martedì 4 febbraio 2025

Carl Sagan

 

Osserva di nuovo quel puntino. Questo è qui. Questa è casa nostra. Questo siamo noi. Tutti quelli che ami, tutti quelli che conosci, tutti quelli di cui hai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la loro vita su quel puntino.

La somma delle nostre gioie e sofferenze, migliaia di religioni, ideologie, dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e contadino, ogni coppia innamorata, ogni madre e padre, ogni bambino brillante, inventore ed esploratore, ogni insegnante di etica, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "leader supremo", ogni santo e peccatore della storia della nostra specie hanno vissuto qui, su una piccola particella di polvere sospesa in un raggio di sole.

La Terra è una minuscola scena in un vasto teatro cosmico. Riflettiamo sui fiumi di sangue versati da generali ed imperatori per assicurarsi, in gloria e trionfo, il controllo temporaneo di una frazione di granello di sabbia. Riflettiamo sulle crudeltà infinite inflitte dagli abitanti di un angolo di quel puntino agli abitanti, quasi indistinguibili, di un altro angolo. Quanto spesso fraintendiamo, quanto ardentemente desideriamo ucciderci, quanto intensi sono i nostri odi.

Le nostre convinzioni, la nostra importanza immaginaria, l’illusione di un ruolo privilegiato nell’universo, sono ridicolmente meschine di fronte a questo puntino di luce pallida. La nostra Terra è solo una minuscola macchia solitaria nell’enorme oscurità cosmica che ci avvolge. In questo vasto vuoto, non c’è alcuna indicazione che qualcuno verrà a salvarci da noi stessi.

La Terra è l’unico mondo che conosciamo in grado di ospitare la vita. Proteggiamolo.

(Carl Sagan, commentando questa foto del nostro pianeta scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1, a una distanza di 6 miliardi di chilometri)





 


 

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