Svuotare il mare col secchiello. Acqua radioattiva di Fukushima, i numeri certi e quelli ignoti
Per la serie: svuotare il mare con un secchiello, la Tepco ha iniziato a pompare via acqua radioattiva dal sottosuolo della centrale nucleare di Fukushima
colpita da tre meltdown due anni e mezzo fa. La società proprietaria
dell’impianto ieri ne ha risucchiato e stoccato in contenitori 13 tonnellate. Si suppone che ogni giorno entrino nell’oceano Pacifico 300 tonnellate di acqua di falda contaminata da Fukushima e che i sotteranei della centrale contengno – da soli – altre 20.000 tonnellate di acqua fortemente radioattiva. Si calcola: sono numeri presunti e non certi.
Le autorità governative giapponesi sono intervenute direttamente da pochi giorni nella gestione di questa infinita crisi nucleare nucleare e hanno dichiarato l’emergenza: un vocabolo cui va attribuito un forte peso, dato che finora hanno sempre minimizzato. Tuttavia la situazione non è chiara: esattamente come quando la Tepco era da sola nella stanza dei bottoni.
Fra l’altro gli scienziati sospettavano fin dall’inizio che l’acqua finisse nell’oceano e la Tepco ha ammesso proprio oggi di saperlo già da due anni. Però lo negava strenuamente fino a pochi giorni fa.
Anche il Governo giapponese non poteva non avere almeno considerto la
possibilità. Non si capisce per quale motivo sia intervenuto solo ora.
Forse fra un paio d’anni scopriremo che è avvenuto qualcosa, e cosa.
Ho provato a mettere un po’ d’ordine nelle confuse faccende di Fukushima cercando di distinguere i pochi numeri certi dai molti numeri presunti e sottolineando quali dati importanti sono completamente mancanti. Ecco, almeno a grandi linee, il quadro entro cui si snoda questa immane tragedia di radioattività e di acqua.
Innanzitutto bisogna tornare un attimo col pensiero alla situazione che si è prodotta nel marzo 2011,
quando la centrale nucleare è stata colpita da un fortisimo terremoto e
poi dallo tsunami. Sono andati ko gli impianti di raffreddamento dei
tre reattori in funzione e dei depositi di combustibile usato. Il
costante raffreddamento è indispensabile. Nonostante tutti gli sforzi
per raffreddare Fukushima innaffiandola con immani getti di acqua di
mare, il combustibile nucleare dei tre reattori è andato in meltdown: si è fuso.
Nessuno sa dove si trovino e in che stato siano i tre corium, i tre blob di lava radioattiva
e incandescente frutto della fusione dei colbustibile: se sono ancora
dentro i reattori (che comunque sono crepati), se si sono fermati sul
sottostante, spesso zoccolo di cemento o se addirittura hanno superato
almeno in parte anche questa barriera. La radioattività è troppo alta
per effettuare ispezioni. In ogni caso è necesario continuare a raffreddarli. Per questo tuttora la Tepco versa quotidianamente grandi quantità di acqua sui reattori.
L’acqua – è ovvio – a contatto con il materiale radioattivo diventa radioattiva anch’essa e scende verso il basso, accumulandosi negli scantinati
di Fukushima. La Tepco la pompa via e la sottopone a (parziale)
decontaminazione, con l’obiettivo di “riciclarla” versandola di nuovo
sui reattori.
L’area attorno a Fukushima è tappezzata da serbatoi che ora contengono 380 tonnellate di acqua variamente radioattiva.
Fukushima ha alle spalle le colline e subito di fronte l’oceano: l’acqua della falda sotterranea, scendendo dalle colline verso il mare, si infiltra negli scantinati di Fukushima – che sono crepati – al ritmo presunto di 400 tonnellate al giorno e diventa anch’essa radioattiva. La Tepco calcola che nell’intrico di sotterranei e condotti si siano accumulate 20.000 tonnellate di acqua fortemente radioattiva.
Essendo crepati, gli scantinati perdono acqua
radioattiva in qualche ignoto punto. Vale il discorso di prima: la
radioattività è troppo alta per effettuare ispezioni. Quest’acqua si diffonde
nel sottosuolo in direzione dell’oceano portando con sè la
contaminazione. L’apporto complessivo di acqua di falda nell’area di
Fukushima è pari – si calcola: di nuovo, nessuna certezza – a 1000
tonnellate al giorno. Detratte le 400 tonnellate che entrano negli
scantinati (si postula ovviamente che vengano tutte man mano estratte),
rimangono altre 600 tonnellate che attraversano il
sottosuolo e che (tutte o in parte? nessuna certezza) vengono a
contratto con infiltrazioni di acqua radioattiva.
Per impedire che queste 600 tonnellate arrivino all’oceano, la Tepco ha costruito una barriera sotterranea
di suolo impermeabilizzato. La barriera scende verso il basso ma – per
insormontabili ostacoli tecnici – la parte superiore si arresta a circa
1,8 metri sotto la superficie. Contro questa barriera si è accumulato un
(ignoto) volume di acqua radioattiva. Ora ha superato la barriera in altezza, arrivando a poco più di un metro dalla superficie.
La Tepco e le autorità governative stimano che per questa via – cioè aggirando la barrera – entrino ogni giorno nell’oceano 300 tonnellate di acqua radioattiva. Si presuppone (non si sa in base a cosa) che le altre 300 tonnellate
di acqua di falda finiscano anch’esse nell’oceano, ma attraversino la
zona di Fukushima senza incontrare radioattività.
Avete notato quante sono le stime e le incertezze? Oltretutto non si sa nemmeno quanto è radioattiva
l’acqua che si riversa in mare. La Tepco ha fornito stime solo per il
trizio, il meno pericoloso di questi elementi radioattivi anche se
nessuno oserebbe definirlo esattamenteun toccasana: da 20 a 40
terabecqerel a partire dal maggio 2011.
Certo però che insieme al trizio ci saranno anche altre sostanze. Quante e quali, non si sa. Si sa però che da giugno i campioni di acqua di falda prelevati dai pozzi attorno a Fukushima mostrano crescente radioattività: uno dei campioni è risultato il più radioattivo in assoluto, battendo il record che l’acqua di Fukushima aveva raggiunto nel 2011.
L’oceano Pacifico contiene un volume d’acqua enorme.
Uno scienziato antinucleare ha calcolato che se tutta la radioattività
di Fukushima fosse uniformemente diffusa, ogni metro cubo di acqua del
Pacifico acquisirebbe appena 1 becquerel di
radioattività: irrisorio davvero (per altri motivi tuttavia egli
raccomanda di evacuare la fascia costiera accanto a Fukushima, potete
leggere tutto qui), ma chissà quanto tempo e quante onde sarebbero necessarie per “frullare” omogeneamente e disperdere la radioattività ora concentrata in una zona limitata.
La soluzione definitiva sostenuta dal Governo per bloccare il flusso di acqua radioattiva è congelare il terreno attorno a Fukushima. Una cosa mai fatta prima,
una tecnica che finora è stata qualche volta applicata a volumi
limitati di suolo in occasione dello scavo di tunnel. Ci vorranno degli
anni.
Per il momento ieri la Tepco ha aspirato 13
tonnellate di acqua di falda. Fate il confronto con tutti i numeri certi
e-o presunti che ho elencato. Vuotare il mare col secchiello: avete una
definizione migliore?
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