Da sempre questi due concetti antitetici hanno guidato la
vita spirituale e sociale dell'uomo , ma se li esaminiamo cercandone le vere
radici, ci accorgiamo che forse il Bene ed il Male non esistono, almeno
riferendoci al significato che siamo soliti attribuirgli.
Dall’analisi di due “forze” opposte e differenti tra loro,
ma allo stesso tempo dipendenti l’una dall’altra, deriva il concetto proprio
delle filosofie orientali, dello Yin Yang,
di tutte quelle tradizioni che riconoscono nella dualità la scintilla
stessa della vita. Se riflettiamo, infatti, non avrebbe senso il Bene senza il
Male, entrambi hanno bisogno l’uno dell’altro per poter esistere e per poter
dare un senso a tutte le cose.
Bene e Male sono quindi espressione esteriore di verità più
profonde che ci accompagnano fin dalla notte dei tempi, indicano lo stretto
connubio tra spirito e materia, anima e corpo, uomo e donna; rappresentano
l’energia stessa che pervade l’universo nei suoi aspetti maschile e femminile,
l’aspetto che feconda e quello che genera.
Presso i Maya erano il giorno e il tramonto e venivano
rappresentati, il Bene con gli occhi aperti e il Male con gli occhi chiusi.
Nella letteratura, a partire dalle fiabe, c'è un'eterna
lotta tra questi due schieramenti , Bene e Male sono divisi col coltello, per
ragioni di trama e anche come significato 'allegorico': soprattutto nella
cultura occidentale, le figure negative restano tali fino alla fine della
storia, non si riscattano mai. Al contrario nelle culture africane e orientali c'è sempre una possibilità per il Male di
riscattarsi e diventare Bene.
Il Bene e il Male fanno profondamente parte del nostro
vissuto e ci sembrerebbe sciocco negarne l'esistenza che non è affatto divisa
così nettamente, esistono moltissime sfumature tra qualcosa sicuramente
"bene" e un'altra sicuramente "male"; e quasi mai è facile
distinguere una sfumatura dall'altra. Ma non ci vuole molto a
"dimostrare" che il bene e il male sono concetti relativi e quindi,
dobbiamo concludere che la distinzione fra bene e male è un fatto culturale,
una regola che si "apprende" crescendo, una norma derivante
dall'accumulo delle esperienze, una distinzione che ha fatto l'Uomo in base a
certe sue necessità.
Uccidere di solito lo
mettiamo nella lista del "male"; ma se uccidiamo in guerra, siamo
eroi e quindi uccidere diventa "bene".
Gli esempi relativistici sono infiniti, ma il punto è capire
che il Bene e il Male sono legati ai tempi (una volta maltrattare un cane era
impunito, oggi si rischia la galera), alla geografia e alla cultura (nei paesi
con una forte religiosità si tende a identificare il bene con la fede e il male
con l'ateismo).
Per questi motivi, e ce ne sono altri, credere di sapere
cos'è il Bene e cos'è il Male è una pia illusione?E’ forse questo relativismo che conduce la nostra società a
vivere all’ombra di valori etici provvisori?
Angela Baldi