domenica 25 settembre 2011

E adesso basta una buona volta! Diamo un taglio a tutto!


In questi giorni, pur essendomi tirato fuori di proposito da ogni dibattito televisivo e mediatico (giornali cartacei e online), ho immaginato, anche per riflesso, la bolgia infernale, dove tutti urlavano pro o contro il governo e le sue malefatte. In realtà, è facile parlare male dell’attuale governo - d’altronde qualsiasi critica trova almeno una tra le mille giustificazioni possibili: casomai si sbaglia per difetto, mai per eccesso - dimenticando però che, se il male impera, è perché il bene è in vacanza, o sta dormendo. È sempre attualissima la parabola evangelica: mentre tutti dormivano, il maligno spargeva la zizzania.
Ma a che serve sollevare continuamente polveroni mediatici, quando la realtà drammatica di un Paese in agonia sembra destinata a consumarsi senza via d’uscita? Che fare?
Certo, anch’io protesto, alzo la voce, urlo, inveisco, non mi do pace, non dormo tranquillo, vorrei cambiare qualcosa: la mia rabbia sta tutta lì, nel vedere che, oltre alle solite proteste, non si ottiene nulla, e i nostri dementi s-governanti se la ridono, divertendosi, mangiando e bevendo, trombando e inculando, come fa il Porco d’Arcore, e non solo lui.
Abbiamo, è vero, una classe dirigente incosciente, bastarda, senza un minimo di pudore civico e morale o di responsabilità “politica”: il Capo Banda li ha legati a sé con patti d’acciaio, tramite assegni o poltrone d’oro. Ormai tutto gira così in Italia, paese maledetto anche da Dio, che sembra lui pure starsene zitto zitto in attesa di compiere quel miracolo che non viene mai. E noi siamo qui aspettando Godot…
Ma quando tornerà Ulisse a infilzare uno per uno i Proci?
Una cosa ho imparato. È la stessa Storia che vuole riscattarsi: una legge che, purtroppo, ha i suoi lunghi tempi. E, nel frattempo, le stragi aumentano. La Storia si vendica, si riscatta, e poi… tutto come prima. Da che mondo è mondo, è sempre stato così.
Ma l’uomo non comprende: è stupido. Ha la memoria corta.
Se imparassimo dal passato! No! Stupidità umana, quanto sei… infinita! Aveva ragione Albert Einstein: “Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi”.
Ma insisto: ciò che manca oggi nel nostro Paese è un’alternativa capace di ribaltare la situazione e possibilmente di far rinsavire un popolo del tutto rincoglionito.
La Politica! Ecco ciò che manca: quella Politica che osa l’impossibile, che sfida l’impossibile, che ricerca l’impossibile, che propone l’impossibile. Naturalmente nel campo del Bene comune. Nel campo dell’essere, là dove risiede e da dove scaturisce la dignità dell’essere umano.
Non dico che sia cosa facile! Ma, visto che la banalità non paga, visto che siamo stati ridotti come stracci da una politica della peggiore specie, dalle promesse fasulle, da un progresso trita-coscienze, perché non tentare almeno di elevare lo sguardo, e puntare in alto?
Non vorrei essere frainteso. Puntare in alto non significa evadere dalla realtà, parlare solo di anima, lasciare gli affamati o gli operai disoccupati nella loro precarietà. Si punta in alto per riprendere quella Coscienza politica, senza la quale si hanno solo disastri, a danno degli affamati e degli operai disoccupati.
Riprendere la Coscienza per far star bene l’essere umano, nella sua realtà esistenziale.
Finché saremo in balìa della banalità opprimente, non usciremo da nessuna crisi, neppure da quella economica. Quando sento ancora certi discorsi di politici corti di cervello sulla necessità di far girare il mercato in modo liberista, di far decollare il capitalismo tagliando ogni cordone ombelicale con l’Umanità, sto male. Neppure un modesto esame di coscienza, neppure un gesto di scusa, neppure un ravvedimento!
Quando si parla di metanoia, significa questo: cambiare mentalità, il modo di ragionare, il modo di vedere la realtà, la società, il mondo, la politica. Metanoia è un termine biblico, evangelico, ecclesiale. E qui il discorso si allarga alla religione.
Se è difficile sentir parlare di metanoia in politica, casomai di trasformismo che è la malattia del nostro Paese, in religione non si fa altro che inculcare il ravvedimento, il pentimento, il cambio di rotta. Ma, ecco il colmo o il paradosso: di quale metanoia in realtà si tratta? È chiaro il messaggio evangelico, possiamo dire anche di quello profetico veterotestamentario. Ma non sembra che la conversione di cui parla Chiesa da duemila anni ormai colga in pienezza le parole di Cristo e degli antichi profeti. La conversione è in riferimento alla religione, e la religione tradisce la Novità evangelica. Che posto ha la metanoia nel Cristianesimo? Se il Cristianesimo è Umanesimo integrale, che significa convertirsi? Sta qui il vero problema.
Metanoia è conversione, ovvero tendere verso l’Umanesimo integrale: aprirsi all’Umanità, l’esatto contrario di quanto ha fatto finora la Chiesa-struttura-religione che ha preteso di “sacralizzare”, a modo suo, l’Umanità. L’Umanità è già sacra per la sua stessa natura. Bisogna riscoprirla nei suoi Valori. Questo è il compito del Cristianesimo.
Ecco perché ce l’ho con la religione, ecco perché ce l’ho con quei Movimenti ecclesiali che violentano l’Umanità asservendola ai propri fini.
Una Chiesa aperta all’Umanità, senza però compromettersi con il potere umano, è proprio un sogno?
Fino a quando la Chiesa sarà nelle mani di burocrati della religione, il Sogno rimarrà tale, e l’Umanità ne soffrirà. Fino a quando le nostre Diocesi saranno guidate da Pastori dotti, ma per nulla “intelligenti” (l’intelligenza apre gli occhi sull’Umanità), le cose non cambieranno, i preti continueranno a fare i mestieranti servi dell’ordinamento ecclesiastico, le comunità cristiane resteranno al palo di un immobilismo spaventoso, i fedeli si scoraggeranno, i profeti moriranno nella impotenza di emettere un filo di voce.
E allora? Non c’è altra via.: sognare l’impossibile, osare l’impossibile, proporre l’impossibile e… sostenere l’impossibile. Sia nel campo politico che in quello religioso. Nel campo politico dovrebbe essere più difficile, ma non sono mancati personaggi di grande levatura. Nel campo religioso, perché non credere una buona volta alle parole di Cristo: “nulla è impossibile a Dio”?
Ribellarsi allora ad una politica banale è un dovere, come è un dovere ribellarsi ad una religione che banalizza Dio.
Ribellarsi non tanto per disobbedire e fare ciò che si vuole: l’impossibile ti mette di fronte ad una montagna alta da scalare. Ma questo è il bello: il sublime inebria, magari mette le vertigini, ma darà una carica esplosiva. E si scende poi nella società caricandola a sua volta di qualcosa di esplosivo.

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