domenica 15 settembre 2024

"Senza la musica, la vita sarebbe un errore".

 Con queste parole, Nietzsche ci invita a riflettere sull'essenza sublime dell'armonia sonora, che risuona come il vero cuore pulsante dell'esistenza. In un mondo privo di melodia, le nostre giornate sarebbero inquinate da un silenzio desolante, privo di quel ritmo che infonde significato e bellezza all'ordine della nostra esistenza. La musica, come l'eterna musa delle nostre anime, si eleva a guida nei labirinti delle emozioni e dei sogni, trasformando il caos in ordine e il dolore in poesia. Essa è il delicato filo che intreccia le nostre esperienze, tessendo un arazzo di sensazioni che rendono la vita degna di essere vissuta. Solo attraverso la sua sacra presenza, l'esistenza trova la sua vera melodia e il suo sublime scopo.

La musica infatti è uno "scopo".

(Giovanni Provvidenti)

 

 

 

 

venerdì 13 settembre 2024

L'ultimo uomo

 

L'ultimo uomo! L'infimo scarto dell'umanità, il residuo di una specie umana ormai esausta, decadente, avvolto nell'ombra della mediocrità. L'ultimo uomo non sogna, non crea, non aspira a nulla di sublime; si compiace del proprio torpore, adorando la sicurezza e il conforto come idoli di una fede ormai spenta. Ha spento in sè ogni scintilla di grandezza, schivando il dolore, il rischio, il sublime abisso dell'esistenza. Per lui, ogni cosa è uguale, nulla ha più valore. Si accontenta di un'esistenza piatta, dove non c'è più alcuna lotta, alcuna passione, alcuna vertigine.

L'ultimo uomo è un animale che non sa più soffrire, nè sognare al di là di sè. Ride di coloro che aspirano al cielo, definendoli folli, mentre lui, meschino, si rifugia nella comodità del momento, nel piacere immediato e superficiale. Dice: "Una volta eravamo grandi, ma ora abbiamo imparato a vivere con meno." Ha abolito i suoi dèi, ma non per innalzare l'oltreuomo, bensì per affogare in un'apatia sterile.

Oh, come è pavido! L'ultimo uomo non vuole cambiamento, non desidera evolvere, ma solo rimanere immobile, protetto dal caos, rinunciando all'ebbrezza dell'avventura umana. In lui, la volontà di potenza si è spenta come una fiamma dimenticata, e il suo cuore non conosce più il battito del desiderio ardente. Non cerca nè gloria, nè verità, nè libertà; si accontenta della sua piccola esistenza insignificante, persa nel nulla. E così, il mondo diventa grigio, uniforme, privo di estasi e di orrore. Non c'è più alcun eroe, nessun saggio, nessun visionario. L'ultimo uomo domina come una maschera vuota su una terra senza più tempeste. E di fronte a lui, il cielo si oscura, come se anche il Sole avesse smesso di brillare per tale creatura misera, incapace di elevarsi, di superarsi, di volere ancora!

Povera umanità!

Giovanni Provvidenti

venerdì 6 settembre 2024

Le aquile vivono 70 anni

 Le aquile vivono 70 anni, ma a 40 anni devono prendere una decisione difficile, le loro unghie diventano così lunghe e flessibili che non riescono a trattenere la preda di cui si nutrono. Il becco, allungato e appuntito, è troppo curvo verso il petto e non è più utile. Le sue ali sono invecchiate e pesanti a causa delle grandi dimensioni delle sue piume e, a quel punto, volare diventa molto difficile.

Hanno due alternative: abbandonarsi e morire, o affrontare un doloroso processo di rinnovamento, che consiste nel volare verso un nido tra le montagne vicino a un muro, poiché é al sicuro. L'aquila inizia a colpire con il becco sul muro con grande forza finché non riesce a strapparlo. Quindi attenderà la crescita di un nuovo becco, con il quale si staccherà uno per uno i suoi vecchi artigli. Quando i nuovi artigli iniziano a crescere, inizierá a strapparsi le piume consumate.

E dopo tutti quei lunghi e dolorosi cinque mesi di ferite, cicatrici e crescita, riesce a fare il suo famoso volo di rinnovamento, rinascita e celebrazione per vivere altri trenta anni ...

Nella nostra vita, per continuare un volo della vittoria, molte volte dobbiamo proteggerci da tutto e iniziare un processo di rinnovamento.

Dobbiamo abbandonare costumi, tradizioni e ricordi, il cui peso ci impedisce di andare avanti. Solo liberi dal passato possiamo trarre vantaggio dal prezioso risultato che un rinnovamento ci porta sempre.

Rinnovare te stesso implica mettere ordine nel mondo mentale, scartare i ricordi di eventi frustranti o dolorosi, lasciando soltanto l'esperienza di ciò che abbiamo imparato.

Per mettere ordine, rinnovarci e prendere il volo, dobbiamo conoscere noi stessi, sapere chi siamo, quali sono le nostre potenzialità e dove vogliamo andare.

Non è necessario adattarsi al problema; c'è la possibilità di liberarsene. Ma il percorso è un pò difficile, il percorso è impegnativo. È una tua scelta.

Seguiamo il percorso delle aquile. Sempre su, sempre avanti.

Leggenda popolare dei nativi americani