venerdì 20 giugno 2025

L'OMBELICO

 

Ho imparato qualcosa di nuovo, ho pensato di condividerla perché è molto interessante.

E lo sto facendo...

L'ombelico:

Sapevi perché mettere diversi oli sull'ombelico?

Il nostro ombelico (Nabhi) è un dono incredibile che il nostro Creatore ci ha fatto. Secondo la scienza, la prima parte creata dopo il concepimento è l'ombelico. Dopo che è stato creato, si lega alla placenta della madre attraverso il cordone ombelicale.

Il nostro ombelico è senza dubbio una cosa incredibile! Tutte le nostre vene sono collegate al nostro ombelico, il che lo rende il punto focale del nostro corpo. L'ombelico è la vita stessa!

Il "Pechoti" è dietro l'ombelico, che ha più di 72.000 vene. La quantità totale di vasi sanguigni che abbiamo nel nostro corpo è pari al doppio della circonferenza terrestre.

Sapevamo che per abbassare la temperatura ai bambini, abbiamo messo un tampone di cotone con alcool sull'ombelico, ora sappiamo che con l'olio è meglio.

L'applicazione di olio sull'ombelico cura la secchezza degli occhi, la vista scarsa, il pancreas, i talloni e le labbra screpolate, mantiene il viso lucido, i capelli più sani, per dolori alle ginocchia, brividi, letargia, dolori articolari e pelle secca. .

Applicare olio di neem sull'ombelico, per sbarazzarsi di brufoli e acne ribelli

Applicare l'olio di mandorle sull'ombelico, per aiutare a ottenere un viso luminoso

Applicare olio di senape sull'ombelico per rimuovere le labbra secche e screpolate. Inoltre manterrà il suo intestino in movimento per eliminare i batteri nocivi, ma manterrà il bene. Funziona davvero come una lieve disintossicazione.

Applicare olio di oliva o cocco per migliorare la tua fertilità.

Mantieni il cotone immerso nell'ombelico per curare raffreddore, influenza e flebo nasale. Quando un bambino ha mal di stomaco, mettiamo qualche goccia direttamente nell'ombelico e gli diamo qualche minuto di massaggio intorno all'area, il dolore guarisce. Il petrolio funziona allo stesso modo.

Mantenere una palla di cotone imbevuta di brandy nell'ombelico, per alleviare dolori mestruali e crampi

L'olio di sesamo è usato per tutti i tipi di dolori articolari. Si sa anche che fortifica le ossa. Molti genitori usano i loro figli ogni sera quando vanno a letto.

Utilizzare una quantità uguale di olio di senape e olio di zenzero per mal di stomaco, gonfiore, nausea e problemi digestivi.

L'uso di olio caldo migliora il flusso sanguigno al sistema nervoso e migliora anche il sistema immunitario. Cura la costipazione e costruisci un sistema digestivo forte. Allevia il dolore articolare.

L'olio di timo è antispasmodico, aiuta a rilassare arterie e vene, riducendo la pressione sanguigna e lo stress cardiaco. Può anche aiutare a rafforzare e tonificare i muscoli del cuore.

Come diuretico, l'olio di timo può aiutare il tuo corpo a rimuovere acqua, sale e tossine in eccesso dal tuo corpo, aiutando con peso, pressione sanguigna, digestione e altro ancora.

L'olio di timo è un espettorante, il che significa che può aiutare a rimuovere il muco dalle vie respiratorie e dai polmoni. L'olio di timo è approvato dalla Commissione E tedesca per il trattamento di bronchite, pertosse e infiammazione delle vie respiratorie superiori.

Ricorda che l'olio di timo è un composto potente e non deve essere usato direttamente sulla pelle, poiché può causare sensibilizzazione e irritazione. Prima deve essere diluito con un olio portatore (come olio d'oliva, olio di cocco o olio di mandorle)

Olio essenziale 100% puro grado terapeutico è quello che cerchi.

Anche un cotone con CDS viene messo sopra l'ombelico. Questo è per abbassare la febbre, infiammazioni, gastrite, dolori addominali, ecc.

Jackelin Laza


lunedì 16 giugno 2025

SCRIVERE POESIA TRA LE MACERIE DEL MONDO

 

Si può scrivere poesia mentre il mondo collassa?

Da giorni questa domanda si insinua nelle mie giornate come un taglio non ricucito, pulsante, mi cammina accanto, si siede con me quando provo a scrivere. Che cosa significa scrivere poesia quando cadono bombe su ospedali, quando i bambini hanno nomi che durano meno di un notiziario? La parola trema, la mano incespica sulle parole, si trattiene, lo sento, approccio, idea-pensiero-blocco, accensione neurale, segnale di stop, neurochimica della negazione. La poesia non consola, non ripara, non salva. E allora cosa le resta da fare? Tacere? Ma non come chi si volta: tacere con vergogna, con le mani sporche, con la consapevolezza che anche il silenzio ha un peso, e che a volte pesa quanto la voce, forse di più, quanto pesa la voce? Poi c'è chi scrive, noncurante, leggero, come se il peso della Storia fosse solo un passeggero tumulto del cosmo, un'esplosione solare che nessuno coglie, nessun giudizio, isolamento, arte per l'arte. Infine c'è chi scrive da dentro, dentro, in Sè, ma non per il per sé. I poeti da Gaza lo fanno. Scrivono. Denunciano. Resistono. Le loro parole grondano fumo e sangue, e hanno il coraggio che io oggi sento di non avere. Perché io, qui, al sicuro, vedo l’orrore, ma non lo sento davvero. Non lo attraverso. Lo penso, lo immagino, lo temo. E questo mi inchioda. Perché la parola, quando è troppo distante, rischia di diventare gesto estetico, forma pulita sopra lo sporco. Rischia di essere ipocrita.

Adorno, con la sua celebre sentenza sull'impossibilità della poesia dopo Auschwitz, non intendeva affermare una proibizione definitiva, ma lacerare il rapporto automatico con la forma. Dopo l’orrore, la lingua è stata compromessa. È come se il senso stesso della parola poetica avesse bisogno di essere rimesso in discussione, riformulato, frantumato. La parola diventa una escoriazione sacra, centellinata, distillata, perché il senso si perde, a me sfugge dappertutto. Per questo penso ai poeti in trincea. Ungaretti scriveva dalle buche fangose del Carso. I versi erano cortissimi, come respiri spezzati tra le cannonate. Eppure, erano versi. Erano vita aggrappata a un frammento. Penso a Wilfred Owen, a Isaac Rosenberg, a Khulood Al-Ajarma oggi, a Refaat Alareer, il cui ultimo verso è stato il suo stesso testamento. Penso a chi ha scritto col sangue sul muro, con la voce tremante prima del boato. E infine penso a me. Al mio silenzio. Alle pagine che restano bianche per giorni, mentre ascolto voci rotte da sotto le macerie. Il mio silenzio non è quiete. È inquietante paralisi. È sentire che ogni parola rischia di usurpare, di sovrapporsi, di profanare. La poesia non ci assolve mai. È il punto in cui la colpa si fa linguaggio. E in cui il linguaggio si sa, ci parla, ed è finalmente, fatalmente inadeguato.(Harte Mysia)


lunedì 9 giugno 2025

 

Si erano incontrati per la prima volta a un ballo in maschera. Lui è Vladimir Nabokov, lei Vera Slonim. Lei è una giovane ricca di fascino e di grazia, lui un poeta squattrinato. Ma nel paese dell’anima le differenze non contano. È così fu per loro. Entrambi hanno appena perso tutto a causa della rivoluzione: la casa, la lingua, la famiglia.

Così diventano l’uno la casa per l’altra. Perché casa non è dove vivi, ma dove ami. Casa è dove il cuore può ridere senza timidezza. E là dove sei felice, sei a casa. «Sì, ho bisogno di te, favola mia, perché sei la sola persona con cui possa parlare dell’ombra delle nuvole, delle canzone di un pensiero, e di come quando sono uscito ho guardato un girasole che mi ha sorriso con tutti i suoi semi.»

Condividono tutto: vita, risate, l'amore per le poesia, per le farfalle e le camminate all’aria aperta. Eppure non potrebbero essere più diversi. Lei è una donna pratica, lui un poeta. Lei tiene i piedi ben saldi a terra, lui si slancia verso il cielo. Ed è a lei che dobbiamo la pubblicazione di L... Perché dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande DONNA. Più di una volta salva il manoscritto dalle fiamme; mentre lui è tormentato e pieno di dubbi, lei è certa che quel libro sia un capolavoro.

Senza Vera, confessa Nabokov, non avrei mai scritto neppure una riga. Le dedicherà tutti i suoi libri e le scriverà, in 50 anni, più di 3000 lettere. Perché quando ti piace un fiore, lo cogli. Ma quando lo ami, lo annaffi tutti i giorni. E il senso della vita è tutto qui: nel porgere il braccio a chi ti sta accanto; nell’essere compagni e non solo amanti, amici e non solo innamorati, nell’essere non più un «tu» e un «io» ma «noi». E il noi sopravvive. Resiste. A tutto. E a ogni cosa.

Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X ( Tratto da «Sopravvivere al lunedì mattina con L». 



mercoledì 4 giugno 2025

 

Un applauso a questa donna STRAORDINARIA! Che ha avuto più coraggio di cento uomini assieme!

Questa donna qua si chiama Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite, e negli ultimi DUE ANNI ha ricevuto una tonnellata di fango mediatico senza precedenti! L’hanno accusata, diffamata, calunniata, hanno cercato di farla destituire, l’hanno addirittura accusata di collusione con Hamas.

La sua colpa? Aver detto la verità, ed averla detta a voce alta, davanti ai potenti e alle lobby di turno. Francesca Albanese ha avuta il coraggio, mentre tutto il mondo stava in silenzio, di raccontare quanto stava accadendo a Gaza. Non adesso, non ieri o oggi, come le tante starlette che fanno e dicono ciò che gli permettono di dire e di fare, ma fin dal PRIMO MOMENTO. Quando la verità che stava sotto gli occhi di tutti ed era ignorata dai molti, non poteva essere detta!

«Non importa quali siano i mezzi. Se l’obiettivo è uccidere, affamare, spezzare mentalmente o fisicamente un gruppo umano, infliggendogli intenzionalmente condizioni di vita intollerabili… quello è gen#». Parole che le sono costate accuse e infami calunnie. Ma lei non ha mai mollato. Neanche per un secondo! In un mondo che ha fatto del silenzio un’arte e dell’OPPORTUNISMO uno stile di vita, Francesca ci ha mostrato che ci sono ancora persone che vogliono fare la differenza.

E queste sono le donne che mi rendono orgogliosa di essere donna! E allora oggi voglio dirti grazie. Grazie per non aver taciuto ciò che non si doveva tacere, grazie per averci mostrato che la verità non teme la propaganda e la giustizia non si piega all’intimidazione. Grazie per essere stata luce in un mondo di ombre!

Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #donna #donne