mercoledì 29 maggio 2013

LA MONDIALITA' E' UN SOGNO?



LA MONDIALITA’ E’ UN SOGNO?

Viviamo nella società delle differenze, ma con una cultura dell’identità, abitiamo "sull’arancia blu" ma con una coscienza dello spicchio.
Non v’è dubbio che riceviamo ogni giorno una overdose di informazioni ma questo sta provocando in molti lo stress da villaggio globale, una patologia particolarmente pericolosa che produce fenomeni di egoismo collettivo, xenofobia e bisogno di capro espiatorio.
 Abbiamo di fronte la minaccia di problemi per loro natura planetari ma non abbiamo un governo mondiale: non esistono istituzioni internazionali veramente democratiche e all’altezza del momento storico. In breve l’irruzione dei mille volti dell’altro sta ingenerando nell’opinione pubblica una situazione di disagio, insicurezza, inquietudine, perdita del centro e bisogno di un nuovo radicamento.
Alla luce di tutto questo, il ritorno parallelo dei localismi e dei fondamentalismi appare come il tentativo di rimettere al centro se stessi, di ripartire dalla propria terra, dal proprio gruppo etnico, culturale, religioso, rifiutando quel senso di parzialità e  di relativismo che la nuova situazione storica di globalità e di meticciamento impone di accettare.
Il significato della parola mondialità non è immediato. Appare generico, nebuloso, astratto e, se non viene precisato, non consente di progettare  un serio cammino. Troppo spesso questo concetto è stato trattato in maniera confusa  e anche contradditoria: la mondialità è un modo di sentirsi nel mondo, un modo di vedere il mondo e un modo di vivere in questo mondo.
Il significato più profondo sta nel modo in cui una persona sente di essere parte, gioiosamente è parte di un Tutto, un tutto umano, un tutto cosmico, un’antropologia non dell’individuo ma della persona comunitaria, meglio della reciprocità, dell’interconnessione sistemica fra le parti.
La mondialità è una visione del mondo, della famiglia umana globale come una comunità di popoli, è un modo di vivere il presente con la coscienza di essere responsabili del futuro del mondo.
Mondialità è tutelare il diritto al futuro e in concreto promuovere gesti, stili di vita e modelli di consumo non autoriferiti, ma aperti al futuro dell’uomo e della natura, secondo un modello di sviluppo sostenibile che consente di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza pregiudicare il soddisfacimento delle generazioni future, in sintesi secondo il principio-responsabilità.(Angela)

lunedì 27 maggio 2013

QUALE FUTURO ?



 
Leggendo i diversi articoli che popolano il web, non si può fare a meno di compiere un'operazione di classificazione. Ci sono da una parte gli ottimisti del futuro e gli apocalittici. Ci sono i futurologi che pensano il futuro in uno schema d'innovazione nella continuità, altri invece rilevano la minaccia di catastrofi di vario genere.
Se ampliamo questa prospettiva, potremmo individuare sette pericoli che minacciano l’umanità e che sono visibili sotto i nostri occhi.
-Pericolo nucleare- Fino ad oggi ci ha fatto paura ed è il pericolo che porterebbe a effetti devastanti immediati, ma l’uomo si sta abituando a conviverci pur sapendo che si sta andando verso l’estinzione della specie.
-Pericolo ecologico- E’ il problema maggiormente in primo piano, tutti lo avvertono come una possibilità reale di autodistruzione ma non si cambia rotta o quantomeno i provvedimenti presi finora sono lenti e limitati.
-Pericolo demografico- In breve tempo sfiorerà gli otto miliardi di persone, anche se si controllano drasticamente le nascite, ma c’è uno squilibrio preoccupante fra nord e sud del mondo.
-Pericolo economico-Dalla Banca Mondiale si hanno cifre sempre più catastrofiche sui debiti dei paesi, soprattutto quelli del sud, ma non è una questione di debito, è il sistema capitalistico e il modello di sviluppo dell’Occidente che sembra senza prospettive e non è applicabile su tutto il pianeta.
-Pericolo etnico- Sono in molti chi richiama l’attenzione sul rischio di un etnocidio perché l’estinzione di minoranze costituisce una vera minaccia per l’umanità.
-Pericolo biogenetico- E’ ancora poco avvertito, ma come si fa a non capire che la tecnica applicata alla genetica apre delle strade ambigue e drammatiche?
-Pericolo migratorio-Siamo al fatto del giorno, il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza. I flussi migratori sono destinati a crescere perché il mondo è destinato a divenire multietnico, ma non si possono chiudere le frontiere, anche se è la soluzione invocata dalla maggioranza degli uomini che non vogliono trasformare la presenza degli “altri” in una possibilità di crescita per tutti.

La responsabilità di questi pericoli individuati è chiaramente del Nord e mi sorge spontanea una domanda:
-Fino a che punto è giusto che quattro miliardi di persone (terzo e quarto mondo) subiscano gli effetti devastanti di un modello di sviluppo volto e alimentato solo da un miliardo di persone che vivono nei paesi industrializzati del Nord?
E’ questo il nodo decisivo da sciogliere per progettare un futuro in termini di giustizia, di democrazia e di diritto. Partiamo però dal presupposto: ognuno è responsabile di tutto, per dire come diceva Levinas, io più di tutti. (Angela)

domenica 26 maggio 2013

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Viaggio

Cerco venti,
cerco correnti
favorevoli,
vado lontano
cerco
 la mia anima!
Dove vado…
dove porto…
 il mio cuore!
Vado
a vele spiegate,
cerco un vento
 propizio
che conduca
fino alle stelle.
Voglio andare
 lassù
tra le luci
e spiare
i fantasmi
di ghiaccio.
Posso arrivare…
Mi lascio andare
….non torno
più indietro
è la mia anima
il posto che cerco,
il mio  paese,
la mia dimora.
(Angela)

Vota questa poesia al concorso Alfabeto poetico. Vai sul sito .http://www.magieditore.it/ clicca sull'elenco dei partecipanti, trova Angela Baldi e alla fine della pagina c'è il bottone  "vota". Grazie

sabato 25 maggio 2013

L'ACCIDIA




Per molti è negligenza, indifferenza, instabilità, pessimismo, sconforto, noia, indolenza, pigrizia... È il malvivere e non è solo di oggi.
 Da sempre se ne parla come di un male dell’anima. Oggi, però,  si guarda con preoccupazione  perché ha intaccato il modo di vivere delle nostre società.
 L’ACCIDIOSO lo riconosci subito perché è spento fin da quando apre gli occhi al mattino. Tutto gli pesa. Dentro gli manca qualcosa che lo faccia sentire vivo, interessato, disponibile.
 Non è  un pigro e un fannullone, perché lavora, ma come uno scolaro svogliato oppure, per reazione alla fatica di vivere, si lancia in un attivismo esasperato.
L’accidia si annida nella frenesia del nostro tempo quando ci sforziamo  di mostrare ogni giorno nuovi interessi, tanti impegni, grande dinamismo e riempiamo la giornata con mille sciocchezze, ma non ci accorgiamo che il cuore si è svuotato lentamente.
Il significato del termine accidia è oggi vago, ma resta fortemente connotato, nelle culture cristiane, di implicazioni moralistiche e negative. Nel cattolicesimo l'accidia è uno dei sette vizi capitali e consiste nell’indolenza a praticare il bene, cioè, ad esempio nel vedere che qualcuno ha bisogno, ma non lo si aiuta, che qualcosa va storto, ma non si interviene per modificare quella condizione. Oggi non ci rendiamo conto della presenza di questo grave male, eppure è molto presente nella nostra società. L’accidia è sinonimo di pigrizia, può essere addirittura fenomeno di depressione, e può causare, nei casi più gravi, anche il suicidio.
Ma come accade tutto ciò?
L’accidia attecchisce in una vita tutta giocata in superficie, nel fare e strafare: prima o poi da dentro affiora il vuoto, un vuoto intriso di nulla.
Si può vincere e i suggerimenti non mancano:
-non stupirsi dei propri limiti e fallimenti;
- dare un senso a tutto ciò che si fa;
- non rimandare le decisioni da prendere;
-assumersi le proprie responsabilità e, soprattutto, nei momenti in cui tutto è nero e da buttare, compresi se stessi, non cedere alla tentazione di rimettere tutto in discussione arrivando a decisioni drastiche.
Dobbiamo convincerci che non siamo in questo mondo per puro caso, ogni uomo e ogni donna portano nel loro intimo una vocazione, una chiamata alla vita e questa bisogna saperla scoprire, ascoltare e seguire. Imparare, quindi, a stare con se stessi, conoscersi e accettarsi nei limiti e nella fragilità che è di tutti gli individui per poi ricercare con gli altri il senso vero del rapporto umano: la convivenza solidale che bisogna stabilire e tessere nella comunità degli esseri viventi. Impara ad essere solo con te stesso per poterti amare  e amare tutto il mondo.(Angela)

lunedì 20 maggio 2013

UNA SCUOLA IN PIAZZA

Sabato 18 maggio c.m. in Piazza Ferrarese il IX Circolo Japigia1 di Bari ha concluso con questa manifestazione il percorso formativo realizzato attraverso il POF e i progetti PON. Sono stati allestiti diversi stand, ciascuno con i manufatti realizzati dai bambini nel corso dell'anno scolastico 2012/13.
Ogni stand era identificativo del tema trattato nei progetti: musica, arte, riciclaggio,solidarietà.


Hanno partecipato tutti i genitori, che hanno acquistato i manufatti prodotti dei loro figli, oltre i cittadini baresi che frequentano assiduamente una delle più belle piazze di Bari.

Belle le percussioni con le bottiglie di plastica, l'arte che si crea con molto poco.

I timpanisti Nicolaus Barium che suonano con i bambini, un vero spettacolo in un bellissimo giorno di sole

C'erano proprio tutti, non mancava nessuno perchè la scuola è una comunità inclusiva.Al centro della piazza è stato,inoltre, allestito un palco sul quale si sono esibiti i bambini rom in canti e balli .

E non ultimi lo stand dei volontari che attraverso le Associazioni lavorano per i diritti dei bambini. Questo è il volto della scuola pubblica che, nonostante i tagli, lavora attivamente sui valori essenziali della vita mettendo al centro delle azioni  quotidiane la solidarietà e il bene di tutti.(Angela)

martedì 14 maggio 2013

Killer col piccone a Milano, l’immigrazione uccide o ci salva la vita? di Rita Guma

L’immigrazione uccide. Questo lo slogan di una campagna di Forza Nuova che punta sull’emozione per il gesto di un ghanese che a Milano ha ucciso a colpi di piccone alcuni ignari passanti. Delitto con le cui vittime siamo solidali, anche se riteniamo sia da attribuirsi, piuttosto che ad una attitudine criminale del soggetto legata all’etnia, ad una temporanea follia come in altri casi analoghi verificatisi  in Italia e nel mondo ad opera di persone di ogni nazionalità.

Potremmo rispondere alla generalizzazione operata da FN ricordando Cheik Sarr, il ragazzo senegalese morto affogato nel 2004 per salvare uno sconosciuto bagnante a Castagneto Carducci e Othman Naser Ben Abd Aziz, tunisino incensurato sprovvisto del permesso di soggiorno che nel 2006 salvò tre bagnanti che stavano per annegare nei pressi di Chieti, Iris Palacios Cruz, immigrata irregolare dell’Honduras morta nel 2006 nell’Argentario per portare in salvo la bambina italiana che accudiva e Victoria Gojan, la badante moldava clandestina che nel 2008, al Lido di Venezia, salvò dalla morte per inalazione di monossido di carbonio la coppia di anziani che accudiva o ancora  il trentenne immigrato irregolare senegalese, Sarr Gaye Samba Diouf, che nel giugno 2001, a Rimini, intervenne in difesa del gestore di una panetteria minacciato da alcuni avventori, uno dei quali – italiano – lo accoltellò a morte.

E, partendo da quest’ultimo caso, sarebbe altrettanto facile ricordare i tanti delitti in cui sono stati italiani ad uccidere in modo barbaro degli stranieri, anche bambini. Ma noi non generalizziamo casi isolati, seppur significativi, e preferiamo affidarci ai dati e al buonsenso.

Uno dei dati più rilevanti è il numero degli infermieri stranieri in Italia (di cui oltre il 40% romeni), che supera il 10% del totale  e che per quasi il 40% è costituito da extracomunitari. E sono figure essenziali, di cui non possiamo fare a meno: già nel 2008 un rapporto dell’OCSE denunciava nel nostro paese, soprattutto nel nord, la carenza di infermieri, con rischio di collasso del sistema sanitario nazionale, visto l’alto tasso di pensionamenti di queste figure rispetto alle assunzioni e vista la contemporanea crescita dell’età media della nostra popolazione. Dopo quel rapporto, gli infermieri stranieri in Italia passarono da 7000 a 38000 in due anni e continuano ad aumentare, per nostra fortuna. Vi sono poi più di un milione e mezzo di badanti, che ormai sono indispensabili per una famiglia su 10, come ricorda un rapporto del Censis, e costituiscono anche un risparmio considerevole per il welfare nazionale.

Per ciascun assassino immigrato vi sono perciò decine di migliaia di infermieri e badanti stranieri che alleviano sofferenze e salvano vite, quindi l’immigrazione (guardando ai numeri, non strumentalizzando le emozioni) salva le vite degli italiani. Per non parlare del contributo dato dagli oltre due milioni di immigrati regolari al Pil nazionale (10%), all’Inps (7 miliardi di euro), al fisco (3,2 miliardi di euro) e alle nostre pensioni.

E’ vero che l’immigrazione porta un aumento della criminalità in tutti i paesi ospitanti, ma gli stranieri nelle nostre carceri superano percentualmente gli italiani, con riguardo alla rispettiva popolazione, anche perché in maggioranza arrestati proprio per clandestinità, o perché hanno meno capacità difensiva degli italiani, mentre proprio in prigione trovano una “scuola” che addestra al crimine. Inoltre, rendere difficoltosa l’immigrazione regolare alimenta gli affari della criminalità organizzata (trasporti illegali di migranti, tratta di persone, sfruttamento della prostituzione), non di rado gestita da italiani.

Questi fattori dovrebbero stimolare politiche di regolarizzazione, come pure il fatto che la criminalità è alta solo fra gli immigrati irregolari e quasi assente per i regolari. Infatti, a parte i delinquenti di professione, presenti in tutte le popolazioni e culture, molti di coloro che migrano in altri paesi (con disponibilità a fare lavori rifiutati dagli autoctoni) vengono coinvolti in attività criminali proprio perché non hanno accesso ad un lavoro regolare, ad un contratto d’affitto e non riescono a soddisfare i bisogni minimi, venendo respinti dallo Stato nelle frange peggiori della società locale.

Commento

L'analisi compiuta da Rita Guma in questo articolo non fa una  piega perchè espone dei fatti tangibili che ognuno di noi può verificare. Ha dimenticato però di mostrare l'atmosfera che si respira da molto tempo in Italia ad opera di movimenti chiaramente razzisti che fino ad alcuni giorni fa "contestavano" il ministro per l'integrazione. Ora si arriva a lanciare messaggi del tipo "attento al nero" e sapete che cosa vuol dire questo?
Accadeva in America nei tempi più bui del razzismo quando il Ku Klux Klan organizzava spedizioni punitive contro i ghetti neri per mantenere nella comunità dei bianchi il privilegio sociale di una razza superiore.
Oggi non si può disputare più una partita dove è presente Balotelli senza che non ci siano i soliti cori razzisti, su facebook pullulano gruppi che andrebbero chiusi  per istigazione al razzismo e alla discriminazione verso gli emarginati,e poi ci sono tanti , troppi gruppi pseudopolitici che ad una facciata democratica associano un programma di rientro degli stranieri nel proprio paese per far uscire i posti di lavoro agli italiani e rinnegano lo ius soli ai nati in Italia.
A tutto ciò fa da specchio un silenzio delle istituzioni da far paura, come Ponzio Pilato si lava le mani e lascia che il tempo scorra e provveda a cambiare queste situazioni. Qualche politico, quando si afferma che l'Italia è una nazione razzista, inorridisce e sapete perchè? E' un ignorante che pretende di parlare senza avere la pelle nera.(Angela)

giovedì 9 maggio 2013

Forza nuova contro Kyenge: "Se ne torni in Congo"

MACERATA - "Kyenge torna in Congo". Questo lo striscione affisso da militanti di Forza Nuova davanti alla sede del Pd in via Spalato a Macerata. Ne dà notizia una nota del movimento di ultradestra, contrario alla proposta del senatore Mario Morgoni di concedere la cittadinanza onoraria al ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge.

Per il movimento, "non si può svendere la cittadinanza italiana a elementi alieni alla nostra cultura, così come non si può obbligare i cittadini ad applaudire un modello di società multirazziale come quello della banlieu parigina". Forza Nuova chiede "una revisione in senso restrittivo della Bossi-Fini, procedendo all'espulsione immediata degli extracomunitari che hanno commesso reati in Italia, affinché episodi come l'omicidio di Livorno ad opera di un senegalese con tre decreti di espulsione non si ripetano più". Altre iniziative contro lo ius soli sono annunciate per le prossime settimane a Macerata.

La replica del ministro per l'Integrazione non si è fatta attendere: "Non sono questi che mi fermeranno" ha detto riferendosi allo striscione di Forza Nuova a Macerata. Preoccupata? "Assolutamente no". "La mia risposta non è fondamentale, ma lo è ciò che risponde la società civile". "Penso che ognuno - ha aggiunto il ministro, in una conferenza stampa a  margine della conferenza internazionale sullo Stato dell'Unione - abbia diritto a poter esprimere la propria opinione. Noi dobbiamo cercare di costruire un percorso che vada verso la concretizzazione della cittadinanza. Vanno ascoltati tutti, anche chi ha una opinione contraria sul tema: ho sempre detto che un confronto è utile, purché avvenga nel rispetto delle regole". "Sono stati presentati 20 disegni di legge alla Camera sullo ius soli", ha spiegato Cecile Kyenge. "In questo momento il nostro compito è anche quello di stare dietro al lavoro che si sta svolgendo a livello parlamentare". "L'Europa ha diversi modelli di
cittadinanza. Lo Ius Soli puro si applica solo negli Usa. L'Europa va verso uno Ius Soli che è temperato". "Il dibattito di questi giorni - ha aggiunto la Kyenge - ci ha già dato delle risposte. Sarà un processo lungo e che - ha concluso - coinvolgerà le due Camere".

"Ferma condanna mia e di tutta la cittadinanza di Macerata al vile gesto di forza nuova contro il ministro Kyenge". Lo ha dichiarato la deputata Pd di Macerata Irene Manzi in relazione allo striscione esposto da Forza Nova davanti alla sede del Pd. Manzi aggiunge: "esprimo la mia più sincera solidarietà a Kyenge e voglio rimarcare il valore dell'iniziativa del senatore Mario Morgoni di voler concedere la cittadinanza onoraria al ministro dell'integrazione. Questo gesto molto grave si aggiunge a quelli già manifestati da Forza Nuova altrettanto inaccettabili contro i sindacati il primo maggio ". "Ricordo infine - conclude la deputata pd - l'impegno già profuso da parte del comune di Macerata per concedere la cittadinanza onoraria ai bambini nati nel territorio comunale da immigrati stranieri".(La Repubblica)

(09 maggio 2013)
Commento:
Stiamo assistendo da un paio di settimane a questa parte ad un'ondata di violenza verbale nei confronti di rappresentanti delle istituzioni. Fin qui niente di nuovo perchè  è una vita che oramai assistiamo  ad uno stile di critica basata sull'aggressione e non sull'esposizione ragionata della propria opinione. Capisco che contestare sia un diritto del cittadino soprattutto se deve rivendicare l'applicazione di leggi ignorate dallo stato. Non discuto sul fatto che il diritto alla libertà di opinione è sancito dalla Costituzione.Non  accetto,e nutro al riguardo molti timori per il futuro della nostra democrazia,  il proliferarsi di movimenti chiaramente omofobi che vengono tollerati con un atteggiamento di accomodante indifferenza. Da più parti si parla di provvedimenti censori nei confronti di chi usa la libertà di espressione senza limiti e senza rispetto verso gli altri. Lasciatemi dire la mia opinione:
-vero è che la libertà di ciascuno finisce dove inizia quella degli altri;
-vero è che i diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione devono essere salvaguardati;
-vero è che ci sono leggi che tutelano dalle diffamazioni e dalle ingiurie;
-vero è che ogni volta che le offese vengono dalla parte più intollerante della società verso "i diversi", queste vengono accettate come qualcosa di scontato, perchè ci siamo abituati agli insulti e li consideriamo normali.
Ebbene non c'è niente di più sbagliato. Un' offesa da qualsiasi parte venga è un oltraggio alla persona , di qualsiasi estrazione essa sia, e pertanto va punita mettendo in pratica quelle leggi che tutelano il rispetto verso l'altro.La legge è uguale per tutti e facciamo in modo che sia così, applichiamola secondo le regole di una vera democrazia e noi cittadini vogliamo cominciare a comportarci da persone civili e tolleranti perchè ,se non ce ne siamo accorti, da tempo la ns società è multirazziale. O qualcuno pensava di avere al proprio servizio un esercito di schiavi da mandare nei campi a raccogliere pomodori e arance?(Angela)

giovedì 2 maggio 2013

Prove Invalsi al via il 7 maggio. Nel 2014 arriveranno in quinta superiore

Si parte il 7 maggio in seconda e quinta primaria. Il 14 maggio toccherà alla prima media, il 16 maggio alla classe seconda delle scuole superiori. Le prove Invalsi in italiano e matematica in terza media si svolgeranno il 17 giugno all'interno dell'esame di Stato (vale un sesto del voto d'esame complessivo, con voti per ciascun studente tra il 4 e il 10).
A metà maggio prove pretestate in quinta superiore
Ma già nella seconda metà di maggio verranno pretestate delle prove d'italiano e matematica nell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado. Saranno una sorta di "prova generale" per procedere alla definizione di una prova su base universale, da effettuare su computer, nei mesi di gennaio-febbraio 2014, che avrà l'obiettivo di orientare i ragazzi nella successiva scelta dell'università. «Circa un ragazzo su 6 - ha detto il commissario straordinario dell'Invalsi, Paolo Sestito - al primo anno di università non ha neanche un credito. Questo vuol dire che hanno sbagliato strada». I risultati di questa prova saranno dati ai ragazzi entro marzo, e puntiamo a coinvolgere anche gli atenei «per far sì che utilizzino le nostre rilevazioni nei test preselettivi», ha aggiunto Roberto Ricci, responsabile area prove Invalsi. 
Si programma poi di aggiungere una prova anche in inglese dal 2016. Il percorso avviato potrebbe fornire prove inseribili in un riformato esame di Stato dal 2015. Tra le altre novità in via di definizione, per l'a.s. 2013/2014 ci saranno prove per l'accertamento della lingua inglese al termine dalla quinta primaria e della terza meda. Progetti similari sono anche in via di definizione per le competenze scientifiche, ma partiranno solo se ci sono le risorse.
 I risultati delle prove saranno inviati alle scuole a settembre
L'occasione per fare il punto sulle prove Invalsi di quest'anno - interesseranno circa 2,2 milioni di studenti - e sugli ulteriori sviluppi di questi test è stata un convegno a Roma, all'istituto Galileo Galilei, alla presenza tra l'altro del capo dipartimento per l'Istruzione del Miur, Lucrezia Stellacci. Il commissario Sestito ha ricordato come le prove Invalsi «enfatizzino le competenze del ragazzo più che le mere conoscenze scolastiche». Non sono quindi quiz nozionistici, e non sono il metro di giudizio sul singolo alunno. Quest'anno la restituzione dei risultati delle prove che inizieranno il 7 maggio avverranno all'inizio di settembre (per consentire alle scuole la migliore programmazione didattica).

COMMENTO - C'è un'enfatizzazione di queste prove  che non corrisponde all' utilità effettiva della valutazione di un alunno. Ho lavorato per 38 anni nella scuola e vi assicuro che la valutazione più disastrosa che sia stata mai fatta è proprio questa delle Prove Invalsi. C'è un dispiego di energia e di denaro pubblico che si potrebbero risparmiare, tutto a vantaggio di quei poveri ragazzi trattati come cavie da laboratorio. Ma ve lo dico io il motivo: con queste prove si vuole dimostrare che il sistema scolastico è funzionante in alcuni luoghi e disastroso in altri. Ah, se finalmente si potessero trattare i ragazzi come persone!!!!!