Il grande filosofo Platone, una delle menti più grandi della storia umana, sul finire della sua carriera venne deriso dai suoi contemporanei a causa di uno scritto che stava componendo. La delusione fu così grande che egli decise di non completare il secondo dei tre racconti sull’argomento, e di non iniziare nemmeno a scrivere il terzo (doveva essere, infatti, una trilogia). Perché i Greci, un popolo abituato ad ascoltare storie di ogni genere, e spesso a crederci, derisero nientemeno che il grande Platone?
…
Ebbene,
nel dialogo “Timeo” e nel dialogo parziale “Crizia” (rimasto incompiuto),
Platone racconta che alcuni “misteriosi sacerdoti egiziani” della città di
Sais, raccontarono al celebre statista ateniese Solone (638 a.C. – 558 a.C.)
una storia. Platone (428 a.C. – 348 a.C.), circa 200 anni dopo, ricevette per
vie traverse questa storia, e l’ha usata come una delle fonti da cui ricavare
il suo racconto. E fin qui nulla di strano.
In
questo racconto Platone dice molte cose. Tra l’altro, racconta l’esistenza di
una “Grande Isola” vicino alle “Colonne D’Ercole”. Lui la chiama “Atlantide” o
“Terra di Atlante”. I greci del suo tempo sapevano che oltre 40 anni prima di
Platone, il celebre storico Erodoto (484 a.C. – 430 a.C.), nelle sue “Storie”
chiamò con il nome “Atlante” la catena montuosa dell’odierno Marocco. Tra
l’altro, ancora oggi conserva quel nome: Monti dell’Atlante. Per un greco di
quel tempo, il nome “Atlantide” o “Terra di Atlante” indicava una terra che si
trovava evidentemente ai piedi del monte Atlante. Ma tutti sapevano che non
c’era nessuna “grande isola” ai piedi dell’Atlante.
…
Nel
suo racconto, citando i “misteriosi sacerdoti egizi”, Platone affermava che
quell’isola esisteva 9.000 anni prima di Solone, quindi 11.500 anni fa. E qui
scoppiarono le risate. Per la gente di quel tempo, 9.000 anni prima di Solone
il mondo non esisteva nemmeno (per esempio, la tradizione ebraico-cristiana
pone la nascita del mondo al 4.000 a.C. circa). Per circa 2.000 anni la gente
ha riso di questa affermazione di Platone. Non trovando nessuna “Grande Isola” vicino
al monte Atlante, diversi scrittori la hanno “piazzata” un po' ovunque: chi in
Sardegna, chi in Irlanda, chi a Cuba, chi in Indonesia. Onesti tentativi di
risolvere il “rebus”.
Ma
“la Terra di Atlante” è sempre rimasta lì, dove aveva detto Platone. Infatti,
pochi anni fa, un piccolo, minuscolo oggetto di metallo, il satellite
giapponese PALSAR, ha reso giustizia al celebre filosofo greco. Chiunque siano
stati i “misteriosi sacerdoti egiziani” che avevano raccontato a Solone (e
tramite lui a Platone) che vicino ai monti di Atlante, nella Terra di Atlante
(o Atlantide) esisteva una grandissima isola, avevano ragione. L’articolo della
rivista “Nature”, del 10 Novembre 2015, intitolato “African humid periods
triggered the reactivation of a large river system in Western Sahara”, a prima
firma di C. Skonieczny, parla “di un grande sistema fluvialenel Sahara
occidentale, che trae le sue sorgenti dagli altopiani dell'Hoggar e dalle
montagne dell'Atlante meridionale in Algeria. Questa cosiddetta valle del fiume
Tamanrasett è stata descritta come un possibile vasto e antico sistema
idrografico”. L’articolo continua scendendo nei dettagli dal punto di vista
geologico. Per farla breve, il PALSAR ha scoperto un mega-fiume gigantesco,
oggi inaridito, che partiva proprio dai monti di Atlante e tagliava tutto
l’angolo a Nord-Ovest dell’Africa, sfociando nella odierna Mauritania.
La
“valle del fiume” del Tamanrasett ha una ampiezza di 90 km circa. La foce di
questo mega-fiume, oggi situata sotto il mare, era larga 400 km. Era un
“mostro” paragonabile al Rio delle Amazzoni, un fiume così grande che in
diversi punti è indistinguibile dal mare. Questo vuol dire che questo fiume
poteva raggiungere una ampiezza simile da costa a costa. Immaginate un
osservatore a livello del terreno. Come avrebbe fatto a capire che si trattava
di un fiume, oppure di un mare, se la costa opposta era a 90 km di distanza? Ad
eccezione della salinità delle acque (ma non sappiamo se questo aspetto fosse
compreso), nulla avrebbe permesso a quell’osservatore di capire se si trattasse
di un fiume o di un mare. Tanto per dire, è una distanza superiore allo stretto
di Messina e allo Stretto di Gibilterra messi insieme.
Guardando
la regione dall’alto, si comprende che quando scorreva il mega-fiume
Tamanrasett, durante “l´Ultimo Periodo Umido Africano”, (tra 14.500 e 7.000
anni fa circa, con strascichi fino a 5.500 anni fa), tranne che per un
piccolissimo pezzettino a Nord-Est, la “Terra di Atlante”, o “Atlantide”, o
territori a Sud del Monte Atlante, era davvero un´isola. A Nord era circondata
dal Mar Mediterraneo. Ad Ovest era circondata dall’Oceano Atlantico. A Sud era
circondata dal mega-fiume Tamanrasett. Ad Est era quasi completamente
circondata dallo stesso fiume, tranne un pezzetto costituito dalla catena montuosa
di Atlante. Si può davvero chiamarla “isola”? Nel senso greco “Sì”.
…
Tutti conosciamo cosa è il Peloponneso, una delle zone più importanti
della Grecia. Ebbene, il Peloponneso ha esattamente la stessa conformazione
geografica della “Terra di Atlante”. È una “quasi isola”, attaccata alla
terraferma da un piccolo istmo. Cosa vuol dire il termine Peloponneso? Questa
parola deriva dal greco Πέλοπος νῆσος (Pelopos Nesos), vale a dire “Isola di
Pelope”. Questa è una prova non confutabile che per i greci dei tempi antichi,
una “quasi isola” come il Peloponneso poteva essere considerata un νῆσος, o
“isola”. Nulla di strano quindi se Solone, e dopo di lui Platone, chiamarono la
“quasi isola” del Monte Atlante, o Atlantide, con νῆσος, o “Nesos”, il termine
che noi traduciamo con isola nel senso moderno del termine.
Quella
era davvero l’Isola di Atlantide? Quella “quasi isola” non può essere
considerata “Atlantide” se non supera “l’esame dei cerchi”. Cosa vogliamo dire?
Nel suo racconto Platone dice che nelle vicinanze dell’Isola di Atlantide si
trovavano 2 strutture uniche nel loro genere. Secondo il racconto, una di
queste strutture geologiche naturali era stata creata direttamente da
Poseidone, e quindi la chiamiamo “Isola di Poseidone”. Si trattava di una
montagnetta centrale, attorno alla quale c’erano 3 anelli di mare e 2 di terra,
perfettamente concentrici. Non viene detto nulla riguardo alla sua grandezza. Viene
detto che era “sacra”, inaccessibile e disabitata.
…
La
seconda struttura, su cui gli umani edificarono una città, la possiamo chiamare
“Isola della Metropoli”. Era una struttura geologica naturale che ricalcava
molto da vicino la precedente, ma in questo caso vengono date le sue misure.
C’era un’isola centrale pianeggiante ampia circa 900 metri, seguita da 3 cerchi
di mare e 2 di terra, perfettamente concentrici. Il totale dell’ampiezza era
circa 5 chilometri. Attorno a questa struttura geologica naturale (in cui
risiedeva il re e la nobiltà) si estendeva la città vera e propria di
Atlantide.
…
Quante
possibilità ci sono di trovare vicino al percorso dell’antico fiume Tamanrasett
non una, ma due strutture geologiche naturali formate da cerchi concentrici,
una delle quali deve essere ampia 5 chilometri, e avere una specie di isola
centrale ampia 900 metri? Direte: “Nessuna!”. Ebbene, come viene detto nel
libro “Atlantide 2021 – Il continente ritrovato”, ancora una volta grazie ai
satelliti, queste due strutture sono state scoperte proprio lungo il percorso
del fiume Tamanrasett.
…
La
prima struttura geologica naturale viene chiamata “Cupola di Semsiyat”. Si
trova sull'altopiano di Chinguetti, nel deserto della Mauritania, a 21° 0' Nord
di latitudine e 11° 05' Ovest di longitudine. Le sue misure sono esattamente
quelle indicate da Platone per l’Isola della Metropoli. La sua ampiezza massima
è esattamente di 5 chilometri. Al centro si trova una formazione ampia
esattamente 900 – 100 metri, quanto era “l’isola centrale” della Metropoli di
Atlantide. Si intravede anche un secondo cerchio interno, esattamente della
misura descritta da Platone. La seconda struttura si chiama “Struttura di
Richat”, e si trova a circa 20 chilometri di distanza. È ampia circa 40 km, ed
è composta da una zona centrale dalla quale partono una serie di “cerchi di
roccia”. Ci sono i chiari resti che indicano che una volta quello era un lago
da cui affioravano dei “cerchi di terra”. È la rappresentazione perfetta
“dell’Isola di Poseidone” descritta da Platone.
…
Oggi
i satelliti hanno mappato tutta la superficie terrestre. Non esistono altre
strutture simili sulla Terra che abbiano quelle misure o quelle
caratteristiche. Sono “uniche”. Quindi, finché non verrà scoperto nulla di
simile in giro per il mondo, in base a tutte le prove fornite dalla più moderna
tecnlogia, possiamo dire di aver davvero trovato la terra di cui parlava
Platone: Atlantide.
…
Quindi i “misteriosi sacerdoti egiziani” non avevano mentito a
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