sabato 27 aprile 2013

LA CONDIVISIONE



La condivisione per sua  definizione è l'utilizzo in comune di una risorsa o di uno spazio, in senso stretto si riferisce all'uso congiunto o alternato di un bene finito o di un'informazione.
 Il tema è strettamente intrecciato alle problematiche economiche e sociali dovute alla  crisi che ha favorito il dibattito  sui temi della condivisione e del solidarismo, intesi come possibili vie per risolvere molti dei problemi del mondo moderno. Sostituendosi alla competizione, all’avidità e all’egoismo, la condivisione e la cooperazione sono considerate le vie d’accesso più importanti alla felicità dei singoli e dei gruppi, essendo in grado di favorire un clima più sereno, grazie al quale può essere apprezzata meglio la bellezza delle relazioni e il rispetto per l’ambiente.
Al contrario è accaduto che,con la crisi, invece di inventare qualcosa di nuovo e avere il coraggio di voltare pagina, le istituzioni non hanno fatto nulla ed è in questo che s'individua la vera crisi e dalla quale bisognerebbe ripartire per ripensare il passato e mettere in discussione il rapporto che gli uomini hanno fra loro e con il mondo.
Bisognerebbe  individuare nella condivisione un nuovo atteggiamento possibile per fare fronte a una crisi che non è solo economica o pertinente al mondo finanziario, ma che coinvolge direttamente il sistema dei valori etici.
 La “crescita economica”  non produce più benessere né migliora la qualità della vita degli individui, i quali si orienterebbero sempre di più verso una cultura del dono , un orientamento che segna una grande presa di distanza dal feticismo dell’oggetto, arrivando a considerare possibile il vivere una vita più soddisfacente e ricca di emozioni positive a partire da nuove categorie di pensiero con le quali interpretare le relazioni interpersonali e la vita sociale. La condivisione può essere una di queste categorie, favorendo la rottura di vecchi modi di pensare e una proiezione verso il futuro capace di tenere conto della dimensione collettiva e non solo quella individuale.
In chiave metafisica, mostra la capacità dell’uomo di svelare il proprio potenziale creativo e giungere alla felicità cooperando assieme agli altri uomini per la ricostruzione di ogni settore delle attività umane. Nell’accettazione del principio di condivisione risiede la risposta alla crisi politica ed economica che l’umanità sta attraversando e il primo passo per creare le condizioni sociali di un mondo più giusto.  «Come prima cosa si deve imparare a essere uomini. Ed essere uomini significa riconoscere il valore della condivisione e prendere i bisogni del proprio fratello come misura per le proprie azioni, senza mai dimenticare che gli altri esistono in noi, come noi siamo negli altri»(Braggio)
I temi del dono, della solidarietà e di uno stile di vita sobrio, caratterizzato da meno consumi materiali e più ricchezza interiore, giocano un ruolo chiave che rivaluta l’uomo perché essere spirituale, capace di andare oltre il proprio ego e di dare un valore alla propria vita prendendosi cura degli altri.
Nella società attuale, invece, l’individuo è spinto costantemente a pensare prima a se stesso e a soddisfare una vasta gamma di desideri inutili.
Un' Ong britannica, la New Economics Foundation, elabora da diversi anni, in conformità a inchieste, un indice della felicità (happy placet index) che ribalta l’ordine classico del Pil pro capite e anche quello dell’indice di sviluppo umano (Isu). Per il 2009 la classifica stabilita dall' Ong vede in testa il Costa Rica, seguito dalla Repubblica Dominicana, dalla Giamaica e dal Guatemala. Gli Stati Uniti vengono soltanto al 114° posto.
Questo paradosso si spiega con il fatto che la società cosiddetta «sviluppata» si basa sulla produzione massiccia di decadenza, cioè su una perdita di valore e un degrado generalizzato sia delle merci, che l’accelerazione dell’«usa e getta» trasforma in rifiuti, sia degli uomini, elusi e licenziati dopo l’uso, dai presidenti e manager ai disoccupati, agli homeless, ai barboni e altri rifiuti umani.
L’odierno sistema economico sottolinea l’importanza di sostituire ai valori della società mercantile  quelli dell’altruismo, della reciprocità, della convivialità e del rispetto dell’ambiente.
 L’economista Jeremy Rifkin  individua nella Terza rivoluzione industriale la via verso un futuro più equo e sostenibile, dove centinaia di milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche, e la condivideranno con gli altri, proprio come adesso condividono informazioni tramite Internet.
Il punto è che l’aumento della connettività ci sta rendendo sempre più consapevoli di tutti i rapporti che compongono un mondo così complesso e vario. Una nuova generazione sta cominciando a vedere il mondo sempre meno come un deposito di beni da espropriare e possedere, e sempre più come un labirinto di relazioni cui accedere. (Angela)

Bibliografia
Raj Patel- Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo
Gianpaolo Fabris- La società post-crescita
Jeremy Rifkin, La civiltà dell’empatia

domenica 21 aprile 2013

Elezione Napolitano

L’AMACA
MICHELE SERRA
Almeno a una cosa, questi giorni tristissimi, sono serviti. Sono serviti a chiarire una volta per tutte che nella sinistra parecchie persone odiano la sinistra. Nel senso che la combattono e forse la temono. Nel senso che ogni vero cambiamento degli assetti di potere, degli equilibri sociali, della distribuzione del reddito, metterebbe a rischio il loro potere, le loro aspirazioni, i loro interessi. Purtroppo questo pezzo della sinistra è un pezzo di Pd: quel pezzo di Pd che ha sparato su Prodi (cioè uno dei propri padri fondatori) e con gusto se possibile maggiore avrebbe sparato su Rodotà (cioè uno dei propri uomini migliori). Importa relativamente sapere se esistano, a monte di questo odio di sinistra per la sinistra, comitati d’affari o intelligenza col nemico o semplice amore per le trame sottobanco o addirittura la lecita convinzione politica che non esista, in Italia, uno spazio politico per il cambiamento. Importa moltissimo, però, capire che avere votato Pd, nelle presenti condizioni, non significa avere speso il proprio voto per una sinistra possibile (mediocre, ma possibile), come credono da molti anni milioni di elettori riformisti come me. Significa averlo dato a una sinistra impossibile. Sel è stata molto più leale con Bersani, e con il Pd, del Pd stesso. Quando si tratterà di tornare al voto ce ne ricorderemo. Eccome se ce ne ricorderemo.

Questo è stato il giudizio di Michele Serra alla giornata del 20 aprile quando si è conclusa la diatriba sull'elezione del Presidente della Repubblica e la TV ha mostrato,a conclusione dello spoglio, un Berlusconi e un Alfano soddisfatti di aver vinto sulla disfatta della sinistra, mentre nel Parlamento c'era una vera e propria standing ovation , tutti contenti di aver fottuto ancora una volta il popolo che nella piazza contestava.
 Non vi nascondo che una lacrima è scesa sul viso, quando hanno ridato la linea alla piazza , che urlava " Vergogna" e la giornalista ha intervistato un ragazzo di sedici anni. Sapete cosa vuol dire sedici anni?  Gli anni della speranza , della fede nel futuro, nella voglia di realizzare i propri sogni.
Volete sapere quali sono state le sue parole? - Non sono qui per contestare Napolitano, bensì per mostrare il mio pianto perchè ho creduto davvero che ci potesse essere il cambiamento. Voglio che mi vedano e che si ricordino-
Caro ragazzo, loro non ti vedranno , ma io ti ho visto ed ho pianto con te su questo sfacelo. Non smarrirti , continua a crederci, è difficile , lo so, ma se non continuiamo ad avere fede avranno sconfitto anche noi, noi che siamo i sognatori, noi che crediamo che un giorno tutto questo finirà... noi non possiamo essere sconfitti.
(Angela)

sabato 20 aprile 2013

Rifiuti tossici

Inquinanti come rame e nichel che superano di sette volte i limiti dettati dalla legge. Ci sarebbero anche questi nella “zuppa chimica” di rifiuti tossici mischiati con calce e cemento finita a far da base alla terza corsia dell’A4 in costruzione nel cantiere gestito dalla società La Quado del gruppo Carron in via Musestre a Roncade. Colpa, secondo le accuse della Procura di Venezia, delle 34.157 tonnellate di misto cementato per sottofondi stradali consegnate tra il 2011 e il 2012 dall’azienda Mestrinaro di Zero Branco. «I gestori della Mestrinaro – scrive il gip Antonio Liguori – omisero deliberatamente e volontariamente (cioè dolosamente) di eseguire le operazioni tecniche necessarie a trasformare i rifiuti, anche contaminati, in materie prime secondarie non inquinanti». A quanto pare, secondo l’accusa di «attività organizzate per traffico illecito di rifiuti», per soldi. Un calcolo, a titolo di esempio, lo fa direttamente il gip Liguori che indica come la società Adriatica Strade abbia conferito a Mestrinaro 10.718 tonnellate di rifiuti pagando 29 euro a tonnellata, mentre l’azienda di Zero Branco abbia venduto il misto a Save Engineering e a Engineering 2K rispettivamente a 10 euro a tonnellata e a 28 euro al metro cubo.«È necessario stimare che in capo a Mestrinaro derivino introiti dell’ordine di 39 euro a tonnellata. Da tale ammontare devono essere detratti i costi per il trasporto, messa in opera e trattamento illecitamente eseguito presso l’impianto – si legge nel provvedimento cautelare – è evidente che ingenti profitti derivino in capo a Mestrinaro ove si consideri che lo smaltimento presso una discarica di rifiuti non pericolosi costa ordinariamente 45 euro a tonnellata»
(Andrea Onori FB)

venerdì 19 aprile 2013

Dona il tuo 5 per mille


Stamina, 'Nature' attacca l'Italia e la Chiesa: "No ai malati usati come cavie e illusi"


Durissimo editoriale contro il decreto Balduzzi in relazione all'autorizzazione del metodo non riconosciuto dalla scienza e contro il Vaticano per il meeting internazionale sul trasferimento della 'ricerche' nella pratica clinica: "Una performance senza vergogna, si vendono false speranze"
 No a malati usati come cavie. E' il passaggio più duro dell'editoriale anticipato online con cui la prestigiosa rivista Nature, spesso 'portavoce' della comunità scientifica internazionale, ha preso posizione su ciò che sta accadendo in Italia a proposito del Metodo Stamina, rilanciando l'allarme già lanciato dal mondo italiano della ricerca.

"Molti scienziati in tutto il mondo - si legge nell'articolo - sono scioccati da quello che sta succedendo a Roma, e giustamente. E' sbagliato sfruttare la disperazione di disabili e malati terminali ed alimentare false speranze di rapide guarigioni - si legge ancora - . Ed è sbagliato cercare di usare questi pazienti come animali da laboratorio, bypassando le agenzie regolatorie, come il Parlamento italiano sembra voler fare".


La rivista ricorda come con cellule staminali adulte si siano già ottenuti alcuni successi clinici, per esempio nel trapianto di midollo osseo per il trattamento della leucemia, nella coltivazione di porzioni di pelle per persone ustionate e nella rigenerazione di cornee. "Tuttavia - scrive la rivista - , speranze più ambiziose vanno mitigate. Molti trial clinici coinvolgono pazienti infusi con cellule staminali mesenchimali prelevate da midollo osseo, abbastanza facili da estrarre e coltivare". Queste cellule, utilizzate anche dal 'metodo Stamina', possono però "produrre solo ossa, cartilagine e cellule di grasso". Secondo Nature "resta invece da capire quanto queste staminali riescano a fare al di fuori della loro 'nicchia' biologica".

 "Considerata l'emergenza delle malattie incurabili - prosegue l'editoriale - è fuori questione che sia cruciale un rapido passaggio dal banco di laboratorio al letto del malato. Ma è necessaria ancora tanta ricerca sui meccanismi biologici profondi di queste cellule. Alcuni trial approvati dalle autorità regolatorie possono portare a risultati utili". La strada è ancora lunga, ribadisce Nature, ma "almeno si tratta di sperimentazioni condotte sotto il controllo degli enti regolatori". Ciò che preoccupa gli scienziati sono invece le sperimentazioni senza regole. Tra le quali è evidentemente considerata anche l'esperienza della Stamina foundation.
(Fonte)

Nell'editoriale, intitolato "Fumo e specchi", la rivista ripercorre la questione italiana, ricorda il voto del Senato e invita la Camera ad ascoltare la voce della scienza prima di votare il decreto Balduzzi sulle terapie a base di cellule staminali: "Trattamenti non regolamentati, come quelli offerti su base compassionevole dalla Stamina Foundation, in Italia, sono preoccupanti". Dopo il via libera del Senato al dl approvato dal governo, dunque, "la seconda Camera del Parlamento italiano deve ascoltare il monito indipendente degli esperti prima di votare per una 'deregulation' delle terapie con staminali".

"Il 10 aprile - si legge nell'articolo - i senatori hanno modificato un decreto già controverso con una clausola che svincolerebbe le terapie a base di staminali da ogni supervisione regolatoria, riclassificandole come un trapianto di tessuti", invece che come somministrazione di trattamenti paragonabili a medicinali. "Se la seconda Camera del Parlamento approva questo emendamento, l'Italia entrerà in disaccordo con le regole dell'Unione europea e della Food and Drug Administration americana, che definiscono le cellule staminali modificate al di fuori dal corpo come farmaci".

Ma il caso Stamina non è l'unica ragione per cui Nature parla di un caso Italia. Sotto accusa c'è anche il meeeting internazionale che si svolto dall'11 al 13 aprile in Vaticano, sulle prospettive delle staminali adulte in medicina. "Dopo la fumata bianca che in Vaticano ha annunciato l'elezione del nuovo Papa - si legge nell'editoriale - una cappa ancora più cupa incombe sulla Città eterna. Una nebbia di confusione e di informazioni fuorvianti in materia di terapie a base di cellule staminali. Coloro che hanno acceso il fuoco del dibattito sostengono che stanno promuovendo il trasferimento della ricerca sulle staminali nella pratica clinica, così che malattie oggi incurabili possano essere trattate. Niente - tuona Nature - potrebbe essere più lontano dalla verità".

Non si tratta dello scontro eterno fra fede e scienza. La polemica è tutta sul terreno scientifico, con  Nature che definisce il convegno in Vaticano "una performance senza vergogna". "Bambini malati - denuncia l'articolo - sono stati fatti sfilare per la televisione, condividendo il palco con aziende e scienziati che cercavano in tutti i modi di caldeggiare un passaggio accelerato alla pratica clinica delle loro terapie". Nel frattempo, "a pochi chilometri di distanza, al Senato italiano, i parlamentari erodevano ulteriormente la tutela per i pazienti fragili 'bersaglio' delle compagnie attive nel campo delle staminali".
(fonte http://www.repubblica.it/salute/medicina/2013/04/16/news/nature_sul_caso_stamina_no_ai_malati_come_cavie-56775175/?ref=HREC1-2 )

giovedì 18 aprile 2013

Texas, esplode fabbrica: è tragedia. Decine di morti e centinaia di feriti

Almeno decine di morti, centinaia di feriti, dieci edifici in fiamme, una sessantina di case rase al suolo nel raggio di cinque chilometri. Sono i numeri ancora parziali della strage provocata dallo scoppio di una fabbrica di fertilizzanti, la West Fertilizer. Co, nei pressi di West, un piccolo centro a trenta chilometri da Waco, in Texas.
Ancora non si conoscono le cause dell'esplosione. In tutta l'aerea si continua a sentire un'intensa puzza di ammoniaca. E si teme che in seguito alla combustione si sia formata un'enorme nube tossica, tanto che i 2.800 abitanti della cittadina sono stati fatti evacuare nella notte.
Il racconto dei testimoni e' raggelante. 'E' stato come una bomba atomica scoppiata in giardino', racconta il sindaco Tommy Muska ancora sotto choc
.(ANSA)

mercoledì 17 aprile 2013

Francia: il reddito dei ministri è online

In Francia per la prima volta i patrimoni e i redditi di tutti e 37 i membri dell'esecutivo socialista sono pubblici sul sito del governo. E' la prima conseguenza della promessa di trasparenza fatta dal presidente francese Francois Hollande contro la corruzione, dopo lo scandalo che ha travolto Jerome Cahuzac, ex ministro del Bilancio con un conto nascosto all'estero. Una decisione senza precedenti per i transalpini, che comunque hanno sempre fatto della questione morale uno dei punti fermi della politica e della vita dei personaggi pubblici.
La decisione di Hollande è stata preceduta dall'azione personale di alcuni ministri, che avevano già pubblicato le loro dichiarazioni su blog e siti internet la settimana scorsa. Altri membri del governo temono invece che la pubblicazione di questo tipo di dati possa portare al loro riutilizzo in modo distorto.
L'operazione trasparenza sembra, però, trovare d'accordo i francesi. Secondo un sondaggio per il Journal du Dimanche il 63% dei cittadini ritiene che la pubblicazione dei patrimoni sia una misura necessaria in una democrazia moderna.
Francois Hollande, in diretta tv. Nel quadro delle nuove regole per la moralizzazione della politica, la Francia irrigidira' le regole che ''impediscono il cumulo tra un mandato parlamentare e determinate attivita' professionali, per scongiurare ogni conflitto d'interessi'', ha aggiunto Hollande.(ANSA)

Terremoto in Iran, distrutti interi villaggi

Si teme la strage dopo la scossa di magnitudo 7.8 nel sudest del Paese.
Il peggior terremoto da 40 anni a questa parte. Così è stato definito dal governo il sisma che ha colpito l'Iran con una scossa di magnitudo 7.8. Il disastro naturale avrebbe distrutto interi villaggi nel sudest del paese e provocato centinaia di vittime. E' di oltre 80 morti il bilancio ufficiale delle vittime fornito sinora ma si teme che siano molte di più: "Ci attendiamo centinaia di morti", ha dichiarato un responsabile iraniano che ha voluto restare anonimo. Migliaia di edifici sarebbero crollati. Lo stesso terremoto, avvertito anche nei Paesi del Golfo e in India, ha provocato 34 morti in Pakistan.
Secondo il quotidiano inglese Guardian la città di Hiduch, nel Sudest dell'Iran "è stata interamente distrutta". La località conta un migliaio di abitanti.Una nuova scossa intanto, questa volta di magnitudo 5.7, è stata registrata alle 7:45 ora locale (le 5:15 in Italia) sempre nel sudest dell'Iran, al confine col Pakistan. Non si hanno informazioni su eventuali ulteriori danni a persone o cose.( ANSA)

lunedì 15 aprile 2013

LOTTA

Lotta (by michele capuano no copyright)

Lotta…
A volte bisogna camminare piano per non separarsi dagli altri
Bisogna saper accelerare per non farsi calpestare
Fermarsi per non sbagliare strada e per curiosare
Indagare, osservare: scoprire i diversi per non essere soli
Confondersi con gli altri senza rinunciare alle proprie idee:
alle proprie esperienze
La diversità… è liberarsi dalle gabbie:
che una pessima e atavica educazione
… ha messo dietro sbarre non facili da eliminare
La possibile via di una nuova rivoluzione esiste
Spesso….
siamo impegnati a denigrare i nostri compagni di viaggio…
piuttosto che l'avversario
Siamo impegnati a criticare o ad oscurare i nostri potenziali alleati
…piuttosto che i nemici della nostra storia
Spesso…
siamo spaventati dalle capacità che esprime chi si schiera con noi
come se questo creasse l’ombra che calpesta il tuo “io”
Mentre dovremmo aiutare ogni capacità, ogni intelligenza:
ogni risorsa a manifestarsi, ad essere valorizzata
Mentre vedo chi pratica il vero terrorismo e lo fomenta:
le vere guerre e le ordisce
… e uccide ogni giorno centinaia di Galileo Galilei
… e manda al rogo donne e “ribelli”
Siamo all'oblio (lo ricordano le morti innocenti)
di una guerra finalizzata a sporchi interessi di “elite”
Le morti sul lavoro…
Il monopolio dell’informazione e la mediocrità dei suoi attori
L’istruzione pilotata e umiliata
Lo strapotere di comitati d’affari, l’arroganza del potere
La stoltezza di chi lo consente (troppi)
La storia si ripete…
Per capire come combattere questa società corrotta dalla cattiva informazione
… basta non perdere mai la base del cambiamento
Istruirci: occasione per unirci e percorrere con intelligenza
… uno, due, tre, quattro, cinque, dieci… cento passi
Libertà è: difenderci dal razzismo, dalla corruzione:
dall'intreccio della mafia e della politica (sporca):
da profittatori senza scrupoli:
da venditori di armi o ladri di organi, dai mercanti di schiavi
e caporali in divisa o senza…
Da integralismi vecchi e nuovi, da inquinatori di cibo e acqua:
aria e suolo,
Da vandali che sfruttano donne e bambini:
da “narcotrafficanti” e razziatori di materie prime
Da gentaglia che mina i campi: la nostra amata terra….
Da chi ruba i nostri frutti
per poi diventare benefattore donandoci i suoi avanzi
… da ladri che rendono povero chi è ricco
Libertà è contrastare le nuove leggi ormai inquisitorie…
se non penso queste cose
non è facile capire che la semplicità è difficile a farsi…
Il domani:
l’alba?
… il dubbio!
E tu intanto:
lotta.
Lotta

martedì 9 aprile 2013

Il mondo come mi piacerebbe che fosse

Questo documento è ispirato dalla DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, e deve essere considerato una bozza iniziale su cui riflettere e ragionare.
Chi è interessato può esprimere, su questa pagina, dubbi, domande e osservazioni.                                        


DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Articolo 3. Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Se vogliamo garantire a chiunque il diritto di vivere, di esprimersi liberamente e in totale tranquillità e sicurezza, la comunità deve essere collegata da una rete di relazioni interdipendenti, basata su tre principi: equanimità, libertà, sicurezza, dove l’accesso al mondo del lavoro è un diritto fondamentale assicurato e acquisito nei fatti. Allo stesso tempo, si dovrà garantire a chiunque, senza distinzione alcuna, un “reddito minimo” di sopravvivenza.

Equanimità.
Dal punto di vista economico, equanimità, significa regolare il mondo del lavoro in modo che l’interesse del singolo sia strettamente connesso all’interesse di tutti, creando una relazione chiara, precisa e trasparente tra pubblico e privato. Un sistema dove lo stato, deve essere, finalmente, inteso come “comunità” al servizio del singolo e non un nemico contro cui combattere o da temere.

Una delle prime cose da realizzare è l’equità fiscale. Il mondo fiscale è un vero “mostro”, un mostro di burocrazia e complicazioni al limite dell’inverosimile, un mostro “stupido” che arriva persino a divorare se stesso. Basta pensare ai costi immensi che tale sistema consuma per mantenersi.
E se fosse possibile smantellare tutto questo riducendolo ad una cosa semplice? Una tassa unica, un’unica aliquota, semplice, chiara e ineludibile? Un sogno? Eppure credo di poter dimostrare che è possibile.

Ecco come:
Tutte le aziende, di qualunque tipo, corrisponderanno allo stato una percentuale degli utili (cosa che comunque già avviene con il pagamento attuale delle tasse) ma si tratterebbe di una voce unica.
Questa percentuale, che possiamo definire “Mc” margine di compensazione, verrà definita anno per anno, in modo tale da garantire il pareggio del bilancio statale. Un unico prelievo in grado di coprire tutte le spese dello stato, e di abolire, sostituendole, qualsiasi altra imposta, sia diretta che indiretta. Pertanto qualsiasi compenso ai lavoratori sarà sempre netto, e non ci sarà più alcuna necessita di presentare dichiarazioni di redditi di tipo personale.
(Alleluia ! )

Va sottolineato che, non essendo previsti contributi, né a caricato dell’azienda né a carico dei dipendenti, tale risparmio crea un notevole aumento degli utili, utili che vanno direttamente nelle casse dello stato, senza costose e dispersive giravolte, con un risparmio enorme. Si possono, in questo modo, abolire una quantità notevole di uffici pubblici amministrativi, (INPS, uffici del registro, e chissà quant’altro), riducendo tutto ad un unico organismo che si occuperà di gestire sia le entrate che le uscite.

Gli utili rimanenti verranno suddivisi dai lavoratori nelle percentuali che ogni azienda determina liberamente, in modo autonomo e diretto, rispettando tuttavia dei parametri stabiliti a livello nazionale.
Tali parametri dovranno definire uno “spread” sociale, che regoli la differenza tra uno stipendio minimo e uno massimo, in un rapporto stabile, (ad esempio 1/10).
Lo stipendio minimo sarà ovviamente superiore al “reddito minimo”, garantito a chiunque, a prescindere da qualsiasi condizione.

In questo modo l’interesse del singolo è effettivamente connesso all’interesse di tutti.
Risulta, infatti, evidente che chi ha maggiori capacità riceverà naturalmente un compenso maggiore; è nell’ interesse di tutti i dipendenti di un azienda avere al loro interno persone capaci in grado di favorire un alto reddito, giacché più alti sono gli utili prodotti dall’azienda, più alti sono tutti gli stipendi.
Le aziende sono, e rimangono, in concorrenza tra loro, a tutti i livelli, e una persona con notevoli capacità sarà fortemente richiesta e incentivata. Allo stesso modo anche lavori poco graditi, che in una società dove il lavoro è un diritto reale e concreto, non possono essere imposti, saranno incentivati con un maggiore compenso.

Lo “spread” sociale sarà obbligatorio per tutte le aziende quotate in borsa, tuttavia non può essere imposto alle aziende private, altrimenti andrebbe contro al secondo principio, il principio di libertà.

Al fine di generare un maggiore equilibrio tra pubblico e privato, solidarietà e concorrenza, si dovrà incentivare il sorgere di aziende particolari, che possiamo definire “SpS” (società a partecipazione sociale) e che porteranno nel mondo del lavoro una vera rivoluzione.
Lo stato, metterà a disposizione i capitali necessari, procurandoli tramite l’emissione di “titoli”. (Questi titoli potrebbero avere un rendimento minimo garantito, e un incremento legato al bilancio finale dell’azienda). La caratteristica di queste aziende è che appartengono alla comunità e il loro successo, o insuccesso, sarà condiviso da chi ci lavora in primo luogo, ma da tutta la comunità nel suo insieme.
Queste aziende potrebbero ottenere un enorme successo nel campo delle piccole e medie imprese e nell’artigianato. E costituire una grande risorsa per coloro che hanno ottime idee, capacità, creatività e fantasia, ma mancano dei capitali per realizzarle, in modo particolare i giovani. Inoltre sarebbero una opportunità notevole per chi vuole investire senza rischi, dando allo stesso tempo una valenza etica ai propri risparmi.

Libertà.
Il principio di libertà non nega a nessuno il diritto di aprire una società con capitali propri, né, tanto meno, obbliga le società esistenti a chiudere. Società private possono, in un certo senso, essere utili perché incentivano la concorrenza. Tuttavia, lo stato delle cose renderà, nel tempo, molto probabilmente, questo tipo di società obsolete.
Lo stato potrà acquisire aziende private liquidandole in contanti, o trasformando il valore attribuito all’azienda, in titoli di stato.

Coloro che, per scelta o necessità, svolgono una attività in proprio; liberi professionisti, piccoli artigiani, artisti, sportivi, potrebbero seguire regole tali da essere fondamentalmente in linea con chi lavora in un ambito collegiale. Potrebbero avere una contabilità estremamente semplificata, dove gli utili vengono suddivisi con lo stato (la collettività) in base al margine di compensazione “Mc” con gli stessi criteri delle SpS e il guadagno netto non potrà in ogni caso superare il limite massimo fissato dallo spread sociale. Mi pare, tra l’altro, evidente che in un simile regime sarebbe molto difficile per un artigiano o un professionista lavorare in nero, anche perché in un simile ordinamento è probabile un cambiamento culturale tale da porre il reato di evasione fiscale ad un alto livello di “vergogna” e depravazione. Ben lontano dal livello di “furbizia” in cui siamo abituati.

E’ possibile derogare alla regola dello stipendio massimo, in casi articolari, istituendo premi speciali (vedi premio Nobel) da destinare a persone (o istituti) veramente speciali, la cui opera, e il cui ingegno apporti grandi benefici alla comunità.

Sicurezza.
Se immaginiamo un mondo, o anche un solo stato, impostato su queste basi, potremo facilmente immaginare servizi pubblici di ogni tipo: sanità, scuola, trasporti... assolutamente e totalmente gratuiti. E possiamo facilmente comprendere che la gestione di tali servizi sarebbe notevolmente più semplice e molto meno costosa in quanto avremmo un mondo, non solo, senza carte bollate, senza francobolli, senza biglietti vari, senza ticket sanitari e senza code agli sportelli, ma anche senza sportelli. E questo può essere esteso gradualmente ad un numero sempre più crescente di servizi; pensiamo ad esempio alla cultura e allo sport, senza mettere limiti alla fantasia e alla creatività.

Credo sia facile ipotizzare che, organizzata in questo modo, una nazione avrebbe dei costi di gestione molto bassi e in conseguenza sarebbe fortemente competitiva rispetto alle altre, incentivando l'emulazione.
Inoltre, non è difficile prevedere che una migliore distribuzione del reddito, l’eliminazione di situazioni insostenibili e la sicurezza, innalzerebbero notevolmente la qualità della vita, in tutti i suoi aspetti.
Anche l’orario di lavoro potrebbe essere “variabile”. Chiunque potrebbe avere la possibilità di scegliere tra un maggior guadagno in termini economici o una maggiore disponibilità di tempo.

Da un punto di vista pratico il primo risultato è la semplificazione; si può ipotizzare la pressoché totale eliminazione della burocrazia, con un ritorno incalcolabile, e non solo dal punto di vista economico.
Un mondo senza burocrazia: un sogno meraviglioso che può diventare realtà. Molti uffici possono confluire in un unico organismo. Un unico ufficio, può facilmente gestire le entrate; un'unica tassa, ( Mc ). E nello stesso tempo può gestire anche tutte le uscite: sanità, scuola, trasporti, pensioni, amministrazione pubblica di ogni tipo.

Ma, il punto essenziale di questo programma è l'equilibrio:
Agendo su alcuni parametri variabili, si possono creare, agevolmente, condizioni tali da garantire l'equanimità, la sicurezza e la libertà, a tutti indistintamente. (Valdo Immovili )