giovedì 6 giugno 2013

Un giorno indimenticabile





 Ieri è stata una giornata memorabile, credo che la ricorderò per tanto, tanto tempo. Vi chiederete che cosa è successo di tanto straordinario? Ebbene ve lo racconto brevemente.
Dovete sapere che due anni fa sono andata in pensione e ho lasciato la mia classe di alunni di otto anni con grande sofferenza, perché avevo calcolato, chiedendo la proroga, di poter rimanere fino all’ultimo anno con il passaggio alla scuola media. Proroga rigettata, son dovuto andare via e -va bene-, mi dissi, alla fine bisogna farlo e quindi, ci ho messo un po’ di tempo, ma alla fine mi sono rassegnata.  Fisicamente dalla scuola non mi sono mai separata perché l’anno successivo ci sono andata quasi ogni giorno per fare sostegno a una bambina che aveva bisogno di un intervento individualizzato e che la scuola non le poteva dare per mancanza di fondi. I bambini chiaramente erano felici di avermi con loro e chi potrà mai dimenticare il loro abbraccio ogni volta che mi rivedevano. Quest’anno, però, non è stato possibile esserci assiduamente, non sempre la vita ti consente di fare quello che desideri soprattutto se ti mette di fronte ad altre situazioni ancora più importanti. Avevo cominciato a rallentare le mie visite e quando, l’anno stava per finire, mi è arrivata una telefonata in cui mi s'invitava ad andare perché stavano preparando un lavoro teatrale di Pinocchio con il padre di un ex alunno che è attore locale.
Che meraviglia quando ho letto il copione, quell’uomo era riuscito a capire che quella classe non poteva terminare diversamente il proprio ciclo di studio. Tutta la pedagogia applicata da me nel corso di tantissimi anni di professione è sempre stata centrata sulla diversità perché  ogni persona è dotata di un’intelligenza particolare, di uno stile e di un ritmo di apprendimento individuale e non si può educare qualcuno con un solo modello come se fossero fatti con lo stampino. Si concludeva un percorso educativo sulla diversità, perché Pinocchio rappresenta la diversità: pensate a quante interpretazioni sono state fatte di lui.
Mi armai di macchina fotografica e per un mese mi sono recata a scuola a guardare le prove e la costruzione di tutto il lavoro che ogni giorno prendeva forma come se fosse stato un puzzle cui ciascuno aggiungeva un tassello. Io per conto mio, con la macchina fotografica scattavo le foto divertendomi poi a rivederle nelle pose più inverosimili. Proprio le foto mi hanno suggerito di preparare un video sul backstage aggiungendovi i fumetti con i pensieri e le battute recitate dai bambini. Ne è venuto fuori qualcosa di straordinario, allegro, divertente e ieri dopo aver rappresentato lo spettacolo, ho radunato tutti i bambini e i loro genitori e ci siamo divertiti a guardare il video. Siamo stati insieme ridendo come non facevamo da qualche tempo e nessuno ha pianto, anche se la tentazione c’è stata. Adesso, mentre scrivo questa breve cronaca, non posso fare a meno di sentire la mancanza della scuola…vi ho trovato persone che mi hanno amato tantissimo e ieri me l’hanno dimostrato, nonostante io non ci sia più. Adesso sono io che ho fame di quell’amore ricevuto a piene mani ...a loro ho lasciato questo messaggio nei titoli di coda del video:
 Se questo gioco è finito
un altro è iniziato
è il gioco della vita
che ha diversa durata
ognuno di noi nel suo cammino
abbia un compagno sempre vicino
se è diverso poco male
è proprio questo che è normale

                                               IN BOCCA AL LUPO CARI RAGAZZI


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