domenica 6 agosto 2023

L'uomo è un mondo perfetto!

La perfezione non va cercata, non perchè non esiste, ma perchè essa è già intorno a noi e dentro di noi. È un'entità pantareica, perciò diveniente, cangiante; essa non ci appare mai per ciò che è, e tale distorsione ottica, per così dire, ci inganna circa la sua reale esistenza, circa la sua capacità di mostrarsi al di là di un sogno o un'utopica visione di un'altèra intelligenza.

Ma è proprio la sua mutabilità che rende perfetto l'inmperfetto.

Dire che la perfezione non esiste non ci fa più umili dinanzi alla nostra natura umana o dinanzi agli dèi, ma ci insegna a mentire a noi stessi e alla nostra natura umana ... e insegniamo agli dèi a mentirci e ad ingannarci. E tanto siamo oramai abituati a essere "umili" e a mentire a noi stessi, accettando le menzogne metafisiche, che abbiamo persino inventato gli dèi, Dio: per giustificare la nostra inadempienza e inadeguatezza dinanzi al "miracolo" della naturalità universale della vita. 

L'estetismo geometrico del macrocosmo e del microcosmo dovrebbe una buona volta insegnarci quanto è perfetto il divenire, poichè perfetto è lo "spazio" dentro il quale esso si muove, agisce, facendosi destino, infinito, e se non proprio infinito, di certo la cometa cui il destino cavalca l'infinito!
Sapete una cosa?
Una volta la perfezione mi guardò in viso e con un sorriso beffardo mi disse - e fu come sentir parlare di nuovo quel GOBBO di zarathustriana memoria nel discorso sui redentori, ma con voce trasfigurata -: "Ah-ahhh, ho scoperto il tuo recondito intento: tu quando miri alla conoscenza, miri all'orizzonte danzante che rende perfetto lo sguardo e, attraverso esso, lo spirito libero che danza tra un orizzonte e l'altro! Tu vuoi me! Vorresti me finché il panta rei divenga dentro di te fluido e inesorabile! Dove vuoi giungere cavalcando la tua cometa? Cosa vuoi raggiungere? Non lo sai che più d'uno smarrì il senno inseguendo l'asimmetrica simmetria dei  dei miei frattali quantici? 
E poi: donde vai cercando, posto che, una volta, l'ignoto ti riveli cosa sono io al di là del velo di Iside?
Non lo sai che dentro di te vi è un mondo perfetto?
Ogni uomo è un mondo perfetto, ma non lo sa. 
Non lo sa poiché ama l'ignoranza più della conoscenza e così ama dire a se stesso, socraticamente, di non sapere, proprio per sfuggire all'iperbole dell'arte tragica della propria vanità, della propria realtà, della propria identità al di là della maschera e della commedia metafisica. 
"Ah, meglio apparire umili e proni dinanzi all'ara dell'io nel proprio artemisio interiore, piuttosto che far ridere gli dèi e farci trattare da questi gaudenti spettatori, assisi sugli spalti dell'anfiteatro uomo, come giullari che danzano e saltano appiè della propria superbia! Della propria stupidità!"
Così dice a se stesso l'uomo "saggio"... ma che saggio davvero non è! Egli ancora salta e danza appiè della sua umiltà come fosse il giullare del proprio ego!
"L'uomo saggio" e socratico tutto d'un pezzo è talmente innamorato della mia alter ego, l'imperfezione dunque, che tale amore lo rende cieco e felice, tuttavia in balìa dell'evento bugia che gli mostra costante la parete di una coscienza-caverna e là mira l'ombra danzante dell'ignoranza e la reputa l'unica realtà possibile, l'unica libertà possibile. La coscienza dell'uomo è diventata la "camera oscura" dell'ignoranza, dell'illusione, là si sviluppa continuamente la menzogna che rende eterno il dogma metafisico e sociale dell'Essere che recita impenitente, come fosse un epitaffio scolpito sulla ragione, dedicato alla ragione: "l'uomo è imperfetto! Perfetto è soltanto il suo Creatore!", che tuttavia, ahilui, ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza - e non è questo l'assimoro degli assimori cui non sappiamo ancora associare lo yin e lo yang della natura universale? L'apollineo e il dionisiaco desiderio di divenire tutt'uno col nostro destino? Con Dio, forse? Il "cuore del mondo" è perfetto, ti dico, che è anche la sua anima, il suo cerchio entro il quale diviene. Il cuore del mondo è l'uomo, con buona pace degli dèi e di Dio!"
Così mi parlò la perfezione.
Beh, io ho teso l'orecchio e, chissà!, forse ho inteso.
Giovanni Provvidenti
COSTELLAZIONI (Dalla Filosofia Greca a NIETZSCHE fino alla Quantistica)


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