Ieri
è stata una giornata memorabile, credo che la ricorderò per tanto, tanto tempo.
Vi chiederete che cosa è successo di tanto straordinario? Ebbene ve lo racconto
brevemente.
Dovete
sapere che due anni fa sono andata in pensione e ho lasciato la mia classe di
alunni di otto anni con grande sofferenza, perché avevo calcolato, chiedendo la
proroga, di poter rimanere fino all’ultimo anno con il passaggio alla scuola
media. Proroga rigettata, son dovuto andare via e -va bene-, mi dissi, alla fine
bisogna farlo e quindi, ci ho messo un po’ di tempo, ma alla fine mi sono
rassegnata. Fisicamente dalla scuola non
mi sono mai separata perché l’anno successivo ci sono andata quasi ogni giorno
per fare sostegno a una bambina che aveva bisogno di un intervento individualizzato
e che la scuola non le poteva dare per mancanza di fondi. I bambini chiaramente
erano felici di avermi con loro e chi potrà mai dimenticare il loro abbraccio
ogni volta che mi rivedevano. Quest’anno, però, non è stato possibile esserci
assiduamente, non sempre la vita ti consente di fare quello che desideri
soprattutto se ti mette di fronte ad altre situazioni ancora più importanti. Avevo
cominciato a rallentare le mie visite e quando, l’anno stava per finire, mi è
arrivata una telefonata in cui mi s'invitava ad andare perché stavano
preparando un lavoro teatrale di Pinocchio con il padre di un ex alunno che è
attore locale.
Che
meraviglia quando ho letto il copione, quell’uomo era riuscito a capire che quella
classe non poteva terminare diversamente il proprio ciclo di studio. Tutta la
pedagogia applicata da me nel corso di tantissimi anni di professione è sempre
stata centrata sulla diversità perché
ogni persona è dotata di un’intelligenza particolare, di uno stile e di
un ritmo di apprendimento individuale e non si può educare qualcuno con un solo
modello come se fossero fatti con lo stampino. Si concludeva un percorso
educativo sulla diversità, perché Pinocchio rappresenta la diversità: pensate a
quante interpretazioni sono state fatte di lui.
Mi
armai di macchina fotografica e per un mese mi sono recata a scuola a guardare
le prove e la costruzione di tutto il lavoro che ogni giorno prendeva forma come
se fosse stato un puzzle cui ciascuno aggiungeva un tassello. Io per conto mio,
con la macchina fotografica scattavo le foto divertendomi poi a rivederle nelle
pose più inverosimili. Proprio le foto mi hanno suggerito di preparare un video
sul backstage aggiungendovi i fumetti con i pensieri e le battute recitate dai
bambini. Ne è venuto fuori qualcosa di straordinario, allegro, divertente e
ieri dopo aver rappresentato lo spettacolo, ho radunato tutti i bambini e i
loro genitori e ci siamo divertiti a guardare il video. Siamo stati insieme
ridendo come non facevamo da qualche tempo e nessuno ha pianto, anche se la
tentazione c’è stata. Adesso, mentre scrivo questa breve cronaca, non posso
fare a meno di sentire la mancanza della scuola…vi ho trovato persone che mi
hanno amato tantissimo e ieri me l’hanno dimostrato, nonostante io non ci sia
più. Adesso sono io che ho fame di
quell’amore ricevuto a piene mani ...a loro ho lasciato questo messaggio nei
titoli di coda del video:
Se questo gioco è finito
un altro è iniziato
è il gioco della vita
che ha diversa durata
ognuno di noi nel suo cammino
abbia un compagno sempre vicino
abbia un compagno sempre vicino
se è diverso poco male
è proprio questo che è normale
è proprio questo che è normale
IN BOCCA AL LUPO CARI RAGAZZI
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