“Informare
è un termine di origine latina che letteralmente corrisponde al significato di
dare forma, formare. Non esiste una definizione univoca di “informazione”,
neppure nelle fonti normative, ma si può dire a grandi linee che l’informazione
è una rappresentazione di fatti e/o di concetti, espressa utilizzando un codice
linguistico o sistema di segni convenzionale (gestuale, testuale, numerico,
musicale, etc.), astrattamente idoneo a essere compreso da uno o più
destinatari cui è rivolta. Può riportare
mere notizie (ad esempio, un elenco telefonico), oppure presentare un apporto
originale e innovativo dell’autore rispetto a fatti, concetti o forme di
rappresentazione preesistenti.”
E’
d’obbligo una distinzione sullo strumento da utilizzare: se parliamo di codice
linguistico, è uguale per tutti i destinatari dello stesso luogo che ricevono
il messaggio e quindi la condivisione è immediata; se invece utilizziamo altri
strumenti che si basano su sistemi di segni non convenzionali come quello essenziale,
iconico, il messaggio può variare e la condivisione è soggetta alla libera
interpretazione del soggetto che lo riceve.
Una buona informazione per essere definita
tale deve avere i seguenti requisiti:
-
la chiarezza di
linguaggio per un' immediata comprensione da parte di tutti i destinatari;
-
l’attendibilità
perché si possa sempre verificare la fonte e l’onestà intellettuale di chi l’ha
prodotta;
-
l’oggettività perché
è importante che chi legga non sia influenzato dalla soggettività dei concetti.
Un’informazione deve essere condivisa dai
destinatari che la fanno circolare e nello scambio si arricchisce grazie alla
rielaborazione che ciascun destinatario dà a essa: è un prodotto suscettibile
di cambiamenti e in tale processo deve mantenere sempre una sua veste originale
per consentire ai lettori la possibilità di risalire alla fonte originaria.
E’ sancito dall’art.21 della Costituzione che
i cittadini hanno il diritto di essere informati e d’ informare e ciò s'inserisce
nel contesto di tutti quei diritti che costituiscono il fondamento di una
società civile.
Che
cosa ci vuol dire questa breve esplicitazione del concetto d’informazione? Vi
siete guardati intorno in questi ultimi tempi e vi siete sforzati di capire che
cosa accade intorno a noi?
Sappiamo
tutti o quasi tutti che l’informazione oggi è sempre manipolata, su quello che
leggiamo è necessario fare un taglio del 90% prima di ottenere quella minima
parte di essenzialità appena credibile. Quello che mi preoccupa è lo stile con
cui si scrive, la qualità delle informazioni che ci giungono spesso offende la
nostra intelligenza perché non ci informa per niente. Avete notato lo stile
sempre ridondante, enfatico, tutti gridano e in questo vociare confuso ognuno
esplode con la propria verità che ritiene unica e autentica.
Se un’informazione viene da un posto lontano,
sappiamo che nella maggior parte dei casi non c’è nessun corrispondente con il
compito di seguire gli eventi e raccontarli in maniera precisa ed esaustiva. Quello
che noi riceviamo è la somma di tante notizie, a ridosso una dell’altra, che
una volta rielaborate da qualcuno investito del compito di trasmissione, perde
in oggettività e risente del pensiero di chi lo fa.
Questo tipo d'informazione è molto nocivo
perché trasmette dei fatti non osservati, non analizzati e confrontati, non
completi di tutte le circostanze pertinenti e le notizie di carattere
storico-sociale che ne mostrano l'ambiente culturale, importantissimo per la
comprensione di un avvenimento.
Un’informazione nazionale è ancora più povera,
uno stesso argomento è raccontato da tanti con qualche sfumatura di differenza,
ma tutti si affannano a trasmettere dando l’impressione che in quel momento non
esistono altri avvenimenti, rende il destinatario succube di un qualcosa cui
nessuno può sfuggire.
Questo non è essere informati, questo vuol
dire essere bastonati da un manganello di parole alle quali non si può sfuggire
e, se le parole sono accompagnate da immagini, il messaggio che arriva produce
un vero e proprio stordimento.
L’informazione
diventa un male sociale, dà ansia, assuefazione, confusione, asservimento,
svolge il suo ruolo di diktat e guai a chi non resta soggiogato: è un
rivoluzionario.(Angela)
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