verso il centro della Galassia si addensano e danno origine allo spettacolo che gli antichi greci chiamarono Γαλαξίας, da galaktos, latte appunto.

Zeus, invaghitosi di Alcmena, la sposa del Re Anfitrione, la ingravidò. Nacque Ercole, che Zeus portò sull'Olimpo per farlo allattare da sua moglie Era, addormentata. Lei si svegliò, e scoprendo questo figlio non suo, lo scacciò: il latte schizzò e bagnò il cielo, dando origine alla Via Lattea.

Fuggite dalle città, cercate un'altura lontana dall'inquinamento luminoso e perdetevi con lo sguardo verso il cielo notturno. Anche la vostra fantasia viaggerà all'infinito, come quella degli antichi greci.

Auguro a tutti voi una splendida giornata.

Un abbraccio,

Massimiliano- Gruppo FB- Chi ha paura del buio?



venerdì 15 settembre 2023

UNA STELLA IN FASCE!

Nuova fantasmagorica immagine fresca fresca dal James Webb Space Telescope! Questa volta l'occhio più potente a nostra disposizione ci porta nel cuore di una stella in formazione a circa 1000 anni luce di distanza, in direzione della costellazione del Perseo.

Si tratta di HH 211, sigla che significa "211esimo oggetto di Herbig-Haro", un catalogo elaborato da questi due astronomi che include protostelle in formazione e circondate da vasti gusci di gas e polveri. La loro caratteristica più interessante è la forma: dal nucleo della stella in formazione erompono due immensi getti di gas luminoso, in moto a centinaia di km/s.

I dettagli dell'immagine di Webb sono da capogiro: vediamo con squisito dettaglio la struttura dei getti di gas eruttati dalla stella, in particolare dei cosiddetti "bow shock". Sono le cosiddette "onde di prua" generate da gas in moto ad alta velocità attraverso il mezzo interstellare, quegli archi luminosi che si succedono agli estremi del getto di gas. Più vicino alla protostella invece vediamo tali getti come una sottile collana di perle, indicando che la produzione di questo fenomeno è intermittente, pulsata.

Il centro dell'oggetto è invece offuscato, come se ci fosse una nebbia fumosa e nerastra: quella è la crisalide vera e propria della protostella, al cui centro il gas sta collassando e addensandosi sempre di più. Gas e polveri sono così densi da impedirci di vedere attraverso, e la presenza dell'astro nascente è denunciata proprio da quei due enormi getti di materia. Al momento la protostella possiede appena l'8% della massa solare, ma quando avrà terminato la sua formazione sarà molto simile alla nostra stella. In pratica, JWST ci sta facendo vedere un'ecografia del nostro Sole prima che nascesse!

La ripresa è stata fatta nell'infrarosso vicino, la radiazione in cui il JWST è specialista, e mostra dettagli 10 volte superiori alla migliore immagine mai realizzata con Hubble di HH 211. Oggetti di questo tipo sono talmente interessanti che alcuni li stiamo studiando da decenni, ed è stato possibile assemblare dei timelapse che mostrano il gas dei getti in movimento!

-Lorenzo

Immagine: ESA/Webb, NASA, CSA, Tom Ray (Dublin)



martedì 12 settembre 2023

Il concetto di aristocrazia in Nietzsche

 Vi è un equivoco di fondo da parte di molti lettori nel loro valutare le parole di Nietzsche; per esempio il suo concetto di aristocrazia. Questo deve essere inteso esclusivamente come un atteggiamento di dignità, di eticità, di nobiltà dei sentimenti, di pathos della distanza; non è affatto un atteggiamento prevaricatore, dispotico e cose simili, quindi il suo umanesimo, per così dire aristocratico, in un certo senso è pop; naturalmente non trascura il fatto che ci debbano essere delle guide, ma non certo dei tiranni! "Ogni elevazione del tipo umano è sempre avvenuta in una società aristocratica", egli dice, ma cos'è una società aristocratica se non l'apprendimento di quei valori che dall'individuo si riversano nella collettività per far sì che le masse diventino popoli? Da troppi secoli ci sono (specie in occidente) marasma di genti ammassate intorno a qualche ideologia o politica o religiosa, oppure qualcos'altro che trasforma le società in ovilismo; accozzaglia di idee e di valori che rendono ognuno un infimo soggetto, seppure si tratta di un soggetto che ha il potere di comandare. Siffatto marasma e accozzaglia di idee e infimi soggetti la chiamiamo democrazia, in realtà si tratta di un despotismo recondito nel cui interno il concetto giuridico di libertà spinge gli individui ad una bassa quanto deleteria lotta tra i diversi ceti sociali, non di rado tra uguali ceti sociali. 

"Gli uomini non sono uguali", dice ancora Nietzsche: bisogna partire da tale "sunto aristocratico" perché ci sia la giusta distanza tra individui in grado di convivere in queste moderne società senza capo ne coda. 

Infine, l'oltreuomo non è un soggetto appannaggio di una élite: persino un ultimo uomo può aspirare di diventarlo, anzi non è raro che proprio un ultimo uomo sia diventato un oltreuomo, appunto perché è stato capace di andare oltre se stesso. 

Giovanni Provvidenti


venerdì 8 settembre 2023

Solitudine e pathos della distanza

 Spesso pensiamo alla solitudine come a una sorta di eremo, un luogo lontano dagli uomini, come se fosse un mondo dietro il mondo, il rifugio salvifico che ci siamo creati dentro di noi. Ma se ci fossimo soltanto creati un nulla interiore per annientare la nostra coscienza? Restare da soli con se stessi a volte implica possedere in animo una cospicua dose di nichilismo perché si rinuncia a tutto, al proprio io, alla propria istintualità, alla propria socialità interiore, rimanendo indifferenti dinanzi agli scorci mondani e alle tragedie che lo specchio della vita ci mostra come fosse una commedia dell'arte, uno spettacolo anfiteatrale in tutti i sensi. Tale fuga è tipica dell'eremita, del santo che cerca di sfuggire a se stesso, mentre si recita addosso la menzogna che in realtà và in cerca di se stesso. No, io penso che la solitudine non sia un eremo, o meglio, che non debba esserlo, penso altresì che chi cerca solitudine alla fine trova solo abbandono. La solitudine è qualcosa che somiglia al pathos della distanza, qualcosa che ci fa sentire sotto e sopra di noi lo spazio necessario della disuguaglianza, della diversità e non si pone la domanda fatidica che diviene una sorta di prigione per la coscienza: cos'è solitudine? Ecco le miriadi di risposte che saltellano e danzano davanti a noi, e come satiri e pagliacci ridono e sghignazzano costruendoci intorno il deserto! Il deserto cresce: guai a chi porta in serbo il deserto, canta il mago, e si dilegua nel nichilismo di ogni parola che riesce a far diventare simbolo! Infine gli altri ci sono necessari, egoisticamente necessari per andare oltre noi stessi; perciò la "solitudine", in verità, ci sottrae spazio vitale seppur si espande d'intorno come un deserto, come un destino trachiuso in un granello di follia o di ragione, ci sottrae la capacità di sentire le voci e gli echi dei mille logos che parlano dentro di noi, dei mille discorsi che divengono effluvio di sapienza nelle nostre vene, come il mitico fiume pantareico: effluvio di sangue della conoscenza. No, la solitudine non può essere un eremo, bensì il pathos della distanza. Chi è diverso è solo! Chi non somiglia a nessuno è solo! Chi vuole ciò che altri non vogliono è solo! E si è più soli là dove la folla tace piuttosto che dove ciancia ad alto tono: bisogna saper ascoltar dove la parola è il peggio che si possa udire per poter comprendere la solitudine - ed imparare ad ascoltar se stessi. Allora si ritrova se stessi e si fugge lontano dagli uomini cavalcioni il proprio pensiero, il proprio silenzio.

Giovanni Provvidenti



 

 

IL “SECONDO CERVELLO” È NELLA PANCIA: L’INTESTINO COME CENTRO DELLE EMOZIONI!

 E’ capitato a tutti, almeno una volta, di sentire “le farfalle nello stomaco”; la sensazione è inconfondibile ed è una delle possibili emozioni che la pancia comunica all’organismo.

Non si tratta, soltanto, di emozioni negative come ansia, paura, angoscia o dolore, ma può essere anche espressione di sensazioni positive come una gioia improvvisa ed inaspettata e, perché no, un vero e proprio colpo di fulmine.

L’idea che nell’intestino umano abbia sede un secondo cervello non è un’ipotesi remota, ma appare suffragata anche da basi scientifiche consolidate.  E’ capitato a tutti, almeno una volta, di sentire “le farfalle nello stomaco”; la sensazione è inconfondibile ed è una delle possibili emozioni che la pancia comunica all’organismo.

Non si tratta, soltanto, di emozioni negative come ansia, paura, angoscia o dolore, ma può essere anche espressione di sensazioni

“La teoria dei due cervelli poggia su solide basi scientifiche. Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. Nei prossimi anni potremmo scoprire che il cervello dell’addome è la matrice biologica dell’inconscio. Una scoperta importante per gli uomini quanto quella di Copernico sul sistema solare” Michael D. Gershon

Ancora: “Due occhi, due braccia, due gambe e due cervelli, uno pulsante in testa e l’altro attivissimo nella pancia: questo è l’essere umano secondo Michael D. Gershon.
E’ interessante la recente teoria, sostenuta scientificamente dal neurobiologo Michael D.Gershon dell’Istituto di Anatomia Umana della Columbia University, dell’esistenza di un “cervello nella pancia”. Sino ad oggi si pensava che il sistema nervoso enterico regolasse funzioni quali l’assorbimento delle sostanze alimentari, la secrezione, l’afflusso di sangue e linfa, e la peristalsi con la quale il cibo passa nel canale digerente. E’ interessante notare che a differenza di altri circuiti neuronali periferici, quello intestinale funziona anche se si tagliano le connessioni (fibre nervose) con il cervello ed il midollo spinale cioè se isoliamo un pezzo di intestino e lo mettiamo su un tavolo esso continua a funzionare. La vescica, per esempio, l’apparato respiratorio ed i sistemi muscolari al contrario necessitano di una sovrintendenza dei centri cerebrali per funzionare.
Diversamente dai neuroni contenuti nella scatola cranica, quelli sparsi in tutto il resto del corpo possono essere “massaggiati”, sia con il vero massaggio che stimola i corpuscoli tattili e i recettori fibro muscolari e tendinei, sia con il movimento. Inoltre i centri nervosi viscero-addominali possono essere stimolati col respiro, come insegnano tutte le discipline orientali. Il midollo spinale contenuto nel canale vertebrale della spina dorsale si trova in una condizione intermedia in cui i movimenti del rachide agiscono meccanicamente su di esso in modo indiretto. L’azione meccanica su queste strutture neuronali ha sicuramente come effetto una variazione del flusso sanguigno e quindi dell’apporto di ossigeno e nutrienti ma non è stato ancora affrontato scientificamente il problema dell’effetto meccanico su queste sensibilissime cellule