domenica 26 novembre 2023

L'oltreuomo e il suo carattere identitario nella completezza con la donna

 


Per come la vedo io, quando Nietzsche afferma che la donna dovrebbe essere fiera di partorire l'oltreuomo e che questo atto dovrebbe voler essere il suo scopo preminente nella volontà di diventare madre, appare d'acchito, ai più, come una sorta di incitamento alla donna a dover diventare null'altro che una sforna-prole: non è così, ovviamente. Non di rado le parole di Nietzsche sono state interpretate in modo distorto, e non sempre in buona fede. 
Nietzsche, addirittura, nei suoi aspetti peculiari ed essenziali, considerava la donna superiore all'uomo. Era dunque consapevole che la sua volontà di potenza avrebbe potuto, dovuto esortarla, per così dire, a "partorire se stessa" e, attraverso sè, l'uomo nuovo, l'oltre-uomo. Ovvero educarlo l'uomo, ammaestrarlo alla nuova coscienza di autosuperamento. Magari non partorendo prole ma facendo leva sul suo carattere biologico più identitario e primigenio, quello di essere madre per antonomasia. Ogni donna è "naturalmente madre" è il suo istinto più primordiale, al contrario nell'uomo, il cui istinto più primordiale è predatorio. 
Ogni uomo, ogni uomo tutto d'un pezzo, conserva nel profondo un fanciullo che troppo spesso si comporta in modo infantile, ecco, la donna potrebbe aiutarlo a "crescere", aiutarlo a mutare il fanciullo infantile in "fanciullo ridente", maturo, in fanciullo "serio" e che sappia vivere la propria tragedia interiore con leggerezza, ironia e distacco. La donna, a questo punto, potrebbe a ragione obiettare: "la donna dovrebbe far da balia all'uomo fino alla sua maturità psichica?" In un certo senso sì. L'uomo è più forte fisicamente ma possiede una fragilità psichica molto evidente; la donna è più forte psichicamente ma la sua psiche è resa spesso fragile dal dominio prepotente della forza bruta dell'uomo. Ecco dunque che la donna emancipata si è stancata di "accudire" la fragilità dell'uomo, con la nefasta conseguenza che l'uomo si è ancor più ritrovato in balìa di se stesso, quasi abbandonato in un deserto psicologico che si espande via via la solitudine lo deprime. Perciò affermo che la donna dovrebbe tornare ad essere madre, moglie, sorella ... Perché la donna è madre anche senza volerlo, ma oggi rifiuta questo ruolo che considera opprimente, col risultato, ahimè, che non di rado è proprio lei a trascinare l'uomo nella sua infantilità, credendo che un'educazione affettiva scolastica possa risolvere il problema: illusione! È la donna sociale e famigliare che può risolvere il "problema uomo!". Delle madri sappiamo (specie oggigiorno), delle loro involuzioni istintuali e della loro incapacità di educare i figli; delle sorelle, delle mogli o delle compagne sappiamo anche l'impazienza e la riluttanza ad adoperarsi in tal senso. Perciò dico che la donna dovrebbe riprendere il suo ruolo di madre per antonomasia e guidare l'uomo verso una piena maturità e consapevolezza di sè. Questa responsabilità potrebbe innalzare la donna al di sopra di sè, elevandola a dea-Terra e madre dell'avvenire. Certo, dell'avvenire dell'oltreuomo, ma direi dell'uomo in quanto tale. Ecco cosa intendo della donna "partoriente" l'oltreuomo. Ma dèa-Terra lo è già in un certo senso, tuttavia potrebbe diventarlo in un modo nuovo, più alto e sublime se solo ritrovasse la volontà di potenza di prendersi carico di una responsabilità più greve e di un progetto umano più grandioso: cioè di diventare l'artefice della nuova umanità e del nuovo umanesimo. 
Dunque, la donna, raggiunta di sè tale consapevolezza ed elevata coscienza, potrebbe prefiggersi il nuovo preminente compito: educare l'uomo ad un'alta spiritualità e moralità e ad una invincibile brama di raggiungere nuove mete oltre-umane. Educarlo soprattutto al superamento di tutte le proprie bassezze, trascinandolo sì nell'imo dei suoi abissi più reconditi per costringerlo a fissare il volto tragico dei suoi demoni, a trovar la forza e il coraggio di accettarli, affrontarli, vincerli e dominarli, solo così si può risalire la propria china e raggiungere l'apice della propria consapevolezza. 
Vuole la donna assumere sù di sè il compito superiore di incarnare Arianna? Uomo e donna ciò dovrebbero essere: Dioniso in Arianna e Arianna in Dioniso!
Giovanni Provvidenti


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