Oggi è molto facile diventare populisti…basta cavalcare l’onda del malcontento diffuso per ritrovarti a capo di un movimento che rivendica un qualche diritto. E se non diventi populista ti fanno diventare capo di un nuovo partito come se non ce ne fossero abbastanza con tutti i loro pregi e difetti…ma qual è il problema…?
Oggi non si può parlare, non si può criticare, non si può esprimere un dissenso o peggio non si può protestare, non ci si può lamentare, perché di fronte ti ritrovi un’altra persona che parla più di te, che critica più di te, che esprime il dissenso più di te, che si lamenta più di te.
E’ diventato davvero difficile campare, non dico vivere che è un’altra cosa, dico campare per sopravvivere a questa confusione che ci fa ondeggiare da una parte all’altra senza una direzione precisa, senza il progetto di una meta precisa…campiamo alla giornata..ma sì che importa quello che accadrà domani, ora siamo qui e godiamo.
Ma godiamo di cosa…di ciò che non abbiamo, il godere è solo un piacere passeggero non è felicità, non è quell’appagamento che ti fa sentire pieno dentro quasi smarrito in un vortice di benessere.
E di chi la colpa se non possiamo beneficiare di tanto ????
Allora andiamo a monte a verificare perché è accaduto tutto questo, come siamo arrivati a perdere il senso delle cose, chi ci ha fatto smarrire una strada che pur abbiamo sempre saputo essere quella giusta soprattutto se eravamo nell’ottica della giustizia , nell’attuazione di uno stato di diritto, nella costruzione di una società plurale dove tutti dovevamo riconoscerci ed essere riconosciuti.
Abbiamo prima cominciato a patteggiare il diritto di esserci senza sapere che il posto c’era per tutti e abbiamo perso perchè ci hanno relegato in un angolo ad assistere ad un banchetto al quale non eravamo più invitati, riservato solo a coloro che avevano invece sempre annuìto senza porsi tanti perché.
Alla fin fine l’estromissione sociale è divenuto un fatto compiuto…possiamo anche scendere in piazza, sembra che non aggiungiamo valore ad una situazione già consolidata, decisa apriori senza il nostro consenso..noi cittadini di un paese che non ci appartiene in cui non possiamo più decidere del nostro futuro né di quello dei nostri figli.
Non chiedo neanche più alle ideologie di venirmi in aiuto, non sanno dare una risposta perché anche loro sono state asservite dal potere di chi pensava di poter decidere unilateralmente senza la partecipazione attiva dei cittadini.
Cosa ci resta…la coscienza di essere persone, di saper vedere dentro di noi, prendere in mano tutta la situazione e non trovare più alcuna giustificazione per quelli che mentono, per quelli che rubano, per quelli che dilapidano una economia che va solo in una direzione. Dobbiamo ritrovare il buonsenso di dire basta…chi non è in grado di governare vada a casa senza se e senza ma…non si può continuare a voler guardare dietro l’angolo senza averlo prima attraversato.
Questa è la mia sfiducia come cittadina di questo paese che va a rotoli.
Angela
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