Nonostante si trovi nel pieno picco del suo ciclo undecennale, avete
visto tutti come siano state stravolte (in negativo) tutte le previsioni
su questo massimo solare. Ora però ne parlano anche gli scienziati che,
di lavoro, osservano il Sole.
Il massimo solare di quest'anno si sta delineando come il più debole nell'ultimo secolo
ed il prossimo potrebbe essere ancora più blando: è quello che è venuto
fuori durante il Solar Physics 2013 Meeting organizzato dalla Solar
Physics Division della American Astronomical Society, che si è tenuto a
Bozeman, in Montana (USA), dal 7 all'11 luglio scorso.
David
Hathaway, del Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville
(Alabama), ha detto: "E' il più piccolo massimo che abbiamo mai visto
nell'era spaziale".
Come ben sapete, durante il massimo solare
aumenta il numero delle macchie solari. Queste regioni scure sulla
superficie del Sole (la fotosfera) sono la manifestazione esterna delle
irregolarità del campo magnetico solare. Le macchie sono inoltre il
punto di origine dei famosi brillamenti, o flare, tanto temuti perché
capaci di danneggiare i satelliti, di spegnere le reti elettriche, di
causare black-out radio e, nelle migliori delle ipotesi, di illuminare i
cieli con meravigliose Aurore.
Giuliana de Toma, una
scienziata dell'High Altitude Observatory in Colorado, ha detto che le
macchie che stiamo osservando adesso, in questo picco estremamente
calmo, hanno comunque la stessa area e luminosità di quando il Sole
attraversava un picco più turbolento. "Ne abbiamo solo in numero minore,
e questo è normale. E' per questo che i cicli deboli sono deboli, ma
ciò non vuol dire necessariamente che ci stiamo avviando verso un nuovo
minimo di Maunder."
La raccolta quotidiana dell'enorme mole di
dati che abbiamo sul Sole sta finalmente aiutando gli scienziati a
capire meglio le dinamiche solari, e migliorare le loro previsioni sulla
potenza dei futuri cicli.
Dice Hathaway: "Potreste pensare che
un ciclo solare debole è deludente per noi, ma piuttosto è il
contrario. I flussi magnetici scorrono dalle macchie fino ai poli,
finché nel punto massimo non invertono il campo magnetico solare.
Abbiamo notato che la potenza dei campi magnetici nel momento
dell'inversione è fondamentale per predire la potenza del ciclo
successivo: infatti nel 2008, durante l'inversione che ha portato a
questo ciclo, abbiamo osservato campi magnetici molto deboli. Nel 1986
invece osservammo campi magnetici fortissimi, che ci portarono al
notevole ciclo solare 22" (durante il quale ci fu il flare X15 che
innescò la famosa tempesta geomagnetica del marzo 1989, col black-out in
Quebec che lasciò al buio 9 milioni di persone, NdR).
"I campi
magnetici che stiamo osservando adesso si stanno avvicinando lentamente
all'inversione, e questo ci fa credere che il massimo del prossimo
ciclo solare, il 25, potrebbe essere ancora più debole" - ha continuato
Hathaway - "Ancora non sappiamo a cosa sia dovuto tutto ciò, ma un ciclo
debole ci può stare, soprattutto se vediamo i cicli degli ultimi 250
anni. Ancora non sappiamo perché succede o quali conseguenze ci saranno,
ma abbiamo avuto cicli molto deboli anche all'inizio del 1800 e del
1900, senza conseguenze particolari sul nostro Pianeta."
E voi,
cosa ne pensate? C'è purtroppo una bella fetta di gente che non crede
nel surriscaldamento globale e "spera" in una nuova Era Glaciale (per
chi si fosse perso l'approfondimento scritto dal nostro Lorenzo ecco il
link http://on.fb.me/17bonx1)
ma io penso che sia qualcosa di normale, da inserire in un contesto
cronologico più ampio: magari tra qualche anno scopriremo che oltre il
ciclo undecennale c'è anche un ciclo secolare, che è poi il pattern che
potete vedere coi vostri stessi occhi dalla tabella a sinistra.
Qual'è il vostro parere? Scrivetemelo nei commenti!
Intanto vi auguro uno splendido sabato sera!!!
Un abbraccio,
Massimiliano(da pagina fb Chi ha paura del buio)
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