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L'esecutivo europeo chiede
alla Penisola di adeguarsi alla normativa degli altri Paesi, dove
l'industria casearia ricorre normalmente a succedanei come il latte in
polvere. Coldiretti: "Siamo di fronte all'ultimo diktat dell'Europa,
pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare
gli standard qualitativi"
di
F. Q. | 28 giugno 2015
Dare il via libera anche in Italia al
formaggio prodotto
senza latte: a chiederlo è l’Europa. La
Commissione europea ha infatti inviato a Roma una
diffida in
cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica
che la Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere
concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. La
normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è considerata un
ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, dato che nel resto
dell’Unione europea i “latticini senza latte” (formaggio ma anche
yogurt) sono di uso comune.
Se passasse l’adeguamento al ribasso è evidente il rischio di conseguenze per l’intera filiera dell’
industria casearia italiana. “Siamo di fronte all’ultimo diktat di un’
Europa che tentenna su emergenze storiche come l’
emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le
lobby
che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei
nostri prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori”, ha
commentato
Roberto Moncalvo, presidente della
Coldiretti.
Secondo il numero uno dei
coltivatori diretti occorre “salvaguardare
le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la
qualità delle materie prime adoperate”. Si tratta, aggiunge Moncalvo,
“di una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione
lattiero casearia italiana, che riscuote un apprezzamento crescente in
tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono
aumentate del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015″.
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