sabato 28 marzo 2015

Il misterioso popolo Hunza

La comunità nativa vegetariana di ultracentenari che conosce il segreto dell’acqua miracolosa da cui è nato il metodo dell’acqua alcalina ionizzata
di Paola Salaris
Il misterioso popolo Hunza
Ai piedi della catena dell'Himalaya, in una valle a nord del Pakistan al confine con la Cina,vive l’antichissimo popolo degli Hunza o Hunzala, chiamati anche Bruscio o Buriscio.
È una popolazione conosciuta per la sua longevità, infatti in questo territorio vi è una notevole presenza di ultracentenari con una prospettiva di vita che si aggirerebbe intorno ai 130 anni.
Esistono nel mondo altre popolazioni che hanno un’aspettativa di vita di gran lunga superiore alla media, come ad esempio Okinawa in Giappone, Loma Linda in California, Vilcabamba in Equador, Abkhazia in Georgia, Ovodda in Sardegna. I luoghi dove vivono sono definiti "Blue Zones".
L’origine degli Hunza è un vero e proprio mistero: non si sa come siano giunti ad abitare quelle alture, l’unica cosa certa è che questo popolo attira su di sé l’interesse degli studiosi da circa due secoli. Un’antica leggenda locale, ma diffusa anche in Afghanistan, vede la comunità dei Brusci discendente di un soldato di Alessandro Magno. Tuttavia i geni balcanici sono stati ritrovati solo nella comunità dei Pashtun afgani e non tra i Burusci che invece, alle analisi genetiche, sembrano avere molti geni dell’Est Asiatico e fanno supporre che almeno uno dei loro antenati provenisse proprio dal Nord dell’Himalaya. Nonostante le analisi genetiche non vedano la comunità dei Burusci originaria della Macedonia, questi sono chiamati “il popolo greco dell’Asia”.
Non in tutti i luoghi si possono controllare con precisione le date vere di nascita, per la mancanza di registri attendibili, ma in molti casi sì. Si può valutare comunque l'ottimo stato di salute degli anziani, oltretutto fisicamente, mentalmente e socialmente molto attivi e capaci di svolgere ancora lavori pesanti.
La lingua degli Hunza, il burushaski, è sconosciuta e non è relazionabile con nessun'altra, attuale o estinta. Sono di razza bianca, somigliano agli europei a differenza delle popolazioni circostanti, e geneticamente sono parzialmente vicini alle popolazioni dell'Est Asiatico, rendendoli collegabili come origini alle etnie che popolano il nord dell'Himalaya. Nonostante sia una popolazione molto rudimentale, il loro grado di alfabetizzazione è elevatissimo rispetto ad altre popolazioni pakistane da cui si differenziano moltissimo.
Un gruppo di donne Hunza
Fino a tempi recenti gli Hunza erano in numero esiguo, circa 10.000 abitanti sparsi in circa 150 villaggi a un'altitudine oscillante tra i 1660 e i 2450 metri sul livello del mare. Le asperità delle vie di comunicazione, spesso assenti, hanno fatto sì che questo popolo restasse per lungo tempo isolato dalle popolazioni circostanti.
La spiritualità degli Hunza è anche particolare in quanto non si manifesta esteriormente in riti, preghiere, templi, o nella costituzione di una gerarchia religiosa. La religione e la preghiera sono vissuti interiormente. Tutto ciò denota un lungo isolamento che alcuni studiosi ipotizzato in circa 5.000 anni. In questo popolo le donne hanno pari diritti e questo li differenzia nettamente dai popoli vicini.

Ciò che ha attirato l’attenzione su questo popolo è la sua longevità. Infatti, secondo i ricercatori, oltre ad essere il popolo più longevo del nostro pianeta, il popolo degli Hunza sembra essere immune alle malattie, non conosce neppure l’invecchiamento precoce, le patologie degenerative, il cancro, patologie del sistema nervoso e neppure l’abbassamento della vista e dell’udito con l’avanzare dell’età.
Negli anni ‘50 il medico scozzese Mec Carrison, avendo sentito parlare di questa incredibile popolazione, accettò il posto di medico nelle Indie Britanniche. Inizialmente lo scopo di Carrison era quello di studiarne le malattie, ma poi finì con il constatare che i Buruscio Hunza non avevano malattie. Valutò che qualche bronchite poteva capitare, o qualche frattura dovuta agli arrampicamenti in montagna, ma non avevano alcuna patologia cardiovascolare e non si riscontravano nefropatie o epatopatie. Non c’era nulla di clinicamente interessante. A questo punto Mec Carrison decise di studiarne gli stili di vita e, con suo incredibile stupore, scoprì che il popolo che arrivava a vivere anche 140 anni nascondeva il proprio segreto nell’alimentazione che ne rallentava l’invecchiamento cellulare. Le donne avevano le mestruazioni anche in quella che noi consideriamo “la terza età” e la maggior parte di queste donne cessava di riprodursi all’età di 90 anni.
Questo popolo non conosce le malattie che la nostra scienza medica non solo sembra essere ben lungi dallo sconfiggere, ma che spesso si rivelano essere in costante aumento. Gli Hunza, tranne rari episodi di febbre, cadute accidentali in montagna e poco altro, arrivano all'età avanzata senza sofferenze e il momento della morte, al termine del loro ciclo vitale, arriva naturalmente, senza malattie.
Oltre a questo gli Hunza colpiscono per la loro eccellente forma fisica e la loro resistenza alla fatica: sono capaci di lavorare duramente nei campi, o nelle altre attività, sopportando la fatica in un modo sorprendente, anche quando ultracentenari. In montagna, secondo le ricerche degli studiosi, arrivano a percorrere anche oltre 200 chilometri al giorno nonostante l'altitudine; sono corridori e portatori instancabili,. l'articolo originale prosegue qui http://www.shan-newspaper.com/…/1295-il-popolo-hunza-e-il-m…

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