domenica 17 ottobre 2010

Il film sugli immigrati via da Treviso. Gobbo: troppo traffico, Bettin: censura

Il set trasloca a Bassano, i leghisti: «Anche qui non lo vogliamo» di Massimiliano Cortivo

TREVISO—«Cose dell’altro mondo ». E’ il titolo del film che da lunedì avrebbe dovuto sbarcare a Treviso. Ma è anche il commento circolato nei corridoi della casa di produzione Rodeo Drive. Che si è vista, di fatto, negare i set in città dal sindaco Gian Paolo Gobbo. Cose dell’altro mondo, appunto. «Non ci era mai capitata una cosa del genere» fanno sapere dall’organizzazione. Di rifare completamente il piano delle location, di disdire le camere d’albergo già prenotate da tempo, di mandare all’aria gran parte del lavoro e di dirottare tutto (o quasi) verso un’altra città veneta, Bassano del Grappa. Il cui sindaco Stefano Cimatti è invece già a braccia aperte: «Per Treviso ci sarebbero stati troppi disagi? Non ne ho idea, noi siamo felicissimi di poter ospitare la troupe. Vuol dire che in città nelle prossime settimane ci saranno due set, quello di Francesco Patierno e quello dei Vanzina, anche loro a Bassano per l’ultimo film. Ma sono tranquillo, sono entrambi distribuiti da Medusa, non si pesteranno di certo i piedi». A puntarli (invece) i piedi, è stato il sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo. Che, a sentire la produzione, «avrebbe fatto chiaramente capire che non gli faceva piacere che questo film fosse girato nella sua città». Dal diretto interessato invece un altro tono e, soprattutto, un’altra motivazione dello stop: «Non posso dire di no alle riprese di un film in città - dice Gobbo—ma non posso neanche mettere a disposizione dipendenti del Comune e vigili per la sua realizzazione». Vigili?
«Chiedevano la collaborazione del Comune per la viabilità e la sicurezza, per bloccare strade e circolazione per settimane, volevano anche portare un toro per una scena da girare in piazza dei Signori, non miè sembrato il caso. Ci avevano anche chiesto di girare negli uffici a Ca’ Sugana ma non l’ho ritenuto opportuno ». In realtà la verità pare vada cercata nel mezzo. Qualche perplessità per i disagi, certo, ma anche alcuni dubbi sulla sceneggiatura del film che vedrebbe come protagonista (Diego Abatantuono) un imprenditore che dalla propria tv privata lancia appelli contro l’invasione degli extracomunitari. Plot per alcuni stereotipato. «L’ennesimo tentativo di gettare del fango sulla nostra terra - dice il consigliere regionale leghista (e bassanese) Nicola Finco —, Gobbo ha fatto bene, a Cimatti invece interessa solo apparire, non ha a cuore l’immagine della città». Ipotetici stereotipi che, settimane fa avevano attirato le ire di Thomas Panto: «Quel film offende la memoria di mio padre, sono pronto a querelare tutti», aveva detto. E adesso, che il set emigra a Bassano? «Non abbasso la guardia—dice Panto—ma devo confessare che la decisione di Gobbo mi solleva un po’. Alla fine è meglio così, lontani da Treviso, l’identificazione tra mio padre e l’imprenditore interpretato da Diego Abatantuono sarà forse menoimmediata. Vedremo quando uscirà nelle sale, maforse lo spettatore non farà uno più uno...».
Chi invece non è assolutamente d’accordo con la scelta di Gian Paolo Gobbo è lo scrittore e sociologo veneziano Gianfranco Bettin. «Dire no ad una produzione culturale non è mai un bel gesto — ragiona Bettin —, è sempre un qualcosa di negativo, che stona, che ostacola in qualche modo la libertà d’espressione.Non conosco le motivazioni che hanno spinto il sindaco a negare Treviso, ma alla fine si tratta di un’occasione perduta.Nonpiacevano i contenuti dell’opera? C’era sempre il tempo per criticarli e contestarli a posteriori, una volta uscito il film nelle sale. Ma farlo a prescindere, non so... non mi piace». Più cauta la capogruppo del Pd in Regione Laura Puppato: «Se Gobbo riteneva l’opera dannosa per l’immagine della città ha fatto bene a "chiudere" Treviso ma le valutazioni preventive sono sempre molto delicate...». A Bassano non lo si dice apertamente ma la scelta del sindaco leghista ha fatto stappare qualche bottiglia in Comune: «Macché disagi — dice il primo cittadino Stefano Cimatti — abbiamo tutto da guadagnarci. Io forse un po’ meno. Mi sfratteranno per un paio di giorni dal mio ufficio (ride). Se hanno chiesto anche ame di fare una comparsata? No, sono troppo serio...».

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2010/16-ottobre-2010/film-immigrati-via-treviso-gobbo-troppo-traffico-bettin-censura-1703965345026.shtml


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