Talvolta gli immigrati o i rifugiati sono vissuti dal Paese che li accoglie come un peso economico e sociale, mentre molto spesso essi sono in grado di apportare un contributo notevole a chi li ospita.
Qualcuno addirittura, grazie al suo talento, può riuscire ad affermarsi, a ricoprire un ruolo di particolare rilievo e può diventare un elemento importante della società che lo ha accolto, entrando a far parte di quel paese, a volte, anche di quella dell’intera umanità.
Uno dei casi più famosi è quello del genio della fisica Albert Einstein che era un rifugiato costretto ad espatriare dalle persecuzioni razziali. Ma rifugiati sono stati almeno per un periodo della loro vita lo scrittore Victor Hugo, Giuseppe Garibaldi, lo scienziato Enrico Fermi, il Dalai Lama e molti e molti altri ancora.
L’accoglienza oggi riservata allo straniero è determinata da uno stereotipo e da un pregiudizio.
Lo “straniero”con la sua situazione di precarietà, fa riemergere il ricordo e la paura delle perdite di certe sicurezze (la casa, il lavoro, gli affetti familiari); e con essa anche il senso del fallimento, l’immagine infantile di essere disprezzato, indesiderato e non amato, che ciascuno di noi porta nel profondo.
Per rimanere indenni da questi sentimenti ecco che le persone o i gruppi si creano un’immagine degli altri, sulla base di inadeguate informazioni, con determinate caratteristiche negative che permetterà di disprezzarli per certe caratteristiche reali, che vengono esagerate, ma non inventate(stereotipo). Ad esse poi vengono associate opinioni e sentimenti negativi sostenuti perfino di fronte alla prova del contrario (pregiudizio).
Succede ancora oggi,per esempio, di ascoltare definizioni del tipo “italiano pizza,spaghetti e mandolino” per descrivere l’italiano tipico;quando non si arriva a semplificazioni ancora più brutali e offensive, quali “italiani tutti mafiosi”.
Questa è un’immagine semplicistica e anacronistica legata al passato e dove l’isolamento di una caratteristica dell’abitante (quella che diverte o affascina di più) diventa il tutto, vale a dire si estende all’intera popolazione.
Quasi mai lo stereotipo a cui facciamo ricorso per delineare un rom, un marocchino, un indiano, un albanese è considerato corretto e realistico.
Da oggi mi farà piacere condurti alla scoperta del mondo degli immigrati nel modo più completo possibile. Ti saranno presentati gli aspetti più importanti della società dei vari Paesi proprio per consentirti di superare gli stereotipi e il pregiudizio.
Qualcuno addirittura, grazie al suo talento, può riuscire ad affermarsi, a ricoprire un ruolo di particolare rilievo e può diventare un elemento importante della società che lo ha accolto, entrando a far parte di quel paese, a volte, anche di quella dell’intera umanità.
Uno dei casi più famosi è quello del genio della fisica Albert Einstein che era un rifugiato costretto ad espatriare dalle persecuzioni razziali. Ma rifugiati sono stati almeno per un periodo della loro vita lo scrittore Victor Hugo, Giuseppe Garibaldi, lo scienziato Enrico Fermi, il Dalai Lama e molti e molti altri ancora.
L’accoglienza oggi riservata allo straniero è determinata da uno stereotipo e da un pregiudizio.
Lo “straniero”con la sua situazione di precarietà, fa riemergere il ricordo e la paura delle perdite di certe sicurezze (la casa, il lavoro, gli affetti familiari); e con essa anche il senso del fallimento, l’immagine infantile di essere disprezzato, indesiderato e non amato, che ciascuno di noi porta nel profondo.
Per rimanere indenni da questi sentimenti ecco che le persone o i gruppi si creano un’immagine degli altri, sulla base di inadeguate informazioni, con determinate caratteristiche negative che permetterà di disprezzarli per certe caratteristiche reali, che vengono esagerate, ma non inventate(stereotipo). Ad esse poi vengono associate opinioni e sentimenti negativi sostenuti perfino di fronte alla prova del contrario (pregiudizio).
Succede ancora oggi,per esempio, di ascoltare definizioni del tipo “italiano pizza,spaghetti e mandolino” per descrivere l’italiano tipico;quando non si arriva a semplificazioni ancora più brutali e offensive, quali “italiani tutti mafiosi”.
Questa è un’immagine semplicistica e anacronistica legata al passato e dove l’isolamento di una caratteristica dell’abitante (quella che diverte o affascina di più) diventa il tutto, vale a dire si estende all’intera popolazione.
Quasi mai lo stereotipo a cui facciamo ricorso per delineare un rom, un marocchino, un indiano, un albanese è considerato corretto e realistico.
Da oggi mi farà piacere condurti alla scoperta del mondo degli immigrati nel modo più completo possibile. Ti saranno presentati gli aspetti più importanti della società dei vari Paesi proprio per consentirti di superare gli stereotipi e il pregiudizio.
Angela I.Baldi
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