venerdì 5 giugno 2020

Riflessione condivisibile


"Che agli italiani non piaccia questo governo, è possibile.
Non gli sarebbe piaciuto nessuno, in una situazione nuova e grave come questa.
Che agli italiani non piaccia Conte, è possibile.
Molti non sopportano il suo modo di parlare un po' leosiniano, la sua educazione, la sua calma o la difficoltà nell'arrivare al punto in due minuti, l'abitudine a non gridare, inveire, insomma, ad essere senza bava alla bocca.
Ma che gli italiani bestemmino, descrivendo questa situazione, come un regime dittatoriale, NO.
Siete ignoranti e viziati.
Fatevi raccontare cos'è una dittatura.
Piagnoni, esagerati e disinformati.
Vi manderei a chiacchierare in Cina.
Ma non ci arrivate, che se fossimo in regime dittatoriale, le opposizioni sarebbero, storicamente, contente?
Non sapete che è previsto un simile status in momenti di emergenza?
Pensate sareste vivi, se si fosse lasciato tutto al buonsenso personale?
Che libertà vi manca?
Quella di ammalarvi?
Perché la libertà di espressione, mi pare ce l'abbiate.
Può parlare il re dei coglioni e nessuno va a prelevarlo a casa.
È come se ci fosse un grande incendio, i pompieri ci tenessero lontani dal fuoco e noi a battere i piedi in terra, perché non ci fanno avvicinare alle fiamme.
In televisione avete i canali della squadra fascioleghista.
L'opposizione parla, non è imbavagliata.
Il potere, non è minimamente concentrato in una figura unica.
Avete questa idea delle dittature, come regimi in cui i medici vi inseguono per inocularvi vaccini, in cui dovete assolutamente scaricare un'app, in cui per indicazione degli scienziati, si mantengono restrizioni personali e pubbliche.
NON È COSÌ.
In dittatura, non sareste in grado di pensare, di parlare, di contestare.
In dittatura, il pensiero critico non germoglia, muore prima di nascere.
Non vi vaccinano, vi sparano.
Chi vive in dittatura, vi dovrebbe sputare in faccia per quello che dite.
Nessuno vi ha mai frustrato, imbavagliato, fatto sparire, per un articolo pubblicato su un giornale.
Eppure capita.
Ci sono paesi, in cui la criminalità è un unicum con le forze dell'ordine, non vi potete rivolgere alla polizia perché corrotta di default.
Il volere del regime, è instaurato con la violenza vera, fisica oltre che psicologica.
E voi, che pubblicate notizie inventate o tendenziose, senza pagare un euro, vi sentite in dittatura?
Ma in dittatura, ci risparmiavamo due mesi e mezzo di rottura di coglioni.
Se il vostro cervello, può partorire questi ragionamenti paranoici, di complotti mondiali, è proprio perché vivete in democrazia.
Non conoscete guerre, tragedie vere, veri dittatori.
Non conoscete libri.
Ogni volta che leggo la parola dittatura, riferita a questo paese, mi vergogno per voi.
Analfabeti, ignoranti.
Eh sì, vi meritate le offese.
Sputate su chi queste tragedie le vive nel quotidiano.
Su chi non ha la libertà di scrivere, pensare, amare.
E non perché fuori corre il rischio di morire, ma perché muore se scrive, pensa, ama.
Certo per voi è tutto scontato.
Ma prima di accostare il vostro paese, a paesi in cui l'omosessualità è reato, in cui decidono cosa devi leggere e scrivere, in cui se non rispetti un ordine, sei torturato o morto, fatevi un esame di coscienza serio.
È stato chiaro dal principio, che non eravamo in grado di autogestirci, per questo, siamo stati via via guidati, a fare CIÒ CHE AVREMMO FATTO SOLI, SE NON FOSSIMO IMBECILLI.
Guardatevi i dati di chi ha riaperto tutto.
E poi uscite a manifestare coi due pizzettari.
E buona fortuna." (
Valentina Conti)