venerdì 27 dicembre 2013

Italia "tossica": top ten dei siti più inquinati

A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)

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Il polo petrolchimico di Porto Marghera, in provincia di Venezia, ha riversato nella Laguna di Venezia e nell'Adriatico milioni di tonnellate di rifiuti tossici dalla fine dell'Ottocento ai giorni nostri. Tra i veleni riscontrati nei terreni e fondali della Laguna si va dalle diossine ai policlorobifenili, dal cloruro di vinile monomero, usato nella produzione di plastiche - all'arsenico, dai metalli pesanti ai fosfogessi radioattivi e decine di altre sostanze tossiche e cancerogene.


A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)

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Il polo petrolchimico di Gela nasce alla fine degli anni Cinquanta per sfruttare i giacimenti petroliferi scoperti nel 1956. Sul territorio vi è contaminazione da idrocarburi e metalli pesanti di suolo, fondali marini e falde, e la cronica penuria d'acqua per le inefficienze del dissalatore gestito dal petrolchimico.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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A Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, nasce all'inizio degli Anni Cinquanta uno dei poli petroliferi, petrolchimici e chimici più importati d'Italia, estendendosi in seguito anche ai comuni di Augusta, Melilli, Siracusa, Floridia e Solarino. Gli agenti inquinanti sono idrocarburi, solventi, amianto, mercurio e altri metalli pesanti.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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A Taranto negli anni sessanta fu costruito un gigantesco polo siderurgico, una raffineria e vari cementifici. La città divenne così un polo industriale e navale strategico per l'economia italiana, uno dei più imponenti d'Europa. A causa della cronica inadeguatezza dei controlli ambientali il territorio circostante l'area industriale è pesantemente contaminato, soprattutto da diossina, metalli pesanti, idrocarburi.




A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Le fabbriche chimiche furono inaugurate nel 1915 a Pieve Vergonte in Val D'Ossola per la produzione di gas bellici utilizzati durante il primo conflitto mondiale. Dopo la guerra la produzione venne convertita a sostanze per usi civili, altrettanto pericolose come acido solforico, ammoniaca, urea (un fertilizzante) e ancora cloro e suoi derivati, fra i quali anche il DDT (dicloro-difenil-tricloroetano), un potente pesticida messo al bando in occidente negli anni '70 perché cancerogeno e teratogeno.


A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Eternit è un impasto di cemento e fibra d'amianto, (fibrocemento) ed è anche il nome dell'industria che lo produceva. Gli stabilimenti Eternit aprirono a Casale Monferrato nel 1907. Si producevano lastre ondulate per tetti, tubazioni e rivestimenti. Grazie a finanziamenti pubblici oggi gli stabilimenti sono stati bonificati ed è in corso lo smaltimento dei manufatti in cemento-amianto disseminati nel territorio.




A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Il polo petrolchimico di Mantova fu costruito nel 1957 sul fiume Mincio attorno alla città. Si producono oggi materie plastiche e fibre sintetiche e fino al 1991 funzionava anche un impianto cloro-soda a mercurio. I primi sistemi di trattamento delle acque reflue del cloro-soda furono installati negli anni '70, nel frattempo nei terreni, sui fondali del lago e del fiume Mincio e nelle acque di falda si sono accumulati mercurio e idrocarburi.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Le industrie Caffaro di Brescia nacquero nel 1909 per produrre soda caustica e cloro, antiparassitari (fino al 1957 anche DDT (diclorodifeniltricloroetano) e PCB (policlorobifenili). Fino alla fine degli anni Sessanta le acque reflue sono state scaricate direttamente nelle rogge per l'irrigazione dei campi senza alcun trattamento, e così PCB, diossine e sono stati sparsi nel terreno e sono 'passati' a coltivazioni e allevamenti, e quindi alle persone.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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Il polo chimico Enichem di Manfredonia entrò in funzione nel 1971 per la produzione di fertilizzanti e caprolattame da cui si ricavano fibre sintetiche. I controlli sugli scarichi e sulla sicurezza degli impianti sono stati inadeguati e gli incidenti con fughe di sostanze tossiche si susseguirono nel corso degli anni. Il polo chimico chiuse nel 1994.



A Marghera il luogo più inquinato d'Italia - 1 (© Ansa)
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La discarica di Contrada Pisani fu aperta nel secondo dopoguerra per ricevere i rifiuti solidi urbani di Napoli. A causa dell'inadeguatezza dei controlli la criminalità organizzata riuscì a smaltirvi considerevoli quantità di rifiuti speciali e tossici, per i quali la discarica non è adatta, provocando così la contaminazione dei terreni. Anche la discarica di Pianura, come tutti i poli industriali precedentemente elencati, è stata inserita nella lista dei siti contaminati dell'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.(ANSA)

sabato 21 dicembre 2013

L'ultima puntata del"Racconto del sole"

Cari amici delle stelle, siamo infine giunti alla conclusione della nostra storia, godetevi l'ultima puntata de #IlraccontodelSole!

"Morte" - Ep. 13

Il nostro Sole ha brillato per più di 12 miliardi di anni. È un tempo immenso, che fatichiamo a comprendere. Nel suo affannoso rantolare finale la nostra stella ha espulso nello spazio tutto ciò che avvolgeva il nucleo (l'inviluppo), lasciandolo completamente esposto.
Questa sfera supercompatta è composta essenzialmente di carbonio ed ossigeno ed è ancora circondata da una sottile pellicola che fonde il poco elio rimasto, alla temperatura superficiale di milioni di gradi: stiamo letteralmente osservando il nucleo senza il resto della stella in mezzo!

L'elevata temperatura e luminosità di questo residuo causano l'emissione di radiazioni ionizzanti, specialmente UV, che "accendono" gli strati espulsi, in un'ultima esplosione di bellezza dalla effimera durata: una nebulosa planetaria. Avete sicuramente visto innumerevoli esempi di questi meravigliosi oggetti, nella Via Lattea ne sono state individuate più di 15.000. Effimera, perché questo dipinto finale dura solo poco più di 10.000 anni.

Il nucleo del Sole, ormai privato di una fonte di energia interna, si contrae, ma non riesce più ad innescare ulteriori reazioni di fusione. Non appena le ultime reazioni termonucleari si esauriscono, ciò che rimane del Sole riduce la propria luminosità molto bruscamente, fino a pochi centesimi di quella attuale. La nebulosa si spegne, la luce scompare. La morte del Sole ha gettato le ceneri del sistema solare nell'oscurità più totale. La riduzione della massa del Sole al solo 28%-35% del valore iniziale ha causato l'allargamento delle orbite dei pianeti più esterni, mentre i pianeti interni sono stati completamente vaporizzati.

La contrazione prosegue lentamente fino a formare quella che viene definita "nana bianca al carbonio-ossigeno", un cadavere stellare estremamente denso, con una temperatura superficiale di 100-200 mila gradi e un raggio simile a quello della Terra: significa che ha una densità miliardi di volte quella dell'acqua!! Questo oggetto è costituito da un particolare stato della materia già citato in precedenza, detto "gas degenere di elettroni", piuttosto complicato da trattare. In pratica ora che la pressione di radiazione è scomparsa, l'unica forza che si oppone al collasso gravitazionale del nucleo è quella del gas di elettroni relativistici, che si urtano ed esercitano una pressione che contrasta il collasso, insieme alla repulsione elettrostatica e quella di degenerazione di spin, mentre i nuclei sono impacchettati a più non posso. Immaginatelo come dei magneti piantati in un pezzo di polistirolo: vorrebbero avvicinarsi (collassare) ma il polistirolo (il gas degenere di elettroni) glielo impedisce. C'è un limite, chiamato "di Chandrasekhar", oltre al quale (1,44 masse solari) il collasso gravitazionale vince e la nana bianca collassa in una stella di neutroni. Qui interviene un'altra degenerazione, quella dei neutroni appunto (immaginateli come un sacchetto di arance: più vicine di così non possono essere), e la stella è impacchettatissima. Anche questa pressione ha un limite, circa 3 masse solari (Oppenheimer-Volkoff). Al di sopra di quella massa non esiste forza conosciuta che possa opporsi al collasso: abbiamo un buco nero. Ma di questi oggetti esotici parlerò in un post dedicato.

La nana bianca che fu il Sole ora brilla di calore residuo, che lentamente si dissiperà nello spazio causandone lo spegnimento e generando una cosiddetta nana nera. Con il raffreddamento gli strati esterni della nana al carbonio cominceranno a cristallizzare, producendo in qualche decina di miliardi di anni, quando persino la Galassia ormai si sarà praticamente spenta, l'ultimo lascito della nostra stella:

Un immenso diamante nello spazio.


Grazie per averci seguito durante questa avventura durata qualche mese per noi, ma miliardi di anni per il nostro Sole.
Spero che questa lettura vi sia stata utile, interessante e che vi abbia dato degli spunti di riflessione!

Trovate tutte le puntate de "Il racconto del Sole" nell'album dedicato di "Chi ha paura del Buio?".
Sono disponibile per qualunque domanda, richiesta di approfondimento o critica.

Cieli sereni,
Lorenzo

Image Credits: http://regulus36.deviantart.com/art/Inevitable-Fury-191676184 — con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo.

sabato 14 dicembre 2013

Episodio 12 "Il racconto del sole"


Cari amici delle stelle, ecco a voi la penultima puntata de #ilraccontodelSole!
Manca ormai solo un episodio, restate collegati a #NextSolarStorm !

"Agonia" - Ep. 12

Abbiamo lasciato un Sole ingannevolmente stabilizzato sulla fusione dell'elio in carbonio e ossigeno nel nucleo, tramite il processo detto "tre alfa", in cui 3 o 4 nuclei di elio (particelle alfa) si incontrano a formare un nucleo di carbonio 12 od ossigeno 16.

Con l'accumularsi delle scorie di C-O anche la fusione dell'elio però comincia a trasferirsi più all'esterno, esattamente come nella subgigante, e si forma così un nucleo inerte di carbonio e ossigeno in stato degenere. La degenerazione del nucleo ne causa la contrazione, che prosegue con il suo aumento di massa. Stranamente infatti gli oggetti composti di materia degenere sono tanto più piccoli quanto massicci!

La contrazione del nucleo causa l'espansione dei gusci di fusione, e si forma quindi una vera e propria cipolla nucleare: un nucleo di carbonio-ossigeno, uno strato in cui l'elio viene convertito in C-O, uno strato di elio inerte, uno strato in cui l'idrogeno viene convertito in elio e il restante inviluppo stellare, la cui composizione originale è stata contaminata dai fenomeni di dragaggio dovuti alla convezione totale della stella.

In questa fase il Sole, a causa della riespansione del guscio che fonde idrogeno, e alle altissime temperature centrali (mezzo miliardo di Kelvin), aumenta enormemente la sua luminosità, espandendosi nuovamente in gigante rossa e impiegando stavolta solo un milione di anni.

La fase è denominata "ramo asintotico delle giganti" (Asymptotic Giant Branch o AGB), sempre dalla forma del percorso nel diagramma HR. Il Sole aumenterà la propria luminosità in modo folle fino a oltre 10.000 volte quella attuale, raffreddandosi di nuovo sotto i 3500 K ed espandendosi oltre 200 volte raggio attuale, diventando una Gigante rossa brillante, cioè di spettro M II.

È la fine definitiva del sistema solare: Venere verrà avvolto e distrutto dalla stella in espansione come Mercurio prima di lui, mentre il destino della Terra è più incerto. Se durante le fasi precedenti il Sole avrà perso abbastanza massa per via degli intensi venti stellari da causare un allargamento dell'orbita della Terra allora questa potrebbe sfuggire all'espansione della stella, altrimenti seguirà a ruota Venere verso il nucleo del Sole morente.

Anche gli altri pianeti sperimenteranno condizioni letali, Marte verrà liquefatto e probabilmente Giove verrà privato di gran parte della propria atmosfera dall'immensa radiazione e forza dei venti solari, diventando un pianeta ctonio. Ogni singolo corpo composto di ghiaccio e polvere eventualmente sopravvissuto alla prima fase di gigante rossa verrà distrutto, e la fascia abitabile si allontanerà ben oltre le più estreme propaggini del sistema, a oltre 100 UA di distanza dalla stella, determinando l'estinzione finale di ogni forma di vita.

Per i successivi 20 milioni di anni, uno sputo astronomicamente, il Sole alternerà la fusione dell'elio e dell'idrogeno, innescando a turno i vari gusci e brillando come mai ha fatto nella sua vita. Tuttavia alla fine di questo ultimo periodo di fulgida gloria non c'è più abbastanza combustibile. Oramai la macchina è inceppata, e la pressione di collasso diventa predominante, il Sole diventa instabile e comincia a contrarsi violentemente: ciò causa un riscaldamento dei gusci interni e il reinnesco del poco combustibile rimanente.

L'impennata di energia causa una nuova espansione e raffreddamento, insieme all'innesco dei più potenti venti solari di sempre, fino a un centomillesimo di massa solare persa ALL'ANNO! Tale espansione però disattiva nuovamente le reazioni, causando contrazione. Questo ciclo comincia a ripetersi sempre più rapidamente, e ricade sotto il temine di "pulsazioni termiche", espansione e collasso affannati, il rantolare di un moribondo.

Durante queste pulsazioni il Sole perderà molta massa dell'inviluppo ed esporrà strati sempre più interni e caldi, spostandosi verso temperature superficiali maggiori. Dopo una decina di queste convulsioni, in una escalation di intensità con venti solari sempre più poderosi, il Sole morente eietterà i propri strati esterni in un'ultima colossale espansione, letteralmente "spirando" nello spazio, alla veneranda età di 12.330.600.000 anni.

#IlraccontodelSole continua sabato prossimo, con l'ultima puntata!

Cieli sereni,
Lorenzo

Nell'immagine: rappresentazione artistica di Mark A. Garlick, col satellite gioviano Europa ormai disciolto, nel cui cielo brilla un Sole gigante rosso.

martedì 10 dicembre 2013

Forconi: nuovi blocci e traffico in tilt

Disordini e manifestazioni a Torino, Imperia e Barletta: il Garante degli scioperi promette tolleranza zero: inammissibile la paralisi del Paese



Forconi: nuovi blocci e traffico in tilt
Continuano le proteste e le manifestazioni del Movimento dei Forconi. Rimangono i presidi dei dimostranti sia nelle città che in diversi punti della rete autostradale. Nella mattinata di martedì corteo e sit in davanti al comune di Barletta, in Puglia. In Liguria liberati alle 11.50 i binari della stazione di Imperia Oneglia, occupati alle 11.15. Continuano le dimostrazioni in città.
A Torino dove lunedì si sono verificati duri scontri con le forze dell'ordine, i carabinieri sono intervenuti contro dei picchetti davanti a un supermercato di corso Traiano: permangono intanto i presidi di piazza Derna e piazza Pitagora, nella zona nord e sud della città. Sotto il Consiglio regionale del Piemonte si incrociano anche le proteste di Fiom, studenti universitari.
Per quel che riguarda le conseguenze delle proteste su strade e autostrade, la A4 è chiusa alle porte di Torino, tra Falchera e corso Giulio Cesare, mentre sul tratto veneto della A4 chiusi gli svincoli di Soave e blocchi a Montecchio e Vicenza Ovest; chiusa anche la Tangenziale Sud di Vicenza verso Verona. Ci sono code a Portogruaro e sulla A27 a Conegliano Veneto. Sulla Tangenziale Ovest di Milano blocchi all'altezza della Fiera; in Liguria chiuso lo svincolo di Imperia Est, sulla A10 Genova Ventimiglia, e poi code nei pressi di Parma per chi si trova in Autosole
Il Garante degli scioperi però avverte i manifestanti e promette tolleranza zero: "Non è assolutamente possibile" che la protesta dei forconi stia paralizzando il paese e i servizi pubblici essenziali. Roberto Alesse lo dice in un'intervista al Messaggero: "Tutto quello che sta avvenendo nel settore del trasporto pubblico locale ci fa capire che il paese corre il rischio di scivolare lungo un crinale pericoloso - le parole del Garante - continuando così salteranno i servizi pubblici essenziali. E non è ammissibile".
"Accerteremo le responsabilità ai fini della eventuale applicazione delle sanzioni. Vogliamo evitare - prosegue Alesse - che l'Italia diventi in modo permanente una giungla selvaggia al cui interno ognuno si faccia giustizia da sé".
GUARDA:I poliziotti si tolgono il casco

Solo un commento personale: Quando i poliziotti vogliono scioperare lo possono fare come tutte le altre categorie, non occorre solidarizzare con chi ha solo voglia di portare violenza nel paese. Quando scioperano le altre categorie tirano fuori il manganello e i gas lacrimogeni. Mantenete il servizio d'ordine,altrimenti io per prima devo cominciare a pensare male di ciò che sta dietro questa manifestazione. Per cambiare il paese basta farlo  nella cabina elettorale, se non è cambiato nulla è perchè avete votato sempre gli stessi. Strano...portate avanti lo stesso discorso di Berlusconi,!!!!???

lunedì 9 dicembre 2013

11a puntata "Il racconto del sole"



Siamo arrivati all'11esima puntata de #ilraccontodelSole, la prima presentata direttamente dal sottoscritto!

Buona lettura e...cieli sereni!
Lorenzo

"Reinventarsi"

Ad un certo punto l'ulteriore aumento di rendimento della fusione ad idrogeno non è possibile, e la produzione di energia comincia a calare.
Con il calare della pressione di radiazione il collasso comincia a prevalere, e il Sole a contrarsi.
Contrazione significa aumento di pressione e temperatura del nucleo degenere.

Ma il nucleo è pieno di elio pronto all'uso, che al raggiungimento delle condizioni si accende quasi esplosivamente nel cosiddetto "flash dell'elio", rimuovendo la "degenerazione elettronica" e facendo espandere notevolmente il nucleo.

Con l'espansione del nucleo il guscio che fonde idrogeno in elio (che ricordo è la reazione più efficiente e vantaggiosa di tutte) si riduce molto, e il Sole quindi si contrae a solo 10 volte il proprio raggio iniziale e 50 volte la luminosità, scaldandosi di nuovo esternamente e "tornando giallo".

In questa fase il Sole può sembrare una versione di sé stesso troppo cresciuta, ma l'impressione è ingannevole.
Il Sole reinventato è un mostro che fonde elio in carbonio e ossigeno alla temperatura di più di 300 milioni di Kelvin, mentre continua a fondere idrogeno in elio nel guscio soprastante il nucleo.

La stella è solo apparentemente stabile, è la calma prima della tempesta.

In questa fase il Sole è una "gigante gialla", cioè di spettro G III. Anche l'attività solare ha subìto una escalation, stando a quello che abbiamo visto su stelle simili al Sole ma più vecchie in questa fase.

Questa fase di reinvenzione è detta "ramo orizzontale delle giganti" (Horizontal Giant Branch o HGB), sempre dalla forma del percorso del Sole lungo il diagramma HR. Durante questo periodo il Sole lentamente si contrarrà e scalderà a luminosità costante, muovendosi verso colori più bianchi.

Nel resto del sistema solare invece non succederà nulla di eccitante. La precedente fase si AGB ha distrutto Mercurio e privato Venere e la Terra della loro atmosfera, e quest'ultima aveva perso gli oceani già molto tempo prima all'epoca della fase di subgigante. Persino Giove ha subito notevoli perdite di atmosfera, e i suoi satelliti sono stati fatti evaporare in gran parte esattamente come la gran parte delle comete.

L'oscurità è ridiscesa sul sistema solare esterno, cioè che è sopravvissuto si ricongela e la fascia di abitabilità è ritornata all'altezza di Giove. Eventuali esseri intelligenti dovranno spostarsi nuovamente all'interno, sempre se qualcosa sarà sopravvissuto in orbita attorno a Giove, e il tutto immerso nella feroce attività della stella rinnovata.
Ormai la fine è vicina per il Sole, e questa fase dura meno di 100 milioni di anni.

(continua...)
— con Lorenzo Rínon Laitauron Colombo

domenica 8 dicembre 2013

Il non senso




Almeno una volta è capitato a tutti: stiamo facendo qualcosa quando all’improvviso ci balena in mente una domanda nitida: “Ma che senso ha tutto questo?”. Oppure: “Cosa ci faccio qui?”; “Che cosa c’entro io con questa situazione?”. Con una risposta che ci destabilizza nella sua chiarezza: “Non ha senso”; “Non c’entro niente”; “Non mi riguarda”. Può accadere mentre siamo col partner, al lavoro, durante uno svago o un incontro occasionale, o anche solo mentre stiamo pensando a una specifica situazione.
Un’occasione unica
La domanda suscita una forte e tagliente sensazione di estraneità al contesto in cui ci troviamo o all’azione che stiamo compiendo.
È una fugace ma fastidiosa sensazione di mancanza di significato, di essere fuori luogo o nel posto sbagliato, senza che se ne capisca il motivo. C’è un intenso turbamento perché a livello cosciente noi volevamo essere lì, in quel contesto. Oppure, anche se non ci piaceva, pensavamo che avremmo resistito, che ce la saremmo fatta andare bene.
La prima reazione istintiva è di cacciare via questa “sensazione di non senso”, cercando di distrarsi o al contrario di impegnarsi di più in ciò che si sta facendo. Molti, inconsciamente, percependo la possibilità che essa si presenti, stanno in continua attività, fisica o mentale, riempiendosi la vita di impegni a gran velocità, per non lasciarle spazio.
Ma è un errore perché questa sensazione in realtà svolge una funzione preziosa: se è sporadica costituisce il modo naturale con cui la mente riequilibra la sua attività e rinforza la sua obiettività, se è frequente rappresenta il modo con cui il cervello ci sta obbligando a riflettere: “Mi appartiene la vita che sto vivendo? Ha veramente senso per me questa relazione? Fa per me questo lavoro?”.
Tentare di sopprimere il non senso perciò non fa che alimentarlo, mentre ascoltarlo ci dà la possibilità di conoscerci di più, di agire e fare scelte che ci facciano tornare armonia.
Il senso di quei dubbi
La “sensazione di non senso” di solito segnala uno o più dei seguenti eventi.
- Una scelta di vita non affine al proprio modo di essere.
- La necessità di uscire da una situazione stagnante.
- Un eccesso di impegni vacui, legati solo alle apparenze.
- Un esagerato senso del dovere, senza posto per il piacere.
Accogli quella sensazione
Non tentare di sopprimerla distraendoti o riempiendo tutto il tuo tempo con cose da fare, o si ripresenterà sotto altre forme più insidiose e sgradevoli: depressione, stanchezza, ansia, sintomi fisici.
Osserva quando arriva
Quando ti viene? Quanto spesso? Se si presenta sempre nello stesso contesto, vuol dire che il problema è lì, e non può più essere ignorato; se invece è “distribuita”, può riguardare lo stile di vita. Il “ non senso” in molti casi è la forma embrionale di un  cambiamento.
E va conosciuto meglio per indirizzarlo verso il nuovo.
Non crogiolarti nel disincanto
I momenti di non senso fanno parte della vita. Sono necessari.
A volte saperli guardare con ironia e leggerezza può aiutare la loro funzione di riequilibrio.(Mary Hopper)

lunedì 2 dicembre 2013

RD Congo- Aiuti umanitari ancora necessari nella zona est del paese


DR Congo: Humanitarian aid still needed in east of country

02-12-2013 Operational Update No 05/13

With the end of fighting between the armed forces and M23 in Rutshuru, displaced people are returning home. The ICRC and the Red Cross Society of the Democratic Republic of the Congo are carrying on with their humanitarian work in the east of the country.


"Recent events in Rutshuru should not cause us to overlook the fact that the humanitarian and security situation remains difficult in other territories in the east of the country," said Alessandra Ménegon, head of the ICRC delegation in the Democratic Republic of the Congo. "The people there are still facing serious problems arising from violence and the lack of health care, clean water and food."
In Rutshuru, groups of displaced people have been returning to their home villages since fighting ended. Several hundred members of M23 have turned themselves in or been captured. "We are visiting former fighters and civilians arrested in connection with the recent fighting, and the places where they are gathered or detained," said Rachel Bernhard, head of the ICRC sub-delegation in Goma.
The aim of the ICRC's visits is to assess the conditions in which people are being held and to ensure that they are being treated humanely and with dignity, in accordance with applicable rules and standards.

Unexploded munitions a danger for the population

"People are trying to get back to living normal lives, so they're going to be working in the fields, but it's very risky because of the explosive hazards that remain," said Ms Bernhard.
To help prevent accidents involving explosive devices, radio messages warning of the danger are being broadcast by the Congolese Red Cross and the ICRC.

Kibumba village, Rutshuru territory, DR Congo. A mother is reunited with her son after months of separation.
The recent improvement in security conditions made it possible to reunite almost 40 children who had been living in shelters in Goma with their families in mid-November. "My granddaughter is coming home today," said Augustine. "I was afraid I would never see her again." Since the beginning of October, 125 children have been returned to their families through the joint efforts of the ICRC and the Congolese Red Cross.

Improved health-care facilities in South Kivu

In territories other than Rutshuru in the east of the country, fighting involving many armed groups is causing great suffering for civilians. In South Kivu, an ICRC surgical team has performed 44 operations on war-wounded patients in the provincial referral hospital of Bukavu since the beginning of October.
Rutshuru territory. A mother embraces her daughter during a reunification that took place in Kibumba village, where 17 children joined their families after months of separation. 
Rutshuru territory. A mother embraces her daughter during a reunification that took place in Kibumba village, where 17 children joined their families after months of separation.
© ICRC / Christian Katsuva
"We're upgrading the infrastructure in this hospital, and building a new health-care centre in Ramba, in Kalehe territory," said Catherine de Patoul, in charge of ICRC medical programmes in North and South Kivu. A gynaecology unit is being fitted out in Walungu hospital. Medicines are being distributed and training provided in four rural hospitals and three health-care centres. In addition, support is being maintained for 40 counselling centres ("maisons d'écoute") in the Kivus that accommodate victims of sexual assault and other violence-related trauma.
Following violent clashes between armed groups over the past few weeks, kitchen utensils, tarpaulins, blankets, sleeping mats and baskets have been distributed to some 35,000 people displaced from the south of Masisi who are now in the highlands of Kalehe and Ziralo in South Kivu.
In north-central Katanga province, a distribution of basic necessities has been slowed because of the security situation. Nevertheless, 1,900 people currently displaced in the villages of Paza and Kalwala, in Manono territory, received tarpaulins, sleeping mats, blankets, kitchen utensils, buckets, soap, hoes, plastic drums and hygiene products.
Kibumba village, Rutshuru territory. A mother embraces one of the ICRC tracing officers that helped reunite her with her children. 
Kibumba village, Rutshuru territory. A mother embraces one of the ICRC tracing officers that helped reunite her with her children.
© ICRC / Christian Katsuva
In the Democratic Republic of the Congo, since the beginning of October the ICRC has also:
  • continued to visit people held in civilian and military places of detention in connection with armed conflict, distributing food in five prisons and medicines in 19 prison clinics;
  • continued working to improve the water distribution network of the city of Goma, in particular by opening two new pumping stations that will ultimately provide the city's 500,000 inhabitants with clean drinking water;
  • continued water catchment and supply programmes for more than 85,000 people living in rural areas in the territories of Walikale, Masisi and Rushuru, in North Kivu province;
  • continued fish farm projects in North and South Kivu for almost 4,000 people, and agricultural projects involving the distribution of healthy cassava cuttings, soybean, maize and beans with the aim of promoting the economic recovery of people displaced by conflict or returning home;
  •  reunited 125 children with their families by working together with the Congolese Red Cross in Equator, Western and Eastern Kasai, Katanga, North and South Kivu and Eastern provinces.
For further information, please contact:
Annick Bouvier, ICRC Kinshasa, tel: +243 81 700 85 36
Jean-Pascal Moret, ICRC Goma, tel: +243 81 700 77 86
Sylvie Pellet, ICRC Bukavu, tel: +243 81 711 55 60
Jean-Yves Clémenzo, ICRC Geneva, tel: +41 730 22 71 or +41 79 217 32 17

 RD Congo : Aiuti umanitari ancora necessari nella zona est del paese2013/02/12 Aggiornamento operativo n 13/05
Con la fine dei combattimenti tra le forze armate e M23 a Rutshuru , sfollati stanno tornando a casa . Il CICR e la Croce Rossa della Repubblica Democratica del Congo stanno portando avanti con il loro lavoro umanitario nella parte orientale del paese ." I recenti eventi in Rutshuru non devono farci trascurare il fatto che la situazione umanitaria e della sicurezza resta difficile in altri territori a est del paese ", ha detto Alessandra Menegon , capo della delegazione del CICR nella Repubblica democratica del Congo . " Le persone sono ancora gravi problemi derivanti dalla violenza e la mancanza di assistenza sanitaria , acqua potabile e cibo. "
In Rutshuru , gruppi di sfollati sono tornati ai loro villaggi d'origine fin fine dei combattimenti . Diverse centinaia di membri del M23 si sono rivolti o stati catturati . " Stiamo visitando ex combattenti e civili arrestati in connessione con i recenti combattimenti , ei luoghi in cui sono raccolti o detenuti ", ha detto Rachel Bernhard , capo della sub- delegazione del CICR a Goma .
Lo scopo delle visite del CICR è quello di valutare le condizioni in cui sono detenuti popolo e per garantire che essi siano trattati umanamente e con dignità , in conformità delle norme e standard applicabili .Munizioni inesplose un pericolo per la popolazione
"Le persone stanno cercando di tornare a vivere una vita normale , quindi andranno a lavorare nei campi , ma è molto rischioso a causa dei rischi di esplosione che restano ", ha detto la signora Bernhard .
Per aiutare a prevenire gli incidenti che coinvolgono dispositivi esplosivi , messaggi radio avvertimento del pericolo sono stati trasmessi dalla Croce Rossa congolese e il CICR .
Il recente miglioramento delle condizioni di sicurezza ha consentito di riunire quasi 40 bambini che vivevano in rifugi a Goma con le loro famiglie a metà novembre . « Mia nipote è venuta a casa oggi ", ha detto Agostino . " Temevo che non avrei mai più rivista . " Dall'inizio di ottobre , 125 bambini sono stati restituiti alle loro famiglie grazie agli sforzi congiunti del CICR e la Croce Rossa congolese.Miglioramento delle strutture sanitarie nel Sud Kivu
In territori diversi Rutshuru nella parte orientale del paese , in lotta che coinvolge molti gruppi armati sta causando grandi sofferenze per i civili . Nel Sud Kivu , un team chirurgico CICR ​​ha eseguito 44 operazioni su pazienti feriti di guerra in ospedale di riferimento provinciale di Bukavu dall'inizio di ottobre.Territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia la figlia nel corso di una riunificazione che ha avuto luogo nel villaggio di Kibumba , dove 17 bambini unirono le loro famiglie dopo mesi di separazione .
Territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia la figlia nel corso di una riunificazione che ha avuto luogo nel villaggio di Kibumba , dove 17 bambini unirono le loro famiglie dopo mesi di separazione .© ICRC / Christian Katsuva
"Stiamo potenziamento delle infrastrutture in questo ospedale , e la costruzione di un nuovo centro sanitario in Ramba , in territorio Kalehe ", ha detto Catherine de Patoul , responsabile dei programmi di medici del CICR nel Nord e Sud Kivu . Una unità di ginecologia è stato allestito in ospedale Walungu . I medicinali vengono distribuiti e formazione svolti in quattro ospedali rurali e tre centri sanitari . Inoltre, il supporto viene mantenuta per 40 centri di consulenza ( " maisons d'ascolto " ) nel Kivus che ospitano le vittime di violenza sessuale e di altri traumi di violenza connessi .
A seguito di violenti scontri tra gruppi armati nel corso degli ultime settimane , utensili da cucina , teloni , coperte, materassini e cestini sono stati distribuiti a circa 35.000 sfollati dal sud del Masisi che ora sono negli altopiani del Kalehe e Ziralo nel Sud Kivu .
In provincia di Katanga centro-nord , una distribuzione di beni di prima necessità è stata rallentata a causa della situazione di sicurezza . Tuttavia , 1.900 persone attualmente sfollate nei villaggi di Paza e Kalwala , in territorio Manono , ha ricevuto teloni , stuoie , coperte, utensili da cucina , secchi , sapone, zappe , fusti di plastica e prodotti per l'igiene del sonno.Villaggio Kibumba , territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia uno degli ufficiali del CICR tracciamento che hanno aiutato la sua riunirsi con i suoi figli .
Villaggio Kibumba , territorio di Rutshuru . Una madre abbraccia uno degli ufficiali del CICR tracciamento che hanno aiutato la sua riunirsi con i suoi figli .© ICRC / Christian Katsuva
Nella Repubblica Democratica del Congo , dall'inizio di ottobre il CICR ​​ha anche :

    
continuato a visitare le persone detenute in luoghi civili e militari di detenzione in relazione a un conflitto armato , distribuzione di cibo in cinque prigioni e medicine in 19 cliniche di prigionia ;
    
continuato a lavorare per migliorare la rete di distribuzione idrica della città di Goma , in particolare con l'apertura di due nuove stazioni di pompaggio che alla fine fornirà 500.000 abitanti della città con acqua potabile ;
    
continui programmi di captazione e distribuzione dell'acqua per più di 85.000 persone che vivono in zone rurali nei territori di Walikale , Masisi e Rushuru , nella provincia del Nord Kivu ;
    
continuato pesce progetti agricoli nel Nord e Sud Kivu per quasi 4.000 persone, e progetti agricoli che comportano la distribuzione di talee di manioca sani , soia , mais e fagioli con l'obiettivo di promuovere la ripresa economica degli sfollati dal conflitto o di ritorno a casa ;
     
riunito 125 bambini con le loro famiglie , lavorando insieme con la Croce Rossa congolese in Equatore , occidentale e Kasai orientale , Katanga , Nord e Sud Kivu e province orientali .
Per maggiori informazioni , si prega di contattare :Annick Bouvier , CICR ​​Kinshasa , tel : +243 81 700 85 36Jean-Pascal Moret , CICR ​​Goma , tel : +243 81 700 77 86Sylvie Pellet , CICR ​​Bukavu , tel : +243 81 711 55 60Jean-Yves Clémenzo , CICR ​​Ginevra , tel : +41 730 22 71 o +41 79 217 32 17