lunedì 20 luglio 2015

Quando a pagare i debiti era la Germania

Germania Grecia UE
Un summit di stati europei che deve decidere circa i pagamenti dei debiti contratti da un Paese nei confronti degli altri: non siamo a Bruxelles nel 2015, ma a Londra tra il 1951 ed il 1953, quando a dover pagare i debiti era la Germania (per la precisione la Repubblica Federale Tedesca), e non la Grecia. Per ben due anni, i dibattiti si susseguirono incessanti circa la possibilità o meno di ridurre il debito tedesco dopo il conflitto mondiale.
Il cancelliere tedesco Konrad Adenauer si trovava dunque in una situazione paragonabile a quella di Alexis Tsipras oggi, messo sul banco degli imputati dal resto del continente, con gli Stati Uniti a fare da supervisori. Adenauer invitò allora i creditor a “considerare la situazione economica della Repubblica Federale, e soprattutto il fatto che gli interessi sul debito aumentano mentre l’economia nazionale si contrae”. In quell’occasione, Adenauer riuscì a convincere gli interlocutori sull’inutilità di “tagliare” la spesa pubblica, fino a quando si giunse all’accordo del 27 febbraio 1953. Questo trattato ridusse di una soglia minima pari al 50% i debiti contratti dalla Germania nel periodo tra le due guerre mondiali. Inoltre, si stabilirono cinque anni di moratoria nel rimborso del debito, fu fissata una soglia agli interessi sul debito e furono cancellati tutti i possibili debiti contratti dalla stessa Germania durante la seconda guerra mondiale. Curiosamente, tra i Paesi che firmarono queste ampie concessioni alla Germania Occidentale ci fu anche la Grecia, che dunque rinunciò a gran parte del credito che avrebbe potuto reclamare al governo di Bonn.
Ma non è tutto: va infatti ricordato che, negli stessi anni, la Germania Occidentale beneficiò del Piano Marshall varato dagli Stati Uniti, volto alla ricostruzione dell’Europa dopo il secondo conflitto mondiale. Il nascente governo di Bonn ricevette un totale di quasi 1,5 miliardi di dollari dal 1948 al 1951, una cifra inferiore solamente a quelle di Regno Unito e Francia. Grazie agli aiuti di Washington ed alla cancellazione di gran parte del debito estero, il decennio degli anni ’50 sarà quello che segnerà il “miracolo economico tedesco”, con la Germania che tornerà ad essere una potenza economica e politica del continente europeo.
Quella del 1953, però, non fu la sola cancellazione dei debiti della quale beneficiò la Germania. Già dopo la prima guerra mondiale, infatti, l’allora Repubblica di Weimar fu condannata a rimborsare ingentemente i Paesi vincitori del conflitto in base al trattato di Versailles dl 28 giugno 1919, che riconosceva la Germania come “colpevole” dello scoppio della Grande Guerra, ma di fatto i tedeschi non rimborsarono mai quanto dovuto. Già nel 1924, il piano Dawes portò ad una riduzione notevole della cifra delle riparazioni, ma è nel 1929, con il piano Young, che le annualità fissate furono sensibilmente abbassate rispetto a quelle fissate precedentemente nel 1921. La successiva crisi economica mondiale, costrinse il presidente statunitense Herbert Hoover a proporre una moratoria (nota, appunto, come “moratoria Hoover”) sui pagamenti per la durata di un anno nel 1931. Nel giugno 1932, infine, la Conferenza di Losanna determinò la fine definitiva delle riparazioni: su un debito fissato a 132 miliardi di marchi-oro nel 1921, la Germania rimborsò alla fine meno di 23 milioni.
Il bilancio finale dei debiti tedeschi contratti nel ’900 è dunque il seguente: la Germania si è vista cancellare quasi l’83% delle riparazioni che avrebbe dovuto pagare in seguito alla prima guerra mondiale, più del 50% dei debiti contratti tra le due guerre, ed il 100% dei debiti contratti durante il secondo conflitto mondiale. Certamente una cifra complessiva enormemente più grande di qualsiasi debito greco.
GIULIO CHINAPPI

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