Osserva di nuovo quel puntino. Questo
è qui. Questa è casa nostra. Questo siamo noi. Tutti quelli che ami, tutti
quelli che conosci, tutti quelli di cui hai sentito parlare, ogni essere umano
che sia mai esistito, hanno vissuto la loro vita su quel puntino.
La somma delle nostre gioie e
sofferenze, migliaia di religioni, ideologie, dottrine economiche, ogni
cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di
civiltà, ogni re e contadino, ogni coppia innamorata, ogni madre e padre, ogni
bambino brillante, inventore ed esploratore, ogni insegnante di etica, ogni
politico corrotto, ogni "superstar", ogni "leader supremo",
ogni santo e peccatore della storia della nostra specie hanno vissuto qui, su
una piccola particella di polvere sospesa in un raggio di sole.
La Terra è una minuscola scena in un
vasto teatro cosmico. Riflettiamo sui fiumi di sangue versati da generali ed
imperatori per assicurarsi, in gloria e trionfo, il controllo temporaneo di una
frazione di granello di sabbia. Riflettiamo sulle crudeltà infinite inflitte
dagli abitanti di un angolo di quel puntino agli abitanti, quasi
indistinguibili, di un altro angolo. Quanto spesso fraintendiamo, quanto
ardentemente desideriamo ucciderci, quanto intensi sono i nostri odi.
Le nostre convinzioni, la nostra
importanza immaginaria, l’illusione di un ruolo privilegiato nell’universo,
sono ridicolmente meschine di fronte a questo puntino di luce pallida. La
nostra Terra è solo una minuscola macchia solitaria nell’enorme oscurità
cosmica che ci avvolge. In questo vasto vuoto, non c’è alcuna indicazione che
qualcuno verrà a salvarci da noi stessi.
La Terra è l’unico mondo che
conosciamo in grado di ospitare la vita. Proteggiamolo.
(Carl Sagan, commentando questa foto
del nostro pianeta scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1, a una distanza di 6
miliardi di chilometri)
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