martedì 7 gennaio 2025

Dall'archivio di Giovanni Provvidenti. "La paura razionale"

 

La paura è pura necessità fisiologica poiché fa parte del sistema istintuale più operativo a livello biologico, sin quì è vero. Ma è anche una istintualità che abbiamo imparato ad affinare e a rendere in larghissima parte razionale, ciò riguarda noi esseri umani ma riguarda anche il mondo animale. Quel che oggi rimane di irrazionale, con riferimento al sentiment èmotionnel, è ben poca cosa rispetto alla nostra primordialità, ed è proiettato quasi esclusivamente ai "nuovi pericoli" a cui la scienza e la modernità ci sottopongono, ma quando questi nuovi pericoli avremo imparato a riconoscerli e a metabolizzarli, anch'essi diventeranno parte integrante della fisiologica necessità e diverranno anch'essi razionali.

La paura è certamente insita nell'animo umano, per questo è fisiologica e necessaria, perché ci preserva attraverso la prudenza, come ci ha sempre preservato. Il coraggio centra poco; il coraggio è una scelta e non serve per vincere la paura, bensì a sfidare il caso o il destino o se stessi, oppure uno status quo; la paura non la si vince col coraggio ma la si affronta con spirito pugnace, ed è la volontà di potenza che genera tale spirito quando un pericolo, reale o metafisico sfida, per così dire, l'istinto di conservazione, che è l'istinto più potente.

Il coraggio, dicevo, è puro spirito pugnace, non centra nulla con la paura. Si dice che senza paura non c'è coraggio, fosse vero il coraggio sarebbe una forma di ipocrisia; invece io penso che il coraggio sia una scelta. La paura è perciò una reazione biologica. La paura ai primordi dell'uomo era solo istinto, poiché l'uomo era nato e viveva in un mondo pieno di pericoli; col tempo tali pericoli li abbiamo guardati in faccia, li abbiamo valutati ed abbiamo imparato a riconoscerli, di conseguenza li abbiamo razionalizzati mutando l'istinto di paura in pura necessità, ed è questa che infine ci rende prudenti e ci dà la possibilità di difenderci. Ma attenzione, guai ad esorcizzare il pericolo o la paura, perché altrimenti addomestichiamo i sensi e li disarmiamo, facciamo cioè il gioco della "scienza" che ci dà un agio e sù quello ci sediamo e ci imprigriamo, spegnendo il sentore che quell'agio potrebbe diventare un precipizio.

La paura è dunque il sentimento più positivo (poiché lo abbiamo mutato in sentimento): non smarriamolo tra agi e ozi e stiamo attenti ad affidarci troppo alla scienza: la scienza odierna sta sempre più sopprimendo il nostro istinto di sopravvivenza e sta mutando la paura in panico - allora altro che di coraggio avremo bisogno!

Giovanni Provvidenti


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