Oggi i problemi che preoccupano l’umanità hanno una dimensione mondiale e si manifestano nella loro interdipendenza all’interno del sistema planetario: lavoro, risorse, diritti, giustizia, libertà, inquinamento, guerre.
Ci
vorrebbe una nuova etica universale concepita però con una nuova forma di
pensiero a fondamento di una paidèia più universale. Dobbiamo cominciare a
pensare che si debba includere e non escludere, pensare in termini di
reciprocità, non di particolarità e di superiorità. Il nuovo imperativo storico
è quello di cambiare noi stessi e educarci alla convivialità delle differenze
perché siamo legati tutti a un comune destino. Lo sviluppo delle conoscenze
scientifiche e delle loro applicazioni tecnologiche
consegna alla responsabilità dell’uomo il futuro dell’intera specie umana e di
ogni forma di vita sulla terra. Il prezzo che stiamo pagando per l’abuso delle
risorse naturali ci fa capire l’interdipendenza dei problemi legati al
nucleare, all’inquinamento, all’effetto serra, alla desertificazione, alla
continua distruzione di specie viventi. La soluzione di questi problemi non può
avvenire a livello né continentale né nazionale perché le minacce sono
universali, come la bomba nucleare, ecologica, biogenetica, etnica e quindi le
risposte non possono che essere universali.
L’uomo planetario ha il senso esistenziale
dell’universalità, ha il senso esistenziale della giustizia sociale su scala
mondiale, dove le disuguaglianze e gli squilibri sono macroscopici, è aperto
alla cultura della multietnicità, riesce a capire il pianeta e non più soltanto
il proprio stato-nazione.
Esiste
oggi un uomo planetario o abbiamo solo individui che non hanno ancora né la
coscienza della specie né la coscienza dell’habitat? (Angela Baldi)
Nessun commento:
Posta un commento