(Jung, dal seminario sulla Psicologia del Kundalini Yoga)
«C’è una quantità di persone che non sono ancora nate. Sembra che
siano qui e che camminano ma, di fatto, non sono ancora nate perché si
trovano al di là di un muro di vetro, sono ancora nell’utero. Sono nel
mondo soltanto provvisoriamente e presto ritorneranno al pleroma da cui
hanno avuto inizio. Non hanno ancora creato un collegamento con questo
mondo; sono sospesi per aria, sono nevrotici che vivono una vita
provvisoria. Dicono: “Adesso sto vivendo in queste condizioni. Se i miei
genitori si comportano secondo i miei desideri, ci sto. Ma se dovessero
mai fare qualcosa che non mi piace, allora tiro le cuoia.” Questa,
vedete, è la vita provvisoria: una vita condizionata, la vita di
qualcuno che è ancora collegato al pleroma, il mondo archetipico dello
splendore, da un cordone ombelicale grosso come una gomena da nave.
Bene, nascere è importantissimo; si deve venire in questo mondo,
altrimenti non si può realizzare il Sé, e fallisce lo scopo di questo
mondo. Se questo succede, semplicemente si deve essere ributtati nel
crogiuolo e nascere di nuovo. […] Vedete, è di un’importanza assoluta
essere in questo mondo, realizzare davvero la propria “entelechia”, il
germe di vita che si è, altrimenti non si può mai mettere in moto
Kundalini e non ci si può mai distaccare. Si viene ributtati indietro, e
non è successo nulla, è un’esperienza assolutamente priva di valore. Si
deve credere in questo mondo, mettere radici, fare del proprio meglio,
anche se bisogna credere alle cose più assurde. […] Si
deve infatti lasciare qualche traccia di sé in questo mondo, che
certifichi che siamo stati qui, che qualcosa è successo. Se non accade
nulla del genere, non ci si sarà realizzati; il germe di vita è caduto,
per così dire, in uno spesso strato d’aria che lo ha tenuto sospeso. Non
ha mai toccato il suolo, e quindi non ha potuto produrre la pianta. Se
invece si entra in contatto con la realtà in cui si vive, vi si rimane
per diversi decenni e si lascia la propria impronta, allora può avviarsi
il processo di impersonale. Vedete, il germoglio deve sbocciare dalla
terra, e se la scintilla personale non è mai entrata nella terra, da lì
non uscirà nulla, non ci saranno né “linga” né “Kundalini” perché si è
ancora nell’infinità che c’era prima.»
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, pp.75-76)
«C’è una cosa sola al mondo che non dovete mai dimenticarvi di fare.
Se dimenticate tutto il resto, ma non questo, non c’è da preoccuparsi;
se invece ricordate tutto ma dimenticate questo, allora non avete fatto
niente nella vostra vita. E’ come se un re vi avesse mandato in qualche
paese a eseguire un compito, e voi faceste mille altri servizi, ma non
quello che vi ha mandato a compiere. Dunque gli esseri umani vengono al mondo per realizzare una particolare opera. Quell’opera è lo scopo,
ciascuno specifico per ogni persona. Se non la compi è come se una
spada indiana di valore incalcolabile venisse usata per affettare carne
putrefatta.»
(Jalal ‘uddin RUMI)
(Jalal ‘uddin RUMI)
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