lunedì 27 aprile 2015

Scienziati scoprono uno scudo invisibile attorno alla Terra, sono perplessi di come si è formato




startrek

Eccola di nuovo. Una scoperta scentifica che sta confermando le teorie filosofiche e spirituali.

La ricerca è riportata sulla rivista Nature.
http://www.nature.com/nature/journal/v515/n7528/full/nature13956.html

La Terra è avvolta in un campo di forza invisibile che gli scienziati hanno paragonato agli scudi di STAR TREK .
Un team americano ha scoperto una barriera, a circa 7.200 miglia sopra la superficie della Terra, che blocca gli elettroni ad alta energia che minacciano gli astronauti e i satelliti.
Earths-force-field-665x385
Gli scienziati hanno identificato un confine “estremamente affilato” all’interno delle fasce di Van Allen, due grandi anelli a forma di ciambella tenuti li dal campo magnetico della Terra che sono pieni di particelle in rapido movimento. Il capo dei ricercatori il professor Daniel Baker, presso l’Università del Colorado a Boulder, ha detto: “E’ quasi come si questi elettroni stessero correndo su una parete di vetro nello spazio.
23879BBA00000578-2850566-The_shield_was_discovered_in_the_Van_Allen_radiation_belts_two_d-2_1417026573981
L’immagine artistica di un muro di mattoni a forma di ciambella per illustrare un “scudo” invisibile scoperto dagli scienziati americani che si trova 7200 miglia sopra la Terra nelle fasce di Van Allen, che blocca elettroni di alta energia che minacciano gli astronauti e satelliti
Un po ‘come gli scudi creati dai campi di forza di Star Trek che erano utilizzati per respingere le armi aliene, stiamo vedendo uno scudo invisibile che blocca questi elettroni. Si tratta di un fenomeno estremamente enigmatico.”
La squadra ha inizialmente pensato che gli elettroni ad alta carica, che formano un anello intorno alla Terra a più di 100.000 chilometri al secondo, sarebbero lentamente andati alla deriva verso l’atmosfera superiore. Ma un paio di sonde lanciate nel 2012 per studiare le fasce di Van Allen ha dimostrato che gli elettroni vengono fermati nel loro tragitto prima di arrivare così lontano.
La natura del campo di forza rimane un mistero irrisolto. Non sembra essere collegato a linee di campo magnetico o segnali radio artificiali e gli scienziati non sono convinti che una nube di gas freddo elettricamente carico chiamato plasmasfera che si estende per migliaia di chilometri nella fascia di Van Allen esterna sia in grado di spiegare completamente il fenomeno.
Prof Baker ha aggiunto: “Credo che la chiave qui sia quella di continuare ad osservare la regione nei minimi dettagli, cosa che siamo in grado di fare grazie agli strumenti potenti nelle sonde di Van Allen.” 
Fonte FOX NEWS

sabato 25 aprile 2015

L’Africa scende in guerra contro i sacchetti di plastica

sacchetti di plastica 

Da qualche anno, in Africa si sta combattendo una guerra silenziosa di cui nessuno parla. Una guerra che non farà morti e non procurerà sofferenze. Anzi, se sarà vinta, potrebbe salvare vite umane, tutelare la fauna e preservare l’ambiente. È la guerra ai sacchetti di plastica. Chi, almeno una volta, ha viaggiato nel continente sa che stiamo parlando di una vera e propria piaga. Si trovano sacchetti di plastica ovunque: a terra, sugli alberi (portati dal vento), nei corsi d’acqua. Con danni incalcolabili.
In tutto il mondo, un trilione di sacchetti di plastica monouso sono utilizzati ogni anno, quasi 2 milioni al minuto. La quantità di energia necessaria per fare 12 sacchetti di plastica potrebbe guidare una macchina per un miglio. I governi cittadini, statali e nazionali di tutto il mondo stanno cercando di limitare lo smaltimento e l’abbandono della plastica con divieti e tasse. La più antica tassa esistente sul sacchetto di plastica è in Danimarca, dove fu approvata nel 1993. I danesi usano pochissimi sacchetti di plastica, leggeri e monouso: circa 4 a persona ogni anno.
In Africa non esistono statistiche ufficiali sull’uso delle borse di plastica. Ma le città e le campagne ne sono invasi. È da qui che è iniziata un’offensiva contro queste borse. Il Ruanda e l’Eritrea hanno completamente abolito i sacchetti, così come il Somaliland, la regione settentrionale della Somalia che è di fatto autonoma, la Costa d’Avorio e la Mauritania. Il Sudafrica, l’Uganda e il Kenya dispongono di regole in merito allo spessore e anche l’Etiopia, il Ghana, il Lesotho e la Tanzania stanno considerando di implementare misure simili.
È di ieri la notizia che anche il Senegal ha vietato per legge l’importazione, la vendita e l’uso di sacchetti di plastica «usa e getta». Le nuove norme, approvate in settimana, prevedono per i contravventori una multa fino all’equivalente di 30mila euro e sei mesi di carcere. Il divieto non riguarderà i sacchetti di spessore maggiore, più adatti al riutilizzo, d’ora in poi necessariamente a pagamento.
I primi passi quindi sono stati mossi. A quando un’Africa finalmente libera dai sacchetti di plastica?

Migrazioni: il silenzio assordante dei leader africani

Mentre i leader europei si riuniscono oggi a Bruxelles per un Vertice straordinario sulle migrazioni, i loro omologhi africani continuano ad ignorare le tragedie del Mediterraneo. A rompere questo silenzio il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou e la Presidente della Commissione dell’Unione Africana

Da Bruxelles - Oggi 28 capi di Stati e di governo dell’UE si riuniscono a Bruxelles per affrontare l’emergenza dei migranti nel Mediterraneo e dare risposte concrete per fermare le stragi che si stanno accumulando in quello che il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha definito “un mare di miseria”.
Dalla società civile alle organizzazioni internazionali, passando per i media, tutti o quasi hanno denunciato il fallimento delle politiche migratorie dell’UE e la sua incapacità a contrastare un fenomeno che dal 1 gennaio 2015 ha registrato oltre 1.700, per superare quota 22mila dal 2000 ad oggi.
Le accuse contro l’Europa possono essere sintetizzate attraverso le durissime posizioni prese da Amnesty International che, in un rapporto dal titolo inequivocabile (“L’Europa affonda nella vergogna”) punta il dito contro le inadempienze dell’UE, e dall’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu, Zeid Ra’ad Al Hussein, il quale ha accusato l’Europa di “aver girato le spalle ad alcuni dei migranti piu’ vulnerabili del mondo con il rischio di trasformare il Mediterraneo in un vasto cimitero”.

Un silenzio colpevole

Sin qui tutto giusto. Ma come ricorda il sito d'informazione sudafricano, The Daily Maverick, “la crisi dei migranti non riguarda solo l'Europa, ma anche l'Africa". A morire nel Mediterraneo sono infatti cittadini africani in fuga dalla guerra, dalle persecuzioni o dalla povertà. E’ quindi lecito chiedersi in che misura i leader africani si sentano chiamati in causa dalle tragedie del Mediterraneo. E la risposta ce la fornisce il sito d’informazione sudafricano The Daily Maverick, che denuncia “il silenzio dell’Unione Africana” subito dopo le ultime tragedie, “che deve fare i conti con la riluttanza dei suoi Stati Membri ad implicarsi su questa questione”. Insomma come l’UE…
L’impotenza dell’Unione Africana si è verificata ieri a Bruxelles attraverso le dichiarazioni rilasciate dalla Presidente della Commissione dell’UA, Nkosazana Dlamini-Zuma, durante la sua conferenza stampa congiunta con il suo omologo dell’UE, Jean-Claude Juncker, al termine della riunione dei colleggi della Commissione europea e della Commissione dell'UA. “Non penso che l’Africa o l’Unione Europea possa risolvere questo problema. E non penso che possa farlo dall’oggi all’indomani. Tuttavia, è necessario agire, lavorando con i paesi di origine dei migranti e dissuadendo” i candidati alle partenze “di affidare la loro sorte nelle mani dei trafficanti”, ha dichiarato Dlamini-Zuma.

L'appello del Presidente del Niger

A rompere ci ha pensato il Presidente del Niger, Mahamadou Issoufou, tra i pochissimi leader africani ad essersi espresso con chiarezza sulla vicenda. In un comunicato stampa che l’ufficio della presidenza nigerina ha fatto pervenire alla redazione di Vita.it (vedi allegato in fondo all'articolo), il presidente Issoufou sostiene che “è giunta l’ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità” e che la “Comunità internazionale passi ai fatti per fermare questa macabre spirale” delle tragedie umane nel Mediterraneo. Il Presidente del Niger saluta la decisione del Consiglio europeo di “convocare un Summit straordinario per riflettere ad un Piano d’Azione”, sottolineando tuttavia che “le misure di repressione e di restrizione non produrranno gli effetti sperati se non saranno accompagnate da iniziative efficaci a favore di uno sviluppo economico e sociale sostenibile nei paesi di origine” dei migranti africani, “della libera circolazione dei beni e delle persone, nonché dell’apertura del mercato del lavoro”. Infine, Mahamadou Issoufou promette di impegnarsi “a lottare efficacemente contro questa catastrofe umanitaria, in concerto con gli altri dirigenti della sotto-regione (Africa dell’Ovest, ndr) e del continente”.
Issoufou potrà contare sull’appoggio del Presidente del Congo-Brazzaville, Denis Sassou Nguesso, il quale ha chiesto la convocazione di “una riunione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana per affrontare la questione dei flussi migratori dall’Africa verso l’Europa”, una vicenda che “riguarda gli africani e su cui si devono pronunciare”. Ed è un paradosso che a invocare una tale riunione sia un capo di Stato africano che dirige da oltre 30 anni un paese il cui sottosuolo trabocca di petrolio (il Congo Brazzaville è tra i primi produttori del continente africano), ma senza essere riuscito ad allievare le sofferenze di una popolazione tra le più povere al mondo.
 Joshua Massarenti

venerdì 24 aprile 2015

L’archivio Akascico: il libro della vita

Akashic RecordsKevin J. Todeschi
L’Archivio Akashico o “Il libro della vita” può essere considerato l’equivalente di un super-computer dell’universo. È questo computer che funge da memoria centrale di tutte le informazioni di ogni individuo che abbia mai vissuto sulla terra. Forse la più completa fonte di informazioni sull’Archivio Akashico viene dall’opera chiaroveggente di Edgar Cayce.
Non è esagerato affermare che il computer ha trasformato (e sta ancora trasformando) il pianeta intero. Che si tratti della tecnologia, dei trasporti, della comunicazione, dell’educazione o dell’intrattenimento, l’era del computer ha rivoluzionato il globo e i modi in cui comunichiamo e interagiamo tra noi. Nessun settore della società moderna è stato risparmiato.
La quantità di informazioni immagazzinata nella memoria dei computer e presente ogni giorno nella “strada maestra” di Internet è incalcolabile. Tuttavia, questo vasto complesso di sistemi computerizzati e database collettivi non è ancora in grado di avvicinarsi alla potenza, la memoria o l’onnisciente capacità di registrazione dell’Archivio Akashico.
Per semplificare le cose, l’Archivio Akashico o “Il libro della vita” può essere considerato l’equivalente di un super-computer dell’universo. È questo computer che funge da memoria centrale di tutte le informazioni di ogni individuo che abbia mai vissuto sulla Terra. Più che un semplice contenitore di eventi, l’Archivio Akashico contiene ogni azione, parola, sentimento, pensiero e intenzione che sia mai avvenuto in qualsiasi momento della storia mondiale. Al contrario di un semplice magazzino di memoria, questo Archivio Akashico è interattivo, poiché esercita una grandissima influenza sulla nostra vita di ogni giorno, le relazioni, i sentimenti, i sistemi di credenze e le realtà potenziali che attiriamo su di noi …
registros2ch
L’Archivio Akashico contiene l’intera storia di ogni anima, sin dall’alba della Creazione. Questo archivio ci connette tutti gli uni agli altri, e contiene ogni simbolo archetipo o racconto mitologico che abbia mai influenzato profondamente il comportamento e le esperienze dell’uomo.
L’archivio Akashico ispira i sogni e le invenzioni, provoca l’attrazione o la repulsione tra gli esseri umani, modella e foggia i livelli della consapevolezza umana, costituisce una porzione della Mente Divina, è il giudice e la giuria imparziali che cercano di guidare, educare e trasformare ogni individuo per farlo evolvere al meglio delle sue possibilità, e infine incarna una matrice fluida e sempre mutevole di futuri possibili che diventano attuali quando noi esseri umani interagiamo e impariamo dai dati che si sono già accumulati.
Informazioni su questo Archivio Akashico – questo Libro della Vita – si possono trovare nel folklore, nei miti e in tutto l’Antico e Nuovo Testamento. Sono rintracciabili nelle popolazioni semitiche, negli Arabi, gli Assiri, i Fenici, i Babilonesi e gli Ebrei. In ognuna di queste popolazioni esisteva la credenza nell’esistenza di una sorta di tavole celesti contenenti la storia del genere umano e ogni tipo di nozione spirituale.
Nelle Scritture, il primo riferimento a un libro ultraterreno si trova in Esodo 32:33. Dopo che gli Israeliti avevano commesso un peccato gravissimo adorando il vitello d’oro, fu Mosè a intercedere per loro, giungendo a offrire la propria totale responsabilità e la cancellazione del proprio nome “dal tuo libro che hai scritto” a espiazione delle loro azioni. In seguito, nell’Antico Testamento, apprendiamo che non esiste nulla di un individuo che non sia riportato in questo stesso libro. Nel Salmo 139, Davide accenna al fatto che Dio ha scritto tutti i dettagli della sua vita, incluso ciò che è imperfetto e le azioni ancora da svolgere.
Per molte persone, questo Libro della Vita è semplicemente un’immagine simbolica di coloro che sono destinati al paradiso; le sue radici sono gli archivi genealogici o forse i primi censimenti. La religione tradizionale suggerisce che questo libro – in forma letterale o simbolica – contiene i nomi di tutti coloro che sono degni di salvezza. Il Libro va aperto in relazione al giudizio divino (Dan. 7:10, Rev. 20:12). Nel Nuovo Testamento, i redenti dal Cristo sono contenuti nel Libro (Filippesi 4), mentre coloro che non si trovano nel Libro della Vita non entreranno nel Regno dei Cieli.
Come interessante corollario, nel mondo antico il nome di una persona era un simbolo della sua esistenza. Secondo Sir James Thomas Frazer, autore di The Golden Bough – una delle opere più esaurienti sulla mitologia mondiale – tra il nome e l’esistenza di una persona esisteva un legame tale che “era possibile compiere riti magici su un uomo indifferentemente attraverso il suo nome, i suoi capelli, le sue unghie o qualsiasi altra parte materiale della sua persona”. Nell’antico Egitto, cancellare un nome da un registro equivaleva addirittura a eliminare il fatto che una persona fosse mai esistita.
Più vicino ai giorni nostri, molte informazioni sull’Archivio Akashico sono state fornite da stimati medium e mistici contemporanei, ovvero individui la cui percezione si estendeva in qualche modo oltre i limiti delle tre dimensioni. Secondo H. P. Blavatsky (1831-1891), un’immigrata russa mistica e fondatrice della Società Teosofica, l’Archivio Akashico è molto di più che un semplice elenco statico di dati che un sensitivo può raccogliere qui e là; piuttosto, l’Archivio esercita un’influenza continua e creativa sul presente:
Akasha è uno dei principi cosmici e un soggetto plastico, creativo nella sua natura fisica, immutabile nei suoi principi più elevati. È la quintessenza di tutte le possibili forme di energia, materiale, psichica o spirituale; inoltre, contiene in sé i germi della creazione universale, che fiorisce sotto l’impulso dello Spirito Divino.
Alchemy and the Secret Doctrine
Rudolf Steiner (1861-1925), il filosofo, pedagogista e fondatore della Società Antroposofica nato in Austria, possedeva la capacità di ricevere informazioni da oltre il mondo materiale: un “mondo spirituale” che per lui era tanto reale quanto per gli altri lo era il mondo fisico. Steiner affermava che la capacità di percepire questo altro mondo poteva essere sviluppata, rendendo un individuo capace di scorgere eventi e informazioni in tutto e per tutto concreti come quelli presenti:
“…l’uomo è in grado di penetrare alle origini eterne delle cose che svaniscono con il tempo. In questo modo, egli amplia la sua facoltà cognitiva se, per quel che riguarda la conoscenza del passato, non si limita alle evidenze esteriori. Poi egli può vedere negli eventi non percepibili ai sensi, quella parte che il tempo non è in grado di distruggere. Egli passa dalla storia transitoria a quella non-transitoria. È un fatto che questa storia sia scritta in caratteri diversi rispetto a quella ordinaria. Nella gnosi e nella teosofia viene chiamata la “Cronaca Akashica”… Al non iniziato, che non è ancora in grado di fare l’esperienza di un mondo spirituale separato, è facile che l’iniziato sembri un visionario, se non qualcosa di peggio. Chi ha acquisito la capacità di percepire il mondo spirituale arriva a conoscere gli eventi passati nel loro carattere eterno. Questi ultimi non stanno di fronte a lui come la morta testimonianza della storia, bensì appaiono pieni di vita. In un certo senso, ciò che è avvenuto ha luogo davanti a lui.”
Cosmic Memory
Per quanto riguarda le intuizioni moderne, forse la più completa fonte di informazioni sull’Archivio Akashico viene dall’opera chiaroveggente di Edgar Cayce (1877-1945), mistico cristiano e fondatore della A.R.E. Per trentatré anni della sua vita adulta, Edgar Cayce possedette la capacità soprannaturale di sdraiarsi su un lettino, chiudere gli occhi, unire le mani sullo stomaco ed entrare in una sorta di stato alterato in cui aveva accesso praticamente a qualsiasi tipo di informazione. L’accuratezza dell’opera telepatica di Cayce è dimostrata da circa una dozzina di biografie e da centinaia di libri che analizzano vari aspetti delle informazioni e delle migliaia di argomenti da lui discussi.
Quando era interrogato sulle fonti delle sue informazioni, Cayce rispondeva che erano essenzialmente due. La prima era la mente subconscia dell’individuo cui stava dando la “lettura”, la seconda era l’Archivio Akashico.
Più spesso, quando dava una lettura sulla storia dell’anima di una persona o sulla sua dimora individuale nello spazio e nel tempo, Cayce cominciava con un’affermazione del tipo: “Sì, abbiamo di fronte a noi l’archivio dell’entità adesso conosciuta o chiamata…”. Discutendo il processo mediante il quale accedeva a questi archivi, Edgar Cayce descrisse la sua esperienza come segue:
“Vedo me stesso come un piccolo punto fuori dal corpo fisico, che giace inerte davanti a me. Mi sento oppresso dall’oscurità e provo una solitudine terribile. Sono consapevole di un fascio bianco di luce. Da piccolo punto che sono, mi dirigo verso l’alto seguendo la luce, sapendo che devo seguirla, altrimenti sarò perduto.
Man mano che percorro questo cammino di luce, divento gradualmente consapevole di vari livelli sopra i quali c’è movimento. Sopra il primo livello esistono forme indistinte e orribili, figure grottesche come quelle che si vedono negli incubi. Andando avanti, cominciano ad apparire da entrambi i lati figure deformi di esseri umani con alcune parti del corpo ingrandite. Di nuovo, avviene un cambiamento e divento consapevole di figure grigie incappucciate che si muovono verso il basso. Gradualmente, il loro colore si fa più chiaro. Poi, la direzione cambia e queste figure si muovono verso l’alto, mentre il colore delle loro tuniche si schiarisce rapidamente. In seguito, cominciano ad apparire da entrambi i lati profili indistinti di case, muri, alberi ecc., ma ogni cosa è priva di movimento. Andando avanti, appaiono quelle che sembrano normali città, con più luce e movimento. Quando quest’ultimo aumenta, divento consapevole dei suoni: inizialmente strepiti confusi, poi odo musiche, risate e canti di uccelli. C’è sempre più luce, i colori diventano bellissimi e si sente il suono di una musica meravigliosa. Le case restano indietro, davanti c’è solo un insieme di suoni e colori. Improvvisamente mi imbatto in un archivio. Si tratta di una sala senza muri né soffitto, ma sono consapevole di vedere un uomo anziano che mi porge un grande libro, una documentazione dell’individuo per il quale sto cercando informazioni”. Lettura 294-19 (Trascrizione).
Una volta presa in mano la documentazione, Cayce aveva la capacità di selezionare le informazioni più utili per l’individuo in quel momento della sua vita. Frequentemente, una lettura poteva lasciare capire che era stata fornita solo una selezione del materiale disponibile, ma che all’individuo venivano date le cose “più utili e promettenti”. Intuizioni aggiuntive erano spesso fornite in letture successive, dopo che l’individuo aveva cercato di lavorare e mettere in pratica le informazioni già ricevute.
Forse per alludere al fatto che l’Archivio Akashico non era semplicemente una trascrizione del passato, ma includeva il presente, il futuro e alcune possibilità, nella lettura 304-5 Cayce fece una curiosa dichiarazione introduttiva. Discutendo del Libro della Vita, egli affermò che era “L’archivio di Dio, di te, della tua anima interiore e della conoscenza di essa” (281-33). In un’altra occasione (2533-8), fu chiesto a Cayce di spiegare la differenza tra il Libro della Vita e l’Archivio Akashico:
“Domanda: [Cosa si intende con] il Libro della Vita?
Risposta: L’archivio che l’entità stessa scrive pazientemente sopra la matassa del tempo e dello spazio. Esso viene aperto quando il sé è sintonizzato con l’infinito, e può essere letto da coloro che si stanno armonizzando con tale consapevolezza…
D: Il libro dei Ricordi di Dio?
R: Questo è il Libro della Vita.
D: L’Archivio Akashico?
R: Quelli creati dall’individuo, come appena indicato.
Lettura 2533-8
Le letture di Edgar Cayce suggeriscono che tutti noi scriviamo la storia della nostra vita tramite i nostri pensieri, le nostre azioni e la nostra interazione con il resto della Creazione. Queste informazioni hanno un effetto su di noi nel qui e ora. Di fatto, l’Archivio Akashico ha un tale impatto sulle nostre vite e le potenzialità che attiriamo su di noi, che qualsiasi indagine su di esso non può fare a meno di darci intuizioni sulla natura di noi stessi e della nostra relazione con l’universo.
Ci sono molte più cose nella nostra vita, nella nostra storia e nella nostra influenza individuale sul domani di quante, forse, abbiamo mai avuto il coraggio di immaginare. Avendo accesso alle informazioni dell’Archivio Akashico, il database dell’universo, molte cose potrebbero esserci rivelate. Il mondo, così come lo abbiamo collettivamente percepito, non è che una pallida ombra della realtà.
Nel tempo e nello spazio sono scritti i pensieri, le azioni, le attività di un’entità: nella loro relazione all’ambiente, alla sua influenza ereditaria; e nel loro essere guidati, ovvero diretti dal giudizio o in accordo a ciò che l’entità ritiene ideale. Per questo, come spesso è stato definito, l’archivio è il libro dei ricordi di Dio; e ogni entità, ogni anima… Riguardo le sue attività quotidiane, ne compie alcune bene, altre male e altre ancora in modo neutro, a seconda dell’applicazione del sé dell’entità a quella che è la maniera ideale di utilizzare il tempo, l’opportunità e l’espressione di ciò per cui ogni anima entra in una manifestazione materiale.
L’interpretazione, come è stata formulata qui, viene data con il desiderio e la speranza che, nel rivelare questo all’entità, l’esperienza possa essere utile e promettente.
Edgar Cayce, lettura 1650-1
Sì, abbiamo il corpo qui, e la documentazione come è stata prodotta e come potrebbe essere prodotta con l’esercizio della volontà, e la condizione – così come è stata creata – che prescinde dall’influenza o gli effetti della volontà. Abbiamo condizioni che potrebbero essere state, che sono e che potrebbero essere. Non mischiate le tre, e non incrociate i loro intenti.
Lettura 340-5
Il Libro della Vita – o l’Archivio Akashico – è il magazzino di tutte le informazioni riguardanti ogni individuo mai vissuto sulla Terra: esso contiene ogni parola, azione, sentimento, pensiero e intenzione mai avvenuti. Apprendi in che modo hai il controllo del tuo destino e come puoi utilizzare il tuo archivio – le tue vite passate, le tue esperienze presenti e il tuo futuro non ancora dischiuso – per creare la vita che desideri.
Fonte: >>>Innernet.it
Il testo è un’estratto dalla versione originale del libro: >>>I resoconti akashici – il libro della vita, di Edgar Cayce, Kevin J. Todeschi, Edizioni Alaya
Fonte: altrogiornale.org
Tratto da: crepanelmuro

giovedì 23 aprile 2015

Bamboccioni a chi? Tutte le testimonianze dei ragazzi che volevano lavorare a Expo 2015

23/04/2015 - di

Dopo le polemiche sugli articoli che ieri accusavano i giovani di non voler lavorare, ecco le risposte che loro stessi ci hanno inviato. E che raccontano la storia di chi chiede solo la possibilità di potersi mantenere in un posto spesso lontano da casa, nella speranza - un giorno - di poter cambiare la propria vita. Lavorando


Bamboccioni a chi? Tutte le testimonianze dei ragazzi che volevano lavorare a Expo 2015
“Io ci tenevo davvero”. Così concludeva la sua testimonianza Martina Pompeo, la prima ragazza che ci ha scritto indignata, dopo aver letto un articolo del Corriere della Sera dal quale si evinceva come per la Manpower, azienda di recruiting che selezionava i profili per Expo 2015, avesse trovato non poche difficoltà: addirittura, diceva l’articolo, in molti non si erano presentati alla firma del contratto senza avvisare. I motivi? La scomodità, i turni di sabato e domenica, e via dicendo. Giovani che avevano così rinunciato a sei mesi di stipendio, e uno stipendio non da poco: dai 1300 ai 1500 euro. E subito si era levata l’indignazione popolare: ma come? E cosa volete ancora? Il pensiero era andato ai “bamboccioni” di Padoa Schioppa e agli Choosy di Elsa Fornero. Ma loro, i ragazzi, si sono ribellati. “Non è andata così”, ci hanno fatto sapere via email. Ecco cosa ci hanno raccontato
“VENIVO DALL’AUSTRALIA” - Ovviamente non possiamo confermare la veridicità di tutto quello che ci è stato scritto, ma i particolari sono simili in tutte le storie che abbiamo letto sin qui. La prima a scriverci è stata Raffaella: “Quando ho letto i vari articoli che circolano in questi giorni riguardo all’abbandono di Expo da parte dei giovani mi sono sentita profondamente disgustata ed indignata e, avendo vissuto l’esperienza delle selezioni in prima persona, sento il bisogno di raccontare la mia versione dei fatti.”
La sua vicenda inizia come molte altre abbiamo avuto l’occasione di leggere:
Tutto ha avuto inizio il dicembre scorso quando ho inviato le prime candidature per prendere parte al grande evento. Al momento mi trovavo in Australia per lavoro ed avevo appena deciso di rimpatriare per motivi personali. Mi ero, quindi, messa in cerca di un’occupazione a breve termine per il periodo che avrei dovuto passare in Italia prima di ripartire per continuare i miei studi in Olanda. I sei mesi di Expo facevano proprio al caso mio come tempistica, come opportunità, come tipo di lavoro, ecc; un po’ meno come retribuzione, ma vivendo non lontano da Milano e non avendo una famiglia da mantenere me la sarei fatta andare bene.
Così anche lei invia la domanda:
Dopo il ritorno a casa e alcuni mesi di silenzio, ero convinta che le selezioni fossero già concluse, data l’imminenza dell’evento, e che quindi la mia candidatura non fosse andata a buon fine. Invece no. Il 6 marzo vengo contattata per un primo colloquio di gruppo da Manpower per la posizione di hostess che richiedeva la conoscenza delle lingue cinese e inglese. Nonostante i metodi di selezione piuttosto discutibili – nessuno nella stanza, a parte i candidati stessi, sapeva parlare cinese – il colloquio va a buon fine e resto in attesa della chiamata per avere un colloquio con il cliente che mi avrebbero affidato. Seguono altre settimane di silenzio e di frustrazione, mando mail e non ricevo risposte.
La mancata comunicazione è uno dei punti ricorrenti nelle testimonianze che ci sono pervenute
Finalmente mi chiamano, ma non per il colloquio che aspettavo, bensì per prendere parte ad un generico corso di formazione della durata di 16 ore, sottolineandomi che questo non sarebbe risultato in una sicura assunzione. I giorni 8 e 9 aprile mi reco a Milano per prendere parte al corso ed ho la possibilità di incontrare altri canditati ad uno stadio più o meno avanzato del processo di selezione, ma nessuno con un contratto in mano. Tutto questo a meno di un mese dall’apertura. Ad oggi, 22 aprile, non ho ancora ricevuto la fatidica chiamata che, come mi hanno assicurato più volte, avrei dovuto ricevere. Ho perso tempo e soldi ed ho preso parte ad un inutile corso di formazione pagato dai contribuenti. Ora mi sento raccontare che il processo di selezione è stato difficoltoso a causa dei giovani italiani che si sono rivelati come sempre bamboccioni e svogliati. Non ci sto. Sono schifata da come si tenti di trovare nei giovani un capro espiatorio per un probabile flop (almeno da questo punto di vista) dell’evento, per non andare invece ad additare la poca competenza, la disorganizzazione e gli intrallazzi delle varie agenzie e organi responsabili.
Eppure qualcosa di buono l’esperienza l’ha portato
Tuttavia, sono contenta di aver preso parte a questo lungo e lento processo di selezione perché ho avuto il piacere di conoscere tanti giovani preparati e volenterosi, disponibili a lavorare qualsiasi giorno e in qualsiasi orario e, nei limiti del possibile, con uno stipendio da fame. A quanto pare, però, molti di questi giovani così capaci e con tanta voglia di mettersi in gioco e crescere, dovranno a malincuore lasciare il loro bellissimo paese e i loro affetti per poterlo fare. In Italia, infatti, non solo sono sottostimati e per nulla valorizzati, ma sono addirittura presi di mira e stigmatizzati da un sistema che si basa su anni di mala gestione della cosa pubblica, sulla scarsa lungimiranza e sulla cattiva informazione.
“UNA PERDITA DI TEMPO” - Chi lamenta poca comunicazione e chi, in alcuni casi, “troppa”. E’ il caso di Matteo, che abita a Firenze e ha 32 anni, e ha voluto dire la sua sentendosi colpito nell’orgoglio:
Il 24 febbraio mi sono registrato al portale Manpower ed ho inviato la mia candidatura come steward e come addetto alla comunicazione. Lavorare all’Expo è un’esperienza che mi affascina e ogni tanto, mi piace “scappare” da Firenze per confrontarmi con altre realtà. La risposta mi è arrivata l’indomani con una mail per invitarmi a partecipare ad un colloquio di gruppo, in data 2 marzo, per approfondire il mio profilo. Sono salito a Milano ed ho fatto il colloquio che è durato un paio d’ore.
Anche qui, Manpower sparisce.
Non ho avuto più notizie da parte di Manpower e credevo di non aver passato la selezione, ma l’8 di aprile mi è arrivata un’altra mail dove mi si chiedeva di tornare poiché ero idoneo per la posizione di steward. Ho dovuto rimandare a causa di un’estrazione di un dente del giudizio e mi hanno invitato per l’incontro del
17 aprile. Nella mail c’era scritto che durante il colloquio ci avrebbero dato delle informazioni più dettagliate per quel che riguarda il padiglione di destinazione, le specifiche contrattuali e la turnistica. Ho preso il treno e sono tornato a Milano.
Cosa succede a Milano?
All’incontro eravamo una trentina di persone ed è durato circa venti minuti. Ci hanno detto che eravamo tutti assunti, il nome dello stand, la tipologia (quarto livello CNAI) e la durata del contratto (sei mesi) e che l’orario sarebbe stato dalle 28 alle 36 ore con uno stipendio massimo di €1100 lorde. Tutto senza alcuna agevolazione né di domicilio (alla mia domanda: “scusate ma potete consigliarci in che zona cercare” mi hanno risposto “vai su internet e arrangiati”) né di trasporti, né di mangiare (tenendo conto che il tema dell’Expo è l’alimentazione fa abbastanza ridere) e che le ore di lavoro ci sarebbero state comunicate soltanto alla firma del contratto. Cosa che in tutta onestà mi sembra assurda. La maggior parte delle persone che, come me, provenivano da fuori Milano, si sono irritate dato che le informazioni potevano benissimo darcele per mail e non facendoci salire ancora una volta per venti minuti soltanto.
Ma Milano non ne aveva ancora abbastanza
Lunedì 20, mi è arrivata l’ennesima mail dove sarei dovuto tornare a Milano per l’ennesima volta a firmare il contratto. L’appuntamento mi è stato dato alle 9 di mattina, cosa per me impossibile dato che il primo Freccia Rossa arriva a MiCentrale alle 9. Mentre mi stavo convincendo su come passare la notte alla stazione, un dipendente di Manpower mi chiama al cellulare per dirmi che le informazioni sul tipo di contratto erano sbagliate: non più un quarto livello bensì un sesto per la cifra di 1100€ lorde. Anche se non poteva, mi ha svelato in anteprima le ore del mio contratto ovvero 35 settimanali per uno stipendio netto di circa 900€.Venendo da Firenze, in quelle 900€ devo pagarmi un affitto nell’hinterland per un monolocale di 30/40 mq (lo preciso perché sono quasi due metri per cento chili e un po’ di volume lo occupo) che svaria tra i 350/450€, l’abbonamento alla metropolitana e il mangiare. Gli chiedo se mi può dare almeno un giorno per pensarci e mi dice che va bene, perché nonostante sia un suicidio più che un lavoro, non ho ancora deciso cosa fare. Ad oggi, quando manca quasi una settimana dall’inizio dell’esposizione, so di essere stato assunto ma non ho ancora firmato niente e nel mio caso è Manpower ad essere sparita.
Matteo è demoralizzato
Sinceramente, la mia idea è quella di mandare tutti in quel posto perché io mi sento profondamente sminuito come persona. Sono cresciuto in una famiglia dove mi hanno insegnato come prima cosa il rispetto. Un valore che con il passare degli anni sta diventando antico quanto accendere il fuoco con due pietre. Sono d’accordo sul fatto che in tanti hanno le spalle tonde, ma non mi sembra giusto puntare le luci dei riflettori su di loro e il tono dell’articolo l’ho trovato molto offensivo nei confronti di chi, come me, ha sempre lavorato con dignità. Ho lavorato mattina, sera, sabati, domeniche e giorni festivi per poter avere la mia casa, la mia indipendenza e non essere un peso per le finanze della mia famiglia. Di conseguenza, non accetto di essere trattato come una bestia da persone incompetenti che non sono in grado di (dis)organizzare la selezione di un evento mondiale come questo. Se certe cose non le sappiamo fare, lasciamole fare a chi sa. Ci eviteremo tutti una grossa perdita di tempo. Se posso permettermi di darvi un consiglio, prima di uscire con questi titoloni che non fanno bene a nessuno, cercate di ascoltare entrambe le campane e non soltanto quelle che vi fanno comodo per creare ancora più malumore in questo paese di lobotomizzati di reality show.
“LO STIPENDIO NON ERA QUELLO!” - E’ infine la volta di Stella:
Ho una laurea triennale in mediazione linguistica e una laurea magistrale in Interpretariato di conferenza presso l’università IULM di Milano. Come molti ragazzi ho inviato la candidatura per lavorare all’Expo ma non mi sono mai stati offerti 1500€ NETTI al mese. A dicembre ho inviato 2 cv che mi hanno portato a fare 4 colloqui distribuiti su 5 mesi. Due colloqui presso Adecco e due presso Manpower.Venivano selezionati hostess/steward e guide per i padiglioni con conoscenza dell’inglese e di una seconda lingua tra (spagnolo, arabo, russo e cinese). Superata la selezione da adecco (test di lingua via mail e colloquio di gruppo) mi è stato detto che per loro risultavo idonea, ma i responsabili del padiglione avevano scelto altri candidati.
Stella non ce l’aveva fatta, ma.
Ero però invitata a seguire due settimane di corso di formazione sulla sicurezza con orario 9-18 a Milano per ricevere “l’accreditamento” per entrare expo. A mia domanda: accreditamento per lavorare dove? Mi viene risposto che potrebbero chiamarmi per fare delle sostituzioni durante questi 6 mesi. Chiedo di poterci pensare, poi rifiuto e successivamente vengo di nuovo contattata telefonicamente da Adecco per propormi di fare richiesta la “dote lavoro” di regione lombardia cosa che mi permetterebbe di seguire il corso gratuitamente (ah, che fortuna!) A questo punto comunico via mail che non sono interessata a seguire il corso per fare la riserva. Per quanto riguarda i termini del contratto in fase di colloquio ci avevano comunicato che in caso di assunzione saremmo risultati dipendenti di Adecco con contratto commerciale, la retribuzione non era stata resa nota. Avremmo firmato prima un contratto di prova di un mese e mezzo e poi se il cliente era soddisfatto si sarebbe firmato un altro contratto. Nessuno ha parlato di 1500€ netti. Solo al candidato che percepiva 1600€ di cassa integrazione è stato detto che non era possibile lavorare e percepire la cassa integrazione e quindi consigliato di valutare attentamente se fosse conveniente rinunciare alla cassa visto che lo stipendio sarebbe stato molto inferiore.
La vita dei ragazzi che dovevano scegliere di trasferirsi a Milano (e pagarsi il trasferimento)
Presso manpower invece su richiesta insistente di ragazzi provenienti da Bari, Napoli e alcune regioni del centro-nord ansiosi di sapere se potevano permettersi di affittare una stanza a Milano, la selezionatrice ha indicato una retribuzione di 7€ l’ora, e uno stipendio lordo di 1200€ per una hostess full time. Peccato che poi di fatto venivano offerti turni da 4 o 6 ore, con contratti part-time. All’expo si lavora 5 giorni alla settimana su turni da lunedì alla domenica, 2 giorni di riposo non consecutivi e con orario dalle 09.30-15.30 o dalle 15.30 alle 21.30. So di amici e colleghi di università che il primo maggio inizieranno a lavorare percependo 900€ netti al mese, hanno 25 anni, sono laureati in mediazione linguistica e vivono con mamma e papà a Milano, quindi non devono sostenere spese di affitto. Chi invece doveva affittare una stanza singola a Milano per questi sei mesi ha probabilmente capito che dei 900€ gli sarebbe rimasto ben poco. Chi invece avrebbe dovuto fare il pendolare e spostarsi tutti i giorni con treno e metropolitana da Novara, Pavia e altre città verso Rho ha valutato gli orari e si è reso conto che quando di turno fino alle 21.30 sarebbe arrivato a casa verso mezzanotte. Mi sembrano normali ragionamenti da fare prima di accettare un lavoro. Se siamo conosciuti in tutto il mondo come un popolo che ama i piaceri della vita non possiamo pretendere che i giovani italiani siano stakanovisti robotizzati pronti a macinare km con il trasporto pubblico attraversando la lombardia e disposti a lavorare con salario minimo dormendo sotto i ponti bruciando la laurea per scaldarsi con un falò nel parco.
LA RISPOSTA DI MANPOWER - La precisazione di Manpower, arrivata in serata, parlava di un dato interpretato in maniera fantasiosa: l’80% non aveva rifiutato, bensì non aveva continuato l’iter di selezione per le mansioni richieste. In più i numeri si riferivano solo a delle figure ben precise e non a tutte quelle selezionate per l’evento. In sostanza quelle percentuali e quei dati avrebbero dovuto riferirsi solo a delle figure ben precise, quelle che avrebbero ricevuto il famoso stipendio di 1300/1500 euro, e non a tutte.
GIOVANI E LAVORO – L’occasione, tuttavia, porta a qualche considerazione su come ultimamente venga raccontata la condizione dei giovani in cerca di lavoro. Troppo spesso ci si ferma a dati e racconti probabilmente malposti, per disegnare un quadro in cui i giovani risultano viziati bamboccioni che non hanno voglia di fare niente. Le lettere che abbiamo letto dicono altro, ma dicono altro anche i tanti ragazzi che ogni giorno, partita Iva alla mano, cercano di inventarsi un futuro in un mercato sempre più difficile. Persone, ragazzi, che abbandonano le loro case in cerca di fortuna, e chiedono solo di poter “campare” senza dover pesare su genitori che, spesso, non possono permettersi di assisterli. Non esistono solo choosy e bamboccioni, figure che forse erano simil-veritiere cinque o dieci anni fa, ma oggi restituiscono una verità fallace, resa tale da una crisi che non permette nemmeno di avvicinarsi alla ricerca del lavoro con la solidità necessaria per potersi permettere i sacrifici che comporta la gavetta. Gavetta che, dall’altro lato, non deve essere sfruttamento. Forse raccontando meglio questa realtà si rende al paese un servizio migliore. Al paese e a quei giovani che sono già abbastanza umiliati dalla loro condizione, senza che nessuno li accusi di pigrizia senza conoscere le loro storie.

mercoledì 22 aprile 2015

Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo

Ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali

Dopo l’ennesima tragedia nel Mar Mediterraneo, quella che nelle scorse ore ha visto dedicne di persone perdere la vita nelle acque battute dall’operazione Mare Nostrum, ripropniamo l’appello per una canale umanitario per il diritto d’asilo europeo lanciato a poche ore di distanza dalla tragedia del 3 ottobre 2013, perché le morti in mare finiscano veramente.
Chiediamo con forza:
- l’apertura di percorsi autorizzati e sicuri di ingresso per chi fugge dalle persecuzioni
- una degna accoglienza a partire dal riconoscimento del titolo di soggiorno oltre che di percorsi di inserimento nel territorio
- l’immediata apertura dei dei confini interni all’Europa che privano migliaia di persone del diritto di scelgiere dove arrivare.

FIRMA L’APPELLO!

A cadenza ormai quotidiana la cronaca racconta la tragedia che continua a consumarsi nel mezzo del confine blu: il Mar Mediterraneo.
Proprio in queste ore arriva la notizia di centinaia di cadaveri raccolti in mare, ragazzi, donne e bambini rovesciati in acqua dopo l’incendio scoppiato a bordo di un barcone diretto verso l’Europa.
Si tratta di richiedenti asilo, donne e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, così come gli altri inghiottiti da mare nel corso di questi decenni: oltre 20.000.
Lo spettacolo della frontiera Sud ci ha abituato a guardare l’incessante susseguirsi di queste tragedie con gli occhi di chi, impotente, può solo sperare che ogni naufragio sia l’ultimo. Come se non vi fosse altro modo di guardare a chi fugge dalla guerra che con gli occhi di chi attende l’approdo di una barca, a volte per soccorrerla, altre per respingerla, altre ancora per recuperarne il relitto.
Per questo le lacrime e le parole dell’Europa che piange i morti del confine faticano a non suonare come retoriche.
Perché l’Europa capace di proiettare la sua sovranità fin all’interno del continente africano per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere, ha invece il dovere, a fronte di questa continua richiesta di aiuto, di far si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo cammino
Si tratta invece oggi di mettere al centro i diritti. Di mettere al bando la legge Bossi-Fini e aprire invece, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo alle istituzioni europee senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi, di abbattere le frontiere interne all’Europa per permettere ad ognuno di raggiungere il luogo che desidera raggiungere..
Nessun appalto dei diritti, nessuna sollevazione di responsabilità ai governi europei, piuttosto la necessità che l’Europa cambi profondamente la sua politica di controllo delle frontiere, di gestione delle crisi umanitarie, la sua politica comune in materia di diritto d’asilo: convertendo le operazioni di pattugliamento in operazioni volte al soccorso delle imbarcazioni, gestendo in maniera condivisa le domande di protezione superando le gabbie del regolamento Dublino, aprendo canali umanitari che permettano di presentare le richieste di protezione direttamente alle istituzioni europee presenti nei Paesi Terzi per ottenere un permesso di ingresso nell’Unione, dove le domande vengano esaminate con le medesime garanzie previste dall’attuale normativa europea, senza per questo affievolire in alcun modo il diritto di accesso diretto al Vecchio continente e gli obblighi degli Stati Membri.
Alle Istituzioni italiane, ai Presidenti delle Camere, ai Ministri della Repubblica, chiediamo di farsi immediatamente carico di questa richiesta.
Alle Istituzioni europee di mettersi immediatamente al lavoro per rendere operativo un canale umanitario verso l’Europa.
Alle Associazioni tutte, alle organizzazioni umanitarie, ai collettivi ed ai comitati, rivolgiamo l’invito di mobilitarsi in queste prossime ore ed in futuro per affermare
IL DIRITTO D’ASILO EUROPEO
Prime sottoscrizioni:
Progetto Melting Pot Europa, Associazione Culturale Askavusa, Lampedusa, ARCI, CGIL, Campagna LasciateCIEntrare, Medici per i Diritti Umani, Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), Prendiamo La Parola, ZaLab, Libera, Rifondazione Comunista, SEL (Sinistra Ecologia e Libertà), Rete Antirazzista Catanese, Comitati No Muos, Associazione Antigone, Un Ponte Per, Legambiente, Attac Italia, Associazione Lunaria, Associazione A Sud, Associazione Articolo21, Gruppo Abele, Terre des Hommes, European Alternatives - Alternative Europee, Associazione Tenda per la Pace e i Diritti, Ambasciata dei Diritti Marche, Esc-Infomigrante Roma, ZTL WakeUP, Associazione NAGA - Milano, ADL Cobas, Associazione Razzismo Stop Padova, Associazione Avvocato di Strada Onlus, Associazione Ya Basta! Bologna, Aps Garibaldi 101, Movimento migranti e rifugiati, Terra del fuoco, Borderline Europe, PRIME Italia, Osservatorio Diritti Umani, Osservatorio Carcere UCPI, Class Action Procedimentale, Unione forense per la tutela dei diritti umani, Associazione "Solidarite Nord Sud" ONLUS, ALBA - Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente, Voice off Onlus, Associazione Todo Cambia, Opera Nomadi di Padova Onlus, Comitato No Muos Milano, Associazione Volontari per la Protezione Civile ASTRA, Associazione Finis Terrae Onlus, Casa Internazionale delle Donne di Roma, Centro sociale Bruno, Trento, Ass. Città Migrante - Reggio Emilia, Cestim Centro Studi Immigrazione, Ex-Colorificio Liberato/Municipio dei beni comuni Pisa, Associazione Rumori Sinistri Rimini, Cooperativa Sociale K-Pax Onlus, APRESA - Associació de Persones en Risc d’Exclusió Social d’Arenys de Mar - Catalunya, Cooperativa Sociale Cento Fiori - Rimini, Osservatorio Migranti Basilicata, L’Orchestre Poétique d’Avant-guerre, Associazione SCI, Comitato Primo Marzo Firenze, Corriere Immigrazione, Associazione "La Cruna dell’Ago" Rossano, RACMI e Federazione Africana in Toscana, Associazione L.E.S.S. onlus, Associazione Ya Basta! Bologna, C.S. Tpo Bologna, Cso Pedro, Polisportiva San Precario, Scuola d’italiano Kalima TPO, Sale Docks Venezia, Casa delle Culture - Trieste, Laboratorio Zeta Palermo, Rete della Conoscenza, Laboratorio sociale Aq16 - Reggio Emilia, Comune-info, Aps Yo Migro - Strike Spa - Roma, Circolo "Che" Guevara PRC Cornaredo, PIAM onlus Asti, Associazione Monastero del Bene Comune Verona, Le Mafalde-associazione interculturale, Csa Arcadia Schio, AMM - archivio memorie migranti, Forum Cittadini del Mondo R.Amarugi, Casa dei beni comuni Laboratorio Bassa padovana, Làbas occupato, Solidarietà e Cooperazione CIPSI, Osservatorio sulla Repressione, Centro Immigrazione Asilo Cooperazione, CIAC onlus Parma, In Migrazione Onlus, Progetto Ondemigranti, Asd Polisportiva Independiente, Associazione Nazionale Italo-Filippina Giustizia e Diritto, Comitato "Se non ora quando?" Reggio Calabria, Cooperativa Ruah, Becco Giallo Editore, Associazione Biblioteca Vivente Bologna, Les Cultures ONLUS, Associazione Masala Mantova, Associazione "Cristina da Pizzano, Ancona Bene Comune, Associazione L’Articolo 3 vale anche per me, Verona In giornale on line, Rete Dormire Fuori, Associazione ComicOut, Associazione ADL a Zavidovici Onlus, Milano in Movimento, Associazione Afroitaliani/e, Osservatorio contro le discriminazioni razziali "Noureddine Adnane" Palermo, Associazione Casa a Colori, Asinitas, Associazione Black and White Castel Volturno, Associazione Immigrati Cittadini s.Martino del Lago, Missionari Comboniani di Castel Volturno, Sottobosco.org non profit, Associazione Cherimus, Associazione di Volontariato "Perchéno?" Onlus, A.P.S. ComuniCare, Adirmigranti, L’altro diritto - Onlus, Shaleku Onlus, Mosaico - Azioni per i Rifugiati, Associazione Resilienza "Centro interculturale diritti e cittadinanza", Scuola di Babele onlus Legnano, Comitato No Tav Pinerolo e Valli, Orchestra Multietnica Mediterranea, Cooperativa Sociale KORE Onlus, Cooperativa Be free, Una città in comune - Pisa, Associazione Soomaaliya Onlus, Associazione di Promozione Sociale Meticcia, Associazione Popica Onlus - Roma, Associazione Shimbara - Ancona, Polisportiva Antirazzista Assata Shakur - Ancona, CReA (Centro Ricerche e Attività) Onlus, L’Alternativa - San Paolo d’Argon", Laici Missionari Comboniani, Associazione Asilo in Europa, Comunità in Resistenza Empoli, Associazione katouma’, Associazione Insieme per la Vita devoti San Pio, Associazione La via dell’onda, Fondazione Il Faro di Susanna Agnelli, Fondazione ACRA-CCS, Doppiozero.com, Associazione Mani, Etnopolis, Ass Destination West Africa, Accesso Coop Sociale, Ass. Bayty Baytik "Casa mia è casa tua" Onlus, Senonoraquando Genova, Scuola Mondo San Giuliano Terme, Lab. Odradek, Associazione Valle del Simeto, Malastrada film, Casa Cantoniera autogestita Parma, Mani Tese Ong-Onlus, Casa di mattoni - Comunità per adolescenti, Associazione Culturale NADiRinforma, Associazione Policentrica Onlus L’Aquila, Icbie Europa Onlus, Associazione Insieme per Pace-Milano, APS Equilibrio Precario (Verona), Theatre en vol, Pro Loco di Bova Marina, Rete Antirazzista Fiorentina, Associazione Gruppo Lavoro Rifugiati Onlus, Associazione Condivisi Roma, Associazione Centro Documentazione Polesano Onlus (RO), Gim Tourist APS, Osservatorio antimafie Pavia, Centro Culturale Teatro Camuno, Centro di Accoglienza Autogestito per richiedeni asilo e rifugiati Pisa, Associazione Nabad onlus, Associazione Isola Quassùd, Associazione di promozione sociale Voci Globali, Centro educazione interculturale della Provincia di Mantova, LiMo - Linguaggi in Movimento, Associazione Auser Insieme Università Popolare (Cremona), Rete 13 febbraio di Pistoia, Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci, Movimento Libertà è Partecipazione Terlizzi (Ba), Aracne APS, Associazione.Culturale Italia Iran, Associazione Parsec, L’autre Syndicat Suisse, Coordinamento Stranieri di Vicenza, Assoziation A, Projet Refuge (Shelter for refugees in Montréal, Canada), Kabìa Luogo Comune Coop. Soc, Associazione Il Clandestino, Ass. Comitato Addiopizzo, Fiom Padova, Comitato Antirazzista Cobas - Palermo, GVC onlus Bologna, Associazione Tilt, Associazione ETNOPOLIS, Associazione Jambo-commercio equo, Teatro Valle Occupato, Centro Studi Cornelio Pelusio Parisio, Zeroviolenzadonne.it, Solidarietà internazionale rivista, AIFO OnG cooperazione sanitaria, Associazione Culturale Compagnia La Fa Bu, Coop. Quetzal La Bottega Solidale Modica, Rouge Spazi Pubblici Autogestiti Lioni, Fitzcarraldo Cineclub, Centro di Salute Internazionale - Università di Bologna, Sitosophia. Intossicati di Cultura, Associazione Ghezà, La Kumpania impresa sociale, Associazione Chi Rom e ... Chi No Onlus, Collettivo Politico Caracol Viareggio, Associazione Culturale Chico Mendes Roma, Associazione Giù Le Frontiere - Rete Primo Marzo, AssoPace Palestina, Fairwatch, FabioNews, Associazione culturale Riportiamo alla Luce, Rete 13 Febbraio Pistoia, Coordinamento Il Sud siamo noi - Ravenna, Tessere Culture onlus, Europasilo. Rete Nazionale per il Diritto di Asilo, Associazione Nascere Insieme, Cooperativa Lotta Contro L’Emarginazione, Associazione Kwa Dunìa, Cineclub Arsenale, AltrAgricoltura Nord Est, Dreamers at work, Mama Africa Associazione di Volontariato, Associazione Senza Paura Genova, Associazione LAB.ZEN 2 Onlus, Associazione Impronte Vegetali, Combinazione Onlus, Associazione Effetto Collaterale, Associazione Garabombo l’invisibile, Gruppo Consiliare Provincia di Treviso, Associazione Fondali di Carta, Associazione SenzaConfine, A.P.D. Ancona Social Club, Associazione per l’incontro delle culture in Europa - Apice, Cineclub Arsenale, Si Minore onlus, Trento, Comunità cristiana di base di San Paolo, EpiCentro della Memoria Viva, Associazione Casa delle Culture - Ancona, Associazione interculturale di donne - Le Mafalde - Prato, Associazione Culturale MotoInverso, Associazione Ceres - Castelbuono, S.e.n.a.p.e. Cooperativa Sociale, Collettivo Studentesco Pescara, Oikos Sostenibile, Aiap Associazione Italiana Design della Comuniazione Visiva, Giuliano Santoro, Associazione Gruppo Prometeo, Comunità Stimmatini Sezano, Associazione Gruppo Articolo 32, Associazione Multietnica di Volontariato Sociale Ci siamo anche noi Onlus, Associazione Per Non Dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi, Associazione Claudio Miccoli, Associazione Isole, C.I.P.A. Onlus - Centro di Informazione Prevenzione e Accoglienza, Scuola Popolare di Italiano per Stranieri di Rogoredo, Associazione Sphinx and gorgò, Associazione Culturale Yanvii, Sonar Atelier, Laici Missionari Comboniani Palermo, Associazione Ovideo, Associazione Onlus La Strada per la Felicità, Associazione Claudio Miccoli, CRIC - Centro Regionale d’intervento per la Cooperazione, Associazione Binario 15 Onlus, Associazione usciamo dal silenzio Genova, La Scuola di Pace, Centro Pace "R.Corrie", Associazione A.P.S. Iride - Scanzano Jonico, Associazione Babele, Sinistra e Ambiente Meda (MB), Direttivo di IRIS (Insegnamento e Ricerca Interdisciplinare di Storia, ReteDonne Se Non Ora Quando? Cremona, Tempi di Fraternità, Radio Beckwith evangelica, Comunità delle Piagge - Firenze, Associazione ’La Freccia’, Lato B - l’altro lato delle cose, Rete della Conoscenza dell’Area Metropolitana di Milano, Centro Educazione alla mondialiá di Brescia, Associazione Campo Aperto Veneto, Rete Scuole Senza Permesso Milano, Associazione Teatro dei Diritti, CISP - Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei popoli, Comunità Cristiana di Base del Villaggio Modena, A.V.I.M. - associazione volontariato onlus, Associazione Girasoli Mazzarino, Associazione Arbalete, Ass. Berretti Bianchi onlus - Viareggio, Associazione Africadegna onlus, SinistraEuroMediterranea, Kayak per il diritto alla vita, Associazione Africa Insieme Pisa, Il Lavoro Culturale, Radio Città Fujiko, Red Jurídica S. Coop. Mad, ASU, Associazione Studenti Universitari - Padova, Associazione Il Ce.Sto, Associazione Culturale Musicalmente Viareggio, Associazione On the Road Onlus, C.S. Bocciodromo Vicenza, Associazione Il Colibrì - Tutti i colori del mondo, Associazione Culturale Punto Rosso, Associazione Scienza Under18, Associazione Colori e sapori Circolo Aarci Brescia, Terra Libera Tutti, Associazion Culturâl " el tomât" di Buje APS, Persone in Movimento cooperativa sociale, ROCK AM Radio, Cooperativa Sociale Progetto Con-Tatto PV, S.POL.I. (Sportello Polifunzionale per Immigrati - Trapani), Associazione Dreams Acireale, Associazione "Un legale per tutti", Associazione "italia-Tunisia", Associazione daSud, Associazione "Senza Sponde Onlus", Circolo Arci Querencia l’Aquila, Associazione Bibliobus L’Aquila, Associazione Sulleali, Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Cospe, Il Corsaro.info, Sconfinate - Romano di Lombardia, Movimento federalista europeo, PeaceWaves International Network, Tavola della Pace e della Cooperazione, Associazione Luna e l’Altra Trieste, Gruppo Immigrazione Salute FriuliVeneziaGiulia, Isola nostra il bene comune, Comunità Isolotto Firenze, IpR Istituo pedagogico della Resistenza, Fucina per la Nonviolenza di Firenze,
Tra gli altri:
Andrea Segre, Ascanio Celestini, Vinicio Capossela, Natalino Balasso, Tre Allegri Ragazzi Morti, Sandrone Dazieri, Valerio Mastandrea, Daniele Vicari, Moni Ovadia, Giuseppe Battiston, Anita Caprioli, Riccardo Iacona, Don Luigi Ciotti, Stefano Liberti, Alessio Genovese, Francesca Cucchi, Giovanni Palombarini, Giuliana Sgrena, Mario Tozzi, Francesca Comencini, Costanza Quatriglio, Massimo Carlotto, Annamaria Rivera, Augusto Illuminati, Paolo Ferrero, Giuseppe Caccia, Titti De Simone, Roberto Musacchio, Salvatore Palidda, Raffaella Cosentino, Fulvio Vassallo Paleologo, Flore-Murard Yovanovitch, Alessandra Ballerini, Aurora D’Agostino, Luca Casarini, Giuseppe De Marzio, Antonello Mangano, Claudio Calia, ZeroCalcare, Salvatore Geraci, Marco Ferrero, Sandro Mezzadra, Tiziano Rinaldini, Vittorio Agnoletto, Beppe Casales, Toni Ferigo, Luciano Muhlbauer, Sara Prestianni, Big Fish, Motus, Offlaga Disco Pax, Lo Stato Sociale

Vai a questo indirizzo per firmare l'appello

 http://www.meltingpot.org/Appello-per-l-apertura-di-un-canale-umanitario-fino-all.html

Africa agli africani. Sarebbe giusto.

Arrivo tardi, lo so.
Mi capita ormai spesso, forse è l’età, o forse è l’incapacità di razionalizzare subito, di riuscire a superare lo stordimento di quando subisci un trauma
come dopo una caduta dalla bici, dopo un capitombolo durante il quale tutto il mondo circostante ha preso a vorticare intorno e che, quando ti fermi e rimani seduto a considerare che nonostante graffi, dolori e vergogna, ci sei ancora
Arrivo tardi ed è già stato detto tanto, pure troppo, al punto da non sapere se dire ancora: a che scopo, poi.
Ma non ce la faccio a tenermelo dentro e non riesco a sopprimerlo e zittirlo.
Ho visto una foto ieri, di una bambina con vestitini carini, i pantaloni verdi ed una casacchina con fantasia a fiori sul rosso: quasi andasse ad una festa, o in un posto dove è garbato e cortese presentarsi bene.
Galleggiava distesa, sembrava addormentata. Poteva avere cinque anni.
No, proprio non ce la faccio a toglierlo dalla mente, dagli occhi, dallo stomaco.
Il mare la cullava, patrigno, assassino incolpevole. In realtà la teneva, quasi in ostensione, per mostrarci di cosa siamo stati capaci. tutti.
Il mare è freddo e quando è buio è nero di paura, perché ti avvolge ed entra dappertutto.
Serve adesso specificare che la bambina era africana, con la pelle scura?
O la paura è diversa per una bambina con carnagione rosata e delicata, quando sente solo grida di disperazione e non trova le braccia di sua madre a sollevarla e salvarla?
Serve la considerazione che i miei figli siano nati in Africa, per stabilire che il mio sgomento di fronte a questa indifferenza del mondo è spropositato ed il mio coinvolgimento è condizionato?
Volutamente evito di leggere articoli giornalistici.
Spesso l’iperrealismo del dolore ha funzione anestetica per sovraesposizione.
Evito di considerare i commenti di chi ha salutato con irrisione violenta e volgare la tragedia “del mare”, non perché non li trovi odiosi, ma perché non è colpa dei necrofagi se qualcuno muore.
Non riesco però a sopportare l’ipocrisia di chi si avviluppa in analisi devianti: la crisi libica; di chi cerca soluzioni palliative, di chi non riesce a vedere il problema vero, di chi immagina interventi effimeri e di facciata: il blocco navale, l’affondamento dei barconi……….
Triton, Mare Nostrum, stai a vedere che il problema dell’Italia è la sua dipendenza dalle “griffe” e dagli stilisti delle definizioni.
L’unica vera soluzione, che tutti conoscono, ma che nessuno cita è la restituzione dell’Africa agli africani.
Il solo deterrente efficace per non spingere milioni di bambini, donne e uomini ad abbandonare le loro case, le loro terre e le loro radici è di riconsegnare loro l’acqua, le piantagioni tradizionali, il petrolio, il gas, i diamanti, i minerali preziosi ed i metalli per le alte tecnologie.
Per poter vivere del loro lavoro, delle loro risorse, senza dover scappare.
Le guerre? Sono lo strumento che è stato introdotto artatamente per destabilizzare qualsiasi tentativo di normalizzazione. Qui, per dovere di risarcimento, dovremmo intervenire a disarmare i violenti e sanguinari mercenari, per ricreare condizioni di stabilità e sicurezza.
Di questo dovrebbero farsi carico tutti, non solo gli europei.
Quanto costerebbe tutto ciò alle multinazionali, ai fabbricanti di armi, all’economia mondiale?
Non lo so.
Ma sarebbe giusto.

di Francesco Montemurro

Sempre più difficile la situazione africana

Burundi. I soldati americani abbandonano il paese per paura di un imminente genocidio.

20 apr
Ricevo notizie da varie fonti che i soldati americani e olandesi, incaricati alla formazione dei militari burundesi impegnati nella missione di pace ONU in Somalia, hanno sospeso le attività per delle ragioni “ufficiali” di congedo. In realtà al deteriorarsi della situazione politica e della sicurezza nel paese.
L’ex leader del partito al potere CNDD-FDD, Hussein Fadjabu (recentemente fuggito dalla pringione) ha confermato un piano di genocidio preparato dal Presidente Nkurunziza in collaborazione con le Interahamwe – FDLR (terroristi ruandesi) che sono nel paese e stanno addestrando le milizie burundesi Imbonerakure alla “gestione” del genocidio.
La sospensione delle attività da parte dei soldati americani e olandesi è un segno che qualcosa di molto grave sta per accadere nel paese. Come è un segno dell’ipocrisia occidentale. Invece di evacuare il paese non sarebbe meglio che i soldati americani e olandesi combattessero al fianco delle forze burundesi democratiche per impedire l’orribile crimine contro l’umanità. La tragedia del Rwanda 1994 è destinata a ripetersi. Le sole potenze determinate ad impedire il genocidio in questo momento sono il Rwanda e l’Uganda.
Fulvio Beltrami
Uganda, Kampala
@Fulviobeltrami

martedì 21 aprile 2015

E se il centro della Terra esistesse davvero?

L’affascinante teoria della “Terra Cava”

C'è che crede che il segreto dell'origine umana si trovi nelle profondità della Terra, nel nucleo stesso del nostro pianeta. Sorprendentemente il primo a dare credito al concetto della Terra cava è uno dei fondatori dell'astronomia moderna, Edmond Halley, conosciuto per aver scoperto la cometa alla quale è stata data il suo nome.
Sei in Categoria: Hotposts, Misteri | Tags:
terra-cava
Studiosi ed esploratori continuano a scoprire siti archeologici in cui leggenda e realtà si incontrano.
Questi ritrovamenti potrebbero essere delle prove che la storia del genere umano su questo pianeta, sia molto più profonda di quanto sappiamo attualmente?
C’è che crede che il segreto dell’origine umana si trovi nelle profondità della Terra, nel nucleo stesso del nostro pianeta.
Il Polo Nord, una distesa apparentemente infinita di ghiaccio artico, è avvolto nel buio per sei mesi all’anno. Qui, non c’è cibo e nessun riparo, nemmeno una grotta per proteggersi dai venti sferzanti e dalle temperature che precipitano fino a 70° sottozero.
Secondo la geologia tradizionale, sotto il Polo e l’Oceano Artico si trova la crosta più rocciosa della Terra, spessa fino a 48 chilometri. Al di sotto di questo strato c’è la roccia fusa, scaldata dal nucleo rotante del pianeta, con al centro un cuore di ferro e di nichel grande come la luna.

Gli scienziati hanno dedotto queste informazioni misurando la gravità terrestre, il magnetismo e le onde sismiche. Ma nessuno ha mai visto direttamente queste zone interne del pianeta.
E’ possibile che la superficie ghiacciata del Polo Nord nasconda un passaggio verso un mondo oltre la superficie terrestre? C’è chi crede che la risposta sia affermativa. Sono i sostenitori della teoria della “Terra Cava”.
La teoria della “Terra Cava” afferma che la Terra non ha un nucleo liquido all’interno, ma che è appunto cava, cioè vuota, e sospesa nell’incavo, ci sarebbe un sole interno.

Sorprendentemente il primo a dare credito al concetto della Terra cava è uno dei fondatori dell’astronomia moderna, Edmond Halley, conosciuto per aver scoperto la cometa alla quale è stata data il suo nome. Nel 1691, l’astronomo inglese presentò alla Royal Society di Londra la sua ipotesi, secondo la quale Terra sarebbe cava e conterrebbe altre sfere concentriche al suo interno, un pò come una Matrioska russa.
Ipotizzava questo per una ragione molto pratica: il polo magnetico della Terra si sposta un pò ogni anno verso ovest e la sua teoria prevedeva una serie di sfere interne al pianeta che girano indipendentemente l’una dall’altra e dalla superficie esterna. Suggerì anche che queste sfere interne potessero essere abitate!
Nel 1818, l’ex capitano dell’esercito statunitense John Cleves Symmes Jr. annuncia che ci sono grosse aperture su ciascun polo da cui poter accedere alla terra interna. Con Symmes, l’idea della Terra cava si lega all’esplorazione dei poli. Fino ad allora, nessuno aveva mai visto l’Antartide.

La Teoria della Terra Cava, cattura di nuovo l’immaginazione del pubblico nel 1864, con l’uscita del secondo romanzo di Jules Verne “Viaggio al centro della Terra”. Nel romanzo una guida islandese, un professore e un giovane scendono al centro della Terra.
Il romanzo di Verne si sarebbe potuto chiamare tranquillamente “Viaggio al centro della geologia”, materia che, insieme alla paleontologia, appassionava molto nella metà del XIX secolo e in “Viaggio al centro della Terra” se ne parla diffusamente.
Ma mentre Verne rende popolare l’idea che esistano ancora forme di vita estinte (tipo i dinosauri) all’interno della Terra, secondo alcuni ci sono delle civiltà avanzate che vivono stabilmente nelle profondità del pianeta. Costoro suppongono che questi abitanti siano in possesso di tecnologie avanzate, tra cui quella dei dischi volanti, tanto famosi presso gli appassionato di fenomeni UFO.
Ma esiste qualche prove che dimostri la veridicità di queste teorie fantastiche? Qualcuno è mai stato nel mondo interno della Terra? I sostenitori della teoria della Terra Cava rispondono di sì e sono convinti che uno di questi esploratori non era solo un luminare, ma anche un famoso pioniere dei poli. Si tratta dell’ammiraglio Richard Byrd.
Negli anni ’20, Byrd fece scalpore volando sopra il Polo Nord e diventando il primo uomo a sorvolare il Polo Sud. Ma i teorici della Terra Cava credono che il famoso esploratore sia andato ben oltre, il 19 febbraio 1947, infatti, l’ammiraglio Byrd pilota un aereo attraverso un tunnel situato al Polo Nord accedendo all’interno della Terra.
Si racconta che dei velivoli simili a dischi volanti presero il controllo del suo aereo con una specie di raggio traente e lo fecero atterrare in una citta della Terra interna. L’ammiraglio Byrd entrò in contatto con delle entità aliene le quali si consideravano i “Guardiani del Pianeta”.
Le entità comunicarono all’ammiraglio di non approvare il modo in cui l’umnità utilizzava l’energia nucleare: pochi anni prima c’erano stati i casi di Hyroshima e Nagasaky. Quando l’ammoraglio andò a Washington, gli fu imposto di mantenere il segreto e di non diffondere per nessun motivo queste notizie.

Alcuni sostengono che il resoconto dell’Ammiraglio Byrd sul suo volo all’interno della Terra sia descritto nel suo diario segreto pubblicato negli anni ’90, quasi quarant’anni dopo la sua morte.
Ma gli scettici ritengono che il diario sia un falso e sottolineano come nel febbraio del 1947, nello stesso periodo in cui l’ammiraglio avrebbe visitato il mondo situato sotto il Polo Nord, in realtà partecipava ad una grossa spedizione navale chiamata High Jump, a ventimila chilometri di distanza, vicino al Polo Sud.
Secondo alcuni, la partecipazione di Byrd a questa vasta operazione militare al Polo Sud è solo una storia di copertura che gli permise di precipitarsi dall’altra parte del pianeta senza essere seguito dai media.
Si tratta di un mito, perchè nessuno è in grado, attualmente, di dimostrare la veridicità della Teoria della Terra Cava. Tuttavia, si tratta di un mito grandioso e che potrebbe avere legami molto stretti con un nucleo storico antichissimo. Come nasce l’idea, in alcune religioni, dell’esistenza di un mondo degli “inferi“, cioè inferiore, abitato da demoni e mostri? E il mito greco dell’Ade?
Potrebbero esserci grandi spazi aperti all’interno della Terra in cui vivono civiltà aliene avanzate? è possibile che gli “dei” extraterrestri siano davvero venuti sulla Terra secoli fa e abbiano nascosto le prove del loro viaggio in una serie di grotte e tunnel sotterranei?
Forse abbiamo appena scalfito la superficie dei misteri sotteranei del nostro pianeta. Ma se è così, quali indizi del nostro lontano passato aspettano ancora di essere scoperti?

lunedì 6 aprile 2015

Salento: gli ulivi risorgono, smascherando la bufala del “batterio killer”





Chi si è recato nei giorni scorsi nelle aree “rosse”, quelle maggiormente colpite dal fenomeno dell’essiccazione degli ulivi, vi ha trovato alberi in pieno vigore rigenerativo. Tutto questo in uliveti abbandonati, che non hanno subito nessun intervento “curativo”, ed è tutto un tripudio di germogli e di nuova vegetazione!

L’area interessata comprende dagli 8.000 ai 10.000 ettari, e sarebbero fino a 600.000 gli alberi d’olivo che rischiano l’eradicazione. Numeri biblici, per uno scenario di devastazione da film di fantascienza! Pesticidi e diserbanti chimici da usare con la scusa di eliminare tutti i “serbatoi di inoculazione”, (si parlava, persino, di irrorazione dall’alto con l’uso degli aerei), e squadre, financo, di militari, lanciafiamme contro erbe e muschio, ed eradicazioni!
Si è parlato, non a caso, con preoccupazione e rabbia da parte dei cittadini, di “shoah degli ulivi”, e di “olocausto chimico del Salento”, e in tanti hanno perso il sonno per via degli incubi di tutto questo assurdo scenario da guerra contro tutto ciò che vuol dire Salento!

Il brutto gioco messo in piedi ad arte, e che oggi crolla rovinosamente, è ormai fin troppo palese. Dopo esser stati chiamati ad intervenire per studiare la particolare sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi, (chiamati anche da alcuni nostri attivisti, cittadini sensibili all’ambiente), dei tecnici preposti giunti sui luoghi vi trovano sugli alberi diversi patogeni, insetti e muffe, ma anche poi un batterio, di questo i primi studi ben dimostrano essere non patogeno per alcuna coltura e, addirittura, un batterio che esperimenti pubblicati, inoculato nell’ulivo, non ha dato mai sintomatologie patogene. “Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di Xylella fastidiosa appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo” (articolo pubblicato il 30 ottobre 2013 sul sito della Accademia dei Georgofili, per l’approfondimento sul caso degli olivi salentini).

Per cui, dai tecnici locali, si è presentato tale batterio, qui nel Salento, come concausa della sintomatologia degli ulivi; sintomatologia bollata subito come “terribile contaminante epidemia senza alcuna speranza”; finché, poi, nelle uscite sui media più nazionali, dai medesimi tecnici, il batterio trovato è stato presentato come il principale imputato responsabile, il “batterio killer”! E così, è stato anche presentato da tutti gli enti sciacallo, e politicanti, accorsi sulla scena come avvoltoi per banchettare del Salento e sui possibili lauti fondi europei, nazionali e regionali così ottenibili.

Per di più l’innocuo batterio potrebbe essere persino endemico ed endofito, come anche ipotizzato da alcuni stimati docenti universitari locali, ovvero presente ovunque e da sempre nel Salento in maniera del tutto asintomatica. Eppure, senza una diagnosi alcuna, o con una traballante diagnosi, vacillante e scarna, contestata anche pubblicamente da locali ricercatori universitari, si voleva procedere, o meglio, imporre con sanzioni e coercizioni, una TERAPIA FINALE sugli ulivi salentini.

Li abbiamo chiamati per osservare, analizzare e curare una sintomatologia particolare e poco nota degli ulivi, al fine di un’estate siccitosa, e di una prolungata estate dal punto di vista termico, fenomeno naturale possibile, che ha portato anche quest’anno, eccezionalmente, ad anticipate fioriture autunnali di tantissimi alberi nel Salento, e questi non solo non studiavano e curavano un bel nulla, ma si dedicavano a promuovere l’eradicazione del presunto paziente e di ogni possibilità di sua rigenerazione, avvelenando e cancellando tutto il vivente!

Da troppo tempo, ormai, stiamo assistendo a vergognose e continue campagne di terrorismo speculativo sui naturalissimi parassiti delle piante, non ultima quella sui nostri lecci, in cui strani tecnici e politicanti, gridano al disastro, e mica per curare, ma solo per avere fondi pubblici per estirpare le piante, o potarle a morte, e per spandere tonnellate di prodotti chimici nocivi di ogni genere!

Le parassitosi sono fenomeni naturalissimi e transitori, e al più effetti di squilibri in cui intervenire ricostruendo gli ecosistemi, ripiantando di più, anche proprio le piante colpite, e favorendo così anche il ritorno dei predatori naturali, quanto più autoctoni possibile, dei parassiti, per ripristinare equilibri alterati a volte dallo stesso uomo; ricreando gli habitat degli insetti insettivori, le macchie ripariali e dei “sipali”, le stesse che oggi si vorrebbero cancellare nel Salento, in preda alla follia più cupa; non, dunque, cancellando parassiti, piante parassitate o semi-parassitati, e gli eventuali insetti vettori, cancellando ogni insetto ed il loro ecosistema, come nel parossismo intollerabile raggiuntosi con il “mal affaire Xylella” ora in Puglia!

Dobbiamo, invece, aumentare non diminuire la biodiversità!

In Puglia ora, sul “mal affaire Xylella” pendono pesanti gli spettri della speculazione del mercato della biomasse, delle multinazionali della agro-chimica industriale, persino, degli OGM per produzione di biocarburanti, come quelli di mille speculazioni consuma suolo.

Tutto quanto scoperto e diffuso in rete dai cittadini in pochi giorni, è impressionate. I legami di accordi e convegni di diversi enti ed associazioni di categorie, scese in scena in questi giorni, con le ditte delle industrie che speculano sulle biomasse; il finanziamento delle ricerche di università d’oltre oceano, oggi coinvolte nella questione Xylella in Puglia, da parte di multinazionali della agrochimica e degli OGM, il progetto Alellyx (che è impressionantemente l’anagramma del nome Xylella, con cui in Paesi poveri i colossi mondiali delle multinazionali degli OGM e dei brevetti sulle sementi, son entrare ad egemonizzare le economie dei paesi del sud America, utilizzando la Xylella, come cavallo di Troia, per imporre varietà brevettate, presentate come ad essa resistenti, al posto della tradizione agricola delle locali genti per la produzione in prevalenza di bioetanolo); ecc.

Ora, di fronte agli olivi che risorgono più onorevole sarebbe un “scusate ci siamo sbagliati!”, invece crediamo sia anche possibile assistere ancora a disonorevoli arrampicate falso-scientifiche ed illogiche sugli specchi! Questa segnalazione poi degli olivi che risorgono doveva venire data con giubilo da quegli stessi tecnici, ma invece … nulla, e come sempre devono essere giornalisti attenti e cittadini a colmare queste preoccupantissime mancanze!

Sia questa l’occasione per fare rinascere nel segno della salubrità il paesaggio pugliese, all’insegna delle pratiche virtuose e dei principi che abbiamo raccolto nel “Manifesto per l’urgente riconoscimento del vasto ecosistema dell’uliveto quale Agro-Foresta degli ulivi di Puglia!”

La Regione Puglia deve d’urgenza fermare i 2 milioni di euro stanziati ai consorzi di bonifica, nel quadro della quarantena, per il biocidio della flora dei canali, che son i rivi, i fiumi di Puglia, dove vi è il rischio non solo del taglio meccanico dei canneti, che rinascono, ma anche dell’uso della chimica ad avvelenamento immorale di suoli, aria, ed acqua, intollerabile, e il serio rischio di taglio eradicativo degli alberi ripariali, protetti, che con le loro radici trattengono gli argini terrosi degli stessi rivi.

Quei soldi siano ridestinati ad opere di rimboschimenti con piante autoctone naturali NO OGM , magari da fare eseguire ad enti pubblici (eventualmente anche gli stessi) e privati! Come agli orti botanici universitari, e alla Forestale! Più alberi sui canali, non l’eradicazione degli esistenti che finirebbero come biomassa chissà dove, spacciati anche come lucroso rifiuto che non sono!
Il vero problema principale e precedente da risolvere è l’uso della chimica nell’olivicoltura che va risolto imponendo la conduzione dell’oliveto all’insegna delle filosofie del biologico e delle buone pratiche agricole. Ed oggi, invece, si voleva persino aggiungere chimica a chimica (quando una delle potenziali cause che può rendere un agente da endofito e innocuo a patogeno è proprio lo stress chimico!).

Il danno di immagine all’economia salentina creato da questi irresponsabili nel “mal affaire Xylella” è immenso ed inquantificabile, ma è l’ultimo dei problemi oggi, e siamo certi sarà risolto in breve tempo, ora che la stessa Natura, come sempre, dopo le copiose piogge autunnali, ha smascherato il piano di ecatombe biocida che, taluni, stavano portando avanti, progettando di fare di 10.000 ettari di Salento, e forse oltre, letteralmente “tabula rasa”!

Forum Ambiente Salute
forumambientesalute@gmail.com