sabato 13 settembre 2025

IL MONDO QUANTISTICO

 

Negli ultimi decenni, la fisica quantistica ha rivoluzionato il nostro modo di concepire la realtà. Osservazioni su scala subatomica hanno minato certezze radicate da secoli e aperto nuove domande non solo sul mondo fisico, ma anche sul ruolo della mente nella costruzione della realtà. La relazione tra mente e materia, indagata da scienza e filosofia, appare oggi più che mai attuale.

IL MONDO QUANTISTICO: UN LUOGO DI PROBABILITÀ E OSSERVAZIONE.

La fisica quantistica nasce ufficialmente agli inizi del Novecento. Nel 1927, Werner Heisenberg formulò il principio di indeterminazione, secondo il quale è impossibile conoscere con precisione sia la posizione sia la velocità di una particella subatomica. Un aspetto centrale è il ruolo dell’osservatore. In un famosissimo esperimento, (il Gatto di Schrödinger), Erwin Schrödinger espose il paradosso controintuitivo che una particella (o addirittura un gatto) potesse esistere in stati sovrapposti, contemporaneamente vivo e morto, fino all’atto dell’osservazione.

La teoria quantistica ha sconcertato i fisici. Einstein reagì con il celebre aforisma: “Dio non gioca a dadi con l’universo”. Ma successivamente anche lui dovette arrendersi alla bizzarria quantistica. Nei decenni successivi, personalità come Niels Bohr e John Wheeler hanno studiato più a fondo il legame tra osservazione e realtà. Wheeler descriveva l’universo quantistico con la frase: “L’osservatore pone l’ultima pietra”.

LA QUESTIONE DELLA MENTE: CREATRICE O INTERPRETE?

Il dibattito sulla mente come “creatrice” della realtà fisica affonda le sue radici non solo nella scienza, ma anche nella filosofia. La metafisica occidentale non è nuova a speculazioni sulla relazione tra mente e materia. Già Platone immaginava un mondo di “idee pure” a cui la materia doveva la propria forma. Descartes, secoli dopo, tracciò una netta divisione tra mente (res cogitans) e materia (res extensa).

Oggi alcune prospettive quantistiche sembrano riavvicinare queste due dimensioni. Roger Penrose, matematico e fisico britannico, ha avanzato l’ipotesi che la coscienza umana possa avere un’origine quantistica. Con il neurofisiologo Stuart Hameroff, Penrose ha ipotizzato che i microtubuli nelle cellule cerebrali siano responsabili di processi quantistici fondamentali. Secondo questa teoria, la coscienza stessa potrebbe essere frutto di interazioni quantistiche non locali.

Amit Goswami, ex professore di fisica teorica, spinge il ragionamento ancora oltre. Goswami definisce la coscienza come materia primordiale dell’universo. Nella sua visione, la mente non si limita a osservare la realtà: la crea. “La realtà emerge dalla coscienza”, afferma. Questo paradigma si avvicina a idee spirituali antiche, come quelle del Vedānta, dove il Brahman (la pura coscienza) è origine e sostanza dell’universo.

GLI ESPERIMENTI CHE UNISCONO SCIENZA E FILOSOFIA.

Un esperimento cruciale per comprendere la relazione mente-realtà è il “double-slit experiment”. (Esperimento della doppia fenditura). Nel test, una particella passa attraverso due fenditure e, sullo schermo, crea un modello d’interferenza tipico delle onde. Tuttavia, quando uno strumento misura il percorso della particella, l’interferenza scompare. La particella si comporta come una particella “solida”, e attraversa una sola fenditura. Questo fenomeno dimostra come l’atto di osservare influisca sulla natura della realtà.

La relazione tra mente e materia affascina non solo gli scienziati, ma anche artisti e pensatori. Nella letteratura, autori come Jorge Luis Borges hanno esplorato il confine fra realtà e percezione. In racconti come “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, Borges delinea un universo dove la realtà si sdoppia con ogni scelta, creando infiniti mondi paralleli. Un’idea che oggi risuona nella teoria dei “multiversi” proposta da Hugh Everett, altro noto fisico quantistico.

L’arte e la filosofia orientale, in particolare, hanno da secoli anticipato il dialogo tra mente e materia. Nel buddismo, il concetto di Śūnyatā (vacuità) suggerisce che la realtà non possiede un’esistenza intrinseca ed è co-creata dalla mente. Questo anticipa, in un certo senso, le intuizioni della fisica quantistica moderna.

UN MISTERO APERTO.

La relazione tra mente e materia resta uno dei misteri fondamentali dell’esistenza. La fisica quantistica fornisce strumenti straordinari per esplorarla, ma non risponde a tutto. Forse, come suggerisce il cosmologo Max Tegmark, la coscienza e la realtà appartengono a un “matematical universe” – una struttura dove la mente e la materia condividono un linguaggio comune fatto di schemi e numeri.

Rimane, tuttavia, una certezza: il mistero della mente e la sua interazione con il mondo fisico non è solo una questione scientifica. È una finestra aperta verso i confini del mistero umano, là dove filosofia, scienza e spiritualità si incontrano. Un luogo dove materia e mente danzano in una coreografia ancora in gran parte da comprendere.

Bruno Del Medico

 

Nessun commento:

Posta un commento