domenica 28 novembre 2010

Una CGIL irriconoscibile

Si canta Bella Ciao che è certamente una bellissima canzone dell'antifascismo che unisce, ma le note dell'Internazionale e dell'Inno dei Lavoratori che hanno accompagnato per tutto il Novecento il movimento operaio e che sono parte della nostra stessa identità non si sentono. Le nuove generazioni rischiano di non conoscerle. Eppure in quelle note sono riassunti gli ideali del socialismo e del sindacalismo di emancipazione, autonomo e conflittuale con governo e padronato. La folla convenuta al comizio convocato dalla CGIL è numerosa ma non è certamente né felice né allegra. In grande parte è costituita da cassintegrati o licenziati dalla Gelmini, da pensionati e da studenti in lotta contro la controriforma universitaria. Sono la espressione di un paese in grande sofferenza, impoverito, umiliato dalla continua sottrazione di diritti, senza futuro, un paese che si aspetta una parola di chiarezza dalla sua più grande organizzazione, parola che non verrà dallo sfuggente ed equivoco discorso di Susanna Camusso.
Colpisce la distanza tra la voglia di liberazione della folla sgomentata da una crisi pilotata da forze che puntano al suo annientamento sociale, alla sua sottomissione, a tutte le umiliazioni che Marchionne e la Marcegaglia avranno il piacere di infliggerle e le risposte, le indicazioni che vengono dal discorso della segretaria della CGIL assai circospette, scaltre, misurate per non dispiacere molto la Marcegaglia e non mettere in imbarazzo il PD che tira la volata alla Fiat ed alla Coop e non ha voglia di impegnarsi.
Cinquecentomila posti di lavoro vengono falcidiati da una misura amministrativa di Brunetta sul turnover nella pubblica amministrazione e dal licenziamento di duecentomila insegnanti. Questo mezzo milione di persone prima di essere liquidato è stato diffamato a lungo dai governanti come ora le libere università italiane vengono diffamate riducendole soltanto ad un fenomeno di baroni e di privilegi familistici prima di essere liquidate martedì prossimo da una legge alla quale Fini ha garantito il suo appoggio nonostante i suoi contrasti con Berlusconi.
Viene ricordata dalla Camusso la crudele legge 1441 (collegato lavoro) senza una parola di autocritica, senza dire che la CGIL ha avuto due anni di tempo per combatterla e non lo ha mai fatto tranne qualche piccola ed insignificante protesta nei passaggi più cruciali ma sempre a cose fatte. Una legge fatta per impedire con lacci e laccioli ai lavoratori di ricorrere al giudice e, se riescono a farlo, di riceverne giustizia.
Mi ha colpito la grettezza burocratica e la meschina visione provincialistica della Camusso. L'Europa è in fiamme sotto l'attacco della speculazione finanziaria e le spinte dei governi di destra per ridurre i salari ed i diritti dei lavoratori dappertutto ed impoverire le loro famiglie con meno welfare: Francia, Irlanda, Grecia, Portogallo hanno registrato grandi e ripetuti scioperi generali per la scuola, le pensioni, i posti di lavoro. Questo scenario europeo non viene mai citato, ma Sacconi e Tremonti hanno avuto modo di pavoneggiarsi con i loro colleghi europei per avere ottenuto una "riforma delle pensioni" senza una sola ora di agitazione. La via di una iniziativa internazionalista della CGIL non viene mai indicata ed il sindacato italiano si limita a tentare di gestire le conseguenze di quanto avviene.
La manifestazione era dedicata ai giovani ed al loro futuro. Ma la Camusso si è guardata bene dal mettere in discussione la legge trenta ed a chiedere per i giovani e quanti non sono protetti dal contratto il Salario Minimo Garantito che scoraggerebbe la continua discesa delle retribuzioni.
Le parole del Governatore della banca d'Italia, il liberista Draghi, contro il precariato che depaupera il capitale umano e priva di futuro la nazione risultano assai più vicine ai bisogni dei giovani della meschina apertura della Camusso che si limita a denunziare la questione dei sessanta giorni posta dalla 1441 ed a chiedere una riduzione del ventaglio di elusioni contrattuali previste dalla Biagi. Non mi aspettavo proprio che la CGIL si mettesse dalla parte meno illuminata del pensiero liberistico.
Tutto il resto del comizio è stato misurato per non dispiacere troppo Sacconi che oggi ricorda alla CGIL che in regime bipolare il sindacato non deve essere all'opposizione del governo e della Confindustria se non vuole essere escluso dal "tavolo" (sic!!!)
La deriva a destra di questo Paese riceve dalla manifestazione del 27 una accelerazione dal momento che nessun freno è stato posto all'iniziativa della destra devastatrice dei diritti Il Parlamento è tutto schierato con il blocco sociale che esclude i lavoratori e che continua a trasferire risorse dai loro redditi a vantaggio dei ceti imprenditoriali. Con una CGIL inerte alle voglie del padronato e del governo l'Italia si squilibrerà ancora di più ed il vuoto che si apre a sinistra rischia di generare tensioni insostenibili.
Viene meno il ruolo di reiquilibrio sociale e politico che veniva assolto dal sindacato conflittuale e che si traduceva in un bene per l'intero Paese. Tutto rotola verso il peggio.
Pietro Ancona


venerdì 12 novembre 2010

VIOLENZA DI CLASSE CONTRO GLI STUDENTI PROLETARI IN INGHILTERRA

L’acre odore della prepotenza barbara dei potenti,attraverso il governo di destra della borghesia britannica (è ora di tornare a chiamare le cose per quello che sono ) torna ad appestare le strade d’Europa. Aumentare le tasse universitarie da 3000 a 9000 euro è solo violenza contro i giovani delle famiglie operaie inglesi.
Gli studenti non ci stanno e si ribellano.
“La crisi la pagheranno i padroni” , lo abbiamo gridato e scritto in tutte le maniere.
La verità è un’altra, ce lo dice Marchionne, ce lo dicono Tremonti/Brunetta, ce lo dice la Gelmini, ce lo dicono i precari della scuola, ce lo dicono gli operai licenziati, i contratti unilateralmente disdetti dai padroni di Finmeccanica, le file di disoccupati che si ingrossano, le famiglie degli operai e degli impiegati che non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese.
Così è in Italia, così è ovunque, dalla Grecia alla Francia.
La crisi viene scaricata, tutta, sui lavoratori e sui poveri della società.
Non possiamo che sentire un senso di profonda gioia quando coloro che sono destinati a subire questa violenza di stato, non neutro, non di tutti, ma strumento di difesa degli interessi dei padroni, di un capitalismo sfacciato e barbaro che difende le sue ricchezze contro i poveri del mondo, si ribellano.

CASA ROSSA

mercoledì 10 novembre 2010

Rilanciamo la lotta per il permesso di soggiorno

Prima Brescia, poi Milano, ora in Tutta Italia!

Rilanciamo la lotta per il permesso di soggiorno per tutti!

Domenica 14 novembre ore 11

Assemblea Nazionale Antirazzista

sotto la torre occupata di via Imbonati a Milano

Le notizie che ci arrivano da Brescia sullo sgombero in atto del presidio dei nostri

fratelli immigrati ci fanno confermare ancora di più la nostra volontà di continuare

con la lotta a Milano. Ora più che mai c'è bisogno di moltiplicare le iniziative. Non

solo la gru di Brescia e la torre di Milano ma dobbiamo far crescere in ogni città le

iniziative di lotta nelle forme e nei modi che ogni città creda più conveniente. Ma

per sostenere la lotta degli immigrati a Brescia e Milano dobbiamo farla crescere a

livello nazionale!

Per questo in accordo con i nostri fratelli di Brescia abbiamo lanciato una riunione

nazionale di tutte le associazioni di immigrati, le realtà antirazziste, le

associazioni laiche e cattoliche, le organizzazioni sindacali per domenica 14

novembre alle ore 11 a Milano.

Crediamo che sia necessario che tutte le realtà a livello nazionale si trovino e

discutano insieme sul come proseguire la lotta per il permesso di soggiorno per tutti

e contro la sanatoria truffa ed insieme costruire un percorso di lotta.

Vi giriamo per conoscenza un testo che stiamo utilizzando a Milano come piattaforma

di lotta e sul quale stiamo chiedendo le adesioni alle realtà milanesi. In questo

testo si menziona anche l'appuntamento della manifestazione nazionale. Domani nella

conferenza stampa che abbiamo programmata distribuiremo questo testo e anche una

proposta tecnica in merito alla sanatoria.

Comitato Immigrati – Milano
Dalla Torre di Via Imbonati: appello alla mobilitazione
Ora siamo stanchi: permesso di soggiorno subito!
Appello alla mobilitazione e convocazione di un’assemblea nazionale.
(Orgoglio operaio facebook)

lunedì 8 novembre 2010

Fame di crescere

Il Sudafrica già produce un terzo del prodotto interno lordo continentale e non smette di correre. Ora punta allo sviluppo del nucleare civile, in accordo con la Corea del Sud. Rimane il fatto che gran parte delle popolazione nera non partecipa al banchetto. Dopo il successo dei Mondiali di calcio – uno straordinario biglietto da visita in mondovisione di un paese e di un continente che stanno cambiando –, il Sudafrica continua a pensare in grande. Il Moses Mabida Stadium di Durban e tutta l’area attorno ad esso saranno al centro della candidatura della Nazione Arcobaleno per le Olimpiadi del 2024, che è la prossima ambizione a cui tendono i politici visionari di questo paese. Lo stadio di Durban è, forse, quello più bello e avveniristico tra i dieci che hanno ospitato la Coppa del Mondo: ha l’ovale sormontato da un enorme arco centrale in acciaio, lungo 305 metri e alto, al centro, 105 metri, che comincia con due braccia che diventano un solo braccio dall’altra parte, come la bandiera del Sudafrica. A simboleggiare due popoli diversi e divisi che si avvicinano. E non è tutto. Il Sudafrica da solo produce un terzo del prodotto interno lordo dell’intero continente. È il primo stato africano entrato a far parte del G 20. Si può dire: in rappresentanza di tutti gli altri.Se si osserva la classifica delle prime 50 imprese africane per fatturato, si scopre che 32 hanno sede in Sudafrica. E non sono aziende piccole. Sab Miller (South African Breweries) è insediata in 10 paesi africani, dove ha aperto 30 impianti di produzione e imbottigliamento, mentre in altri 18 paesi è associata con partner locali. Ormai è il primo produttore di birra, non solo dell’Africa, ma del mondo. La banca sudafricana Standard Chartered ha 1.100 filiali, 5mila bancomat e oltre 10mila dipendenti in 16 stati africani. La Mtn, operatore di telefonia mobile, main sponsor dei Mondiali di calcio (più di Nike e di Mc Donald’s), è il principale operatore telefonico nell’Africa centro-occidentale, con più di 40 milioni di abbonati. Sasol, la società energetica che produce il 95% dell’elettricità del paese, estrae petrolio e gas in Nigeria e Mozambico, e opera in Mali e Uganda.
Ripeto: non stiamo parlando di piccole realtà. L’ultima società in classifica per fatturato, nella top 50 delle major del continente, è il gruppo di assicurazioni sudafricano Liberty, che ha un giro d’affari di 2,4 miliardi di dollari l’anno.
In molti si sono accorti della corsa dell’economia sudafricana. L’americana Wal-Mart, primo gruppo al mondo della grande distribuzione, prepara l’espansione in Sudafrica: ha appena portato a termine l’acquisizione, con 4,2 miliardi di dollari, della Massmart, la terza catena di negozi nel paese, che opera in 12 nazioni africane attraverso una rete di 290 punti vendita. La mossa di Wal-Mart, che ha più di 4mila centri commerciali sparsi in 14 paesi, sarebbe legata all’attuale debolezza del mercato statunitense, che sta spingendo la società al taglio dei costi e alla crescita a livello internazionale.
Dai supermercati alle centrali nucleari… La Corea del Sud, poche settimane fa, ha firmato un accordo di cooperazione con il Sudafrica per lo sviluppo del nucleare civile. Nel corso dell’incontro bilaterale a Seoul con il vicepresidente sudafricano Kgalema Motlanthe, il presidente sud-coreano Lee Myung-Bak ha ribadito l’intenzione d’incrementare l’export della tecnologia nucleare sud-coreana e di «partecipare attivamente allo sviluppo di progetti energetici, in particolare alla costruzione di centrali nucleari in Sudafrica». Poco prima, il ministro sudafricano per l’energia, Elizabeth Dipuo Peters, e un responsabile sud-coreano del ministero degli esteri avevano firmato un accordo di cooperazione nucleare riguardante i settori della ricerca, dello sviluppo e dello scambio di personale. Il Sudafrica ha messo a punto un piano di sviluppo energetico a lungo termine, che prevede anche la costruzione di centrali nucleari, ha precisato alla France presse Thabo Masebe, portavoce del vicepresidente Motlanthe.
Tuttavia, nonostante i suoi recenti successi economici, il Sudafrica è ancora diviso, non più dal colore della pelle, ma dal contrasto economico tra i ricchi – la nuova classe media, anche di colore – e la gran parte della popolazione nera, maggioritaria nel paese, che convive ancora con il fantasma della miseria, con un reddito pro capite di due dollari al giorno, con una forte disoccupazione, con un sistema scolastico scadente e con tassi di criminalità tra i più elevati al mondo. (da Nigrizia - novembre 2010)

domenica 7 novembre 2010

Ieri Brescia, oggi Milano, domani in tutta Italia,gli immigrati si organizzano


Immigrati raccolti sotto la ciminiera di via Imbonati, a pochi passi da piazzale Maciachini, periferia Nord di Milano densamente abitata da stranieri. Sopra i loro occhi, a circa quaranta metri d’altezza sette ragazzi protestano da due giorni: chiedono una «sanatoria per tutti», perché «immigration is not a crime», spiega uno striscione pendente dall’ex camino industriale della farmaceutica «Carlo Erba».

Dopo Brescia, anche a Milano i migranti manifestano per ottenere la regolarizzazione. Sospesi, sulla ciminiera, ci sono cinque egiziani, un argentino e un marocchino, tutti sotto i quarant’anni. Sul piazzale un gazebo, due tende e un centinaio di persone a dargli sostegno. Fa freddo, soprattutto di notte, ma loro dicono di voler andare avanti fino a quando non avranno dal governo le risposte che aspettano. A mediare è la prefettura. Le richiesta sono sei, dice Najat Tantaoui, combattiva portavoce del Comitato Immigrati in Italia, presidente dell’associazione Dialogo, titolare di una cartoleria e mamma di quattro bambini «nati in Italia e che si sentono italiani, cosa di cui sono fiera». Sei richieste, dicevamo. Innanzitutto un passo indietro rispetto alla «sanatoria truffa del 2009», quella che permetteva di mettere in regola colf e badanti. Continua Najat: «Molti di noi da lavoratori hanno cominciato a pagare i contributi Inps ma aspettano ancora la regolarizzazione. Tanti altri invece hanno denunciato i datori di lavoro che chiedono di essere pagati per avviare le pratiche». Una sorta di pizzo sui documenti. Ma non ci sono solo colf e badanti. C’è la richiesta del diritto di voto per chi è residente da almeno cinque anni. Il diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia. Il prolungamento dei termini di scadenza del permesso di soggiorno quando si perde il lavoro. Riprende Najat: «Quelli che hanno perso il posto per via della crisi hanno solo sei mesi per trovare un’altra occupazione. Scaduto il permesso devono andare via. Noi chiediamo un proroga di due anni». Infine «il riconoscimento dei rifugiati politici come esseri umani».

Migliaia a Brescia
Rivendicazioni simili a quelle avanzate dai cinque stranieri di Brescia che da più di una settimana si trovano su una gru nel cantiere della metropolitana di piazzale Cesare Battisti, in centro città. Sono saliti a 35 metri d’altezza dopo lo sgombero di un loro presidio e gli scontri con le forze dell’ordine. Dopo il «no» del prefetto alla richiesta di permesso di soggiorno, con loro ieri alcune migliaia di persone hanno manifestato con un corteo. Nella folla c’era anche un gruppo di genitori di Adro, il comune famoso per la scuola in cui sono stati collocati circa 700 simboli del sole delle Alpi. La giornata di proteste migranti ha fatto registrare anche una manifestazione a Sassari, dove qualche giorno fa due stranieri sono stati aggrediti. Circa duecento persone hanno sfilato dietro lo striscione «No violenza, no razzismo».
volete portare la vostra solidarietà e il vostro sostegno al presidio permanente di via carlo imbonati a Milano?
ecco indirizzo mail e numero di cellulare
comitatoimmigratiitalia.milano@gmail.com
320.0118441

sabato 6 novembre 2010

FIRMA LA PETIZIONE

Ci risiamo.
Il 21 Ottobre, La Corte Speciale ha condannato a morte altri quattro bambini, ritenuti colpevoli di aver partecipato all'assalto di un convoglio in Sud Darfur, nel maggio 2010. Solo due minorenni sono stati sottoposti a visite mediche per verificarne l'età, come prevede il Sudanese Child Act, approvato dallo stesso Governo, che proibisce l'esecuzione di minori di 18 anni.
Firma anche tu l'appello di Italians for Darfur, affinchè la pena di morte venga commutata in altra pena. Circa 15.000 persone lo hanno già fatto in sole tre settimane, in occasione della precedente denuncia di Italians for Darfur, consacrandone il successo con la sospensione della pena. Anche questa volta, speriamo, grazie alle vostre firme, di recapitare in breve tempo il nostro appello alle autorità sudanesi".
Antonella Napoli, Presidente di Italians for Darfur
Un appello per chiedere la sospensione definitiva delle condanna a morte di sei bambini di etnia Fur accusati di far parte del Justice and Equality Movement, uno dei movimenti ribelli piu' importanti del Darfur. Come appreso dal Sudan Tribune lo scorso novembre, la sentenza non e' ancora esecutiva, per questo chiediamo che essa venga ufficialmente cancellata.
Anche Articolo 21 e altre associazioni hanno raccolto e rilanciato l’iniziativa promossa da ‘Italians for Darfur’ che continua a denunciare la violazione dei diritti umani in Sudan. I sei minori, di eta' compresa tra gli 11 e i 16 anni, sono accusati con altri 150 guerriglieri di aver partecipato all’attacco del 2008 nella capitale sudanese che causo' oltre 300 vittime.
Il tribunale di Khartoum ha emesso finora oltre 100 condanne a morte, molte delle quali gia' eseguite. Con questo appello chiediamo al Governo sudanese di sospendere la sentenza ma anche di approfondire le responsabilita' del coinvolgimento di questi bambini in azioni di guerra. Va accertato se il Jem, come purtroppo al momento possiamo solo supporre, abbia impiegato bambini soldato nell’attacco a Khartoum e se continui ad arruolare minorenni sottraendoli con la forza alle loro famiglie, negando cosi' loro di vivere l’infanzia e l’adolescenza che sono a loro dovute.

FIRMA LA PETIZIONE

Firme raccolte allo stato attuale = 15460
LINK X FIRMARE
http://www.italianblogsfordarfur.it/petizione/

martedì 2 novembre 2010

SCOPPIA IL FALLIMENTO DELLE ECO-BALLE RACCONTATE DA BERTOLASO E BERLUSCONI


Il giorno martedì 2 novembre 2010 alle ore 9.16


"Scoppia il fallimento delle (eco)balle raccontate dalla coppia diutilizzatori finali Berlusconi e Bertolaso – tra i più grandi azionisti della costituenda Italia SPA – e il sultano di Arcore subito cerca di aprire di soppiatto, come un mariuolo, la seconda discarica aTerzigno. La manovra fallisce per la reazione del popolo". Lo scrivesul suo blog Luigi de Magistris, che aggiunge: "il giocatore delle tre carte – spalleggiato dal massaggiato coinvolto nell’inchiesta sullacricca piduista – non volendo risolvere alla radice il problema,perché intende preservare le logiche affaristiche e gli interessi delcrimine organizzato, sposta l'immondizia cercando di farla passareinosservata". Secondo l'eurodeputato Idv, "stanno cercando dovedepositare la munnezza. A Taverna del Re, a Giugliano, un’altravolta", mentre partono "i camion per la Calabria, altra regione usata come pattumiera dagli (eco)mafiosi", per altro "con l’assenso di Peppeo’ ponte, il Presidente che pensa che il futuro della Regione siano inceneritori, nucleare e il ponte".




Giunta comunale, Questura, Prefettura : tutti contro i migranti

Cariche di polizia e carabinieri contro il corteo degli immigrati e degli antirazzisti in Via S Faustino per impedire alla manifestazione di raggiungere piazza Cesare Battisti dove 9 immigrati sono saliti sulla gru del cantiere della metropolitana. La giunta comunale aveva vietato la manifestazione con una decisione liberticida utilizzando come pretesto una adunata degli alpini che si svolgeva in un’altra zona del centro storico. Oltre un migliaio di persone, nonostante una pesantissima militarizzazione dell’intera zona, si sono concentrate in piazza Rovetta e verso le 15,45 si sono dirette verso piazza Cesare Battisti.All’altezza di via S faustino uno schieramento di carabinieri e polizia del reparto di Padova ha bloccato la strada: qui sono avvenuti gli scontri, una decina di antirazzisti e immigrati sono rimasti contusi e Sauro, attivista di Sinistra Critica e collaboratore di Radio onda d’urto, e’ stato arrestato; un migrante del coordinamento immigrati CGIL ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. A Sauro e’ stato confermato l’arresto ma e’ stato rilasciato dopo forti pressioni dei manifestanti: sara’ processato per direttissima martedi’ mattina. I 9 immigrati sulla gru, rappresentanti delle comunita’ egiziana, senegalese, indiana, pachistana e marocchina, hanno dichiarato che non scenderanno se non sara’ aperta una trattativa a livello nazionale per la regolarizzazione di tutte le persone che hanno fatto domanda di sanatoria colf e badanti e se non sara’ consentito il ripristino del presidio permanente; durante le cariche, infatti, il vicesindaco leghista Rolfi ha inviato le ruspe a distruggere proditoriamente il presidio di via lupi di Toscana davanti all’ufficio della prefettura; la baracca, i letti, gli effetti personali dei presidianti sono stati completamente distrutti. Ora un centinaio di immigrati ha trovato posto per questa notte in locali accanto alla gru messi a disposizione dal parroco di S Faustino Don Nolli. Da Brescia viene lanciato un appello a livello nazionale di cominciare o rilanciare immediatamente la mobilitazione per sanatoria: non lasciamo soli i nostri 9 fratelli sulla gru! Tutti davanti al tribunale martedi’ al processo di Sauro.

Peccato che i media sono tutti presi da" altro"







 

LASSU' A 30 METRI DA UNA TERRA VOLGARE

Quanto accaduto Sabato 30 Ottobre a Brescia, in occasione della manifestazione dei migranti, ci consegna in modo inequivocabile il livello dell’imbarbarimento a cui la nostra città è sottoposta. Già nel primissimo pomeriggio Brescia sembrava una piccola tristissima Genova. Il centro storico completamente militarizzato, con le forze dell’ordine che avevano di fatto istituito una specie di “zona rossa”, per impedire a migranti e manifestanti di raggiungere il concentramento della manifestazione. Manifestazione assurdamente non autorizzata col ridicolo pretesto che andava a contrastare le celebrazioni degli Alpini nella vicina P.za della Loggia. Ma nessuno voleva rovinare la festa delle “penne nere”, nessuno voleva sovrapporsi a loro, e si è disperatamente cercato una mediazione per fare in modo che la manifestazione si tenesse, anche attraverso percorsi alternativi. E’ stato tutto inutile e il diktat della questura è stato perentorio e intransigente: nessun corteo e nessuna manifestazione avrebbero dovuto farsi. E così è stato; le moltissime persone confluite ugualmente in Largo Formentone, sono state strette tra due nutritissimi cordini di polizia, gli sono stati fatti vedere i muscoli con una piccola “carica di alleggerimento” e gli è stato in tutti i modi impedito di muoversi per manifestare la propria indignazione sulla ingiusta e disumana vicenda della sanatoria negata a moltissimi migranti.
Ma non si è tenuto conto del livello di disperazione e della determinazione di queste persone, a cui leggi assurde e incivili negano il più elementare dei diritti: quello di esistere ! Una decina di loro si è arrampicata sulla gru del cantiere della metropolitana , e asserragliati a quell’altezza impressionante, resistono in condizioni impossibili, chiedendo il rispetto e l’accoglimento dei loro diritti.
Là, tra la terra e il cielo, in quell’abissale vertigine di 30 metri, sta il senso più totale del degrado e dell’imbarbarimento della nostra società. Da una parte la speranza di persone che chiedono solo la possibilità di vivere, lavorare e avere un futuro, dall’altra la vergogna di istituzioni preoccupate solo di garantire il passeggio nel centro e di rendere invisibili le proteste e le persone. Da una parte c’è la bellezza e la dignità della voglia di vivere, dall’altra le fauci spalancate e i muscoli esibiti da un potere preoccupato solo di difendere il suo interesse e lo squallido luccichio delle sue carte di credito.
Il punto più atroce di questa vicenda è stato toccato con lo smantellamento del presidio che da oltre un mese vedeva impegnati i migranti in Via Lupi di Toscana. Un’ autentica rappresaglia il cui “modus operandi” ci ricorda pagine che credevamo definitivamente cancellate dalla storia. Le ruspe di Paroli e Rolfi hanno raso al suolo l’accampamento dei migranti, la casetta comprata coi soldi delle sottoscrizioni, la mobilia, le attrezzature , le masserizie, tutto è stato letteralmente distrutto e eliminato con un’arroganza, un cinismo e una prepotenza senza eguali.
E’ stato uno spettacolo indecoroso , vergognoso e disumano di cui qualcuno dovrà render conto. Uno spettacolo che marchia in modo indelebile le forze politiche che guidano la povera Brescia. Uno spettacolo che, ancora di più, ci fa scegliere da che parte stare. Lassù con i nostri fratelli migranti. Lassù a 30 metri da una terra troppo volgare
(da Sinistra a Gussago)