Acharya Kanad è considerato uno dei pensatori
più brillanti dell’antica India. Nato nel VI secolo a.C., molto
prima di John Dalton, formulò una teoria sull’esistenza di particelle
indivisibili che compongono tutta la materia: gli anu o Parmanu.
Questa intuizione lo rese celebre come “il padre della teoria atomica” in
ambito filosofico.
Le sue riflessioni, anche se non
supportate da esperimenti scientifici nel senso moderno, presentano
sorprendenti somiglianze con la fisica atomica contemporanea. Kanad teorizzava
che ogni oggetto fosse composto da atomi invisibili che si
uniscono in combinazioni diverse per formare la materia visibile.
La sua figura continua a suscitare
interesse tra storici della scienza, filosofi e studiosi di cultura
indiana. Acharya Kanad ha dimostrato come l’intuizione, la
logica e l’osservazione possano generare idee che precorrono di millenni le
scoperte scientifiche moderne.
Acharya Kanad e l’origine del suo
nome: il maestro delle particelle
Il nome Acharya Kanad ha
una storia affascinante e simbolica. Il suo vero nome era Kashyap,
ma durante un pellegrinaggio a Prayag, un episodio curioso cambiò la sua
identità. Notando chicchi di riso sparsi per terra, cominciò a raccoglierli,
attirando lo sguardo perplesso dei pellegrini.
Alla domanda sul perché si occupasse
di chicchi così insignificanti, rispose con una profonda riflessione
sull’importanza del singolo elemento: un chicco da solo può sembrare
inutile, ma molti insieme possono nutrire una famiglia. Questa risposta
colpì profondamente i presenti.
Da quel giorno, fu soprannominato
“Kanad”, da kan – “particella” in sanscrito – e in seguito onorato con il
titolo di Acharya, ovvero “maestro”. Nacque così Acharya Kanad, il
maestro delle particelle, precursore del pensiero atomico nell’antica
India.
Acharya Kanad e il concetto di
parmanu: l’antico atomo indivisibile
Acharya Kanad fu il primo a concepire l’idea
che tutta la materia fosse formata da una particella indivisibile: il Parmanu,
noto anche come anu. Secondo lui, ogni oggetto nell’universo, sesminuzzato
infinite volte, giunge a un punto in cui non è più divisibile: ecco
l’atomo.
Secondo la sua teoria, i Parmanu
erano invisibili e non percepibili dai sensi umani. Tuttavia, possedevano
un’energia naturale che li spingeva a combinarsi tra loro per formare strutture
più complesse – i dwinuka, cioè le molecole – che
determinavano le proprietà delle sostanze.
Kanad affermava che le diverse
sostanze della realtà derivassero da differenti combinazioni di atomi e che
agenti esterni, come il calore, potessero modificare queste combinazioni.
Un’intuizione vicinissima ai concetti fondamentali della chimica e della fisica
moderne.
Acharya Kanad e la fondazione della
scuola Vaisheshika
Acharya Kanad fondò una delle sei scuole
ortodosse della filosofia indiana: il Vaisheshika Darshan.
In questa dottrina, cercò di spiegare la struttura dell’universo attraverso
una classificazione rigorosa e logica delle realtà osservabili e non
osservabili.
La sua scuola definiva sette
categorie fondamentali: sostanza (Dravyam), qualità (Guna), azione (Karma),
universalità (Samanya), particolarità (Vishesha), inerenza (Samavaya) e assenza
(Abhava). Un sistema filosofico straordinariamente sofisticato per l’epoca.
Kanad applicò questo modello anche
alla materia, suddividendola in nove tipi, tra cui
elementi fisici (terra, acqua, fuoco, aria, etere) e concetti astratti
come spazio, tempo, mente e anima. Questo approccio dimostra quanto il pensiero
di Acharya Kanad fosse ampio e profondo, integrando fisica,
metafisica e cosmologia.
C’è un acceso dibattito su come
classificare Acharya Kanad: fu uno scienziato ante litteram o un
filosofo speculativo?
Secondo alcuni studiosi, come SK
Arun Murthi, le sue teorie non possono essere considerate scientifiche,
poiché mancavano di metodo empirico.
È vero che la teoria atomica di Kanad non
si basava su esperimenti riproducibili, come quelli di Dalton secoli
dopo. Tuttavia, la sua capacità di dedurre l’esistenza di particelle
invisibili e indivisibili mostra una forma primitiva
ma potente di pensiero scientifico.
Molti ritengono che, pur restando nel
campo della filosofia, le idee di Acharya Kanad abbiano
gettato le basi per un approccio razionale alla realtà fisica. La sua intuizione rappresenta un esempio
precoce di come l’uomo cerchi di capire l’invisibile attraverso la ragione.
Acharya Kanad e il confronto con John
Dalton
Il merito della prima teoria atomica
scientifica viene attribuito a John Dalton, che nel 1808 elaborò
una teoria basata su dati sperimentali. Tuttavia, è affascinante notare come
molti concetti presenti in Dalton fossero già stati proposti
in forma speculativa da Acharya Kanad oltre due millenni prima.
Dalton parlava di atomi
indivisibili, dotati di massa, che si combinano in proporzioni
definite per formare composti. Anche Kanad credeva in
particelle indivisibili, capaci di unirsi e generare proprietà nuove a seconda
della combinazione. L’unica vera differenza stava nel metodo: filosofico
per Kanad, sperimentale per Dalton.
Questo parallelo non riduce
l’importanza di Dalton, ma anzi evidenzia quanto il
pensiero filosofico antico avesse già intuito strutture fondamentali
dell’universo. Acharya Kanad, pur senza strumenti, riuscì a
immaginare l’atomo, dimostrando la forza della pura logica.
Acharya Kanad: un genio da riscoprire
nella storia della scienza
Acharya
Kanad rappresenta una figura affascinante e spesso trascurata
nella storia del pensiero umano. La sua teoria dell’atomo, sebbene non
scientifica nel senso moderno, è un esempio straordinario di intuizione
razionale e pensiero sistemico nell’antichità.
Le sue idee, raccolte nel Vaisheshik
Darshan, mostrano come la filosofia indiana cercasse di comprendere la realtà
non solo attraverso la spiritualità, ma anche con strumenti intellettuali
affini alla scienza. Questo rende Kanad una figura ponte tra
due mondi: filosofia e scienza.
In un tempo in cui il pensiero era
dominato dai miti e dalla religione, Acharya Kanad ebbe il
coraggio di porre una domanda radicale: “Da cosa è fatta tutta la
materia?”.
E nella sua risposta, pur semplice e
speculativa, troviamo l’eco delle verità scientifiche scoperte secoli
dopo.
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