Al peggio non c’è mai fine? Ve lo ricordate Tony Effe? Ecco, sapete qual è il libro più venduto in Italia? Quello di questo signore!
No, non sto scherzando. Ma tanto per
farvi capire il livello di cui stiamo parlando, questo è il testo di una delle
sue canzoni più famose: «Lei la comando con un joystick / Non mi piace quando
parla troppo / Le tappo la bocca e me la f… Sono Tony, non ti guardo nemmeno /
Mi dici che sono un tipo violento/ Però vieni solo quando ti meno.»
Ecco, questo è uno dei libri più
letti e venduti in questi ultimi giorni. E allora mi dispiace dirlo, ma non è
Tony Effe il problema! Perché se il suo libro e le sue canzoni ottengono
milioni e milioni di ascolti e di visualizzazioni, qualche domanda bisognerebbe
iniziare a farsela! Siamo circondati dalla BRUTTEZZA e ormai la gente non si
scandalizza più di nulla. Ed è proprio questo il punto: in una società che
chiama arte una banana appiccicata con del nastro adesivo al muro, non sono
soltanto le idee e le emozioni che mancano, sono proprio i cervelli che hanno
raggiunto il capolinea.
Nella società del nulla, avanza il
nulla… Ed io che sono cresciuta ascoltando De Andre, Guccini, Cocciante,
Battisti, che sono cresciuta leggendo Pavese, Tolstoj, la Morante, Pasolini, mi
domando: ma cosa sta succedendo? Da artista, da insegnante, da scrittrice mi si
spezza il cuore nel vedere il successo di questo lungo! E aggiungo un’ultima
cosa. Mentre il nulla avanza, l’incoerenza le fa da padrona.
Si parla tanto di «femminismo» e poi
tante cosiddette femministe di oggi hanno scelto di difendere questo signore.
Perché diamocelo chiaro e tondo: non c’è nulla di più violento di queste
canzoni. Nella società del nulla perfino le parole sono svuotate di senso,
significato e valore. Che dire, forse Cattelan su una cosa almeno aveva
ragione: siamo alla frutta. Letteralmente!
Guendalina Middei, anche se voi mi
conoscete come Professor X
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