sabato 18 settembre 2010

Intervista al Naga

Il Naga, associazione per la cura sociosanitaria e la tutela dei migranti, ha denunciato in luglio il comune di Milano per gli oltre 100 sgomberi avvenuti a danno delle comunità Rom e Sinti.
Colloquio con l'ufficio legale del Naga, di Luigi Riccio
Su quali punti esattamente verte la vostra denuncia alla comunità europea? Avete registrato casi più gravi di altri durante il vostro monitoraggio?
In realtà non ci sono casi più gravi, poiché tutti gli sgomberi effettuati hanno avuto le stesse modalità. Sono avvenuti in periodi invernali, molto freddi, senza offrire alternative alle famiglie, alle donne e ai bambini, con uno scarsissimo preavviso e soprattutto mai per iscritto.
Questi sgomberi, nelle modalità in cui avvengono, violano una serie di diritti, tra cui il diritto all’unità familiare, all’istruzione dei bambini (che sgomberati non possono più andare a scuola), ad un’abitazione, a non essere discriminati; una serie di diritti sanciti dalla normativa europea e trasposti poi sulla normativa italiana, che dovrebbero essere rispettati anche sul nostro territorio.
Lo sgombero più significativo è stato quello di via Rubattino di novembre 2009; da allora gli stessi nuclei familiari sono stati ripetutamente sgomberati. Solo il campo Forlanini ha ricevuto 11 sgomberi.
Che rapporto c'è secondo voi tra questa giunta comunale e l'aumento degli sgomberi a danno delle comunità Rom e Sinti?
La politica intrapresa con lo stato di emergenza, non soltanto in Lombardia, ma anche in Campania, Lazio ed esteso in Piemonte, è stato già un segnale forte del governo, non soltanto dell’amministrazione comunale. Poi, per quanto riguarda il comune in sé, quello di aver effettuato tanti sgomberi é un motivo di vanto di tanti comunicati dell’amministrazione comunale. Lo stesso De Corato (vicesindaco di Milano, ndr) dichiara di aver effettuato 287 sgomberi dal 2007 come baluardo della sua politica di messa in sicurezza della città.
Quali altri sgomberi sono previsti nei prossimi mesi?
La denuncia si è concentrata sugli sgomberi avvenuti nel 2010 ma ha una parte che riguarda i provvedimenti di allontanamento che stanno arrivando nei campi autorizzati, per esempio in Triboniano. Tutti i campi autorizzati sono prossimi allo smantellamento, resterà soltanto un campo transitorio in previsione dei lavori per l’Expo del 2015.
Un solo campo transitorio basterà ad ospitare la popolazione Rom presente sul territorio milanese?
Gli enti gestori dei campi, che sono associazioni, cooperative, riceveranno dei fondi per l’accompagnamento lavorativo e alloggiativo solo di alcune famiglie, le altre verranno semplicemente allontanate dal campo, disperse. Quali siano i criteri di scelta non si sa.
La giunta comunale ha avuto qualche reazione?
Di reazioni non ce ne sono state. La denuncia è uno strumento che si può utilizzare anche come un privato cittadino, per sottoporre alla commissione europea la violazione di diritti comunitari. La commissione si riserva di valutare tutta la documentazione inviata (che è estremamente corposa perché oltre a un documento che dettaglia gli episodi c’è tutta la rassegna stampa sugli sgomberi avvenuti più la normativa alla quale facciamo riferimento) e dopodiché dovrebbe ricevere un parere del governo e inviare, nelle migliori delle ipotesi, delle raccomandazioni al riguardo. Queste raccomandazioni non saranno in ogni caso vincolanti come una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ma, se arrivassero davvero, sarebbe un messaggio molto forte.

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