lunedì 9 dicembre 2024

Dal gruppo FB :Chi ha paura del buio

 

Quanto è difficile trovare le parole giuste per far sapere a quella persona quanto ci piace. O per dire a quel collega quanto lo odiamo. Quanto è difficile, spesso, comunicare l'amore infinito che proviamo per i nostri genitori. Persone che magari abbiamo accanto, ogni giorno, che in qualche modo dividono con noi la nostra vita. E quanto è sempre stato dannatamente complicato o addirittura impossibile far dialogare quei popoli che si contendono una striscia di terra, far loro capire che è un banale confine fittizio, o che le religioni non sono motivo di discordia, o che il colore della pelle è semplicemente frutto di una natura meravigliosa e variegata. Esseri umani, la stessa specie, che si fanno guerre e si ammazzano, perchè non sanno comunicare tra loro.

Se non siamo in grado di comunicare tra noi, come possiamo mai pensare di essere in grado di farlo non solo con altre specie, ma addirittura con esseri viventi, con intelligenze appartenenti ad altri mondi? Questa è la domanda che Sagan si pose quando, negli anni '70, gli fu chiesto di immaginare un messaggio da inviare nello spazio assieme alle sonde Voyager a una ipotetica specie aliena che avrebbe potuto, un giorno lontano, intercettare le due navicelle. Questa è una delle immagini più celebri mai scattate dall'umanità, eppure quasi nessuno lo sa. Assieme ad altre decine di immagini, a suoni, musiche, saluti e messaggi di pace in 55 lingue è parte del grande "messaggio nella bottiglia" che la nostra specie ha inviato nel vasto e avvolgente infinito cosmico. Cosa volevamo comunicare? Non solo dove si trova e come è fatto il nostro pianeta, ma soprattutto CHI ha mandato quelle due navicelle: una descrizione della nostra specie, un grande distillato di emozioni, sentimenti, quotidianità. Un messaggio dove però non vi sono nè guerre nè divisioni: una madre che allatta il proprio figlio è un istante di amore incondizionato che accomuna l'intera specie umana. Nei dischi d'oro vi è solamente la parte migliore di noi anche se, lo sappiamo, è una grande menzogna perchè non siamo mai stati in grado di metterla in pratica davvero.

Non potevamo sapere, però, chi avrebbe potuto ricevere quel messaggio. Non siamo in grado di comunicare tra noi, figuriamoci con qualcuno di cui non sappiamo nulla. Cosa potrebbe capire una intelligenza sconosciuta dall'immagine di una madre che allatta il proprio figlio? Potrebbero, magari, pensare che qui sulla terra ci sono piccoli mostri che divorano i propri abitanti: a noi sembra assurdo, certo, ma perfettamente plausibile con gli occhi di un interlocutore sconosciuto di un mondo sconosciuto.

I dischi d'oro sono qualcosa di straordinario: un lavoro incredibile sulla potenza del linguaggio dal quale avremmo potuto imparare molto di più. Avremmo forse compreso che quando ci parliamo e, soprattutto, ascoltiamo, può venire fuori solamente qualcosa di buono. Magari proprio la nostra parte migliore.

Matteo



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