Quando il fulmine era ancora sussurro di Zeus e l’elettricità un arcano
custodito dall’etere, Alessandro Volta calò il pensiero come un’àncora nella
sostanza del cosmo.
Egli non si limitò a costruire la pila: evocò Prometeo e lo superò, rubando
non il fuoco, ma il cuore stesso dell’energia.
In lui, l’indagine si fa oracolo, e l’esperimento diviene rito sacro. Come
un nuovo Eraclito, seppe che tutto scorre, ma tentò l’impossibile: dare misura
all’invisibile moto dell’energia.
E come Platone nel Fedro, udì l’anima del mondo vibrare tra rame e zinco.
Volta non fu uomo del suo tempo, ma varco tra i mondi: ponte tra la scienza
e il mito, tra la materia e l’Idea.
La storia è da riscrivere per il suo BICENTENARIO.
by KatyaPerego.
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