domenica 27 novembre 2011

ANGELA RACCONTA COSA VUOL DIRE VIVERE IN UN CIE

Angela racconta cosa significa vivere in un lager di stato
Le persone che conoscono direttamente i Cie (centri di identificazione ed espulsione) e non si esprimono per sentito dire, hanno imparato che non sono luoghi dove poter fantasticare a occhi aperti. Anzi, sanno benissimo che sono posti dove i sogni vengono spezzati e dove si puo’ incontrare una delle più crudeli realtà del XXI secolo. E’ un accumulo di esseri umani, gettati in una fogna, dove ogni diritto è sospeso.

Lo sa benissimo Miguel, che afflitto dalla disperazione, ingoia due pile e della candeggina. Non riesce a sopportare di sottovivere in prigione, senza aver commesso nessun reato. Compie un atto estremo e spera che qualcuno si accorga di lui, della sua storia, delle sue aspirazioni spezzate.

Eppure, le istituzioni chiamano “ospiti” le persone che entrano all’interno di questi centri. Qualcuno si sorprende quando vengono chiamati Lager di stato. Qualcun’altro non resta turbato quando viene a conoscenza di storie raccapriccianti, perché sa cosa succede all’interno di quelle celle e qualcun altro ancora, è indifferente e accetta quel che può subire una persona colpevole di non avere un documento a portata di mano.

Succede che più conosci quella realtà e più scopri racconti incredibili e persone che vogliono narrare le loro esperienze dirette, vissute da protagoniste all’interno di quelle gabbie. Ci sono i migranti reclusi (come Miguel, Adel, Elham, Joy ecc) che ti implorano a scrivere e raccontare di loro. Ma ci sono anche gli operatori spesso andati via dal centro disumano e che vogliono raccontare le atrocità subite dai migranti.

NON GRADITA A PONTE GALERIA

Molte volte gli operatori che lavorano nei vari Cie d’Italia mi chiedono di mantenere segreta la loro identità per paura di perdere il posto di lavoro o per il timore di essere perseguitati. Questa volta, ci sono Nomi e cognomi. “Puoi fare tranquillamente il mio nome e anche il cognome se vuoi, io dico solo la verità” dice Angela, quando gli chiedo se vuole che la sua identità venga svelata.

Angela Bernardini, ha lavorato nel Lager romano di Ponte Galeria con la CRI dal 1998 al 1999, con varie mansioni: segreteria, logistica, ambulatorio. Come un fiume in piena mi ha raccontato ciò che succedeva all’interno di quel centro disumano sempre esaurito e stracolmo di persone.

“All'epoca - racconta Angela Bernardini - non esistevano nè regole, nè tanto meno diritti, almeno non codificati da un regolamento. I reclusi andavano a fortuna, secondo chi era di turno nei vari settori di competenza o delle forze dell’ordine”. Vi era una estrema difficoltà ad avere colloqui con gli avvocati e con i familiari. Tutto ciò che avevano, quando venivano portati al centro, era sequestrato e custodito in alcune cassette. “Non so se quando uscivano i militari ridavano loro esattamente ciò che avevano all'inizio della detenzione” dice l’ex operatrice di Ponte Galeria.

“Ho sempre cercato la vicinanza umana con i detenuti, volevo conoscere le loro storie, sapere della loro vita, aiutarli a restare persone”, perché spesso come mi hanno raccontato molti ragazzi reclusi in un Cie, è difficile restare se stessi, quando esci da quell’inferno cambi. “Io voglio restare me stesso, spero di farcela” mi diceva Miguel prima di essere espulso.

“Mi ero conquistata la loro fiducia ed il loro rispetto”, tanto che in un’occasione, Angela, è riuscita ad impedire una rivolta e in un’altra addirittura volevano fare lo sciopero della fame per lei. Era accaduto che in mensa un detenuto, “forse impazzito per davvero o forse per finta, mi ha mollato un cazzotto sulla fronte”, lasciando Angela stordita e dolorante. “Questo poveraccio – racconta l’ex volontaria della CRI - successivamente è stato massacrato di botte dai poliziotti, malgrado i miei tentativi di impedirlo”. Secondo Angela a condurre il pestaggio fu Massimo Pigozzi, che è uno dei tanti che parteciparono al pestaggio di Bolzaneto, durante il g8 del 2001, secondo le indagini condotte avrebbe dilaniato una mano ad una ragazza, divaricando le dita fino a quando la pelle si è lacerata. Secondo le agenzie di stampa, Picozzi è stato accusato anche di aver violentato nel 2005 alcune prostitute romene nella camera di sicurezza della Questura di Genova. Per precauzione, il comandante aveva deciso che per un pò Angela non entrasse in contatto con gli “ospiti” e proprio per questo motivo, i detenuti, “si sono rifiutati di andare alla mensa se non ci fossi stata io”.

ABUSI E LE VIOLENZE SNERVANTI

Era scomoda Angela, troppo umana per il potere che cinicamente deve dettare legge e impedire che uscissero fuori le vicende. La sua "confidenza" non piaceva nè ai responsabili della CRI, nè a quelli delle forze dell’ordine. “Mi spiavano, mi controllavano, mi seguivano per vedere se passavo loro droga o facevo favori sessuali”. Forse anche per trovare un pretesto e poi chiedere il suo silenzio ricattandola, chissà.

Ma ad abusare sessualmente delle detenute erano altri racconta Angela: “ So che alcuni militari, e anche qualche volontario, in cambio di sigarette e schede telefoniche avevano rapporti sessuali con viados e prostitute”. Spesso, all’interno del centro, si trovavano preservativi usati che certamente i detenuti non potevano avere con se, “come non erano certo i detenuti a far entrare la droga. Io stessa ho tirato fuori da un bagno un ragazzo in overdose”. C’era sempre qualcuno che abusava della loro debolezza e chi pagavano erano sempre le donne, con le “normali” prestazioni sessuali.

Angela comprava le sigarette ai detenuti, ma senza chiedere nulla in cambio. “A volte non potevo dar loro il cambio della biancheria intima”, entravano e uscivano praticamente sempre con quello che avevano addosso al momento del fermo. “Chi protestava veniva sedato, spesso con le botte e messo in isolamento in una stanza priva di tutto”.

Un giorno, Angela accompagna con l’ambulanza all'ospedale San Camillo un ragazzo che aveva dei gravi problemi di autolesionismo. “Io riuscii a convincerlo ed entrai in ambulanza con lui, malgrado non fossi di turno in ambulatorio”. Il ragazzo, aveva una lametta nascosta in bocca e avrebbe potuto fare del male a se stesso e ad Angela, ma con calma l’ex operatrice, cercò di farsi dare la lametta dal detenuto. Al rientro al CPT, “mi beccai una grande lavata di testa dal comandante e dopo due giorni, ricevetti una telefonata dal responsabile del mio gruppo, che mi diceva che non dovevo più presentarmi al Centro, perchè non gradita”.

Sono seguiti giorni da incubo, “ho cercato di parlare con tutti i vertici della CRI, ma non ci sono riuscita. Mi avevano creato intorno un muro impenetrabile. Alla fine, mi hanno costretto ad andarmene, in quanto sottoposta ad un mobbing continuo”.


FACCETTA NERA

Un giorno, uno come tanti, verso l’ora di pranzo, Angela racconta che mentre alcuni internati uscivano dalla sala mensa, altri invece si erano intrattenuti ai tavoli per scambiare qualche parola tra loro. Improvvisamente, "dagli altoparlanti presenti nella sala, si sono diffuse ad alto volume, le note di Faccetta nera”. Tra il poco stupore degli ospiti, “che quasi certamente non conoscevano quella marcetta” e lo sconcerto tra i volontari in servizio, le note ad alto volume continuavano a cantare tra le risate dei militari.

Angela, chiese dove fosse la centrale che governava gli altoparlanti, e “mi è stato risposto che era il posto di polizia, sito al secondo cancello di ingresso, quello che conduceva fisicamente dentro il corpo vivo del lager”.

Senza pensarci due volte, Angela si è precipitata verso il posto di polizia: “c’era un poliziotto con davanti a sè un mangianastri e la custodia di una cassetta dal titolo inequivocabile: Inni e canti del Ventennio”. Angela chiese al giovane poliziotto se si rendeva conto di quello che stava facendo, “non solo offendeva i reclusi, ma stava commettendo anche il reato di apologia di fascismo”.

Incurante di tutto ciò e del potere conferitogli dallo Stato, sorrise e in maniera ironica “ha preso la cassetta dal mangianastri, l’ha riposta e ne ha presa un’altra, dicendomi: ma io stavo mettendo Baglioni”. Con coraggio Angela fece rapporto al funzionario di PS responsabile e il poliziotto fu successivamente allontanato dal CPT, ma “per molto tempo sono stata guardata malissimo da tutti i vari addetti delle forze dell'ordine”.

Oggi, al Cie di Ponte Galeria non c’è più la CRI, ma la Cooperativa auxilium. “Da quello che leggo, non mi pare che le cose siano migliorate". E effettivamente non lo sono davvero. "Stare a Ponte Galeria mi ha cambiato per sempre la vita” parola di Angela.

Andrea Onori
(dal blog Madre terra fratello clandestino)

domenica 20 novembre 2011

VOGLIAMO LA PATRIMONIALE

VOGLIAMO LA PATRIMONIALE - E' ORA CHE PAGHINO I RICCHI CON UN’IMPOSTA SUI GRANDI PATRIMONI IMMOBILIARI E FINANZIARI SOPRA GLI 800.000 EURO IL CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE LA TASSAZIONE DELLE SPECULAZIONI FINANZIARIE POSSIAMO AVERE 100 EURO IN PIÙ AL M...ESE per le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati, diminuendo le tasse. 500 EURO AL MESE DI REDDITO SOCIALE per le disoccupate e i disoccupati. 1 MILIARDO PER GLI ASILI NIDO 1 MILIARDO PER LE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI 1 MILIARDO PER I SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI 1 MILIARDO PER IL DIRITTO ALLA CASA LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO IN ITALIA È PARTICOLARMENTE INGIUSTA! LA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA È ANCORA PIÙ INGIUSTA! L’Italia è il sesto tra i 30 paesi Ocse per maggiore livello di disuguaglianza, ed è quello in cui la distanza tra il reddito medio e il reddito del 50% più povero della popolazione è cresciuta di più negli ultimi 15 anni. PERCHÉ? Perché dal 1976 al 2006 la quota dei redditi da lavoro sul Pil è scesa di 10 punti, più di quanto è avvenuto negli altri paesi. Questo, a causa dei processi di ristrutturazione, dell’erosione della contrattazione collettiva, della precarietà del lavoro. Anche il fisco ha avuto un ruolo negativo. Secondo l’Ires Cgil dal 1980 al 2009 l’incremento della pressione fiscale sul lavoro è stato di oltre 12 punti percentuali, generando una perdita di 3285 euro annui, pari a 274 euro mensili. La perdita cumulata in questi 29 anni per ogni lavoratore è stata di 52.680 euro. La perdita complessiva di tutti i lavoratori è stata di 870 miliardi di euro. Oggi i salari delle lavoratrici e dei lavoratori italiani sono al 23° posto tra i 30 paesi Ocse. Il salario netto di un lavoratore medio nel 2009 è stato di 1260 euro. Significativamente inferiore per le donne, mentre i giovani sono i più penalizzati. CHI È STATO AVVANTAGGIATO? Profitti, rendite, compensi dei grandi manager. Dal 1995 al 2008 i profitti netti delle maggiori imprese industriali italiane sono aumentati del 75,4%. La quota di investimenti in rapporto ai profitti è però scesa negli ultimi trent’anni del 38,7%. In sostanza la ricchezza prodotta si è trasferita alle rendite che infatti dal 1990 al 2009 sono cresciute dell’87% e nei compensi dei grandi manager passati da 35 volte il salario medio nel 1980 a 350 volte agli inizi del 2000. Secondo i dati della Banca d’Italia il 10% più ricco della popolazione possiede il 45% della ricchezza immobiliare e finanziaria complessiva, mentre il 50% più povero non ne possiede che il 9,8%. Un altro dato è ancora più clamoroso: l’1% delle famiglie, quelle ricchissime, detiene una quota di patrimonio (il 13%) uguale a quella posseduta dal 60% delle famiglie. I patrimoni dei ricchissimi sono aumentati durante la crisi. Per fare un esempio, il patrimonio di Silvio Berlusconi è passato dai 6,5 miliardi del 2009 ai 9 miliardi nel 2010! LA SOLUZIONE C’È! Per rimediare a questa situazione è necessario un insieme di interventi, sul terreno delle politiche industriali del contrasto della precarietà del lavoro, della riconquista e del rafforzamento della contrattazione collettiva, di segno opposto a quelle del governo Berlusconi e di Confindustria. Ma molto si può fare sul terreno fiscale che è una causa decisiva dell’attuale situazione di gravissima iniquità. Perché mentre aumentava il carico fiscale sui redditi da lavoro, l’Italia, negli ultimi 15 anni, diversamente dai maggiori paesi europei, ha ridotto le imposte sui patrimoni. Perché le rendite finanziarie sono tassate la metà dei redditi da lavoro. Perché l’evasione fiscale è altissima, intorno ai 125 miliardi di euro annui. VA ISTITUITA UN’IMPOSTA SUI GRANDI PATRIMONI IMMOBILIARI E FINANZIARI. UN’IMPOSTA DELL’1% OLTRE GLI 800.000 EURO COLPISCE IN PARTICOLARE L’1% DELLA POPOLAZIONE CIOÈ I RICCHISSIMI E TOCCA CON IMPORTI MODESTI MENO DEL 10% DELLE FAMIGLIE PIÙ RICCHE. PER UN PATRIMONIO FAMILIARE DI 900.000 EURO COMPORTA UNA TASSA ANNUA DI 1000 EURO. IL GETTITO È DI CIRCA 18 MILIARDI ANNUI. VA RECUPERATO ALMENO IL 10% DELL’EVASIONE FISCALE ANNUA. VA PORTATA LA TASSAZIONE DELLE RENDITE FINANZIARIE AL 20% CIOÈ AL LIVELLO DELLA MEDIA EUROPEA E ISTITUITA UN’ALIQUOTA AL 50% PER I REDDITI SUPERIORI AI 150.000 EURO. 4 VANNO TASSATE ALLO 0,05% LE TRANSAZIONI FINANZIARIE INTERNAZIONALI A BREVE TERMINE, CIOÈ I FLUSSI SPECULATIVI DI CAPITALE. Queste misure producono un gettito di quasi 40 miliardi da destinare alle principali emergenze sociali del paese PER LAVORATRICI E LAVORATORI DIPENDENTI, PENSIONATI, COLLABORATORI Con una RIFORMA DELL’IRPEF che abbassa la prima aliquota dal 23 al 20%, che porta vantaggi a tutti i contribuenti e in particolare a tutte le lavoratrici e i lavoratori con redditi più bassi (dipendenti, autonomi, parasubordinati) e ai pensionati. A questo intervento va aggiunto l’incremento delle detrazioni per lavoratori dipendenti, pensionati, collaboratori a partire dai redditi più bassi, l’unificazione della no tax area (con l’equiparazione dei pensionati ai redditi da lavoro), uno strumento unico che unifichi, aumentandoli, detrazioni e assegni familiari per i figli a carico. Il costo di questo intervento è di circa 20 miliardi di euro. PER I DISOCCUPATI E LE DISOCCUPATE Istituendo un Fondo Nazionale per il finanziamento del REDDITO SOCIALE, da distribuire ogni anno alle Regioni. Per disoccupati, inoccupati, lavoratori precariamente occupati, lavoratori privi di retribuzione per aspettativa per gravi ragioni familiari. I requisiti per l’accesso sono fissati in un reddito personale imponibile non superiore a 8.000 euro nell’anno precedente, nell’iscrizione alle liste di collocamento dei centri per l’impiego, nella residenza in Italia da almeno 2 anni. Con 13 Miliardi di fondo è garantita la copertura di tutti i disoccupati, censiti in 2.147.000 persone dall’ultima rilevazione Istat. L’importo del reddito sociale è fissato in 500 euro mensili di erogazione monetaria per i disoccupati e nell’integrazione del reddito fino a 8000 euro annui per i lavoratori precari. Le regioni integrano l’erogazione monetaria con un pacchetto di servizi gratuiti. Questo intervento, a carico della fiscalità generale, non è sostitutivo degli ammortizzatori sociali, da riformare secondo la proposta presentata dalla CGIL, che aumenta significativamente importi e coperture e si autofinanzia con il meccanismo contributivo. A questo intervento vanno destinati 15 Miliardi di euro. PER LE POLITICHE SOCIALI Ripristinando il Fondo per le PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI, a cui va destinato 1 miliardo di euro. Destinando 1 miliardo al Fondo nazionale per le politiche sociali, per mantenere i SERVIZI TERRITORIALI essenziali e garantire il lavoro di migliaia di operatori sociali. Destinando 1 miliardo per gli ASILI NIDO per 3000 asili nido in più, 90.000 bambini beneficiari, 20.000 nuovi posti di lavoro. Destinando 1 miliardo per il DIRITTO ALL’ABITARE. Per il fondo sociale per l’affitto e un piano di edilizia residenziale pubblica. Ripristinando lo stanziamento di 100 milioni per l’inclusione dei migranti. IL COMPLESSO DI QUESTE PROPOSTE AVREBBE UN EFFETTO DI CONTRASTO ALLA CRISI E DUNQUE DI INCREMENTO COMPLESSIVO DELLE ENTRATE DELLO STATO. CON UNA SOCIETÀ PIÙ GIUSTA, UN NUOVO WELFARE PER UNA MIGLIORE QUALITÀ DELLA VITA DELLE PERSONE.
di: Rifonda Carovigno( PUBBLICATA SU FB)

venerdì 11 novembre 2011

Mario Monti, Bilderberg ed il Nuovo Ordine Mondiale

La sera del 9 novembre scorso, per la prima volta in televisione durante il TG1 di prima serata, è stata detto: “Mario Monti, fa parte del Bilderberg Group”. Sono tre le commissioni internazionali che operano per la creazione di un nuovo ordine mondiale: 
1) Il Council on Foreign Relations (consiglio sulle relazioni estere) è un'associazione privata statunitense, apartitica, composta soprattutto da uomini d'affari e leader politici che studiano i problemi globali e giocano un ruolo chiave nella definizione della politica estera degli Usa.
2) Il Bilderberg è un gruppo ristretto di potenti internazionali. Che si riuniscono una volta l’anno, per trattare temi globali quali la politica mondiale, l’economia mondiale e le forze militari mondiali. All’incontro, si partecipa su invito e gli invitati, circa 130, sono sempre nomi di spicco dell’economia, della politica e dei sistemi bancari. 
3) Commissione trilaterale ( Stati Uniti-Giappone-Europa) nel cui statuto è possibile leggere: "Basata sull’analisi delle più rilevanti questioni con cui si confrontano l'America e il Giappone, la Commissione si sforza di sviluppare proposte pratiche per un'azione congiunta. I membri della Commissione comprendono più di 200 insigni cittadini, impegnati in settori diversi e provenienti dalle tre regioni". Di queste commissioni fanno parte banchieri, industriali, politici, consiglieri economici e giornalisti. Fra i nomi degli “iscritti” trovate sempre tutti quelli che possono venirvi in mente a livello nazionale ed internazionale. Gli incontri tra i membri di queste commissioni avvengono rigorosamente a porte chiuse. Senza alcuna pubblicità sui media internazionali. Per avere informazioni, bisogna richiederle direttamente alle tre organizzazioni, oppure accreditarsi alla sezione Stampa delle varie Commissioni/Organizzazioni. E’ in pratica tutto ciò che crea il “Nuovo Ordine Mondiale”. Quel nucleo palpitante che opera dietro le quinte del Mondo e che pochi conoscono. Negli incontri si discute di ambiente, economia, politica e guerre. Si decidono le sorti del mondo, si creano strategie globali per la manipolazione delle masse, si esercitano poteri. Insomma: si decide per la sorte del mondo e dei suoi abitanti. Mario Monti è uno dei componenti fissi del Bilderberg Group e della commissione trilaterale. Leggendo le informazioni realtive al CFR ed al Bilderberg Group o alla Trilateral Commission, appare evidente che tutto ciò che accade su questo pianeta ha una logica che ha basi nell’oscurità di ambienti destinati a pochi “eletti”. E questi eletti – non dai popoli ma da se stessi – decidono il bene ed il male del mondo. Porre un Mario Monti a capitanare un Governo di transizione Italiano ed in un momento del genere ha la sua logica. Che può trovare spiegazione innanzitutto nelle strategie dei mercati finanziari che proprio ora, in tutto il mondo, tengono col fiato sospeso miliardi di persone. Poi, anche nello sviluppo di nuove metodologie politiche che potrebbero portarci a novità forse per alcuni aspetti inquietanti. E’ palese, ad esempio, come nel nostro Paese le suddivisioni partitiche non esistano quasi più. Il fatto stesso che sinistra e centro sinistra in Italia hanno perso connotazione e contenuto, deve far riflettere su ciò che potrebbe accadere nel breve periodo. Un unico, grande partito che contiene tutto e tutti gli altri. Un mega Governo Nazionale, cui si è arrivati mano a mano, sfrondando rami e fioriture. Il prossimo governo, presieduto da Mario Monti (un membro del gruppo Bilderberg e della commissione trilaterale) appoggiato da PD- PDL e TERZO POLO ne è solo un esempio.

Gli italiani che fanno parte della commissione trilaterale sono:

 Mario Monti- Enrico Letta del pd- Guarguaglini (Finmeccanica)- Pesenti (Italcementi)- Roberto Poli (Eni)- Marcello Sala (Intesa san Paolo)- Carlo Secchi (Rettore della Bocconi)- Maurizio Sella (Banca Sella)- Ferdinando Salleo (Mediocredito centrale)- Stefano Silvestri ( Il sole 24 ore)- Marco Tronchetti Provera (Pirelli)- Franco Venturini (Corriere della sera)Luca Papademos (nuovo premier della Grecia)
 
(Pubblicato da Emanuele Bellitti -Facebook-11-11-2011)