martedì 4 dicembre 2018

Fabrizio Delprete

“Caro” (per dire) Luigi Di Maio,
è brutto quando piovono merda e fango su te e sulla tua famiglia, vero?
E’ devastante essere messi alla gogna, con la macchina del fango che non ti permette neanche di respirare per delle colpe che non sarebbero neanche tue, vero?
E’ mortificante e svilente vedere un padre che piange in diretta per quello che ha fatto, provando a scagionarti, vero?
Vorresti urlare e spaccare il mondo per quello che stai passando. Vero?
Come, sei lì per fare politica, per provare a cambiare in meglio il Paese e questi mascalzoni ti vomitano addosso robe vecchie di anni in cui neanche saresti responsabile? Che vergogna, eh?

Peccato, “caro” (sempre per dire) Di Maio, che tutto questo è colpa TUA. E degli indegni sodali con cui hai fatto comunella per anni. La colpa è VOSTRA.
Voi, che per anni avete latrato come cani rabbiosi contro tutto e tutti; voi presunti, ridicoli, “puri” che avete vomitato merda e fango su ogni avversario politico; voi che gli altri erano tutti “bastardi”, “collusi”, “mafiosi”, “venduti”, “corrotti”, “evasori”, “figli di ladri”.
Voi, che avete inquinato in maniera irreversibile i pozzi della società italiana, creando dei mostri da stadio pronti unicamente a portare il vessillo e a fare a botte con il nemico.
Voi, che poi avete svenduto anima, decenza e dignità pur di stare al potere. Ingoiando condoni e decreti violenti e razzisti.
Voi, unici colpevoli.

Mi ha sempre fatto schifo la vostra politica inutile, vuota, violenta e urlata. L’ho sempre combattuta.
Tu no. In quella politica, in quel brodo primordiale d’odio, ci hai sguazzato. Era il tuo unico modo di emergere, dato il nulla che ti contraddistingue.
E adesso stai solo pagando pegno per ciò che hai, che avete, fatto.

Si chiama legge del contrappasso.
Mentre a noi restano le macerie di un Paese che avete contribuito in maniera precisa a distruggere.


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