E se la fisica quantistica implicasse
che voi non potete morire? Non nel senso mistico o religioso, ma come
conseguenza diretta delle leggi fondamentali della natura. In questo preciso
istante, mentre leggete questo post, potrebbero esistere infinite copie di voi
stessi in universi paralleli. In alcuni di questi universi state facendo scelte
diverse, vivendo vite diverse. E in alcuni, siete già morti. Ma c'è un aspetto
profondamente inquietante: voi non potrete mai sperimentare quegli universi in
cui non esistete più. La vostra linea di coscienza può seguire solo i rami
della realtà in cui continuate a essere vivi. Questo significa che, dal vostro
punto di vista soggettivo, potreste essere effettivamente immortali. Questa non
è fantascienza, ma una conseguenza speculativa eppure logicamente coerente di
una delle interpretazioni più serie della meccanica quantistica,
l'interpretazione a molti mondi proposta da Hugh Everett nel 1957. Secondo
questa visione, ogni evento quantistico biforca la realtà in universi paralleli
dove tutti i possibili esiti si realizzano simultaneamente. Quando si verifica
un evento che potrebbe causare la vostra morte, l'universo si divide: in alcuni
rami morite, in altri sopravvivete. Ma voi potete sperimentare solo i rami dove
la vostra coscienza continua a esistere. Gli universi in cui siete morti
semplicemente svaniscono dalla vostra esperienza soggettiva, pur continuando a
esistere oggettivamente. È come se foste immortali, non perché magicamente
protetti, ma perché la struttura stessa della realtà quantistica fa sì che
possiate seguire solo i rami dove continuate a esistere. Nel 1998, il fisico
Max Tegmark ha proposto un esperimento mentale radicale per esplorare questa
idea: l'esperimento del suicidio quantistico, che coinvolge una pistola
collegata a un rivelatore quantistico. Naturalmente è solo un esperimento
concettuale, mai da ripetere nella realtà, ma le sue implicazioni sono
vertiginose. Dal punto di vista dello sperimentatore, non importa quante volte
prema il grilletto, la pistola emetterà sempre solo un click innocuo, perché
può sperimentare solo gli universi in cui rimane vivo. Questo paradosso solleva
domande profondissime sulla natura della coscienza, dell'identità personale e
della realtà stessa. Se ci sono infinite copie di noi che muoiono in universi
paralleli, ha ancora senso parlare di immortalità? E cosa significa per la
nostra comprensione della vita e della morte? Nel nuovo video esploriamo in
dettaglio questo affascinante paradosso, dall'esperimento del gatto di Schrödinger
fino alle conseguenze filosofiche più profonde dell'interpretazione a molti
mondi. Un viaggio dove la fisica moderna incontra la metafisica più profonda,
dove tutto ciò che credevamo di sapere sulla realtà viene messo in discussione.
Scoprite come la meccanica quantistica, la teoria scientifica più verificata e
più bizzarra che l'umanità abbia mai concepito, potrebbe implicare che dal
vostro punto di vista soggettivo siete destinati a non morire mai. Link al
video completo su YouTube di seguito: https://youtu.be/OCC3XFA3K20?si=hEMBPrSZS_JeAolD
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