sabato 11 settembre 2010

Siamo diversi

La caratteristica che contraddistingue gli esseri umani è la diversità, termine di reciprocità come fondamento dell’agire quotidiano nell'instaurare le relazioni sociali. Questa diversità si evidenzia sin dal primo momento della costruzione dell'identità personale e si realizza in maniera progressiva e dinamica, ma anche in modo cangiante, multiforme e contrapposta.
Per questo, diversità ed identità vanno considerate secondo rapporti di reciprocità, di inclusione e di dialogicità.
La diversità non è altro che l’identità che si delinea sia rispetto a se stesso in situazioni e momenti differenti di esistenza, sia rispetto alle altre persone, sia, ancora, rispetto ai modelli culturali di riferimento.
In questo senso, l’identità e la diversità non possono non interagire con le istanze di partecipazione, di negoziazione e di duttilità, tipicamente umane.
I più importanti significati di questa stretta convergenza sono:
- Scoprire l'altro come detentore dei nostri stessi diritti, il che richiede la maturazione del senso di reciprocità.
- Conoscere meglio se stessi, dal momento che i più alti livelli di autoconsapevolezza si possono raggiungere soltanto se consideriamo i messaggi e gli input che ci vengono dagli altri, sui quali costruiamo sin dai primi livelli la percezione, l’autocoscienza e l’autostima.
- Comunicare e negoziare conoscenze e significati, che è un altro essenziale aspetto del processo di relazioni attraverso l'incontro con l'altro.
Il riconoscersi, nel disconoscersi dell'incontro, restituisce momenti di felicità intima, perché ognuno cambierà diventando se stesso e declinandosi nell'altro.
Le diversità culturali aprono l'orizzonte delle pluralità umane nel distinguersi dalle singolarità dei soggetti che agiscono e che pensano.
La diversità culturale autentica vive nelle relazioni interpersonali spontanee, nei canali dialogici, negli stili di vita, per la valorizzazione di una società ricca di differenze, di varietà e diversità in un mondo multirazziale e multilaterale, nell’insieme di valori che prevedono i diritti inalienabili e imprescindibili delle persone, sanciti dalle carte costituzionali democratiche, con una limitazione del potere politico, nella libertà della ricerca scientifica e della creazione artistica.
Il presupposto ed il fondamento della diversità culturale è la persona, in quanto singolarità irripetibile da cui si realizzano la famiglia, le comunità, le associazioni, le istituzioni e le relazioni umane.
In contrapposizione la storia del potere è costituita da centralizzazione, uniformazione ed espansione burocratica, di centri unici di comando, nel confine e nel limite che disconoscono il valore della diversità, nella concezione di un’uniformazione e un’omogeneità costituita da politiche piramidali.
L'uniformazione delle culture e dei popoli contrasterebbe l'evoluzione dell'umanità, mentre la differenziazione, la multilateralità, l'apertura al mondo, sono valori imprescindibili.
In un’economia che è sempre più fine a se stessa, la diversità culturale e biologica non trova spazio, schiacciata come è dall’aggressività della specie umana. È per questo che l'imposizione di un unico modello di vita e di trasformazione all’intero pianeta, quello imposto dalle esigenze di continua crescita delle moderne società occidentali, la monocultura estesa a tutto, minaccia di provocare a lungo andare l’autoestinzione della specie umana.
Occorre una pluralità di sovranità, in un'unione libera di persone e comunità che rispondano ai problemi della crisi del potere.(Angela I.Baldi)


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